Quando gli occhi vedono

Quando gli occhi vedono Quando gli occhi vedono Con il proprietàrio dello stallilo, sito in via San Francesco, allo Tre Fontane, Michelino Sarre non aveva avuto mai diretto rapporto, perchè, venuto in città dal paese, aveva preso due stanze in subaffitto, al terzo piano; perciò, egli pagava il mensile all'affittuario, eerto cavaliere l ' ni berto Giulia, dignitoso sessantenne, ex-capostazione in riposo. Del proprietario deiln stallile, certo commendatore Edoardo Ponti, aveva soltanto sentito parlare; ne lo aveva mai veduto — o almeno gli pareva di non averlo mai veduto — benché egli abitasse al secondo piano. Doveva essere, sicuramente, uomo facoltoso e di larghe risorse, perchè era conosciuto come appaltatore e commerciante assai intraprendente. Ma Michelino Sarre non era giovane tanto curioso da occuparsi dei fatti altrui. Lavorava dalla mattina alla sera, perchè, iscrittosi all'Università con grave dispendio della modesta famiglia cui apparteneva, s'era messo in mento di ripagare al più presto i sacritici dei suoi genitori, divenendo un architetto con i fiocchi. Prima ancora di prendere la laurea, era entrato, per impratichirsi, presso un architetto famoso, che lo aveva preso a ben volere, affidandogli incarichi difficilissimi. Laureatosi con il masino dei punti e la lode, s'era sentito dire dal maestro architetto ch'egli lo riguardava, non più come uno scolaro, ma un valente collega, ch'era tempo mettesse su studio per suo conto, ch'egli non mancherebbe d'affidargli ancora più vasti compiti. Michelino Sarre, ingegnere architetto, non s'era sentito l'animo, ora che guadagnava tanto da mandare danaro a casa al pae se e mettere su un bello studio per suo conto, di lasciare l'appartamento del cavaliere Umberto Grillila, ex-capostazione, il quale, dui-ante il periodò degli studi universitari, gli aveva usato sempre tutti i riguardi e spesso aveva atteso, senza dir sillaba, il pagamento in ritardo della pigione e della pensiono dello studente. Il figlio e la figlia del capostazione s'erano sposati. Il cavalier Ginna e la moglie non sapevano più che farne del vasto appartamento1: potevano vivere in due sole stanze di esso. Benissimo. La situazione si capovolgeva. Michelino Sarre assumeva lui l'affitto dell'appartamento, e i coniugi Ginna vi rimanevano in subaffitto. Fu così che il giovane Ingegnerò Michelino Sarre entròin rapporti diretti con il proprietario dello stabile, commendatore Edoardo Ponti. La prima sorpresa ch'egli ebbe, andandolo a trovare al secondo piano, fu quella di riconoscerlo e di ricordarsi di averlo cento e cento volte incontrato per le scale, senza salutarlo mai. ■— Ebbene, caro ingegnere, — gli disse Ponti — finalmente possiamo avere l'onore di guardarvi in faccia. Michelino Sarre comprese, e cercò di scusarsi. —• Caro commendatore, — gli rispose — per sei anni, sovraccarico di lavoro, non ho avuto nemmeno il tempo d'accorgermi del colore del mio naso. — E' un colore abbastanza scaltro ! — commentò il commendatore, torcendo il muso e strizzando gli occhi. —■ Ecco come si fa: — aggiunse, con un tono tra risentito e scherzoso ■— si viene dalla provincia, avidi di conquista, ci s'insinua in un palazzo digente che si e fatta una posiziono con lungo lavoro, si sale, si scendo, senza salutare nessuno. Poi, quando si comincia a intascar danaro, ci si presenta al proprietario dello stabile e con aria di degnazione gli si dice di stendere un contratto. Michelino Sarre era davvero confuso; cercava le parole adatte a scusarlo di cosa, che chiunque, oggettivamente, avrebbe definita inqualificabile. Quando, d'un tratto, si aprì una porta, ed entrò, tutta vivace e squillante, elegantissima, con il cappellino in capo e pronta per uscire, una signorina di forse ventidue anni, la quale, avvicinatasi al commendatore Ponti, gli disse: — Scusami, caro papà, ma esco di furia. Ho l'esame di contrappunto al Conservatorio. Un bacino, papà, un bacino e i tuoi auguri. Ponti baciò, compiaciuto, la figliuola, dando, di traverso, delle occhiate a Michelino, rimasto contrito; e, quando la signorina fu per scomparire, la richiamòdicendole : — Me come, Sofia ! Te ne vacosì, senza salutare il signore? — Il signore ! — esclamò Sofia, soffermandosi a guardare Mi chelino con uno stupore marea tamento pronunziato. — Non ere do di avorio mai veduto. Ma mpare ch'egli sia di quelli che non amano di essere salutati. Ponti scoppiò a ridere, e la signorina se n'uscì, senza salutarMichelino. — La signorina vostra figlia ha del carattere — esclamò il giovane ingegnere. — Ed è una musicista valente ! — aggiunse Ponti. — Ma vola vedete la prima volta, e non potete giudicare ! Michelino si sentì ferito: mnemmeno questa volta trovò pa gli sguardi dei role por scusarsi. Gli rima nova nell'animo l'eco della voci' argenina di Sofia begli ocelli di lei gli lasciavano un barbaglio nei suoi. — Con una figlia così bella entelligente, siete di certo un pa-Ire felice, caro commendatore ! — esclamò Ponti alzò gli occhi e li fissò un momento in quelli di Micheino, quasi per assicurarsi che dicesso sul serio. Visto che il giovane non solo era in buona fede, ma parlava con tolto il cuore, dopo aver riflettuto un po', esclamò : — E voi dovete certamente essere un uomo di genio, perche soltanto gli uomini di genio possono immergersi a tal punto Itel• , 8 1 . proprio lavoro e nei propri peti- sieri, da non accorgersi, per an- ni, di quel che li circonda. n .: .• • , ' • • , i 1 otiti, fissati i termini del nuo- vo contratto per 1 appartamento, trattenne Michelino, domandali- dogli pareri sul suo stabile e sul,b (,,..... buu oittuuc o su modo di l'ammodernarlo. Era il campo di Michelino, ed egli sfa- dorò tutto il suo sapere. Secondo . ., i -r» • ui, il commendato!' Ponti dov va comperare una vecchia casa, che stava dietro il giardinetto dello stabile, ed abbatterla per edificarvi una-palazzina novecento. Sviluppò, poi, sotto gli occhi nteressati ed attenti dell'appaltatore, tutto un piano edilizio da realizzare nel quartiere interno: abbattere, arieggiare, ricostruire, con moderni sistemi. — Milioni ! — commentò Ponti. — E milioni intascherete in pochi anni! — rispose Michelino, ■—■ Ci penserò ! — concluse Ponti. Pochi mesi dopo, tutto il quartiere delle Tre Fontane era un immenso cantiere. Rammodernati, o ricostruiti per intero, sorgevano gli edilìzi, arieggiali da bellissimi giardini. Gli appartamenti, appena finiti, venivano accaparrati a prezzi favolosi. Michelino, dall'alba al tramonto, cra sui lavori, impartendo ordi-ni enrrendr, a rlnsfra e i «inUlm ni, coiteli lo a lentia e a sinistra, assicurandosi di questo e di quel-lo, non tralasciando alcun parti-colare. Quando giungeva Ponti, . ° ,° - . trovava ogni cosa nel più pertet- to ordine. A pranzo e a cena,pranzo alla moglie Emilia, alla figlia Sofìa, diceva : — Michelino Sarre è mara vizioso ! Bisogna riconoscerlo! Dàpunti al più esperto architetto,ed è di una energia formidabile,Ha fatto in pochi mesi quellohe un altro, con minore preci-con minore preci-, , ,. • '• , Rione, avrebbe fatto m anni! La signorina Sofia, in tanto escursioni sui lavori ; ma non una sola volta salutava Michelino, il quale, dal sub canto, faceva di tutto per mostrarsi a lei c. farsi notare. Un giorno di primavera, tor-'!'.',"Vtaceva anche lei dellenando'a casa con lei, il padre lenls,s< ' . . .. — Ormai, dovresti smettere co testa aria risentita con ricambiare il suo saluto. Ma quale fu la sua sorpresa, quando si sentì rispondere da Sofia : — E porcile lo stupido non chiede la mia mano? Si mise a ridere, Ponti ; ma crifletto sopra, non dispiacendoglall'alto l'idea. Il giorno appresso, incontrato, come il solito, l'ingegnere sui lavori, gli disse, come se esprimesse qualcosa di peregrino : — 'l'ai volt a, la sera, penso avoi, che state su, solo, e magarnate con il capostazione, e dico tra me e me che avreste bisognoormai, d'una cara mogliettina..Michelino non lo lasciò finire, ,. Lo penso anelilo, caro conimenda! ore, — rispose — e 1 avretrovata, sapete, la moglie che cvuole... — Trovata ! — esclamò Pontisubito allarmato, temendo potesse trattarsi cli altra ragazza che non Sofìa. Ma quale fu la ' sua gioia, quando udì Michelino che gli diceva: — L'avrei trovata e sarei davvero felice; ma come devo fareNon mi saluta ! Ponti raccontò a tavola la cosatutti alla moglie e alla figlia tre risero assai contenti II giorno appresso Sofia si reccon il padre sui lavori: appen... , ,.' . . «. -i .Michelino si fece incontro, salutando, ricambiò il saluto. E Micheìiiio, felice: — Allora dite di sì' — e, ' lt sclamo. _ — Sicuro! — rispose Sofìa. alfora e eraziosa insieme — Dicpoichdi si. E chiodo la vostra man,,. , .. ., . , a ingegnere architetto, poichvoi, come non siete sfato buondi salutare per tanti anni, nonsiete nemmeno buono di chiederla mia mano di musicista ! Ma il eomendator Ponti rise dcuore ed abbracciò tutti o due. Rosso di San Secondo

Luoghi citati: Emilia, Sofia