Il triangolo Torino-Milano-Genova e le nuove comunicazioni direttissime

Il triangolo Torino-Milano-Genova e le nuove comunicazioni direttissime Traffici potenziati per l'economia »wrtefficii|I Il triangolo Torino-Milano-Genova e le nuove comunicazioni direttissime I contatti fra le tre grandi città dell'Italia settentrionale che monopolizzano in si larga parte della produzione e dei traffici — Torino industriale e commerciale, Milano commerciale e industriale, Genova marinara e specialista nell'industria pesante — non solo non si sono allentati con la guerra, ma si sono fatti più stretti, per l'ovvia necessità d'integrare complementarmente le singole attività, gzvtIecilalTrnel superiore interesse della Na-jnzione: tendenza che rimarra. Per | Gnlla cerchia degli uomini d'affari intesa in senso lato, e comprendente un cospicuo numero di cittadini — i tre nuclei urbani finiranno col doversi considerare quasi le tre parti di un'unica città, con un intreccio sempre più fitto di quotidiani legami. Da tre quarti di secolo.,. In ogni caso, le inevitabili soggezioni che lo stato di emergenza ha apportato al sistema delle comunicazioni non han fatto che confermare quanto 'negli ultimi anni già era divenuta una diffusa consapevolezza: cioè che non si potrà continuare in eterno con sistemi di pubblico collegamento fra le tre città, vecchi di tre quarti di secolo o più, e ideati quando il traffico vicinale o intermedio assorbiva un volume di gran lunga prevalente su quello diretta tra i terminali; quando esigenze, mezzi e ritmo di produzione, eri orizzonti in genere erano enormemente più ristretti. In altri casi, la certezza che i palliativi e i miglioramenti eli dettaglio realizzati dalle ferrovie in questo lungo periodo (armamenti più pesanti, elettrificazione, nuovi impianti di materiale rotabile e di segnalazione) non bastavano più, ha già dato luogo al rimedio radicale: l'abbandono del dcptpqtMHIfLdSlirdDadsvecchio tracciato per la nuova li-[Rnea ' direttissima ». Non ò conve-! pniente, infatti, tormentare i vec-jrchi tracciati oltre un certo limite, I lperchè il loro difetto di concezio- i gne e d'impostazione originale neu tralizza qualunque sforzo di mi glioramento: le inutili tortuosità per servire i centri minori, la relativa sovrabbondanza di stazioni con fasci di scambi e di binari di manovra, il piccolo raggio delle curve par limitare espropri! di abitati o movimenti di terra 0 per tagliare i corsi d'acqua ri angolo retto, le accentuate e prolungate acclività per accorciare i percorsi in galleria: tutti questi caratteri delle vecchie linee, compatibili con velocità commerciali di 50 Km. all'ora e massime di 75, non possono prestarsi a un ordine di velocità doppie, quali oggi le esigenze richiedono e il materiale mobile delle ferrovie consente. Ferrovia, auto e velivolo Un breve esame dei caratteri fondamentali del traffico che lega le tre città permette di superare agevolmente l'obbiezione pregiudiziale di quanti vedono nella ferrovia un mezzo tecnicamente sorpassato, e preferirebbero orientare lo sveltimento dei contatti verso altre soluzioni. Il postulato è semplice: si tratta di dare agli vtsaIdcèdqrttslltn"zzrrdduomini d'affari la possibilità di | czztPdsccsbrigare i loro impegni neli'una o nell'altra città (impegni che la esperienza insegna circoscrivibili, per la maggior parte, nella permanenza di due ore e mezza o tre) senza sacrificare nel viaggio che un'aliquota del tempo di sosta, e non un tempo doppio, come oggi è richiesto. In particolare, occorre che in una mattina, o in un pomeriggio, o nello spazio tra l'ultimo pomeriggio e la tarda frsslmiqnztsera, il torinese possa raggiunge-1 re Milano o Genova, sbrigar gli affari e tornare in sede, senza tralasciare se non per eccezione — ma non già sistematicamente — le abitudini famigliari con levatacele antelucane, o con pasti o pernottamenti fuori sede, chei oltre al disagio e ai riflessi sulla; salute (e quindi sulla produttività) della... vittima, corrispondono anche al sacrificio di ore intensamente lavorative, quali lo smistamento del lavoro ai dipendenti, la firma della posta, 11 rapporto ai dirigenti, ecc.: funzioni tutte malamente o non trasportabili dalle ore tradizionali. Per questo tipo di comunicazioni, l'automobile autonoma è certamente l'ideale, specialmente sulla Torino-Milano con la sua lima e veloce autostrada. Ma non è sufficiente, in quanto — anche a prescindere dal forte aggravio economico nell'uso continuativo, e dal fatto che non tutti gli uomini d'affari possono alternare le fatiche della veloce guida con quelle degli affari, o concedersi il lusso dell'autista — l'auto con orario fisso e ristretto è impegnata dal disagio delle nebbie e delle intemperie invernali, notevole in alta Italia. Sulle comunicazioni aeree non è il caso di farsi eccessive illusioni, nel caso di grandi città a breve distanza (150 km. all'incirca su tutti e tre i segmenti). Per non dire delle difficoltà invernali, e anche ammettendo che la capacità e la frequenza degli apparecchi possano elevarsi sino a contenere l'intero traffico ferroviario veloce che un auspicabile avvenire riserva al nostro « triangolo », rimane sempre il fatto che la conformazione stessa della grande città impone, aeroporti eccentrici, e quindi la spendita, nei contatti col centro cittadino e viceversa, di un tempo superiore a quello risparmiato. qsot-1 .1L_iIn"qùésto"tÌ'po"d'i comunicazioni I„ „?„ "i n»r,tri n hrPvP rti«tnn*a Itra grandi centri a breve distanza reciproca,, di forte traffico utilitario a tutte le ore, la ferrovia è dunque e rimarrà preziosa, con la sua indifferenza all'ora, alla stagione, alle intemperie; con la sua regolarità; con la possibilità che offre all'uomo d'affari di occuparsi dei propri documenti durante 11 viaggio; con l'accessibilità economica delle sue tariffe d'abbonamento (forma già oggi assai diffusa, e che diverrà diffusissima quando le tre linee del triangolo saranno sistemate e servite modernamente, e considerate agli effetti tariffari come un'unica linea circolare). Rettificare I tracciati Non sarà dunque opera spesa Invano quella dedicata alla creazione delle tre « direttissime », le quali, più che linee rivoluzionariamente nuove, consisteranno nella rettifica di tracciato delle linee attuali, nell'eliminazione del mag- gior numero dei punti di sogge- I 1 mantenimento dell'alta | zione al velocità, nel razionale adattamen- 'to degli impianti ai convogli ce- Ieri allaccienti direttamente le trclcitta, senza fermate intermedie, . in modo ria coprire normalmente ' la Torino-Milano in un'ora, la Mi- lano-Genova in un'ora e. venti, la j Torino-Genova in un'ora e qua- ranta. , Il problema, come si è detto i non è d'oggi. Anzi, sulla Torino-1 Genova e sulla Milano-Genova, inel tratto comune a cavallo del l'Appennino e verso - il mare, la direttissima può dirsi un fatto compiuto da parecchi anni, sia pure con criteri non integrali, attraverso i tracciati sussidiari che, pur conservando tortuosità alquanto accentuate, hanno di molto sveltito il percorso originario. Molto di più, verso Genova, non |^^^t,S^Sff^.e^ Icizio a corrente alternata, che ìtuttavia un giorno sarà pur necessario trasformare a corrente icontinua, non solo per consentireiIvelocità più moderne sulla Tori-1'mi-Genova, ma anche e soprattut-1Ito per eliminare il grave Incaglio del cambio di locomotore sulla ;Milano-Genova, che parte a con-j: timia e arriva ad alternala, e per consentire in futuro l'eventuali'•|elettrificazione della Torino-Mila-\'no senza cadere nello stesso in- I conveniente. | Una vera e propria * direttisi- 'sima » è invece già approvata, ed alla vigilia dellarealizzazione. neì\ltratto superiore della Genova-Mi- . lano, dove il tracciato attuale per\ ' Voghera e Pavia verrà deviato da Tortona direttamente su Milano, j con sensibile vantaggio chllome trlco e sensibilissimo nella velo , cita, non più frenata da troppe i stazioni, scambi e curve, 1 Rimane dunque sul tappeto il iproblema più scottante, perchè si- nora il più inesplorato e diciamo pure più trascurato, non secondoper gli interessi milanesi e di pri-missìma importanza per quellitorinesi: la linea-chiave dell'Alta Italia insomma, la Torino-Milano. Di questa parleremo dettaglia- tamente in prossima occasione. Aldo Farinelli

Persone citate: Aldo Farinelli