LA RAGAZZA-LUPO DI GODAMURI di Amerigo Ruggiero

LA RAGAZZA-LUPO DI GODAMURI LA RAGAZZA-LUPO DI GODAMURI La fantastica storia di Amala, cresciuta fino a 9 anni tra le fiere e morta a 19 fra gli uomini - Gli sforzi fatti per restituirla alla dignità umana e i risultati raggiunti ella congerie di volumi dai soggetti più disjiurati che quotidianamente vengono scaricati dalle Case editrici nel mercato librario di questo paese, n'è apparso uno dal soggetto strano che poco chiasso ha fatto e di cui pochi si sono occupati. L'attenzione del pubblico è tesa verso i cosiddetti argomenti di attualità che saranno dimenticali non appena l'attualità sarà passata e a qualche curioso cui verrà la voglia di esumai li appariranno scialbi e poveri di contenuto come i discorsi dei grandi oratori riletti parecchio tempo dopo che furono pronunziati. E' il racconto di come una ragazza dopo esser siala allevata per nove anni alla maniera di un lupo da un branco di lupi viene riportata nella società umana e ne accetta dopo tempo, in parte, ma non senza ostinata resistenza e lotta, le maniere e la comunanza di vita. Chi riferisce sul caso, che sovverte tutte le leggi naturali quali noi eravamo abituati a figurarcele, è il dottor Arnold Gesell, il ben noto studioso di psicologia infantile dell'Università di Yale, nello Stato del Connecticut, in un suo libro apparso qualche mese addietro col titolo: « Wolf child and human child » (Harper and Bros. Dollari 2) che letteralmente significherebbe: «da bambino lupo a bambino umano ». La storia di Ramala e della sua piccola compagna Amala, morta quest'ultima quando non aveva ancora raggiunto l'adolescenza, non solo viene a confermare le varie leggende, compresa quella di Romolo e Remo, che sono state sempre correnti tra i popoli più diversi, quanto viene ad assumere il ruolo di documento d'importanza incomparabile nella tanto dibattuta quistione se nello sviluppo fisico, morale e Intellettuale umano le determinanti ereditarie siano più potenti e decisive di quelle ambientai', o viceversa. La rivelazione drammatica dello strordinario fenomeno si ebbe nel 1920 quando il Reverendo G. Siugh, rettore di un orfanotrofio a Midnapore, nel Bengala a poca distanza da Calcutta, si recò a visitare il villaggio di Godamuri. Qui il rettore e la piccola comitiva che lo accompagnava sentirono riferire da abitanti terrorizzati dell'esistenza nelle vicinanze, di spettri dalla forma umana, i quali venivano pure descritti come spaventose c, ratine dalle teste di donna. Il rettore si fece condurre sul posto indicato e vide emergere dall'apertura di uno di quei grandi cumuli di tena costruiti dalle formiche bianche tre lupi seguiti da due lupicini e poi, due stranissime teste dagli occhi di una lucentezza ferina e dallo sguardo penetrante e furtivo del tutto dissimile da quello umano. Il gioì no seguente la comitiva cominciò a demolire il formicaio alto quattro metri e da esso scapparono fuori numerosi lupi, uno dei quali fu ucciso con le frecce perchè si apparecchiava a difendersi dagli invasori. In un angolo del covo si tenevano strettamente allacciati assieme al punto da formare una grossa palla pelosa due piccoli lupi e due « bambinilupi ». Erano due esseri umani che non agivano come esseri umuni: sultavano uttoino sui quattro arti, graffiavano, mordevano, ringhiavano, urlavano. I nativi, quando ne ebbero notizia abbandonarono, in preda al terrore, il villaggio che rimase deserto. Nessuno potè precisare con esattezza quando e in quale maniera le due bambine fossero state prese dai lupi ma da calcoli approssimativi si concluse che Ramala aveva dovuto rimanere col suo branco adottivo almeno nove anni e precisamente dal 1911 al 1920. Il rettore Sitigli portò le bambine all'orfanotrofio dove la più piccola, Amala, mori poco tempo dopo. La storia, quindi, riguarda soprattutto la maggiore, Ramala, che rimase per nove anni con Singh e sua moglie dopo aver acquistato gradualmente maniere umane fino all'anno in cui mori alla età probabile di 18 o 19 anni. Durante il tempo in cui essa era stata allevata dai lupi aveva imparato a ramminare sui quattro atti alla inumerà dei quadrupedi, ad usare le mani come zampe, a leccate il latte, e l'acqua come fanno i carnivori. Il dottor Gesell nel descrivere tutto questo usa termini scientifici e parla di « destrezza da plantigrado specializzato » di « biocntmica della retina» di «.movimenti da quadrupedi ». Ila è il rettore Singh che nel suo diario fornisce agli sciensiati la descrizione vivida ed immensamente interessante di come si comportava la ragazza-lupo nei primi tempi ch'egli la portò, all'orfanotrofio in un carro tirato da buoi e dell'opera paziente, amorevole, instancabile occorsa per svezzarla man mano dalle abitudini beluine. Ramala correva attorno con le mani e i piedi o con le mani e le ginocchia, prendeva il cibo direttamente con la bocca atteggiata a guisa di muso, si accoccolava in un angolo lanciando attorno sguardi furtivi o scoprendo i denti in un litighio, lanciandosi su di una gallina morta che afferrava con i denti e divorava cruda. Il lavoro a cui si accinsero il rettore Singh e sua moglie apparisce in tanto più meraviglioso in quanto ogni passo doveva essere profondamente studiato in antecedenza allo scopo di procedere con successo nel compito di rieducazione di quel piccolo essere allevato come fieta. Il dottor Gesell ci racconta come Ramala acquistò un po' alla volta la personalità umana c ci fa compretulere l'immensa difficoltà di certi problemi come quello d'insegnare ad un bambino a reggersi in piedi e camminare eretto quando il suo corpo non era stato mai abituato a mantenere quella posizione e a compiere quei movimenti. Egli ci fa assistere a quella che chiama con parola appropriata « lo addomesticamento » della bambina, al graduale abituarla all'uso dei cibi della nostra specie, al sale, al prendere un bic! chiere con le mani e biverci, a j servirsi di strumenti appropriati I per mangiare. Gli altri ragazzi dell'orfanotrofio con cui, dopo un certo tempo fu messa assieme, mentre da una parte cooperarono nel lavoro di educazione non fosse altro che con l'esempio, dall'altra creavano senza volerlo numerosi incidenti che non contribuivano certo a facilitarlo. I coetanei di Ramala, per esempio, non riuscivano a rendersi ragione perchè la rayazza-lupo alla vista di un giocattolo dai colori vivaci dovesse piombarvi sopra, afferrarlo coi denti e correre a nascondersi in un angolo ringhiando alla maniera dei lupi. Le osservazioni del dottor Gesell sullo sviluppo mentale di Ramala sono di grande interesse, specie per gli educatoti. Lo studioso appartiene a quella scuola psicologica clic ritiene essere i fattori ereditarli di primaria importanza nel determinare il comportamento degli esseri umani e che i fattori ambientali possono modificare, deviare o concorrere allo sviluppo intellettuale e morale umano ma non generarlo di pianta. Lo studio della rigenerazione di Ramala ha confermato il dottor Gesell nelle sue teorie. Egli ha riscontrato, secondo la. sua espressione. lo stampo indelebile dello spirito umano. E conclude che «l'adattamento di un bambino alla vita ferina e la sua rieducazione alla vita dei proprii simili fornisce una doppia dimostrazione della integrità, purezza e potenza della legge biologica dell'ereditarietà, come pure dell'influenza modificatrice dell'ambiente ». Il diario del rettore Singh è attualmente in corso di traduzione per opera del professor Zingg dell'Università di Denver e sarà un documento lungo e dettagliato. Amerigo Ruggiero NEW YORK, giugno.

Luoghi citati: Calcutta, Connecticut, New York