Bini vince la "Gran Fondo,, in volata di Giuseppe Ambrosini

Bini vince la "Gran Fondo,, in volata SEDICI ORE DI MARCIA, UNA DI CORSA Bini vince la "Gran Fondo,, in volata Pochi e insignificanti episodi rompono la monotonia della, marcia dalia mezzanotte al pomeriggio - Vano attacco di Coppi e Bartali dopo Como e pronta reazione di Cinedi e Vicini - Da Varese a Milano in gruppo e volata di 22 uomini e i 2 8 o i a — e * o — . 2 . e : a : — — r a e — oo. s: (Dal nostro Inviato) Milano, 7 luglio. Questa avrebbe dovuto essere la resuirczione della «gran fondo» e, invece, è stata o, almeno a mio parere, dovrebbe essere la sua definitiva sepoltura con funerale... di terza classe. Perdio dimostrazione più lampante non si sarebbe potuto avere, non solo che questi non. son tempi per una prova di tal fatta, ma che essa è ormai sportivamente superata e assolutamente inadatta al temperamento e al metodo dei nostri corridori; dimostrazione, cioè, di quello che, con belle, ma chiare maniere, avevo detto sin dalla vigiliaTré fatti sono gli elementi di prova che si potranno poi desumere dalle note di cronaca. Il primo e che per 500 km. e per le 16 ore che ci son volute per compierli ben pochi altri appunti trovo sul mio taccuino oltre quelli delle ore di passaggio per i vari centri e la relativa media di marcia. Il secondo è che per soli 27 chilometri e per 50 minuti la corsa è riuscita a scuotermi di dosso quel torpore sonnifero che, più che dal caldo, proveniva dalla noia delle ore eguali e vuote. Il terzo è il numero degli arrivati in gruppo, che rappresenta circa la metà dei partiti, cioè un nuovo primato negativo. Festoso convegno Quanti di noi che ieri notte, invece d'andare a letto, ci siamo messi in macchina per dirigerci alla sede del Gruppo Montegani, quartiere generale di partenza della corsa, hanno subodorato una cosi grossa delusione? C'era nella notte lunata un'aria di festa, un senso di nuovo e di promettente, e perfin io, che non ero molto ottimista, feci tacere dentro di me le ragioni che mi avevano indotto a scrivere quello che avrete letto. L'eccezionale partenza era stata per migliaia e migliaia di ?>i!7a*nesi — spòrtivi* nottambuli, coppie di innamorati — motivo di gaio e interessante ritrovo notturno. Premeva la folla dinanzi al Montegani, faceva ala sul percorso per giungere in via Sforza e qui s'accalcava per chilometri e chilometri verso Binasco, obbligando poi gli ottimi Militi della Strada a dar rombanti falciate per aprire un varco ai corridori che stavano per partire. Possibile che tanta gioia, tanto entusiasmo, tanto interessamento dovessero essere ripagati con la moneta falsa di un disinganno f Eppure fu proprio così. Alla mezza in punto il Federale Ippolito abbassò la bandiera; e allora fu come un frettoloso sciamare di lucciole lungo il nastro del naviglio scintillante al chiarore lunare. Poi la fantasmagorica cavalcata si distese in profondità, preceduta dagli occhi folgoranti di due motociclette e chiusa dal corteo delle vetture, scuri calabroni dalle ali bianche e dalla coda punteggiata di rosso. La luna piena e rubiconda sembrava si divertisse a guardare da un balcone di stelle la sfilata dei fantasmi. Il quadro era indubbiamente attraente, e per una buona mezz'ora mi divertii a contemplarlo, a gustatile il fascino e la poesia; poi cominciai a desiderare qualcosa d'altro; p^r esempio, un po' di movimento, di iniziativa, di attività, insomma, un po' di corsa, cliè non ero venuto per vedere una marcia, per quanto bella, ne a sognare tuta fiaba per bambini. Invece, niente; tutto rimase immutato per un'ora, per due, per tre. Una foratura di Moretti, una caduta di De Btefanis e Fondi, un allungo di Coppi, uno scatto di Calcàbrini non erano davvero sufficiènti per colorire la cronaca di quasi cento chilometri di strada. Lo spunto buono parve darlo il passaggio di automobilisti che volevano precedere i corridori al controllo di Cremona, forse per scacciare la prima ondala di son no con tutta la grazia di Dio che a quel primo rifornimento avevano sontuosamente preparato. Si videro delle ombre roteanti incanalarsi nella scia della vettura e il gruppo disarticolarsi come per incanto. Il più svelto fu Favalli, che passò nella sua città preferita con alcune decine di metri sualtri sparsi alle sue spalle, a 50" sul gruppo che poi si mise subito alla caccia. Il bello si era fatto aspettare, pensai, ma finalmente era venuto. Invece non fu che una illusióne. Dopo pochi chilometri Vicini, Favalli, Cosi, Crippa, Corrieri, Laudi, Bini e Introzzi, che s'erano fusi all'avanguardia, furono ripresi dal gruppo e tutto tornò come prima. \iiCppt«cpbSsRcmvpfeigctrpcersaisSi fa giorno Intanto la luna se n'era andata, il buio s'era fatto più fitto e con figliava maggior prudenza. Ma ecco laggiù, a sinistra, il cielo stemperarsi in un tinta più chiara, smeraldina, annunciatrice dell'alba. S'era già fatto quasi giorno, quando Magni F. ebbe un bai zo improvviso e impetuoso; Coppi gli fu sulla ruota e i due s'involarono con una foga die lasciava sperare l'atteso. In breve, mezzo minuto separò la coppia dal gruppo, il quale, però, non tardò a partire al contrattacco, mandando all'inseguimento una ventina di uomini die furono sui fuggitivi a SO km. da Mantova. Rallentamentea e ripresa di tutti gli altri. A Mantova media di 32,8 e breve neutralizzazione. Qui ricominciarono le dolenti note, cioè la marcia regolare in formazione compatta. Una cortina di nuvole impediva al sole di venir fuori e nessuno ne fu spia conte. A Brescia (km. 2/f2) tutti i //8 partiti erano ancora insieme e sulla media di 32,6; quando vi avrò detto che questa discesa a 32,!) a Bergamo (km. 29.'i) — in questo tratto si fece notare il piccolo Rubiola — e a 32,2 a Lecco (km. 327) vi avrò detto tutto quello che interessa di questo lungo tratto piano e facile che non suggerì a nessuno la più piccoli: rpnddrdpmpntcdpcnvBrmpRlFCCBntvGVctsdrtGppRcpdpdavndnz r i r n r , i a a e a i a i , e e i. r a n i di a. l e al r e Si e r i, eu" o o e a ri re o \idea. Evidentemente nessun uomo iC nessuna squadra aveva altro piano che quello di continuare il più possibile a risparmiarsi per tema di essere agguantati dalla « cotta », spauracchio generale, incognita paurosa. Si tirava a campare, sapendo che la vita sarebbe stata dura dopo Como. Sólo Saponctti n'ebbe abbastanza c scomparve prima di Palazzolo. Rimasero in 47 e, rispettando la cabala, continuarono a fare il morto. Neppure il fresco del lago, il vento in favore e il fascino del panorama valsero a mutare la solfa. Puntate di Magni F. — l'unico elio si distinguesse per una certa irrequietezza e una buona dose di generosità nel condurre — di Zuccotti e di Fondi non ebbero i-'isultato. Quando passammo sull'altra riva e, tornando indietro, il vento prese di fronte, furono notate alcune energiche tirate di Canavesi e Landi sulle ondulazioni fra Sorico e Menaggio. Nonostante questo preludio di tempesta e l'ora affocata, 44 corridori passarono insieme a Como (km. 1)36), dove si era scesi sotto i 32 di media. a, n a lo alri pi ova zo prdo di a nA ve ti n idi a ti me vi a in cco to non li: I 27 chilometri di corsa A questo punto si apri la parentesi che doveva contenere la parte essenziale della corsa, l'unica degna di questo nome. Uscendo dalla città, si iniziava la salita della Camerlata, scelta dai verderosso per un attacco che avrebbe dovuto essere decisivo. Ecco Coppi scattare quasi contemporaneamente a Bartali; la mossa era preveduta dai bìancocelesti e Cinelli e Bizzi risposero prontamente, il primo, anzi, con, autorità, sì che, ripresi i due, si mise a condurre con aria di sfida. Non s'impaurì Coppi, che tornò all'attacco, non preoccupandosi se Bartali non lo gradiva e solo seccato di veder tener duro duelli, Vicini 0 Bizzi, insieme a Ricci. La maglia rosa insistette ancora rabbiosamente e questa volta solo CinelU parò il colpo con sicurezza. Ma Ricci riportò sotto Vicini, Bartali e Bizzi, poi tornarono Magni F, Favalli, Volpi, Generati, Mollo e Chiappini, quindi Leoni, Ronconi, Canavesi, Bratto, De Benedetti Bergamaschi, Valetti, De Stefanìs, Taddei, Bervadel e Crippa. Un tratto di piano vide un tentativo di Generati sostenuto da Cinelli e Ricci, ma fallito in bre ve tempo. Sulla rampa di Villa Guardia scattò Cinelli che, con Vicini, Coppi e Roncon consolidò con 150 metri dì vantaggio un ten tativo che sembrava pericoloso assai per Bartali, Leoni e gli altri dibattentisi in una difesa disperata. Costoro stavano perdendo terreno quando si videro sfuggire Generati che, spingendo un rap porto inverosimile, s'avvicinò ai primi riuscendo ad aggregarsi a Ronconi e Vicini rimasti in difficoltà su un altro scatto del sorprendente Cinelli. Sopraggiunto di rinforzo anche Ricci, i quattro poterono imbrigliare l'azione del duo Cinelli-Coppi. Ma Ricci tornò a piegare di fronte all'aggressività di Cinelli sostenuta dalla generosità di Vicini, cui dovette ce dere anche Generati. Trecento metri dietro insistevano all'inseguimento Bartali, Bizzi, De Benedetti, Favalli e Biotto, e cento metri più indietro ancora un gruppetto guidato da Servadei. Buon per costoro die le rampe erano finite e si scendeva verso Binago, e che Cinelli e Vicini si concessero respiro per prendere da bere dall'automobile della loro Casa. Bastò questo breve rallentamento dei primi perchè il gruppo di Bartali e Bizzi piombasse su di loro. Quest'ultimo voi le farsi rinfrescare con acqua di Colonia, ma la bottiglia sfuggì di mano al suo uomo e ne uscì un getto che lo prese in piena faccia obbligandolo a chiudere gli occhi per ti bruciore; quasi acciecato, Bizzi cominciò a zizzagare paurosamente e già. lo dicevamo per terra quando riprese la padronanza della macchina e poi quelli che aveva dovuto lasciare. Poco dopo sopravvenne anche il gruppo di Servadei, con Generati, Mollo, Bergamaschi, Chiappini, CrippaCanavesi, Brotto, Magni F. e — toh chi si vede! — Bini. II ritorno e la volata di Bini Il pratese, niente affatto provato dall' inseguimento che durava da una- ventina di chilometri, smise a condurre energicamente finché Bartali giocò la sua ultima carta impegnandosi a fondo e rimanendo solo con l'inesauribile Cinelli, Vicini, Coppi, Bini, BrottoRonconi e De Benedetti, cui tornarono poi ad aggiungersi BizziCanavesi e Chiappini. Ancora uno scatto a vuoto ai Vicini ed eccoca Varese dove si ritirò Leoni e alla cui uscita ripresero Magni F., Bergamaschi, Generati, Servadei e Favalli. Le successive riprese di Valetti e Mollo, provati dalla mancanza di rifornimento, Rogora a De Stefanis completarono il gruppo che avrebbe dovuto disputare la volata dopo gli ultimi 40 chilometri di attesa. Potete immaginare la lotta che si svolse fra biancocelesti e verderosso per la presa della buona posizione all'entrata in pista. A duchilometri dal velodromo sembrò che l'avessero spuntata i secondima fra di loro, e alla ruota di Bartali, s'era intrufolato Bini.' All'ultimo momento, però, saltò fuorValetti, che passo in testa; subito Bini lasciò la ruota di Bartali pequella di Valetti e l'enorme folla che gremiva il Vigorelli salutò corridori in quest'ordine: ValettiBini, De Benedetti, Bartali, Favalli, Chiappini, Canavesi, Cinelli Bizzi. All'uscita dalla penultima curva Valetti aveva esaurito icompito per cui poi Bini gli fu tangilmente grato, e anche De Benedétti scomparve, mentre Bartale Favalli attaccarono Bini e lo superarono; ma Bini rispose subite, vassando all'interno, riprese icomando e iniziò una lunga, irresistibile volata progressiva; Burlae Favalli non solo ntm poteron minacciare il facile vincitore, ma alla fine furono rimontati anche da Cinelli e Bizzi rinvenuti fortissimi, al pari di Crippa, che, però, non potè superarli. La vittoria di Bini è stata netta, impressionante, frutto di una tattica intelligente e'di una freschezza insospettata. Che ne dite di questo veltro puro sangue, cui si negava resistenza, potenza, regolarità, e che vince una « gran fondo nT 1 Non vi pare Uno scherzo o un miracolo? Epjiure è regolarissima realtà. Gli è che Bini, riacquistata la sua piena libertà in una squadra- in cui è il N. 1; sferzato dàlie critiche e da nobilissime considerazioni di famiglia, s'è fatta un'altra personalità, più solida, più seria, più redditizia. E si e anche irrobustito fisicamente e si sa atleticamente preparare. Il Bini di altri tempi avrebbe abbandonalo nel vedersi sommerso dalla lotta ingaggiata fra Coppi e Bartali da una parte, Cinelli, Vicini e Bizzi dall'altra. Ieri, invece, egli ha tenuto duro, s'è difeso da sè, è risalito a galla e, alla fine, si è imposto come vi ho detto. La Viscontea ha fatto ancora una volta la parte del terzo che gode; ma, co . un ragazzo di classe che ha messo la testa a posto e sa cori-ere come Bini, lo farà certamente ancora. Il miglior uomo: Cinelli Ciò non toglie die sulla strada chi mi ha più impressionato sia stato Cinelli. Alla distanza e sulle salite quest'altro velocista ha fatto mirabilia, con facilità, quasi con strafottenza. Ha fatto ritirare le unghie a Coppi e a Bartali, nientemeno! E se la sua volata tatticamente non vale quella di Bini, atleticamente certo la eguaglia. Meno sicuro, perchè non del tutto a posto, è stato Bizzi. Coppi e Bartali hanno creduto anche ieri di poter liquidare ogni avversario in poche e lievi salite.. E forse avrebbero potuto farlo senza quel... guastamestieri di Cinelli. E, aggiungo, in migliori condizioni. Quelle di Coppi mi son parse impari alla sua classe; questione, forse, di preparazione. Quelle di Bartali sono le medesime di principio di stagione: nessun miglioramento nella sua muscolatura, anzi! In evidente progresso, invece, è Vicini. Il cesenate è sempre quel bel combattente che conosciamo; ieri ha cercato l'impossibile per dare il colpo gobbo; gli è mancata quel tanto di potenza che risolve le situazioni; non*escludo ohe possa acquistarlo per altra prossima occasione. Leoni non ha gradito la gara. Ricci e Favalli si son difesi a' denti stretti e con onore, al pari degli altri arrivati in gruppo e fra i quali meritano distinzione Ronconi, Generati e Brotto, Valetti e Mollo, venuto a mancare il predisposto rifornimento, son stati vittime della fame, Magni F., brillantissimo, è stato prezioso per la sua squadra. L'organizzazione della F.CJ. e de La Gazzetta dello Sport è stata un vero capolavoro. Ed ora possiamo passarla senza rimpianto agli archivi questa gara e con l'augurio che non venga mai più rispolverata. Lo sport, come ogni altra cosa, deve rinnovarsi e adattarsi alle tendenze dell'ora. Le memorie del passato meritano ■ rispetto; perchè offen derle con riesumazioni die non possono essere die delle parodie più o meno serie? Giuseppe Ambrosini