LA SITUAZIONE
LA SITUAZIONE LA SITUAZIONE Cinica e premeditata è venuta l'attesa aggressione inglese alla Siria. Chi ci ha seguito in queste cronache sa che abbiamo da tempo ritenuto che quanto più la Gran Bretagna fosse premuta nel Mediterraneo Orientale tanto più essa si sarebbe spinta al gesto disperato, contrario ad ogni legge e a ogni dritto internazionale di tentarel'invasione della Siria; così come la sorte dell'Irlanda è strettamente legata non ad alcun rispetto della indipendenza di quel piccolo popolo ma agli sviluppi della battaglia atlantica. La campagna preparatoria di menzogne della propaganda inglese non va presa nemmeno in considerazione ; il pretesto della presenza delle truppe germaniche era già stato ripetutamente smentito e gli stessi inglesi ne avevano dovuto prendere atto; ed è un volgare trucco propagandistico la manovra di imperniare l'azione sui reparti dei liberi francesi agli ordini dei traditori De Gaulle e Catroux. La verità è una sola. Gli inglesi, perdute tante posizioni una dopo l'altra, vogliono ad ogni costo rafforzare, la loro situazione nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente coli' occupazione delle coste siriane e col controllo della linea più efficiente fra )' Eufrate e il Mediterraneo, portandosi in tal modo .a diretto contatto colla Turchia. In vista di questo obiettivo, che non potrebbe mai avere un'importanza decisiva, ma che servirebbe a ristabilire una linea di protezione verso le Indie, il governo di Churchill è passato sopra a qualsiasi principio di morale e di legittimità internazionale; la democrazia britannica ha rivelato ancora una volta il suo vero volto di brutale oppressione imperia¬ listica. Vedremo se e come i calcoli militari del generale Cornwall saranno stati esatti. * * Le prime notizie di carattere militare sono imprecise e scarse; non possono dare un'idea dell'andamento delle operazioni. Le ripercussioni politiche sono già vaste e profonde. A parte l'atteggiamento del governo di Vichy che ha dato corso alle direttive e alle misure da tempo preannunciate, tutto il mondo arabo ha avuto una nuova esplosione di sdegno contro l'arbitrio piratesco di Londra. Dopo l'aggressione all'Iraq garantito da un chiaro Trgttato, il nuovo atto mostra a nudo il piano britannico di porre sotto il suo tallone tutte le popolazioni arabe in modo che esse non abbiano più respiro e che debbano adattarsi al giogo dell'imperialismo inglese alleato cogli ebrei. Malgrado la superiorità di mezzi bellici a disposizione del gen. Wilson, la lotta divamperà più aspra e mortale fra i nazionalisti arabi e il loro nemico, che ha ormai abbandonato le arti di mistificazione politica. Mentre le formazioni di inglesi e di mercenari attaccano la Siria, l'Iraq non è affatto pacificato con lo stato d'assedio a Bagdad e la guerriglia nella regione di Mossul, e la Palestina è percorsa dalle bande di patrioti di Fauzi Bey. * * I paladini d'oltre Oceano della liberta dei popoli come spudoratamente vorranno giustificare la nuova aggressione? Ma essi non ci pensano nemmeno; la loro unica mira è dì approfittare dell'occasione per impossessarsi della Martinica. Ecco già quel falso moralista che fa il paio con Halifax e risponde al nome di Cordell Hull, tirar fuori un accordo colla Francia ( ma di cui non è precisata la data e che probabilmente rimonta ai tempi di Reynaud) e interpretarlo come un'Ipoteca sulle isole caraibiche e sull'oro ivi depositato. * * ■ Il Portogallo è preoccupato per le Azzorre; ad ogni buon conto vi manda dei rinforzi di truppe. Intanto un importante giornale di Lisbona attacca violentemente Roosevelt, il cui discorso ha avuto nell' opinione pubblica portoghese unanime riprovazione. I piccoli popoli cominciano ad aprire gli occhi e a scoprire i loro veri nemici. * * Concludiamo con una notizia di guerra dell'Asse, il quale avrà da dire la sua parola nella nuova fase di guerra mediterranea: Alessandria ha subito un altro violentissimo bombardamento.
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