A GODIO LA II TORINO-PIACENZA di Giuseppe Ambrosini

A GODIO LA II TORINO-PIACENZA A GODIO LA II TORINO-PIACENZA Dopo una lotta sfiancante per combattività e avversità di vento, la gara si decide in volata fra sette uomini (DAL NOSTRO INVIATO) Piacenza, 12 giugno. Non perchè si tratta di una nostra manifestazione, ma in puro omaggio alla verità, posso affermare che questa Torino-Piacenza è stala la più bella corsa che ho visto nella stagione e quella che mi riapre il cuore alla speranza di vedere i nostri coi ridori imparare a correre anche in pianura, cioè con quello spirito di iniziativa ardita, con quella volontà tesa sino allo spasimo che dai colpi violenti, improvvisi, sostentiti fanno scaturire lo spezzamento del gruppo, l'accanito fuggire e inseguire, lo sbancamento e l'eliminazione dei meno temprati, il prevalere dei più forti, la vittoria del più meritevole, insomma, la corsa avvincente e bruciante e le deduzioni tecniche limpide e convincenti. Chi ancora osa sostenere che sui percorsi facili — e tale era quello di oggi — la corsa non può essere che fiacca e vuota, che non si può staccale, che tutti tengono la ruota e altre simili fole, avrebbe dovuto essere con noi oggi per vedere come, sotto le sferzate dei ripetuti tentativi di fuga, nell'ansimare della lotta tra chi aveva guadagnato e chi aveva perduto terreno, nel prodigarsi pur di non mollare, la corsa assumesse man mano più rude e implacabile volto, e gli nomini intaccassero ed esaurissero le loro riserve sino a cadere, in piano, sulle ginocchia e scomparire, rimanendo in piedi solo coloro che, oltre ad avere avuto il fiuto del momento, palesavano maggior energia, e freschezza e con più ordine conducevano l'azione risolutiva. Dopo questa prova spero che qualcuno cambierà opinione e solo si augurerà — come mi auguro 10 — che i giovani si perfezionino in questo modo di correre (c'è ancora parecchio da imparare per quanto riguarda lo scatto, spunto di ogni offensiva) e che esso sia portato in campo professionistico e assimilato anche dagli « assi ». De Stefanis primo sul Pino Il colpo demolitore iniziale lo diede Destefanis — mentre apriva la marcia con Volpi, Mollo e Martano — sul Pino: fu lui a gettare 11 primo scompiglio fra i 4S partiti /mancavano dei noti iscritti Crippa, Rogora, Introssi e Brotto) e a obbligarli a stringete i denti sulla non facile salita; solo Volpi e Mollo gli stettero dietro, mentre Martano, con eccessivo rapporto si faceva superate da Covalo, Succi, Antolini e Fellini; poi cedette e arretrò anche Volpi, infine Mollo e allora Destefanis filò sino in cima, dove precedette Mollo di 100 metri, Covalo di 250, Volpi di 300, Antolini, Succi, Martano e Generati di poco più. La discesa costituì un primo mi eleo con Destefanis, Mollo, CovoIo, Antolini e Succi, un secondo a ZOO metri con Generati, Rosetti, Raffoni, Volpi, Martano, Ricca e Fellini e un terzo a 500 metri con 20 uomini. Ma questi tre anelli si saldarono prima di Riva. Uno scatto di Raffoni non ebbe risultato; un altro di Magni G., seguito da Rimoldi, Moretti e Corrieri, obbligò Martano Fondi, Ronconi e Raffoni a un duro se pur breve lavoro di ricongiungimento. Cominciava a farsi sentire il vento contrario, primo fattore di soffocamento di fughe isolate o ridotte. Altra sbrigliata di Magni con Landi e Fondi giù per la discesa del Dusino — quante memorie gerbiane sgorgavano da quel chilometro di strada, anche se irriconoscibile! — poi sulle ondulazioni prima di Asti De Benedetti sì poi tò via Magni, Taddei, Bergamaschi, Moretti, Ronconi, Menon e Tomasoni, ai quali, poi si unirono Landi e Raffoni. Questo gruppo precedette ad Asli (km. J/S) il grosso di soli 20", ma lo fece sudare fino a Castel d'Annone prima di permettergli di annullarli ; e furono minuti di lotta durissima contro il vento sempre più forte, a 39 di media. Nessuna requie dopo la ripreso: fuggì Mara e andò da solo sino a Solerò, mentre Bevilacqua e Mollo foravano. Lo spunto della decisione Il gruppo, nonostante i primi S.'i chilometri così tirati e agitati era ancora numeroso ad Alessandra, dove Godio dava il primo saggio di velocità vincendo davanti a Bisio e Corrieri quel traguardo ottimamente disposto dal G. C. Alessandrino. Ma le violente azioni a ripetizione, anche se non riuscite, avevano preparato il terreno a quella decisiva, che sbocciò, preceduta da una bonaccia foriera di burrasca, dopo il passaggio a livello chiuso di Spinetta. Smorzato un balzo di Zuccotti, ne fece un altro Bergamaschi, su cui si gettò subito e solo Raffoni. I due si allontanarono sino a 400 metri, finché dal gruppo partirono alla Caccia Succi, Landi, Tomasoni, Ronconi, Godio, Generati, Mollo e Magni. Su questo tema fu svolta la seconda parte detta corsa, con un accanimento che le ventate furiose rendevano addirittura penoso e sfibrante. Raffoni e Bergamaschi si difesero per una decina di chilometri; poi dal gruppetto formatosi dal ricongiungimento scomparve, causa una gomma, Landi; mentre altre due pattuglie si staccavano dal grosso in cui rimanevano invischiati anche Martano, Destefanis, Giacomelli, Antolini, Bailo, Volpi, Covalo e Corrieri. A Tortona (Km. 105) altra bella volata a premio di Godio su Generati e Succi; distacco di 45" di De Benedetti, Rimoldi, Sperundio, Landi e Bevilacqua, di i 10" di Taddei, Trincherò, Fondi, Gasi e Antolini, di l'40" del nucleo maggiore. Non si era, dunque, giunti a una decisione, via ci si avvicinava. Laudi, a terra, scomparve dil secondo gruppo al eiuale si unì il terzo. Il vento, girando, diventò favorevole, e il pedalare d'agilità a 42 di media — dopo quello di forza — provocò crolli su crolli. Si videro Rimoldi, Trincherò, Antolini, Fulcheri, Sperandio, De Benedetti, Martano, Landi, Bailo, Mara, Fondi staccarsi uno ad uno dalle ruote, darsi vinti, scomparire. A Voghera Generati battè Godio e qui i primi nove avevano già l'30" sui secondi e l'50" sui terzi. Questi 20" furono annullati poco dopo, ma il distacco del gruppo che ne risultò dai primi — dai quali perse contatto Magai, sfi¬ \s2 o o e a , a o , e i i e a ò n o r i a o n n d a a i o e o o r o a o . o a e ) i i e e n i i e o , e n i o , e . n a nito, e anche Mollo, caduto — andò aumentando a Costeggio (Km. 132) a 153", a Stradella (Km. 14S), a 2'35". Qui non erano rimasti in piedi, per inseguire, che Mollo, Taddei. Cavolo, Bevilacqua, Volpi, Bisio, Giacometti e Corrieri. A Castel S. Giovanni /Km. 159), dove Generati batte Ronconi, costoro non avevano cambialo la disianza, ma intanto i chilometri dall'arrivo erano scesi a. 20. Non c'era più niente da fare. L'avanguardia, concorde e impegnata, marciava a 37 all'ora, con sfoggio d'attività specie da parte di Ronconi, Succi, Raffoni e Generati. La soluzione in volata Cosi si venne alla volata di sette nomini sull'ampio diritto e beile ordinato stradone Farnese. L'uomo che sui traguardi intermedi aveva chiaramente dimostrato la sua superiorità la confermò su quello finale lasciando a Succi e Tomasoni il compito di contendersi il secondo posto. Ebbe la meglio il primo. Nel gruppo che seguì a ben 4'30" preual.se facilmente Cavolo. Poi si dovette attendere altri 12' prima di vedere spuntare, solo, Bevilacqua che aveva forato, ed un altro ancora prima di vedere Massa battere i superstiti della massacrante gara. lì fatto che solo 22 uomini su 48 abbinilo finito una gara che si svolgeva su un percórso piano e su distanza moderata vi dice che essa deve essere stata accesa, pesante, demolitrice. Ma, se avete seguito la cronaca, e tenuto conto del vento contrario e della media relativamente elevata, la per ccntuale sarà facilmente spiegata. Da questa lotta furibonda è incito vincitore un robusto ragazzo di poco più di 25 anni, dal temperamento vivo, pronto, non più novizio, ma amante e già esperto dì queste « sarabande » veloci e tumultuose: un atleta ben tagliata, muscolato e impostato, che tre settimane fa ha vinto in volata la Coppa Farinacci e che ricordo primo degli individuali nella tappa dì Trieste del Giro del 1939. Un corridore, direi, dallo stile nuovo, clic non conclamo senz'altro un asso, ma che, data l'attuale tendenza sui percorsi, potrà fare ancora di più; e lo deve incoraggiare il successo che oggi si è perfettamente meritato. Gli uomini che gli hanno conteso la vittoria in volata sono quelli che hanno « sentito » la corsa al momento buono: Succi, un irrequieto e laborioso; Ronconi, in aran forma, a suo agio sul traccialo e che ha col primo attribuito al Dopolavoro di Predappìo la Coppa Sandro Sandri; Tomasoni, vii « peso mosca » che va bene in \enlita, ma che è tutt'altro che fermo in volata; Raffoni, un romagnolo (egli è di Dìegaro di Cesena) puro sangue a giudicare dalla sua vivacità e dal suo coraggio; Generati, un altro di gran fegato; Bergamaschi, astuto e impiegabile. Il successo della manifestazione Tutti gli altri hanno commesso l'errore di non valutare Al pericolo della fuga dopo Spinetta: c, presi nel gorgo della lotta, non sono più tornati a galla: ma Covolo ha dimostrato nella volata quello che avrebbe potuto fare senza quell'errore; e Corrieri, Gi-come'ti,, Bisio, Taddei e Volpi, arrivati con lui, sono quelli che psvpnbsspsindqinlaflarttl'rbdGazdNtCdi ttzPzsshlagìmmmdlimticdnBC1aR1lDmdliBLIfsBlcZpCdcRlcms più hanno resistilo alle raffiche stroncatrici degli avversari e del vento. Degni di nota: Destefanis, un premiato al merito per la sua azione sul Pino; Magni, per alcune sue battute offensive; Mollo, per la sua sicurezza in ogni momento e la sfortuna che lo ha tolto di fra i primi. Martano ha trovato un osso troppo duro per il suo ritorno in campo; ma egli non deve perdersi d'animo; lu sua età non è quella dell'ascesa, ma neppure è inevitabilmente quella del declino; la forma può migliorare e la stoffa c'è sempre. Per gli scomparsi la lezione può giovare per imparare ad aprire gli occhi al momento critico e per fare muscoli e fiato per corse così condotte. Non spetterebbe a me dire che l'organizzazione è stata esemplare: ma lo dico per i nostri collaboratori, per gli amici di Alessandria, Tortona, Voghera, Castel S. Giovanni, che hanno provveduto alla dotazione ed alla organizzazione dei traguardi, per il presidente del C. P. di Torino del C. O. N. I. e specialmente per i camerati del C. P. di Piacenza del C.O.N.I., dal presidente Bertolini e dal segretario Della Valle a tutti i loro gregari, che ci hanno fornito opera intelligente, appassionata, preziosa. E il nostro ringraziamento vada all'Eccellenza il Prefetto e al Questore di Piacenza che, dopo aver favorito la nostra manifestazione e disposto un servizio d'orditie inappuntabile, hanno onorato di loro' presenza l'arrivo con il vice-Federale e le altre Autorità cittadine. Soddisfazione di organizzatori e gioia di sportivi ci fanno dire che ìa II Torino-Piacenza ha degnamente ripreso il ciclo che ci ripromettiamo di continuare nella sacra memoria dell'indimenticabile Sandro Sandri. Giuseppe Ambrosini