Al di là del Nistro, verso la Crimea

Al di là del Nistro, verso la Crimea Al di là del Nistro, verso la Crimea Le forze tedesco-romene avanzano combattendo alle calcagna dei russi - Il martirio di Cernauti, dominata e poi distrutta dai sovietici (Dal nostro inviato) Fronte della Moldavia, 14 luglio. Qualche prigioniero ha detto che i rossi hanno sgomberato il corso meridionale del Nistro, da Tighina) a Bender, dove si erano aggrappati tenacemente, c gli aviatori hanno notato grossi movimenti di' truppa jra il Nistro e il Bug, prò- : babilmente in ritirata verso ili Dnieper sulla strada del Caucaso; infanto i tedeschi merciano diretti] su Kiew, la capitale dell'Ucraina, una città di 800 mi7a anime distcsa sulle rive del Dnieper, allungata \ nella più fertile terra della Russia. Kiew è una città di industrie, ma \ è anche la chiave delle strade del\ Mar Nero e del Mar d'Azow; è poi spiritualmente preparata a lavo-* rare con i tedeschi, a ricreare dal-1 la catastrofe del bolscevismo una; nuova vita umana. La sua conquiSta avrà un enorme valore politi- i co, oltre che militare. Ma che av-ì verrà dello schieramento rosso fra \ il Nistro e il Bug, fra il Bug e il .Dnieper? Un'altra tenaglia in azione Come sapete, i tedeschi e i ro-' meni, conquistata la Bucovina settentrionale e la maggior parte\ della Bessarabia, hanno dato una formidabile spallata ai rossi che', tenevano il Nistro, gettandoli al-i l'altra riva e questa riva attaccali- ; do e conquistando dopo accanite! battaglie. Sapete pure come i te-\ deschi e gli alleati romeni, mar-, ciando fra Kamenez-Pcdolskje e! Mokilew, abbiano invaso l'Ucraina { dalla parte più meridionale, spez- \ sando lo schieramento sovietico disteso a eia Che cosa avverrà dell'esèrcito russo che difende l'Ucraina meridionale e la Crimea"! Non conosciamo naturalmente il piano del Comando germanico, ma perchè, non potremmo pensare che le coìonne tedesche, scendendo dalle1, lande della Galizia e seguendo il corso del Bug non piglino alle epalle il nemico per chiuderlo ini mezzo, schiacciato fra questa ala | marciante e la linea del fronte moldavo? Manovre simili, così improvvise e decisive abbiamo vedute durante le campagne di Polonia, di Francia e di Jugoslavia. E' certo che il passaggio del Nistro che i rossi avevano orinato e difeso potentemente, aiutati dalle condizioni del terreno nel quale ì tedeschi e i romeni hanno operato (mancanza di strade, pioggia, pantano e allagamenti), è stato fatale ai bolscevichi e sarà più fatale domani, quando sarà preso fra l'incudine e il martello. La rovina del fronte dei Carpazi che pareva una inafferrabile conquista, un sogno, la scomparsa del cuneo sovietico nelle posizioni uttgaro-romene, la distruzione della difesa bolscevica così ben congegnata e ricca di opere e di armi, tutto questo ha messo gli alleati tedeschi e romeni nelle migliori condizioni per stroncare qualsiasi eventualità di ritorno offensivo, o per manovre su vastissimo terre- no, che pur essendo privo di etra- de e ferrovie (le ferrovie russehanno uno scartamento diverso) ètuttavia ess peti ni Della via qualclie scena, descritto qualche momento drammatico. Ora, cercando notizie e visitando città, paesi e villaggi, e camminando per strade infernali, sperse di automobili rosse, sconciamente rovesciate con la pancia all'aria, di autocarri fracassati dalle mitragliatrici, di carri armati lacerati dai cannoni, passando in mezzo a villaggi mar- tortati dai combattimenti rabbiosi(i rossi hanno fatto di ogni casa una trincea ed una barriera), passando in mezzo a questo inferno, a questa distruzione, a questa morte, abbiamo visto l'asperità, la tenacia, la brutalità della battaglia. II reticolato elettrico Ecco, intorno a questa casetta, in un giardino che non ha più fiori, in un orto che non ha più verdura, vi sono tante croci, e c'è una grande fossa, croci di romeni, fossa di bolscevichi, coperta di terra fresca, nera come la pece; la stradetta di quel villaggio è piena di mucchi di pietre, case non ci sono più, tutte distrutte dal bolscevismo c in mezzo c'è un grosso carro orinato bolscevico coi cìngoli rotti e con le dodici ruote fracassate; nella pancia ha un buco grosso come una finestra; una pancia ancora piena di cadaveri. Persino gli alberi sono senza fronde, senza cime, gli si è tirato sopra, perchè c'erano le vedette e i franchi tiratori; ma in mezzo a questa morte risorge una nuova vita che già freme e scoppia in un canto. I contadini dispersi dalla guerra sono tornati a cercare nelle distrutte case, con un nugolo di figli alle calcagna, ciò che il combattimento c la rapina hanno lasciato: un vestito, una casseruola, un arnese da lavoro; e cercano la falce perchè il grano è maturo e aspetta la mietitura. Il grano è salvo, era ancora troppo verde perchè i bolscevichi lo bruciassero. L'hanno distrutto un po' dove hanno avuto il tempo; ma tante sono le spighe trepide nel vento che sembra un mare spumoso. ti treno ci ha. portato a Cernauti, la capitale della Bucovina Un treno curioso, senza orari, chepareva impazzito, che correva inmezzo a una campagna piena disoldati, di canitom, di automobili di autocarri, un treno che portava medica;,.enti, morbide ovatte e tenere garze e armi micidiali ac- canto all'umanità dei medicameli- sti, delle ovatte e delle gaize. Ad Odnresti il treno non andò più avanti perchè cominciava la linea russa a scartamento più largo; perciò scendemmo e il carico fu messo sugli autocarri, sulle carrette automobili c sui carri trainati dai cavalli. A Odnresti, o poco più in là, comincia l'avanzata dei romeni spalla a spalla con i tedeschi verso Cernauti; c'è ancoia il filo di ferro, una matassa arruffata, contorta, dove i bolscevichi facevano passare la corrente clctttica. Chi tocca, muore; ma i romeni sono passati dopo aver distrutto l'impianto che forniva la corrente. ecspsadi tmpmdaE c'è 1111 '/rosso trinceronc ca ! strutto in cemento con le piazzo-, jé delle mitragliatrici, un trinec-\cJ]rone formidabile che ha resìstitoi1*\pn( ^iin giorno e ci son voluti ?jrPruth. Tutto distrutto Cernauti è una grossa città di centomila abitanti, metà romeni, gli altri tedeschi, ucraini, ebrei polacchi; è una città di mercanti, un crocicchio di commerci. Ma I rnsmsfsorto i ooZ-seei-ieTii non c'erano più l ]commerci, c'era il comunismo;\e à , a e è e e e o e una cosa che i contadini non han-ino mai capito perchè un conto 1 lavorare la terra, seminare il gra-i no, crescerlo, mieterlo, trebbiarlo;] un altro conto è portarlo, dopò tante fatiche, all'emporio dello Stato che noti dà un soldo, ma qualche pezzo di carta per comperare un paio di scarpe, un vestito e altre cose. Ma il paio di scarpe e il vestito non c'erano mai, e le altre cose poi, nemmeno a guardarle nelle vetrine dove erano magnifici cartelli con le cifre della produzione industriale, con la faccia di Stalin, con la-sfilata dell'esercito rosso. E c'erano la falce e il martello con l'insegna: « Proletari di tutto il mondo, unitevi ». / proletari di Cernauti, che sono moltissimi, ciano uniti, sì, ma contro i bolscevichi. Prima, erano poveri con i romeni, ma coi russi sono diventati scalzi e nudi. Cernauti è ridotta male; i romeni hanno fatto fotografie che\ sono un chiaro documento della barbarie sovietica, una dimostrazione della bestialità dei soldati sovietici. Perchè hanno abbattuto un innocente palazzo, bruciato una povera casa, cento povere case, hanno rotto lutto quel che c'era da rompere. ! romeni vi avevano lavorato venti anni per ordinare e abbellire la città; i russi vi sono stati un anno solo e ne hanno fatto un porcile; in tre giorni ne hanno fatto un cimitero, perfino ì binari dei tranvai hanno tagliato, distrutto le rimesse, incendiate le vetture. La piazza maggiore è rovinata, le case tutto intorno sono stato incendiate. Dalle finestre slabbrate viene un odor di fumo e di morte. Nelle cantine forse ci sono cadaveri, non c'è più un vetro intatto, le finestre sembrano ma ni cabro occhiaie vuote. Il cornatii]dante della città ordinò il sac- a e - cheggio, quello che poteva essere trasportato doveva essere carica to sui treni, sugli autocarri, portato anche sulte spalle; il resto sarebbe stato distrutto col ferro e col fuoco Così, due treni furono riempiti, Icaricati cento autocarri e poi ogni j soldato poitò via quel che più gli piacque rubando nelle case, assas- j sinando chi tentava di resistere | al saccheggio. Qualche centinaio \ di romeni sono stati massacrati; i sold/iti li hanno raccolti ancora tnsangumati dentro alle case, in | mezzo alle vie :per dare loro se- > pnltura. Tutto ciò accadeva ai pri mi giorni di luglio. La battaglia avanza Poi rimasero i soldati rossi che dovevano impedire ai tedeschi e ai romeni di conquistare la città , cJie era mezza morta. Quando vi1*6'0. che non potevano più tenerlv'4s4old?u ''os''s! nr?er° [e case, I I rosse. Laggiù c'è la battaglia., una fornace ardente che fiammeggia e brucia l'immenso corpo della Russia bolscevica. I tedeschi e i romeni gareggiano in valore, i rossi resistono aspramente, ferocemente; sabato e ieii sono stati frantumati, la nuova linea, di resistenza è crollata, e inutilmente li rossi sono venuti al contrattac- \co con masse di reggimenti sostc-inuti dai carri armati e da innu- ut mimmimi iiiiimiimmiiiimii iiiiiii merevoli artiglierie. Gli alleaii tedeschi e romeni, rotto l'enorme bastione hanno ricacciato la marea che era accorsa a tamponarlo, e i romeni hanno avuto mia splendida giornata cotichiusa dal! l'elogio del Comandante supremo generale Antoncscu: «Il V Corpo S'ormato, la, zi.a divisione e la \divisione della guardia, hanno bej ne meritato datla patria romena ». Alfio Russo HELSINKI/ .abolir. . -Bs/C/skij 7? oiFWLftMin^ U. ADOGA Uivti Hapsal zWindau - "■<•■■ oBorovichi L PE'PUS oWOVOffOrod ,.xWNevel Lepei VILNA ! \ irodno^\Sr^Borisow yhslavi cf^SM d>\ Wofn'lev ^^Suchimci Tuia Sluzk Brianslyf vn.Vovosibcó Rowno Chfsmau BUCAREST* <(<{<<<<■ 5 km.1 A -SEBASTOPOL/I COSTANZAl

Persone citate: Alfio Russo, Bender, Sluzk, Stalin