TURCHIA E PERSIA liberate dall'incubo russo

TURCHIA E PERSIA liberate dall'incubo russo Al CONFINI DEL CAUCASO TURCHIA E PERSIA liberate dall'incubo russo La guerra ali ' Unione Sovietica e le sue ripercussioni tra i popoli dell'Asia sud - occidentale^ i I contadini, i pastori, i monta-.ìnari, i carovanieri di qua della frontiera del Caucaso, turchi e turcomanni, persiani, armeni, as-1siri caldei, saranno inclubbiamen- te contenti come non mai, oggi, alle notizie della disfatta milita- lie dell'Unione sovietica. Il colosso Irusso, e per giunta bolscevico, che ili minacciava, li soffocava, li ter- irorizzava nelle loro terre, nei loro i pascoli, nelle loro capanne, In j luna parola nella loro patria, il.I colosso russo sta per cadere. schiacciato dall'Europa antibol- scevica. I loro confratelli turchi e armeni d'oltre frontiera che, in j Caucasia, vivono da vent'anni sot-j to la sanguinaria oppressione boi- scevica, turchi di Bakù e armeni idi Erivan. potranno insorgere in-;sieme ai georgiani e agli altri po-poli caucasici per spezzare le ca-, itene sovietiche e liberarsi dalla Ii zampa dell'orso. Per intanto tur-; ] chi, armeni, persiani e assiri, di I qua della frontiera del Caucaso, jesultano di gioia. I soldati rossi quella ammassati a frontiera forse sono già stati chiamati altrove, là dove Idivampa la battaglia, dove c'è biisogno di carne da cannone. E i i pastori, i contadini, i carovanieri . dell'Aserbaigian persiano e dei vilavet turchi nord-orientali tirei ranno un profondo sospiro di sol- .lievo. come liberati da un pauroso] incubo. Da alcuni anni l'incubo l dell'aggressione .sovietica e della -1bolscevizzazione pesava su quelle ! O popolazioni. I soldati rossi inviati, d da Stalin, da Moloto. - , scilof alla frontiera del Caucaso, c" all'Ararat, da¬ stavano lì. davanti vanti a Kars, davanti a Tabris sul varco di Giulfa, spiando il mo mento propizio per scendere giù j verso i mari caldi, lanciarsi k'ui .per il lago di Urmia. per il Van Golii, per Ardahan. per Erzurùm, per Trebisonda. lanciarsi giù sul l'Armenia sull'Aserbaigian sul j Kurdistan sul Kermanscia. TJn j recente progetto caucasico del georgiano Stalin mirava a giun igere al Golfo di Alessandretta e ;a far scendere una ferrovia sovietica da Tabris allo sbocco medi, terraneo. Un altro progetto, par Iticolarm ente accarezzato duran; te questi due ultimi anni di guer ra, era quello di arrivare al Gol jfo Persico attraverso l'Iran verni di Ismet da Molotof e da Voro-1vcrpdeoslllSptmcsetpdrInolimi e I Godello piedi, tanto squallido alla superj ficie quanto ricco sotto. ò ai rat r Sciainscià Pahlevi si vedranno ora, ofinalmente liberati dall'incubo dei, Rricatti di Molotof. Tali progetti ej sricatti non sono nuovi, hanno se- ccoli di vita. Gli ultimi califfi ne (psapevano qualcosa. Ne sapevano ce ne sanno qualcosa anche gli ih- patesi d'Asia Nell'ultima grande jsguerra i soldati dolio Zar — in sfotta contro il turco, naturale e ssecolare nemico del russo — era- dno arrivali fino a Rovvanduz. fino'ma Imadie in fondo al Kurdistan, tfino a Kermanscia sopra Kaniqin. eE dalle ultime pendici boscose i cosacchi potevano spaziare lo dsguardo sul deserto di polvere sa- tlata di Kirkuk e Mossili, ai loroÌS' uzsT soldati sovietici ammassati ej alla frontiera del Causaco stavan- t[li da alcuni mesi a spiare il mo- I! mento propizio all'aggressione, ! all'invasione, alla holscevizzazio- kine. e di qua i montanari dell'Iran e della Turchia vivevano nell'an- Igoscia sotto la minaccia imma- ! nente della distruzione e della'morte. Anche per religione, i mus- Isulmani sunniti e sciiti di qua del Caucaso, i cristiani armeni e ne-storiarli, erano e sono antibolsce- vichi. Temevano che i soldati con] ia stella sul berretto, venendo giùla valanga, s'impossessassero del-; le loro terre distruggendo famigliai le religione. Li ho visti, quei sokla-■ 'ti rossi, sulla loro linea di fron-; tiera, a Giulfa e davanti all'Ara- due anni fa durante il mio viaggio al Caucaso. Li ho visti;prepotenti e spavaldi. Compivano' e''giornalmente esercitazioni conj- «arr< ar!Pati. e M?P%«^rir?ó ;do in direzione del confine allo r- d'impressionare e di terrò-,e,ri77arc la povera gente, veramen- ;tc povera ed innocua. Fino a Ma- - rakénd e a Maqu ho udito il can- - none sovietico, a Khoi ho visto arrivare gli aerei sovietici che o .(sconfinavano a bella posta, a ciì— hi, reg0,/lnternazio. - ' ,„ n,i!n m„nia«nn .li terrr -IJgfg'"'Dallo6"moin^^e*"di"Te7ra - arsa dell'altopiano di Tabris, mon- -jtagne grigie e montagne a colori .!con striscio gialle rosse bianche e'turchine, vedevo i fumi prodotti e dallo scoppio dello bombe lasciate - cadere apposta presso il confine i ri esercitazione. E i terrorizzati, -a\credenao alla guerra sul serio. Nè EoL sojrtzafci rossi di frontiera face- n- vano misteri delle loro intenzioni Toj tracotanti. Ho visto anche mari- s'nai sovietici compiere esercitazio-j "!ni di tiro sul Caspio, manovrane .ciò con vedette armate. Li ho visti g spingersi a bella posta nelle ac-■ s i asiane, emettersi in vista f J{, p^.to Pahlcvii chc una volta s\si clliamava Bnzeli, e sparare per qe impressionare, per terrorizzare. ■■ c' , ,, , , „ 1Di qua della frontiera del Cau- t ! caso di ^tto alle sponde meridio-; i na)i tlel rjasplo e(( anche sotto la -. frontiera dell'Asterabad e dd Kho-; rassan, turchi e persiani hanno; ' vissuto per venti anni sotto l'in- jcubo d'una brutale aggressione so- - ^^m**! I^uatt eimssi bianchi che han trovato ri- fUgi0 nell'Iran. A rassicurarli ben o 1 poco giovavano i rinforzi di trup I pe che lo Scià inviava alle fron- - «ere settentrionali. La Persia ha dsempre vissuto sotto il terrore del-id~' la minaccia o del dominio russo.jrI Sovieti, come pure gli Zar. han-;dno sempre considerato i distretti a 1 settentrionali della Persia come c' -K p 'appartenenti alla sfera d'influen- t- 281 politica ed economica della]ro Russia. Sino a qualche anno fa.r- nella Persia settentrionale veniva S venduta la benzina russa di Baku, b |E sl cne ja pPrsja non mancava c- certo di benzina. Ultimamente il lei Cremlino aveva volto gli occhijcdIavidi anche alle zone meridionali, pjquelle verso i mari caldi, in evi- l- H dente contrasto con gli intendi- g !mcnti in£lesi- ,e soprattutto a net- mto dispetto e dispregio della piena'ba sovranità politica e territoriale del-; p ,\0 scià Riza Pahlevi. il quale, pur o nei limiti delle possibilità, è riu-^t scito ad opporre resistenza alla!opressione russa, facendone ragion dIdi vita e programma di governo. Id La guerra, già vit}ori^oco.nJ-l't> l'Unione sovietica dovrebbe ìibe -are la Persia e ì paesi del medio Oriente dalla pressione slava . dalla minaccia dell orso russo. jjo_ tl,T_„u„f™„ -„„ Anveà«e colpa dell Inghilterra non dovesse vrebbe liberarli, a meno che per colpa dell'Inghilterra non dovessero sorgere complicazioni da quelle pai ti. ciò che, in ogni modo, ritarderebbe soltanto ni poco ma non eviterebbe quelle soluzioni, armate o pacifiche, che l'Asse si è proposto per la salvezza e la tranquillila. dell'Europa. La guerra che le Potenze dell'Asse "stanno conducendo contro l'U.R.S.S. con rapidità fulminea e SU un fronte non mai visto prima per ampiezza, costituisce e costituirà, nella storia un avvenimento militare grandioso. Ma ciò che ancor più deve interessare è la conseguenza politica territoriale ed economica di questa guerra, a tutto vantaggio della vita dell'Europa. Gli effetti che la distruzione del mosaico bolscevico potrà avere sui popoli e sui territori che ora compongono i Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, saranno di una portata storica ec cezionalc, come ognuno può corriprendere dando uno sguardo alla carta geografica. Interessante soprattutto sarà vedere al nuova sistemazione dell Asia centrale e sud-occidentale. Qui s incontrano e s'incrociano interessi e problemi d'ordine etnico religioso ed cconomico, d estrema importanza. Tren ta milioni di mussulmani vivono entro le frontiere attuali dell U mone sovietica. Quaranta milioni di esseri di razza, turamea vivono tra il Caucaso e la Mongolia I soS™ di Enver Pascià di costituire un impero turco basato sulla razza, impero che doveva estendersi sino alle steppe dell'Asia centrale elove il Turan e nato, non è del tutto spento. C'è chi, non tanto a Istanbul o ad Ankara, quanto a Baku a Tabris a Askabad a Bo kara e a Samarkanda, pensa dav vero alla realizzazione del sogno elei giovani turchi, pensa ad una grande nazione turanica. che abbia per capitale Tabris o Baku o Askabad o Bokara o Samarkanda. Giovani intellettuali dell'Ascrbaigian. fieri d'essere di razza turca se pur politicamente soggetti allo Scià o al dittatore rosso, mi dissero a Talris che l'avvenire del l'Asia centrale e sud-occidentale sarà imperniato su un grande Sta to turco che avrà una funzione meridionale asiatica antislava, o, per essere più esatti, una funzione di argine meridionale asiatico alla ;pressione slava, come altri, ad oc' cidente. sono chiamati ad ima funjzione di argine europeo alla pres- SKnJSiS? Wv0/0<SàdTO£,'ÌS!?Ca bolscevica, per meglio dominare, ,ha diviso in repubbliche diverse le popolazioni turche dell'Asia cen trale, in base a un criterio che ri sponde più alla diversità di lin guaggio di cultura e di vita eco- nomlea, che non a diversità di razza. E certo oli*' per I^Toscél costi- tuiva"un"pericolo in fieri il dare un'unità politica e soprattutto una coscienza d'unità razziale at po poli dell'Asia di discendenza tu ranica. Mosca aveva adottato il criterio della cittadinanza « sovie Mca> che prescindeva dalla raz za. Ma ì turchi invece, lasc ati a se. sono prepotentemente razzisti. Ed efficacemente razzisti. Lo fian no dimostrato i turchi d'occidente T'ondo, abbandonato il criterio statale ottomano, hanno adottato " criterio nazionale razziale. Le conseguenze della presente guerra per la liberazione dal boi- scevismo che non è altro che una forma dell'espansionismo russo) saranno particolarmente sentite in quello spazio etnico politico ed cconom^o dell Asia che costituisce 1 anticamera orientale vicina o lon- tana del Mediterraneo. Per questo interesseranno da vicino l'Italia erie non - assente. Antonio Lovato

Persone citate: Antonio Lovato, Enver Pascià, Pahlevi, Pati, Riza Pahlevi, Stalin