I gravi danni a Mosca riconosciuti dagli stessi russi
I gravi danni a Mosca riconosciuti dagli stessi russi I gravi danni a Mosca riconosciuti dagli stessi russi Anche il Cremlino colpito Roma, 11 agosto. | Da fonte sovietica si ammette \0£r°i che e-li ultimi attacchi del- ;ogei cne gu uiumi auaccni dei-1 I l'arma aerea germanica su Mosca sono stati di eccezionale violenza causando numerosi e grandi incendi, e molte vittime. Si riconosce che le ondate degli apparecchi tedeschi attaccanti lasciano cadere vere tempeste di bombe • incendiarie ed esplosive, colpen- do con preoccupante precisione i\bersagli prescelti, e si raccoman-Lda alla popolazione di prestare immediatamente la sua opera per spegnere le fiamme e salvare so-1praTtutto gli stabilimenti colpiti. ^ Secondo osservatori neutrali. Mosca avrebbe °ià subito danni gravitsimi e^mentre interi qua?-Beri, soprattutto nella zona indù- striale, sarebbero ormai compie- tamente distrutti, anche nel cen- tro della città tutti gli edifici di governo ed amministrativi sarebbero praticamente inutilizzabili. Tra la popolazione regna il panico. La Ghepeù fucila quotidianamente moltissime donne colpevoli di spargere voci allarmistiche. Berlino, 11 agosto. Secondo le informazioni ricevute nella giornata di ieri, l'attacco aereo effettuato contro Mosca nella notte del 9 agosto sembra essere il più efficace attacco che la capitale sovietica ha finora subito. Più di cento aeroplani tedeschi hanno lanciato migliaia di bombe incendiarie e gran numero di bombe esplosive, delle quali moltissime del più grosso calibro. Una di esse ha causato notevoli devastazioni nel Cremlino. Nelle vicinanze del Cremlino, poi, sono stati provocati numerosi incendi, alcuni dei quali di estensione cosi grande che si potevano osservare a una distanza di cento chilometri. Un incendio molto este. ,.«o è stato provocato nel settore Orientale dona città dove si tro-vanoii «erbato! di petrolio alcuni dei auali si sono incendiati In- cenci? di minor estesonei sono=tati provocati un po' ovunquenella città .
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