LA SITUAZIONE
LA SITUAZIONE LA SITUAZIONE Il messaggio di Matsuoka all'Ambasciatore d'Italia a Tokio per esprimere la sua ammirazione e quella di tutto il popolo giapponese per il discorso del Duce è un atto che va oltre la cortesia protocollare. Mussolini aveva parlato dell'Impero del Sol Levante in termini di viva amicizia nel quadro del Tripartito che è legge di ordine e di giustizia per l'Europa e l'Asia. Matsuoka fa eco con una squisita iniziativa che per la importanza del momento politico non può non avere il suo significato. Il chiaro indirizzo della politica internazionale di Tokio è stato oggetto di manovre e di speculazioni da parte di certi ambienti anglosassoni i quali vorrebbero liberare gli Stati Unii i dalle preoccupazioni sul Pacifico per concentrarne gli sforzi a favore dell'Inghilterra nell'Atlantico. Più volte colle parole e coi fatti il Governo giapponese ha riaffermato la sua assoluta fedeltà agli impegni del Tripartito mentre ha accentuato le operazioni belliche contro Ciang Kai Scek aiutato e protetto da Roosevelt e da Churchill. L' antagonismo è negli interessi, è nella storia e non può essere superato con insidie diplomatiche e con ricatti economici. Su quest'ultimo campo il Giappone si è parzialmente salvaguardato contro ogni allargamento di embargo coll'accordo commerciale coi Soviet che gli garantisce il petrolio di Sakalin. Il Duce aveva detto : « Il Giappone sa che anche il suo avvenire è in giuoco ». Matsuoka ri¬ sponde riaffermando una solidarietà che è il comune destino dei popoli giovani contro le egemonie sfruttatrici. * * In questo periodo di relativa stasi bellica i nemici sono più ansiosi di quando sono in corso operazioni di guerra. Essi sono ammaestrati dalla esperienza; alle pause è seguita sempre la tempesta che ha frantumato tutte le illusioni. Perciò interrogano, cercano di sapere, creano da ogni avvenimento castelli di ipotesi sperando che vengano le smentite. Roma e Berlino tacciono; non si prestano al giuoco; il silenzio è un'arma formidabile per disorientare gli avversari. Una cosa sola possiamo dire con certezza agli inglesi e agli americani: l'attesa non sarà lunga. * * Sette giorni sono passati e le truppe di Wilson non hanno occupato nè Damasco nè Sidone; anzi il fatto nuovo del giorno dal punto di vista militare è l'apparizione di una squadriglia francese da bombardamento che ha recato fastidio alla squadra navale inglese. Gli inglesi cominciano a parlare di una strategia speciale per giustificarsi verso gli amici che sono rimasti sorpresi da tanta lentezza; ma i giornali turchi non si dichiarano soddisfatti delle spiegazioni e non nascondono le loro critiche. Sul terreno politico il fatto nuovo è la Conferenza di Gerusalemme tra inglesi e sionisti ; sotto la I pressione degli elementi ebraici di New York le autorità britanniche promettono di allargare i privilegi di Balfour oltre che a tutta la Palestina, alla Siria. Gli arabi conoscono la sorte che li a- spetta ove gli inglesi riescano ad occupare nuovi territori: essi dovranno sloggiare per far posto ai sionisti di cui dovrebbero diventare servi. Gli ebrei comandano a Washington e a Londra; ma non c'è dubbio che alla fine i sionisti pagheranno per le ambizioni dei loro protettori. * * Gli interventisti americani spiegano il piano di guerra degli Stati Uniti: tenere a bada il Giappone, concentrare la flotta nell'Atlantico e in un mese ripulire questo oceano dalle forze dell Asse. Quanto semplicismo! Nemmeno Roosevelt deve essere tanto ottimista se soffre di insonnia e di tanto in tanto cade malato. * * Come era facile prevedere gli inglesi hanno diffalcato le loro perdite di naviglio mer¬ cantile nel mese di maggio di più della metà. Churchill, la bocca della verità, in un suo discorso ha, precedendo i dati ufficiali dell'Ammiragliato, parlato di una cifra aggiuntesi sulle 350 mila tonnellate. * * Un'altra morte sospetta, quella dell'ex-direttore del Petit Parisien^ Elie Bois, ebreo rifugiatosi a Londra nell'ora delia catastrofe. Il de^ funto sapeva molte cose sui tradimenti inglesi alla pace e alla Francia nelle fatali giornate dell'estate 1939. Un giorno o l'altro avrebbe potuto parlare; forse qualche frase gli era sfuggita. Malgrado le sue origini era sempre un testimone ; e i testimoni vengono abitualmente soppressi dai delinquenti per una saggia precauzione. a. s.
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