L'avanzata in Bessarabia di Alfio Russo

L'avanzata in Bessarabia L'avanzata in Bessarabia Le truppe tedesco-romene raggiungono il Nistro inferiore ■ Più a nord le truppe ungheresi superano il Nistro e lo spartiacque dei Carpazi (Dal nostro Inviato) Fronte della Moldavia, 7 luglio. Questa notte abbiamo dormito in mezzo alla campagna, all'addiaccio, con una compagnia di esploratori romeni. (Pioveva e tirava vento, un vento freddo che somigliava alla bora e veniva dall'Ucraina, ma faceva bene perchè la giornata era stata secca e la polvere accecava, questa polvere della Bessarabia gialla e grassa). Ci siamo lasciati dietro a qualche chilometro le artiglierie, i carri armati e tre reggimenti di cavalleria romena, che ieri l'altro hanno inseguito al galoppo i cosacchi guastatori. I tedeschi sono più lontano, n destra c a sinistra, massicci reggimenti di fanteria pesante, colonne di carri armati, le artiglierie autocarrate, reggimenti di genieri che fanno i ponti In mezza giornata e sciolgono matasse di fili telefonici come tessitrici al telaio. Tutto intorno c un gran silenzio, un silenzio di cose morte, rotto ogni tanto dal grido di un sentinella o punteggiato da un colpo di cannone. II passaggio del Prut Questa notte la guerra è stanca, riposa; è all'alba che essa si desta e fiammegga tutta la giornata. Ora i romeni hanno passato il Prut, un lento viscido fiume che nasce nei Carpazi e muore nel Danubio, a Reni. In quel punto l'avevano passato i primi giorni della guerra; poi la notte di San Giovanni hanno stabilito altre teste di ponte, hanno fatto la radunata dei carri armati, delle artiglierie autocarrate, degli impedimenta delle fanterie partendo da Jasi, partendo da Galatz e dalla fascia di terra conchiusa fra il Seret e il Prut. La notte di San Giovanni era la festa della Daragajica, una festa eccezionale che i romeni amano e celebrano fastosamente. Questa volta non c'è stata festa, perchè c'è la guerra e il paese di San Giovanni, Susciava, è in Bucovina sotto i bolscevichi. La notte di San Giovanni, dunque, le colonne tedesche e romene hanno fatto la radunata sulla riva destra del Prut; qualche giorno dopo le artiglierie pesanti hanno cominciato il fuoco di distruzione della difesa nemica: fortini, ridotte, trincee; gli aeroplani hanno volato a bassa quota sui reggimenti sovietici che, dopo avere reagito qualche minuto, hanno voltato le spalle; ma l'alto comando sovietico li ha gettati poi al contrattacco per riprendere il terreno perduto e per spezzare le teste di ponte. Si è accesa una battaglia asperrima e convulsa, una battaglia di qualche ora; poi, i rossi hanno rotto le file fuggendo verso il Dniester, il Nistro romeno. Così ora c'è una grossa gara: i rossi fuggenti e i tedeschi e romeni inseguitori. Il traguardo, il primo, è al Nistro, e c'è in pallio tutta la Ucraina. A settentrione., verso i Carpazi, il Nistro è stato raggiunto e passato; qua nel centro del fronte la strada è più lunga ma pare che le colonne di punta siano presso Chisinau a due giornate di marcia da Tiraspol, che è la capitale della Repubblica sovietica ■moldava. A mezzogiorno, dopo la confluenza del Prut col Danubio, la linea tedesco-romena cammina a ritmo veloce. Leggeremo più tardi che i tedeschi hanno varcato il Nistro, che i romeni marciano sull'arco del Mar Nero verso Odessa, dove la. rivolta brucia sotto i piedi dei bolscevichi. Che il Prut fosse stato passato tutti sapevamo, ma ufficialmente nessuno sapeva niente, coinè nes suiio sapeva che le armate tedesche e romene marciassero sveltamente verso il Nistro. Le torme di prigionieri 6oZscevic7ii hanno appunto mostrato la profondità dell'avanzata, l'eco del cannone e i voli degli aeroplani hanno indicato il cammino delle colonne. Le popolazioni liberate Siamo arrivati a Jassi l'altro giorno con un treno di soldati romeni, fanti e cacciatori, una specie dei nostri alpini. Un viaggio lungo, per la lunga campagna romena, verde di orti e bionda dspiglie; un viaggio lento senza avventure. Jassi è già zona di guerra, zona di operazioni. Jassi è una città piena di ebrei (giorni or sono — già lo saprete — il Comando militare romeno è stato costretto a far giustizia sommaria di qualche centinaio di ebrei sorpresi a spararecontro le truppe); una città che rossi hanno tenuto d'occhio come una < quinta colonna » che avrebbe dovuto agire alle spalle dell'esercito romeno e dell'esercito tedesco operanti sul Prut. Siamo arrivati a Jassi con un treno di soldati romeni che andavano in prima linea e da Jassi abbiamo raggiunto il Prut a Sculeriun piccolo paese mezzo sulla riva romena, mezzo sulla riva sovietica, cioè sulla riva che era sovietica. Il ponte di ferro i rossi l'avevano minato, ma i pontieri tedeschi l'hanno rifatto di legno, un magnifico ponte. Così i carri armati sono passati insieme alle fanterie. C'è sul ponte un soldato tedesco con una paletta rossa e verde che regola ù traffico come fosse in una strada di Monaco o dBerlino. Quando i tedeschi e i romeni sono arrivati a Sculeri sull'altra rivale poca gente rimasta in paese sè inginocchiata, benedicendo. Qudunque erano i sovietici fino all'altro giorno. C'erano da un anngiusto con la loro falce e martelloCosì è passato un anno; il paese che era povero è diventato miserabile. Povera era la Bessarabiperchè gli ebrei le hanno succhiato il sangue; miserabile è diventata dopo un anno di comunismoun comunismo che ha distrutto lscarsa vitalità della regione. Il raccolto dell'anno passato ommissari politici l'hanno mandato nella Russia, lontano, insieme alle ortaglie, insieme ai vini alle mele che una volta arrichivano le tavole dei principi rusi. Questa volta hanno arricchito e tavole dei commissari politici, dei colonnelli sovietici, dei funzionari del Partito, una grassa borghesia che possiede ville sul Mar Nero e faceva la cura di acque nelle stazioni del Caucaso. Qui in Bessarabia non c'è stato un villaggio campagnolo che non sia stato requisito per un commissario, per l'ufficiale, o per un funzionario del partito; non c'è stata una ricchezza piccola o grande che non sia stata rubata da un commissario, da un ufficiale o da un funzionario del partito. Così è nata la borghesia comunista, così è nato il capitalismo comunista, fratello bastardo (e, come i bastardi, assai avido) del capitalismo d'occidente. I contadini della Bessarabia erano poveri anche sotto la Romania, ma non erano disperati, avevano i loro piccoli campi che davano loro un po' di pane, avevano le loro case dove nascevano i figli, le loro chitse dove pregavano per il buon raccolto. I rossi hanno tolto loro i campi, le case, le chiese e le speranze. E' per questo che i romeni sono stati accolti come liberatori, come fratelli: le popolazioni li hanno festeggiati con tenerezza, lianno loro baciato le mani, hanno infiorato come altari di santi i carri armati tedeschi. Soltanto le chiese tacciono, queste piccole tonde chiese della Bessarabia che non hanno più voce perchè le campane sono state divette da barbare mani; ma in mezzo alle foUe paesane c'è un prete, un pope romeno che asperge di acqua benedetta, gelosamente custodita per un anno, i soldati romeni, i soldati tedeschi; e le ragazze rovesciano secchi di acqua sulle vie polverose per rinfrescare, secondo l'usanza antica, il cammino degli eroi. Cristo ritorna, ecco una Croce di legno, ecco una icona che sorge dalla terra e una mano pia le toglie il fango e la, lava con acqua di fonte. Cristo ritorna insieme alla Madonna e benedice la terra e gli uomini, questi poveri uomini che posseggono soltanto la fède e la speranza! Qui, a Y...,un. piccolo villaggio che è sull'estrema punta dell'avanzata germano-romena, i contadini sono venuti stamattina con bottiglie di latte che hanno offerto ai soldati: ed hanno raccontato che i rossi passando in ritirata hanno rubato le ultime cose, hanno bruciato qualche casa, hanno tirato su qualche innocente paesano. Quei soldati non erano moldavi, non erano ucraini, perchè pare che il comando sovietico non abbia mandato quaggiù che gente della Russia, del Caucaso, della Siberia, mongoli, cosacchi e kirghisi, i più feroci dell'esercito sovietico. Gli ucraini, invece, sono stati mandati su altri fronti. Avanzano ì « panzer » L'esplorazione aerea ha segnalato appunto un concentramento di forze rosse a qualche chilometro di distanza; un concentramento che gli aeroplani hanno bombardato severamente; l'artiglieria tedesca ha già cominciato a tirare; è un fuoco molteplice che rossi non cercano nemmeno di con trobattere; la fila dei carri arma ti si snoda come un serpente apo eclittico sulla morbida terra; le fanterie, coperte dai carri armati avanzano inquadrate come fossero in piazza d'armi. È noi non vediamo più niente; sentiamo solamente la furia rabbiosa del cannone, il rombo lontano degli aeroplani; e vediamo una immensa nuvola di polvere che i carri sollevano; e poi vediamo le autoambulanze della Croce .Rossa che portano i primi feriti. Più tardi, verso sera, ci viene contro una lunga colonna di prigionieri, una colonna muta che cammina sollevando un po' di polvere. Sono prigionieri rossi, facce di mongoli, facce di tartari; e in mezzo a loro c'è una donna con la testa rasa che cammina guardando a terra. Alfio Russo

Persone citate: Reni