L'EPISODIO DELL'IRAQ

L'EPISODIO DELL'IRAQ L'EPISODIO DELL'IRAQ Una visione complessiva di quel che è successo - Il vero; perchè dell'aggressione britannica: ridurre il piccolo paese: orientale da alleato a vassallo -- Una soluzione aleatoria' ■ ii » ■ ' ' ■ —^.i—... ■ i ■ i i ¬ 11 nostro Zingaieili. che si tro-trma n Istanbul, ha avuto mo- 'tilo rii seguire molto ito vicino ti» \mzc, anche ?n ritardate, offrono 1l'intcrcsse insostituibile della os-ìpservazioiie sul posto. .aInto-iugno l'La guerra fra Iraq e ìnghìlter- .Pra ha avuto una provvisoria con-\"elusione: non vogliamo con questo\"dire che la. partita, debba essere rpresto riaperta, bensì soltunlo .rstabilire che la. soluzione imposi a,rFrontiera siriana-iraquena, al popolo da alcuni capi, ligi aliti Gran Bretagna, maestra nella corruzione d'individui e di ambienti, ha- carattere aleatorio. Se prima che entrassero gl'inglesi la popolazione di Bagdad, presa da furore, s'è sfogala massacrando più di duecento ebrei — certamente i più poveri ed i meno responsabili —, c saccheggiando un numero imprecìsato di negozi c di case appartenenti ad ebrei e ad anglofili, quecto è chiaro indizio della csapcrazionc alla quale gli animi erano stati spinti dal dileguarsi d'una visione d'indipendenza e vittoria. Le tribù che adesso continueranno la guerriglia nel nord o alla frontiera non possono sperare di mutar la situazione con le loro sole forze: tuttavia la loro attività sarà, un esempio per il popolo ed un monito per gl'invasori, per i quali la pacificazione si presenta come compito non breve e tale da richiedere notevoli concenti-amenti di forze. Cerio questo era uno degli obiettivi ai quali l'Inghilterra, aspirava; ciò non di meno ima parte non indifferente delle truppe che l'Impero britannico potrà mandare nell'Iraq resterà, immobilizzata da esigenze di polizia. Una guerra che non conoscevano Ma intanto è utile fare un bilancio, cercando d'indagare e di precisare le ragioni della troppo rapida fine d'una campagna che Ha appassionato non il. sólo mondo arabo. '-.Il gesto dell'Iraq, scriveva un giornale verso la metà di maggio, indica che il paese non è disposto a indegna rassegnazione e, che, al contrario, ogni animo arabo t sempre pervaso dallo spirito di resistenza e di opposizione contro chiunque levi la mano per sopraffarlo: è la scintilla d'una passata gloria non spenta da secoli di smembramento e dì degenerazione ». A nostro giudizio le ragioni sono da ricercare nel cani po militare, in quanto se alla fine certi elementi hanno potuto prevalere e tradire, e avvenuto pei il semplice motivo che un'ulteriore resistenza non era possibile. La guerra moderna e una guerra meccanica: tutte le campagne finora svoltesi sono testimonianze della rivoluzione provocata sui campi di battaglia dai carri di assalto e da colonne motorizzate che possono avvantaggiarsi dell'appoggio d'una potente aviazione. All'avversario provvisto di carri bisogna opporre cannoni capaci di perforare le corazze dei veicoli nemici, e per attaccare con carri bisogna che la corazza dei veicoli non sia perforabile da parte dell'artiglieria avversaria. Il duello fra cannone e corazza è stato per decenni la preoccupazione degli ingegneri navali: oggidì è uno degli elementi della guerra terrestre. Degli effetti dei bombardamenti aerei non mi sembra sia il caso di parlare, se non per ricordare che l'aviazione da bombarda/mento possono affrontarla soltanto eserciti e paesi che dispongano d'una caccia efficace e di un'efficace artiglieria antiaerea, così come possono impiegarla soltanto eserciti e paesi in grado di fare scortare e proteggere gli apparecchi da bombardamento da un'efficiente caccia. Tutte queste premesse nell'Iraq mancavano: e mancavano anche le premesse, diciamo così, psichiche, riassumiteli nella forza di resi stenza spirituale che un combattente può opporre a certe armi e « 'Mia certa tattica. Un ufficiale tedesco col quale mesi addietro discorrevo del rapido collasso dell'esercito jugoslavo, mi disse, ad esempio, che era stata decisivi la impossibilità- per quei soldati, un po' primitivi, dii stabilire «un contatto spirituale » con gli Stukas e con carri corazzati che infischiandosene dei colpi di fucili, mitragliatrici e cannoni arrivavano indisturbati sulle posizioni. Ora la guerra che l'arabo conosce e ama è una guerra di coraggio e tsnndgmcfr-1^'astuzia basata sulla bont'ù del Wtteife e della cavalcatura-, guerra ; e . ; o o nella: quale i fattori demoralizzanti di origine tecnica finora non avevano fatto la loro comparsa. Ricordate l'effetto che ebbero in Libia, nel 1911, i primissimi neropiani italiani! Fu tate che fornì lo spunto a canzonette. L'esercito iracheno Esercito regolare nel vero e proprio senso della parola, l'iraqueno nemmeno poteva esser detto: il servizio militare obbligatorio esiste infatti nel paese appena dal gennaio '36, soltanto pcr i giovani dai 19 ai 25 aiuti, con dju- rota variabile dai diciatto ai ver.- littquattro mesi, a secr.nda dell'aima e ,-„ cinque anni un esercito 1 motivi indicati, nella nastra epoca altamente tecnica. E cinque anni neppure bastona per formurc nserite, che l'Iraq voleva costituirsi lasciando il soldato, dopo '"' fBrm"i Per quattro mesi nella Prima riserva e per altri quattro "c « -^condii. Se si hen conto "c<1 avversaria col quale il piccolo re.ono doveva misurarsi, bisogna riconoscere che tali deficienze érano !>}" Per s'c stesse decisive. e A giugno 19S8 — e i mutameli ti sopravvenuti dopo non saranno t/lezclinBdle\qvdlefsstati rilevanti — l'esercito iraqiie-<no comprendeva trentamila uomi ni, e si ordinava in tre reggimenti di cavalleria, nove batterie d'arti cslgìierìa pesante"sei d'artiglieria da,wmontagna, una di artiglieria meo-\mcanizzata, ventotto reggimenti di\wfanteria, un reggimento mitraglie ri, due reggimenti per trasmissioni, una formazìonne dì carri leggeri e una di autoblìnde. Si aggiungevano quattromila gendarmi a cavallo e seimila appiedati, provvisti di ottimi fucili. Ricaviamo i dati da statistiche inglesi. Stando sul posto, gl'inglesi conoscevano a meraviglia sia lo stato dell'esercito iraqueno, nel quale lavoravano dei loro istruttori, che il suo ai momento, cosicché il comando britannico nel momento in cui ha dato ordine di sparare il primo colpo ha saputo con la massimaipqnecBsplugfCesuttezza tutto quello che sul con lo dell'avversario gli premeva sapere. Gl'inglesi non possono avere avuto nessun interesse ad accele- ì e i - vscvgdg1PddllLsrare l'organizzazione dcll'esercito\iracheno ed a renderlo presto troppo forte. Diffidenti e antiveggenti, essi sono arrivati al punto d'impedire che nel paese del petrolio venissero formati grossi depositi di benzina speciale per aviazione, ad allo potere antidetonante, non facendo sorgere le apposite raffinerie. Quanto all'aviazione, essa comprendeva 5 apparecchi italiani modello J.1J7, altri », pure italiani, modello 1938. una dozzina di Gladiator /inglesi! costruiti tre anni fa, 15 Northrop (americani), di recente costruzione ma sprovvisti di mitraglie, e alcuni Audax da ricognizione. Poca. roba, dunque, e molta mescolanza. Gli aerodromi erano insufficienti e privi di attrezzatura tecnica, e mancavano motori di ricambio, nell'Iraq indispensabili, perchè un motore che in Europe è, calcolato per cento ore di volo, laggiù bisogna sostituirlo dopo trenta. E al quinto giorno di ostilità l'aviazione iraqueno. era bell'e liquidata, perchè non restavano che sei Gladiator, dieci Northrop e qualche Audax. Siccome la difesa antiaerea quasi non esisteva, si affermò nettamente la sape rìorità del nemico, che dispose seni pie d'una cinquantina di apparec chi in grado di volare e in conse guenza potè battere aerodromi e distruggere impianti ed apparecchi al suolo, tuttavia- senza denotare volontà di spingere questa distruzione al massimo. La campagna degli inglesi La tattica del comando britannico è stata molto semplice: in primo luogo esso ha mirato ad ottenere un allentamento della stretta attorno alla famosa zona fortificata di Habbania, e vi è riuscito per che gl'iraqueni mancavano di arti glieria e si battevano sopra un ter reno che non offriva alle truppe nessuna protezione contro i bombardamenti aerei. Per allagare il territorio a nord e a sud di Habbania gl'iraqueni si decisero a far saltare in aria le dighe dell'Eufrate, ma nel maggio la piena del fiume era decresciuta e la misura non diede l'effetto sperato. In secondo luogo gl'inglesi mirarono a rista bilire le comunicazioni con la Transgiordania, paese dove regna l'Emiro Abdullah, loro amico e vas salto per far venire truppe e ma feriale: occupato al 15 dt maggio il fortino di Rutba, la strada fu libera e arrivarono cento carri armati e circa duecento auloblinde. Terso obiettivo inglese è stato spingere da Bassorah verso Hab (Minia colonne motorizzate mentre l'obiettivo principale era l'occupa zione di Bagdad, a ragione ritenendosi che avrebbe provocato In caduta del Governo Gailani. L'azione decisiva fu iniziata ai 20 di maggio, procedendo anzitutto alla conquista del villaggio di Al Felluja, sulla sinistra dell'Eufrate. Le due sponde del fiume sono riunite da un ponte in ferro, a gabbia, lungo circa trecento metri che permette il passuggio di veicoli solo alternando là direzione delle colonne, e questo ponte gli] iraeiueni esitarono a distruggere:\ errore gravissimo. Al ?.S tentarono viceversa di riprendere il villaggio di Al Felluja. del quale riuscirono anche ad occupare le case della periferia, ma l'aviazione britannica li costringeva a sloggiare. Il 26 le colonne motorizzate inglesi muovevano alla volta della capitale, nella quale entravano cinque giorni dopo. A conti fatti, la resistenza iraquena aveva potuto prolungarsi solo perchè l'invasore s'era 'frot'ato nella necessità di rista In¬ lire le comunicazioni con la Trans- t/iordania. Gailani rd il Gran Muftì di Palestina, che avevano diretto e l'azione politica e l'azione militare, con un'indipendenza di criteri che li induceva a non ascoltare persi-no saggi consigli, erano partiti da Bagdad per là Persia la. mattina del SO. La capitale rimase così, nel-' le mani del capo della Polizia, il quule provvide, diciamo, alla conversione. Gl'inglesi avevano irritato l'Iraq dimostrando di volerne sfruttare le ricchezze a loro esclusivo beneficio, favorendo i sionisti in Palestina e perseguitando il inovime.n- <" pavxrnbo del quale l'Iraq si. considerava campione, opponendo si alla fusione dell'Iraq con la Palestina, la Transgiordania e il Koweit, e rimandando a Bagdad come ambasciatore il signor Cor«-| wallis, che era stato consiglierei iGran Bretagna per gl'Interni sotto Re Faisal, del] quale gode il favore, e che Gitila-1 ni, alla scadenza dell'accordo, sii era rifiutato di mantenere nella' carica: Cornwallis lasciò allora' Bagdad furente contro Gailani. sicché ritornandovi egli non avrà pensato che a vendetta. Non dalla sua opera si poteva attendere un'interpretazione del trattato anglo-iraqueno tale da evitare il conflitto: al contrario, la missione d> Cornwallis si riassumeva nella trasformazione dell' Iraq da Stato «alleato» in Statò vassallo della 11 caso dell'Iraq ha rivelata la inconsistenza del Patto di Saada-\ Imd, che legava l'Iraq, Iran, Aft)U-\ nistan e Turchia: questo patto hai Piccola Intesa e dell'Intesa balta-' nini. Vero è che il Patio di Sutt-\ dabud, firmato nel 1987, non pre-I ■vedeva obblighi di natura milita-, re, ma impegno generico di scam-\ Ino di vedute ove uno dei firma-, lari fosse stato aggredito. tnlta-\ via ciò che a noi preme è la sostanza, quindi veniamo ad una conclusione negativa. Nel marzo, allorché Eden convocò al Cairo Tevfik Seudi, segretario generale del Ministero\ degli affari esteri iraqueno, i'In-\ ghilterra pensava di dare al Puf-- 10 di Saadabad il valore di unì Patto di assistenza, in maniera: da potere offrire un allei lamento, di più alla Turchia: oggi però clic' l'Iraq è tenuto da truppe inglesi,] la Turchia ha scelto la sua strada. La parte riservata all'Iraq nel prossimo avvenire non è chiara. italo Zingarelli | \co"diviso la sorte di quelli della Un « Rata» russo abbattuto: non è una cosa strana, è strana la posizione: l'apparecchio è rimasto col muso infisso a terra,

Persone citate: Degli, Faisal, Gailani