LA MUSICA

LA MUSICA LA MUSICA Ai facslmili di antiche stampe e di autografi musicali finora pubblicati la Reale Accademia d'Italia aggiunge un bel volume di inedite composizioni giovanili di Vincenzo Bellini. Noi studiosi le accogliamo con commossa gioia. Ila un più numeroso pubblico vorremmo fosse consapevole e grato di questa pubblicazione all'Accademia e a Francesco Cilea. Non più inaccessibili, alcune di queste pagine, le più meritevoli, potranno esser recate dai dirci'.ori d'orchestra nei concerti. E gli amatori delle rare edizioni e coloro che sanno adornare le loro stanze di cose non comuni dovrebbero lenere in pregio e in onore e in vista volumi di manoscritti, ricchi, come questo, di memorie e d'arte italiana. Francesco Cilea, che nel ricordo affettuoso della Scuola musicale napoletana, cioè meridionacui appartiene per diritto, è |ie~" costante 'c'attivo, va ringraziato per aver scelto fra i primi lavori di Bellini i più indicativi. Abbiamo ^hesti'a il Trcì-m 'prjnrjl)ilim per soprano e orclìe stra, il Concerto per oboe con or- ; chcs'tra, una per lue sinfonie, delle quali piccola orchestra. Le n poiché si tratta di lavori compiuti durante l'alunnato nel Reale Col- e legio di Musica «. Napoli. Genti i correttezza son le caratte date? Qualcuna è eli pugno del giovane, che nella città nativa studiava con la guida dell'avo paterno, e da lui, ch'era stato discepolo di Jommelli e di Piccinnl, apprendeva le regole della Scuola napoletana: qualche altra è ipotetica, ma facilmente verosimile, , ristiche semplici. Per iniziativa dello stesso Cilea, o e sotto gli UUSpicji ciel]a stcssa e Accademia, l'editore Ricordi pub- blica in formato tascabile le par- titure di tre sinfonie di Bellini, ri¬ , e n vedute dall'esperto maestro Maffeo Zanon. Anch'esse sorsero durante il soggiorno nel Collegio c'i Napoli e son più delle altre mature e piene. Brevi, in due tempi. a ¬ e una sinfonia, in do minore, a ? - uno ierito, l'altro rapido, qua.~i una cavatina seguita dalla cabaletta, ravvivano alquanto l'aecae.demismo con la freschezza dei e motivi e la lestezza della dinamica. Mi pare sieno migliori gli allegri, giovanili, spontanei. Le frasi pensose stentano ancora a dominare con la densità la tecnica. - z- sica, Napoli, 1S2 francamente denominata Capriccio osala sinfonia per studio, e l'allegro fugato contempcra la fantasia e il contrappunto. Anche nella Sinfonia in re è pregevole l'allegro per lo spicco agile e l'andamento conseguente. mentre l'Andante maestoso sembra un po' pretensioso. L'ultima, in mi bemolle, è <r a grande orchestra » e l'autore si dichiara nel frontespizio « alunno del Collegio di Ma¬ Precede dun l- que di un anno la prima opera a, teatrale. E qualcosa ne passò a;> i- punto Adelson e Salvini, e r qualche altro frammento, più tarn- i e- lente consigliamo il Catalogo ra- r- „ionato di tutte le opere di Besn- ihovcn lRoma G. Baiui, editore) he cne Antnnio Bruers ha comma pilato con z„,0 c ccrtamente con g- „on poca fatica. Mancava ai let- a- tori italiani un sif£aUo volumc o zi Finis, Lmis Deo. Bellini fecit. Cosi postillava. Ai dilettanti della musica eccel- «<- per certi aspetti, manca ancora. ili 3 cronolo"lcamrn.-e- é commentata anche con la cita e zj0ne di valenti esegeti beethove- ra- n;ani, è descritta in modo che riehe sca comprensibile all'uditore iti sprovvisto di nozioni tecniche, f de. Ueder. poi. sono non soltanto ri- no cordati con la loro cronaca, ma la -indie accompagnati dalla trndun- zione italiana, la quale s'è rifatta oli alle .stesure originali, sempre che ne Beethoven le alterò per opportu- g" nita df}, ™;l\!?or1'? ° t'.on lntcn,z',0; o- ne critica. Questa ricerca delle te fonti e delle intenzioni, e il carat il cere delle descrizioni e dei coni- a- menti, sono argomento di dichiar- razioni polemiche nella prefazione è dello stesso Bruers. la Poiché alcuni recensori han deo- plorato l'uso di interpretare o il- m- lustrare Beethoven con mezzi lo extramusicali, cioè letterari! e non asi tecnici, il Bruers. che mira alla na divulgazione di Beethoven, attorgo ma essere quei mezzi utilissimi al u- suo scopo, e in più legittimi, poisi- che Beethoven fu non un musiò- cista cesi detto - puroj, ma un si artista complesso e anche un fi.o SSSTnt c- era estranea l'ispirazione d'un r poema o d'una idea universale. E per convalidare tale affermazione si giova sia delle testimonianze dei contemporanei di Beethoven, sia dei recenti contributi dello ra scherin"- e del Boyer ad vorremmo aver spàzio per dia- scorrere di tali argomenti utili ro alla cuUura del pubblico. E dobri. Wam0 inVecc limitarci, sperando ol- cne qualcuno ricordi ciò che dìal- cemm0 dei tentativi ingegnosi e di arbitrari del compianto Schering. du coneue ce ed mlialre nnu ? on ba to Il Bruers ha ragione, ci pare, allorchè ricorre alle descrizioni letterarieggianti per avviare l'uditore « ignorante ■ alla comprensione d'un artista che, per sé e pel proprio tempo, noverò fra gli elementi della sua creazione "anche l'immagine poetica e il pensiero dell'umanità. E' una falange della moderna critica, per definizione antiottocentesca e antiromantica, quella che, volendo misurar il passato con i metri del presente, nega le fonti extramusicali dell'ispirazione nell'Ottocento e aborre dall'altra critica, che preferisce considerare prima di tutto l'opera d'arte nel suo tempo. Se non che muoveremmo al Bruers, benemerito della comprensione arNcl ormi u il vi la, he to. di raccogliere a illustrazione te on 7io olriaron di ciascuna composizione frasi, periodi, paginette, di scrittori diversissimi nel pensiero e nel tempo, non fornisce una visione coerente: e meglio sarebbe, in una ristampa del libro, provvedere commenti o proprii o tolti a pochissimi autorevoli e, per quanto è possibile, concordi scrittori. Poi: che l'ignoranza dnlla tecnica d'un'arte non impedisca all'amatore ili intendere ei/ peitiche ad ^YsHice dell! m^ica* et me della poesia e delle arti figurative; il difetto o la mancanza della cultura e delle nozioni di storia e di estetica sono Invece impedimenti dannosi allo scopo dell'amatore. Nel caso del libro e del musicista di cui si tratta, lo illustrazioni letterarieggianti sarebbero da sostituire non con analisi tecniche, di armonia e di o i contrappunto, ma, se mai, con inelf- formazioni, esposizioni, svocazio- do rti della mentalità e sensibilità del romanticismo tedesco, in modo da illustrare Beethoven alla luce del suo tempo e sua, e da farne gustar l'arte con mezzi storici e critici. La questione è elemenoro'tarmc.n.te culturale. In realtà si se- CÌ0„vrebboefl cominciare non con la. . ta- i monografia su Beethoven, ma col manualetto di storia e di estetica, della musica. A. Della Corto

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