TORINESI AL LAGO MAGGIORE

TORINESI AL LAGO MAGGIORE VALORIZZAZIONI RINVIATE TORINESI AL LAGO MAGGIORE Se n'è tanto parlato, di questo problema, sotto l'aspetto delle comunicazioni ferroviarie, da render logico che a qualche lettore giun-gesse curiosità di conoscerne an- che gli altri aspetti. Vanno o nonvannó, i torinesi, al «loro» lago.li più vicino e l'unico piemontese, per buona parte, dei .grandi laghi italiani ? E se non varino, perchè ? Un'inchiesta su questa doman- da non è fuori luogo, nella stagio- ne che già fu sacra alle ferie 1 al turismo. Risposta drebbero. non vanno, ma an- Tre motivi Il condizionale, come tutte le ipotesi, non si può dimostrare con fatti ma con illazioni logiche. Prima: Torino, città calda d'estate e priva d'importanti attrattive stagionali, ha sempre dato una larga percentuale di villeggianti e turisti estivi, specialmente tipo famiglia (clientela ideale dei laghi, che contemperano in giusto compromesso i discordi gusti — marini, rurali od alpestri — e le diverse esigenze sanitarie dei vari membri). Seconda: il torinese, che ne è privo in casa propria, ama cercar* le vaste distese d'acqua, come è provato dalle sue simpatie per il mare anche all'infuori della prescrizione medica, ed ama cercarle a portata di mano, come dimostra affollando la riviera di Ponente da Varazze ad Alassio. Terza: la concorrenza estiva dell'alta montagna è mitigata dalla sempre crescente popolarità degli sport invernali, che per naturale stimolo di varietà sospinge a cercare, d'estate, altre mete. Alla conclusione che la logica suggerisce non osta l'esempio del modesto volume del traffico ferroviario in tempo di pace, tra Torino e il Verbano. Basti osservare che il disservizio ferroviario in queste comunicazioni è malattia cronica e grave da lunga data. Treni scarsi e lentissimi (almeno il doppio di tempo che con la più modesta automobile), con due trasbordi intermedi, e con coincidenze tutte orientato verso i diretti internazionali del Scmpione a iota e '=a del Sfflcò locale. Ma la strada ordinaria, in questa stagione, era tutto un fiorire di macchine, coprenti in un'ora c mezza l'ottima Torino-Arona; ed i treni popolari — rapidi e senza trasbordi — partivano sempre completi, con repliche settimanali a grande richiesta. Ma i laghisti che fanno? Tuttavia sarebbe ingeneroso verso le Ferrovie dello Stato dar loro l'intera colpa dell'odierno preoccupante abbandono. Anche perchè lo stesso disservizio ferroviario (che rimane indubbiamente la causa prima della situazione) è a sua volta agevolato da terze colpo od inerzie. Torino, per bocca del nostro Giornale e del benemerito ufficio orari del C.P.C., non fa che richiedere e suggerire, anche con proposte concrete già compilate nel dettaglio, miglioramenti e sveltimenti di servizio, senza aggravio di treni. Ma se il mittente s'agita, ........ (.. Il A LI . . ,. > che cosa fa il destinatario? Meno cile nulla. Alle richieste di Torino,MilanoJdoppiamente interessata: con la Torino-Milano e con la Mi lano-Domodossolaj obbietta che l'invocata modifica di orario disturberebbe una parte del pubblico di qualcuna delle sue dicci coppie giornaliere di treni. E forse che qualche ente del Verbano si levi a questo punto ad osservare che il disturbo sarebbe pur tollerabile, cosi tenue e. parziale e problematico, quando valesse ad assicurar* almeno una — diciamo una contro dieci — buona e rapida comunicazione con Torino?- Ma a questa colpa, ch'è un po' di tutti, nelle comunicazioni d'accesso, si aggiungono altre e numerose ragioni di scarsa attrattiva. Le comunicazioni locali, in mano dell'Impresa di navigazione potrebbero in parte ovviare alle deficienze ferroviarie: ma purtroppo esse Ignorano completamente quanto non sia coincidenza a Luvena coi truii di Milano (.dei- la Nord o .dello Stato), conservando ad Arona la più completa disinvoltura per i treni di Torino jLe pochissime corse, o sono un doppione del simultaneo treno rilvierasco Arona-Stresa-Domodossolla, o partono a capriccio infi |schiandosi d'ogni coincidenza, T ... _-.,„._„ I Ulti 0011110110.■■ ,, „ . , > Ma il problema de la navigazto "e.lacuale non e solo dorano n 'battello rappresenta un attrattiva turistica di prim'ordine per villeggianti e forestieri : vorremmo dire che impersona lo spirito stesso del lago. E quando ci si lagna (come tutti si lagnano sul Verbano) del progressivo declino di simpatie e di frequenze, della graduale crisi di abbandono di cui soffrono tutti 1 laghi ma specialmente il Maggiore, da un quarto di secolo a questa parte, si dimentica il confronto con quello ch'era, venti o trent'anni fa, il servizio di navigazione. Numerosi, patriarcali, suggestivi, comodi e panoramici bat teli! a pale, solcanti il lago in tut ti i sensi, a tutte le ore. Agevolazioni tariffarie di estrema convenienza : quasi ogni villeggiante era abbonato, e passava a bordo intere giornate. Trovavi, a terra, in ogni romantico e sperduto villaggio ricco di color locale, un'attrezzatura dell'ospitalità decorosa, cordiale ed onesta. Nelle più lon tane stazioni ferroviarie italiane e straniere trovavi cartelloni pub blicitarl dove 1 caratteristici colori del lago Maggiore erano di una eloquenza fascinatrice — e, In tutte le agenzie, opuscoli di propaganda, guide, orari, prospetti di economiche combinazioni di viaggio. Oggi, lo sparuto, spezzettato servizio di cosiddetta « navigazione * è esercito in prevalenza da.. ... autocorriere sulla strada rivierasca; e, sul lago, da poche rattrappite, maleodoranti e tumultuose motonavi a nafta, che (a parte gli orari, ispirati alla negazione di ogni pratica combinazione turistica, e limitanti il raggio d'azione al bacino centrale Stresa-Laveno) assolvono il principale scopo di vaccinare ^passeggero contro la tentazione del bis. Da anni ci si domanda perchè qualche Ente fortemente attrezzato e di buona volontà non si assuma di rinnovare l'anemica gestione: ma il tempo passa e il servizio precipita. Lo stesso abulico scetticismo sembra aver pervase le organizzazioni di terra attinenti al turismo e al soggiorno. Si è creato qualche « lido » balneare discretamente attrezzato, ma non si è mosso un dito per sfruttarlo, per farlo conoscere come una nuova attrattiva nel magico contorno di quella serena e riposante dolcezza di vita, tra il verdissimo monte e l'acqua azzurra, che ai buongustai ancor svela il segreto del ritemprante soggiorno lacuale. Si dorme, rassegnati al galoppante inaridimento... Sveglia, signori! Si è detto che l'automobile, se ha moltipllcata la conoscenza del lago tra i frettolosi turisti di pas.saggio, ha ammazzato il soggior | no e il gusto della vita lacuale. troppo placida per il nuovo metro di misura del tempo e degli orizzonti. E' vero: ma allora perchè non profittare dell'attuale periodosema, automobili per tentare unritorno all'antica, semplice ed cter-na voce del lago? Tutte le condì- zioni sarebbero oggi favorevoli: l'impossibilità di spendere il « peculio delle vacanze » in lunghe scorribande automobilistiche per la Penisola; la chiusura del turismo all'estero; il letargo nella concorrenza di altri famosi centri di mondanità; il diffuso desiderio di mète vicine e familiari. Solo riaffermando la c moda » del lago nel turismo e nella villeggiatura nazionali, potremo poi sperare di riaprirla, a suo tempo, al turismo estero. Ma se trascuriamo l'attuale occasione propizia, dormiremo per sempre. Aldo Farinelli

Persone citate: Aldo Farinelli