IL GROSSO COLPO TENTATO DA WAVELL

IL GROSSO COLPO TENTATO DA WAVELL IL GROSSO COLPO TENTATO DA WAVELL Quella che la radio di Londra chiama "azione locale,, tendeva in realtà a spezzare il nostro fronte e sbloccare gli inglesi assediati a Tobruk - Il nemico continua a lanciare disperatamente nella fornace masse di carri armati per colmare le durissime perdite Berlino, 17 giugno. Gli ambienti militari tedeschi seguono con assoluta tranquillità gli avvenimenti in corso sul fronte di Sollum, pure essendo perfettamente convinti che il tentativo britannico persegue uno scopo assai più vasto che non quello di una ristretta offensiva a carattere puramente locale secondo la spiegazione che si è affrettata a dare oggi la Reuter. Gli obiettivi nemici Il fatto che a Londra si contraddica alle constatazioni fatte sullo stesso campo di battaglia sforzandosi di ridurre la portata dell'operazione iniziata da Wavell, illustra in modo sufficientemente chiaro come già ieri, al secondo giorno della loro offeriva, gl'inglesi non fossero per nulla soddisfatti della piega assunta dagli avvenimenti. Per questi tecnici militari lo scopo britannico non può tuttavia essere dubbio: si tratta di un colpo disperato per riconquistare il terreno perduto in Cirenaica e ristabilire così, analogamente a quello che si sta tentando in Siria, un certo equilibrio strategico di fronte al formidabile balzo innanzi realizzato dall'Asse nel Mediterraneo Orientale con la conquista di Creta. Malgrado le perdite fortissime già subite in questi primi due giorni, il nemico, secondo precisa zioni ufficiose date qui, continua ad attaccare con tutti i mezzi e ad immettere nella lotta un numero sempre maggiore di carri armati, rivelando in tal modo con l'accurata e lunga preparazione di que sto suo tentativo come il fine ori gìnariamente propostosi andasse assai al di là di una semplice ma novra di alleggerimento a favore degli assediati di Tobruk. Dopo i contrattacchi sferrati lo scorso anno dai tanks anglo-francesi nel settore delle Fiandre, è questo l'urto più imponente e più violento che le forze tedesclie abbiano avuto finora a dover sostenere da parte di formazioni corazzate. Con orgogliosa soddisfazione si constata in questi ambienti die il fronte comune italo-tedesco tiene duro di fronte a questi attacchi che , si susseguono ininterrottamente da ieri l'altro, mentre, grazie soprattutto alla magnifica reazione delle forze aeree da combattimento allineate dall'Asse, vuoti terribili si vanno continuamente aprendo nelle file netniche. Benché non si parli oggi di altre azioni contro le unità navali britanniche schierate lungo la costa della Siria (contro le quali i francesi annunciano tuttavia dal canto loro di aver realizzato diverse buone centrate per merito dei. loro bombardieri), tuttavia i più autorevoli osservatori militari di qui traggono dall'esame dei fatti conferma come alla flotta di Alessandria sia ormai tolta ogni possibilità di operare. Tutti i suoi movimenti, tutte le sue manovre sono soggette al controllo e all'immediata reazione dell'aviazione, pronta ad approfittare di ogni occasione per riprendere il duello aeronavale sul cui esito sa di essere sicura. Gl'inglesi, che avevano creduto di fare una grande concessione alla verità riconoscendo che la perdita di Creta avrebbe avuto delle conseguenze gravi pel movimento della flotta nel nuovo stretto di mare creatosi tra l'isola e le coste nord-africane, debbono adattarsi a quest'altra dura realtà: che cioè la presenza delle forze aeree dell'Asse nella piattaforma cretese situata per l'appunto al centro del Mediterraneo Orientale significa la trasformazione di questo intero bacino marittimo in un unico stretto di mare, significa l'incombere della minaccia anche sulle unità della flotta che si trovano in navigazione nelle più lontane acque lungo la costa della Palestina o della Transgiordania. Altre 32 mila tonn. a picco Questi attacchi contro la flotta di Alessandria sono appena un preludio: ora che gli aeroporti di Creta sono stati tutti ritnessi in condizioni di poter servire, questi attacchi aumenteranno d'inteii-si tà, saranno svolti da formazioni sempre più numerose con carichi di bombe sempre maggiori, cosi da aumentare giorno per giorno il numero dei pazienti che dovranno essere avviati a Gibilterra. Nella battaglia del fronte atlantico il sistematico alternarsi delle vicende belliche fa sì che a un giorno di distanza dal grande sue cesso riportato dai bombardieri a lungo raggio, siano oggi di scena gli « 17 boot » con un totale di affondamenti di 32 mila tonnellate. Questo risultato è stato conseguito nel corso di due distinte azioni nell'Atlantico Settentriona le e nell'Atlantico Centrale. Gli attacchi dei sottomarini sono stati rivolti contro tre convogli fortemente scortati. In una serie di accaniti combattimenti venivano affondate cinque grandi navi da carico armate. Negli attacchi contro l'isola, l'aviazione non lascia passare giorno senza rinnovare i suoi bombardamenti contro quelle vere e proprie centrali di rifornimento che sono i porti delle coste occidentali. Azioni militari più clamorose portate a termine in altri settori hanno un po' fatto trascurare nelle cronache di guerra di questi ultimi tempi tale attività aerea. Un riflesso di quelli che ne sono gli effetti sulla situazione interna dell'Inghilterra si può tuttavia trovare nella notizia che rileviamo dalla stampa britannica di due giorni di sciopero nei docks di Manchester. Gli scaricatori di questo porto si sono rifiutati di lavorare per diversi motivi l'uno più sintoma tico dell'altro: primo, perchè nel porto non vi era mezzo di ricevere alcun nutrimento ; secondo, perchè anche nelle loro abituali località di residenza situate a molte miglia dal porto non riuscivano a sfamarsi per l'insufficiente vettovagliamento; terzo, perchè non avevano più il coraggio di trattenersi nel porto durante ore di la varo notturno. Interessante è la constatazione del Daily Mail che gli animatori di questo sciopero sono state le cosidette « colonne volanti di lavoratori » istituite da Bevin allo scopo di ovviare agli effetti della disorganizzazione industriale provocata soprattutto nei porti dai contìnui bombardamenti tedeschi. Guido Torneila 50 100 200| EdDaba {BirFuad, 'amanjnii Hamman { jEttottaraPf™ ^r^z^HeteyetelMog. S \ \ ri; **< OASV? |

Persone citate: Bevin, Hamman