Problemi dell' autocircolazione

Problemi dell' autocircolazione Problemi dell' autocircolazione Il contachilometri, strumento infido - Un voto degli "autarchici,, appiedati - Il "tassì,, come eccezione, non come regola Se 6 vero che anche il perfetto può esser sempre perfezionabile, una parola può ancora esser spesa sull'eccellente sistema introdotto dal l.o giugno dal nostro C.P.C, per il rifornimento della benzina alle macchine fornite di licenza speciale di circolazione a carburante liquido: sistema comportante, come è noto, la prenotazione a distributore fisso. La tessera-copertina dei buonibenzina distribuiti agli utenti prevede nel frontespizio una spedo ve ciale colonna « chilometri », l'addetto al distributore dovrebbe j registrare ad ogni rifornimento la indicazione del contachilometri della rispettiva vettura. E un'avvertenza in calce ricorda che, senza restituzione della tesserina riempita di tutti i dati, non si potranno ritirare i buoni per il mese successivo. Ciò equivale a prescrivere — come del resto è stato esplicitamente comunicato — che ogni vettura deve possedere un contachilometri costantemente funzionante. E questa stessa prescrizione, a quanto ci risulta, è stata fatta anche nei confronti degli autocarri e degli altri autor veicoli, al fine di controllarne il consumo, benché non siano soggetti al regime della prenotazione e della licenza speciale. L'idea, in teoria, è ottima: essa dovrebbe stroncare qualunque possibilità di abuso, e in particolare il prelievo di carburante destinato a risalire dal serbatoio verso la famigerata « borsa nera », o comunque ad alimentare altre macchine che quella fruente dei buoni, facile essendo controllare almeno approssimativamente, dato il tipo di macchina, la corrispondenza tra chilometraggio e consumo. Fragile aggeggio Ma in pratica purtroppo succede che il contachilometri è l'aggeggio più fragile della vettura, che molti hanno rotto da tempo senza mai ripararlo, e che molti vecchi autocarri tuttora prestanti non hanno mai posseduto. Dove si trattava di superabili inconvenienti di trasmissione, si è provveduto alla meglio: ma qualcuno è tuttora nell'imbarazzo perchè non trova i pezzi di ricambio (in molti casi si tratta di apparecchi di costruzione straniera), o perchè si secca della non indifferente spesa, o perchè addirittura non sa dove e come applicare il contachilometri, non previsto costruttivamente (autocarri anziani, motocicli anche recenti). Del resto, gioverebbe realmente questo piccolo sacrificio dell'utente a bandire in modo perentorio ogni possibilità di abusi? Siamo scettici anche su questo punto. Come spesso avviene quando sì appesantiscono le norme di utenza di ingegnose e preveggenti cautele, solo l'utente di buona fede e sostanzialmente in regola è destinato a incapparvi. Gli altri, gli speculatori di malafede, non si troveranno di certo imbarazzati di fronte al responso di uno strumento, che qualunque persona dell'arte manipola in pochi minuti con la formazione a mano del numero più gradito. Tutto sommato, dunque, gli inconvenienti del sistema non la cedono ai pregi: sicché la condizione del contachilometri funzionante potrebbe utilmente sopprimersi. Il sistema dei distributori a clientela e quantitativi fissi già permette un controllo molto più efficiente, diretto e sicuro contro le irregolari evasioni di carburante: e questo controllo ci auguriamo che venga condotto con la massima severità. E dacché siamo in tema di autocircolazione, ci si consenta ancora un rilievo, suggerito dal recente annuncio della prossima trasformazione di un lotto di tassi a metano. Questa prima parziale utilizzazione delle apparecchiature d'alimentazione a gas e delle bombole messe in quarantena presso gli ex-« metanisti » privati, appiedati d'autorità il 10 maggio (magari dopo aver trasformata da poche settimane e a caro prezzo la propria vettura) è giunta di particolare compiacimento alle... vittime, che cominciano a vedere un primo concreto scopo della loro rinuncia. Ma analoga gioia non è e non potrà essere consentita ai loro confratelli in fede autarchica e in appiedamento, i « gassogenisti », perchè è notorio che l'apparecchiatura a gassogeno (anche più costosa del metano, e meno ammortizzata per i minori chilometraggi proprii di questa categoria) non è praticamente trasportabile dalla vettura ove è installata, e non potrebbe in alcun caso prestarsi nè al servizio di tassì né ad altri di pubblica utilità. Condanna, dunque, a un inutile sonno, in attesa di poter offrire ad altri cicli funzionali le gomme, o le batterie, o qualche altra parte recuperabile. Ma molte di queste gomme sono in stato nulla più che mediocre, e non formano certo riserva per una futura requisizione; le batterie vivono se lavorano e muoiono a stare inoperose. Molti di questi gassogenisti poi avevan fatta provvista di carbonella c ne conservano qualche sacco in cantina, destinato a imputridire o a polverizzarsi. Gassogeni tipo-famiglia Gli interessati domandano, e noi trasmettiamo: dacché siamo agli inizi del periodo di villeggiatura, e per molte famiglie si spalanca gravoso il problema del viaggio, con gli « impedimenta » di rito, su gli affollati treni e le poche affol latissime autocorriere superstiti — o, peggio, su autovetture a benzina noleggiate in città o al capolinea ferroviario di trasbordo — non sarebbe più semplice, più pra tico e al postutto anche più autarchico permettere di rimettere in funzione, per l'occasione, i gassogeni addormentati? Limitando la facoltà a un determinato periodo estivo, o ad alcuni giorni della settimana, o magari subordinandola a non gravose procedure da sbrigarsi di volta in volta, e in ogni caso evitando di accordare qualunque assegnazione di carbonella in modo che ogni utente si limiti a ccu'Jumare le eventuali scorte che annebberò perdute, un provvedimento di questo genere verrebbe salutato come opportuno temperamento all'asprezza del divietocatenaccio. E, per finire, un breve ritorno ni problema dei tassì. Problema? Con la limitazione diurna e la iqnugssqdvsdlsnpascnidsigtpadalvgtgd j mente utilitario ed quando mancano o inumimi! mi mniiiimimmmmiiiiimimiquasl-soppressione serale e notturna non dovrebbe più trattarsi di un problema aperto. Tuttavia, a giudicare da quelli che s'incontrano, non giureremmo che lo spirito e la lettera delle disposizioni restrittive siano stati assimilati profondamente e dal pubblico e dagli autisti. E vien da pensare se, dopo tutto, i tassì di giorno sian proprio così indispensabili da giustificarne la conservazione, anche dopo che sono stati aboliti di notte, cioè proprio quando sarebbe automatica la selezione dell'uso esclusivaurgente, e difettano i mezzi pubblici. Di giorno, in sostanza, bene o male funziona un servizio tranviario al completo. E quando si facesse salva la possibilità — in via eccezionale — di un tassì per i soli casi di evidente necessità (malati, maltempo, bagagli o località non servite dai tram) o per trasferirsi in stazione, ci pare che l'abbandono delle altre fattispecie, anche se doloroso per le categorie interessate, si acclimaterebbe perfettamente nello stile di guerra. A meno di potere sollecitamente trasformare a metano un quantitativo di tassì sufficiente per tutti i servìzi: il che rappresenterebbe la soluzione ideale. Aldo Farinelli

Persone citate: Aldo Farinelli