Da Lubiana a Novo Mesto di Antonio Antonucci

Da Lubiana a Novo Mesto VOLTO DELLE NUOVE TERRE Da Lubiana a Novo Mesto p. -.il -ii i UOVe COmmCia la Otta tra I bOSCO e e Viqne3 ò FIUME, giugno. , Xorn Mesto significa città uova, ma lo è ila tanto tempo he, quasi quasi, non ci si accorCapoluogo della bassa Carniola, con circa 4 mila abitanti, essa sorge sopra una. penisoletta ripida formala da fiume Krka, il quale, al pari di tanti suoi colleghi carsici, sgorga improvvisamente dal pietrame, fa capi-iole e bizzarrie inabissandosi e ricomparendo, ma. a Novo Mesto, assume l più composto degli atteggiamenti. La sua. superficie liscia non ha che a tratti le inrre ture delia corrente e qualche gbr- Pa-|haeciarli benché colmo mo che par meraviglia Tipi mai, nemmeno per distrazio- goglio provocato da affluenti sot- , errnne» che lo arricchiscono in incognito. Di un co or verde cu- ;t?,cV,-^r'lc tRncro prati eoe lo limitano, e senza mi- nf.0S1-.*r» n s ra- 1 ^^^^tii^sl" ^Llfier£ ^; ™ ^ i '! V, S|Ce ' cul abl>mm ,odilto la ^ Novo Mesto c'è un Tintoretto g in u giorm> 6 stato incne cCOperto un cimitero illirico dei v secolo, generoso di parecchi cimeli. Ma ncn è tutta qui l'importanza della cittadina. Non è neppure nei suoi castelli e nelle 1™'™ di antiche rocche, le cu. mura parlano ancora sc,robrf sostenute cont cnj m> vero p^g ; tu Uy," riuscivano a passare pie-re quelle razzie per Paesaggio idilliaco -, ' temuti, ma. ad ogni rip sciavano sul terreno alcuni de' più bravi, tinche si indebolirono e dovettero andarsene). Non parleremo neppure del nodo ferroviario di Novo Mesto perchè gli Sloveni non amano le ferrovie se non di un amore artificiale e recente: ossi ne osteggiarono la nascita fin dove potettero, quasi timorosi di offendere il genio delle' strade, o presaghi dèi pericoli della velocità nei confronti dell'uomo. Novo Mesto è invece importante come punto di riferimento comincia a spezzarsi il paesaggio idillico da Lubiana in .giù. Un po' per pigrizia, un po' per l'ingratitudine del terreno, gli Sloveni si limitano a coltivare le pianure e il fondo delle valli: monti e colline, nulla o quasi nulla. Ma. da secoli, dove non si affondano nè la vanga nè l'aratro, dove gli agricoltori non chinano la schiena per seminare e per raccogliere, e dove le case non sorgono che per nascondersi, prosperano' boschi di abeti, larici, faggi, querce e, in genera tutte le pian- qui infatti te mediterranee. Ne deriva," allai stagione buona, un folto mantello di verde saldato tra cima e cima ! da pascoli e prati, sicché il pano- j rama, mai turbato da ciminiere. ' è un inno virgiliano. In taluni settori. persino le abitazioni colo- niche evitano di raggrupoarsi in villaggi e se ne stanno disperse,\con unico punto di riferimento lai chiesa comune, tutta aguzza e tutta sola che accentua il earat- tnre romantico del pacsasiiio con la sua architettura snella e i co- lori vivaci. j Perchè razionale, il taglio pe- riodico degli alberi non offende il mantello verde con squarci che sembrino piaghe ma. a Novo Ile- -lo, la vite parte all'assalto dei bo-chi e l'incanto finisce. Contro ■ questo piccolo roditore che avan- zi, a piccoli passi, la foresta cede senza difesa ma si vendica, le'pioggo, non piii frenate, scorrono E precipizio per ì pendii e trasci nano a valle quel minimo di terra che copre lo scheletro carsico: le pietre affioranti, con quel loro biancore caratteristico, denunciano la natura reale del suolo — che sembrava benedetto — ed impoveriscono — accusandola di bluff — la rimanente verzura. sembra dire basta grattare un po', e che cosa resta - NelIe z,me fortemente indù strializzate, il dilagare della vigna non Uov;ls,'a n paesaggio ma lo completa: per essa, la terra di-1 ven£ una'tra Ie tante materie! Pr'lr,c costrette a donare il red-; f^a maasim0i onde viene spremu- I fero*! pr^Lf %u££aUa^a-1 gilità dell'uva. Ma, nella bassa Carniola, l'industria è assente o si nasconde: ogni rifugio le convie ne: dal bosco ai conventi: nei bo scili, trovano asilo le segherie, in dispensabili alla preparazione .\Il nostro abate che distillava fo distilla) succhi prelibati rimane- onasticoi altre attività il cui carattere net-\tamente utilitario, trascura ì voti di povertà per trasformarli in ì redditi alti. In tal caso, si entra'nell'industria [Ricordi delle bombe [Abbiamo potuto visitare uno ta questi conventi, precisamente 1 quello di Sticna, a circa metà strada tra Lubiana e Novo Mesto, i Obbedendo alla regola dei cister- censi. 'vi dimorano 20 padri e 40[fratelli, in una linda cornice di tranquillità e di agiatezza. La vec-1 chia abbazia in stile romanico èlstata sopraffatta dal barocco e dajarchitetture occasionali, come av- viene quando la storia si accaval- la.. Fondata nel 1136, dovette puiivolte trasformarsi in fortezza! contro i Turchi e rinascere poi aliaimcno peggio sulle rovine che ne'derivavano. Ingentilitisi i costumi '.e anche i Turchi, le antiche mura!ospitarono ed ospitano un mulino,\un caseificio e un salumificio. Non è giusto quindi parlare d'industria clle si nasconde? Però, lo spirito religioso, anche se apparentemente paganizzato, è salvo. Nel portale dei magazzini p spicca, in lingua latina, un ver-ì setto dei Proverbi: "De primitiisì frngum tuarum pauperlbus et ini-\ plfbentnr horrea tua sattirìtate et vina torcular'm rebundabunt » (C.l HI), dove si assicura che, dando I le primizie delle messi ai poveri. si avrà l'abbondanza in ogni cam-l pp. Sticna dà ai poveri ed anche { ai ricchi, non soltanto le primizie { ma eziandio i prodotti lavorati, Forse per ciò un espressione di fe- licita è nel volto-di tutti, da padre { Giuseppe che ci fa da guida in\ italiano, al padre supcriore Ago-: stino Costelez, il quale, ad ogniesto della mano e ad ogni sor-riso, par benedire il provvidenzia-le arrivo degli Italiani, quando lecose del suo convento, appuntoperchè equiparato a un'industria, si mettevano male. Non meno lic- : ti sono i conversi che zappano l'orto fertile, e il verde che lo ar- P****» Malgrado la wdovanzaiorzata anche Tunica capriola chegirovaga in un prato con una pie- r;ola macchia di abeti ha gli occhi umidi di contentezza e si accosta ■ con fiducia cristiana, refrattaria soltanto alla macchina fotografica perchè la vanagloria mal si addi-'ce alla regola ili cui è ospite-pri gioniera e'al suo nome Miska, che vuol dire topolino. Ma torniamo a Novo Mesto, ltin- go la strada fianclu-ggiata da era-teri, ricordo delle bombe lanciate sulle colonne dai Serbi in fuga.. L'acuto odore di resina che ci av- 1 volge e dà gioia ai y dò il nastro bianco abeti, l'ombra fresca sognare, il senso di ;.. bile derivante dal moli ' inducono ancoru a critici jerilegio della vite che • disboscamento e che. adag 'Kj0| potrebbe ridurre questo 1 diso allo squallore di pare . Dalmazia e dell'interno tstr. . Fermiamola. Il vino e buono ne abbiamo già in abbondane Lasciamo alla Slovenia il vanto possedere più giardini che vigneti esattamente nella proporzione di l 52 a 1,31, anche perchè sulla utilità del vino si è ancora discordi. Tra Noè che fece un dramma per l'irriverenza del figlioloCam quando lo vide ubriaco e Bacco che portò l'ubriachezza all'eccelso deila beatitudine, è ancora saggio arrestarsi a metà, Antonio Antonucci

Luoghi citati: Dalmazia, Lubiana, Slovenia