ESAMI

 ESAMI ESAMI I quando in quando, * primavera, io sogno esami. Come va? E porche proprio di primavera ? Stupito da questa recidiva atra nezza ho chiesto ad amici se a., che a loro accadesse la medesima cosa, e mi risposero che si anch'essi a volte sognano esari!: . che anche ad essi, dopo che da' trenta o quarÉfnt'anni, d'esami non'ne fanno più, in so?no si ripresenta la visione e l'angoscia di quel terribile momento, con tutto il corteo delle loro insop portabili tremarelle e disfatte E come mai, ho chiesto loro,fra i tanti spaventi che ciascuno ■■"pdi noi ha passato nella sua ,. , , • • t soltanto questo si riprescnta contanta violenza nei nostri 90gni rPerchè, ner esemnio. non la mi- _, per esempio, non la pn cazzottata, o il primo inna . ' . ' . . . moramenlo, il primo viaggio o il primo giorno di prigione in colwj0 o il primo battesimo del r,,non ? 000 ' No. niente di tutto questo nostro spirito notturno ricorda, . s lna 91 B0'0' con rinnovato terro re, quelle ore di sudore e sangue N<>1 sogno io mi ritrovo ancora a. passeggiare pei lunghi e can didi colTÌdoi aspettando il mio degli esami. E ricordo vivo, fan.trinante, come fosse d'ieri. 'jturno per entrare a dar l'esame orale, ripassando alla lesta i miei bigini, mezzo sfinito-dal grande studiare dei giorni passati, legambe che mi tremano, Io spavento indosso di aver dimenticato di colpo tutto: e infine il bidello che vien fuori e grida il mio nome pel corridojo... Ci siamo. Bisogna entrare. E la grande tortura incomincia... Mai ciò che il sogno ricorda meglio che la visione esatta e iparticolari dell esame, è l'atmo-sfera d'angoscia, di disperazioneche accompagnava quei momen-ti, è quel sentirsi improvvisa-mente davanti tutta la vita chiu-sa> inesorabilmente sbarrata acausa di una bocciatura, Tinca-pacità dolorosa assoluta di su-perare 1 ostacolo di una disfa;-ta, l'irreparabile crollo di tuttaun'esistenza. Forse la cosa si spiega cosi ta ; è quindi naturale che questa sir, •' l'vcu! uà. Irò di solilo nella sua vita pei piccolo o grande che|-.ctito a cui l'uomo si «. più volt» nella sua; •;•!.. mi esami va incon- va inconun uomo normale! .- A occhio e croce, I un'ottantina. Per ottanta volle.' quindi, il suo cervello vien sot- popolo a uno sforzo eccezionale, proteso tutti i suoi muscoli migliori, ha provato l'emozione di .-■ .- ^t ua.ione psicologica ripetuta ab- b>a co1 »lcaw * fondo launa conquista o di una cadu-emozioni dell'amore (e quella e proprio 1 età giusta) buonanotte vita del suo spinto. Chi dice che la giovinezza è al-, , " legra? Fi come può esserlo con tutta™i , ' volontien, in tempi d'esami, iopuò quella soma d'esami da dare: conquella spada di Damocle sempreminace su lei ? Se poi agli esami si mescolarlo, per suprema jattura, le primela ai sonatori ! E' proprio vero che anche giovinezza ha i suoi infermi. Ricordo che studiando le, in tempi a esami, 10r , ' mi univo a ripassare le di3pense1 . r un rv-itn n r, m n o r-r n ndell'annala a un m.o compagnocarissimo eh era ragazzo d mge-• c il lì l gno assai line, ma altrettantonovero. ■c -e r j- ih Era figlio di un fattore e ve-niva da un paese della vallata :e campava così alla meglio in unastanzetta verso cos'ospite diaiutandosiuna sua vecchia zia, aiutandosicoi miseri proventi delle dispen-se di Diritto Penale ch'egli met-teva insieme, con molta diligen-za, ascoltando le lezioni, alle quali era mollo assiduo. Io lofrequentavo volentieri anche per una sua delicata disposizione ver-P°.e" so le cose dell'arte e della sia: e lunghe ore passavamo mquella sua stanzetta a ragionaredi poeti e di prosatori, di mo-derni e d'antichi. A ogni vacan-za egli ripartiva pel suo paesel- lo, vi si tratteneva qualche set bimana, poi tornava in città a riprendere i corsi. . Una volta tornò ch'era inna- d'una ragaswt— del morato paese. Com Oh è? — gli chiesi, una bruna alta, vivace lcHisuo] a ... „..,.; i ai nostri discorsi e a, nostri studi q-iesto innamoramento suo, che' fradici tutti e due... E allora cominciò a rsmollo intelligente... Ci conoscia-|dmo fin da bambini. Ma ora, ora, cosa vuoi che ti dica, siamo cotti 'mescolarsi i . . fini per diventare una specie! d innamoramento collettivo. Egliì • . i • •__ ° ' mi raccontava di lei e piangeva. Le dispense si ammollarono dilacrime Ricordo che spesso ci accadeva: ,-i • ^ ii di dover interrompere le doman-i de che ci facevamo a vicenda;perchè egli assalito all'improvvi-jso dal cocente ricordo della foli- cita trascorsa e dai timori e dal-lle speranze, abbatteva la testa;sul tavolo e vi restava, immoto, come fulminato d>lPa„gosck. Al- tre vo lf, t,ra,vTa, fu°n un edlz,on- dna della «Vita Nuova > e leg- | j: j„n. „ 3;! U i 1 ,, , i, ,., ,.. seva di Beatrice e dell amore di if^ i -vr t. ,(.,,,„ „„_ 'Dante, ila questa lettura non . - * !faceva che dare più esca al suo , ] dolore, - Questo Dante I - mi diceva! Ifi«„^„^; „„„ „„„v,i rimonti .fissandomi con occhi raggianti —! h sllblime nell'emozione d'amore.:!t0 vedj provo risento dentro ! j: ' ,j . ' -h „na tutte ouel-ìjj ^ioT ^0^ !„„„, -„rnfnnrl» npl a„n ;oosi 3qlIisite] profonde nel suo innamoramento... Senti questa, !per e£empj0. j Sfogliò un poco il libro poi si ifermo- 3U quel sonetto quando | Dante vede la » Gentilissima gio vine e be]la molto Ia quale da ,una finestra ]0 riguardava ri pie-! tosamente », compassionando iljsuo dolore er ia'raorte di Bea-'lrjce j ]r cominciò: jvidero gli oc,hj miei 1llanU pietadelera apparita in la vostra figura... Kicordo che leggeva adagio, con una pronuncia lievemente emiliana, colorendo con un moto plastico delle dita lunghe e magre... Ma ecco, aveva appena pronunciato quei due bellissimi versi della seconda parte: E allora, m'aiccorei che voi pensavate la, finalità, rlella, mia, vita, oscura... che anche allora preso alla gola Ha un nodo di lacrime abbattè il capo sul libro e si. abbandonò a un pianto dirotto. «La qualità della mia vita oscu- Non avevo mai visto, non ereevo la poesia capace di operare rai. Era questo terribile versosie lo avvampava rientro, che lodi|acerava. oli rotcava dentro in u|Ua ,a sua r|ispera1a malinco- n;a. fie ]0 andava ripetendo finoall'esaurimento XT ■.;.,„ „„„„„ un simile sconvolgimento in un ■ ,rDnf:Io anlm° -ent"e' . Tornerai a tuo na»si> ami- lo ine ai a »«o paea ^ co: lanvecirai, la s-poseiai au davo io contortandolo. Ma egli scoteva la testa. -e-' • • • i t «<nì loi — E ricca, capisci] 1 suoi 'e;hanno già trovalo un hdanzatojdegno dì loro... ri' partita persa. E se n'andava a far lunghe pas- leggiate solitarie fuoriporta. col;suo Dante in tasca, ripetendosi allucinai amente nuel verso, fino all'esauriménto. Chi ci andava di mezzo erano , ,• „„„„ n;„iH„ prn,]p !1e dispense di Diritto renaie. Adesso le tirava via, i compagnise ne lamentavano: non avevavodia più di nulla, era ridotto» ' . ' !a 'lrD° 8tr,accl°; Ma anche allora vennero, pro-! ., . ,. ,. . p'flm;:videnzial , gli esami: gli esami cne talvolta tanno proprio da ueiìCE machina anche per ì poveri amicizia che lo eccitava al do\e-re, o la sua rassegnazione, daquel bravo figliolo che era se nefilò via cinque di colpo. 1 .. . .1 - JNon Ilio più rivisto da queltempo. I | javer esercitato l'avvocatura per i tanti anni in quel suo paesello d 'vallata. ] » . 1 Carlo Linatl „„..-„ Seppi, poi. 1 anno scordo chegià da qualche anno egli e mor-no, padre di due bambine, dopo

Persone citate: Carlo Linatl, Ricordo