Sorge la nuova stazione

Sorge la nuova stazione DIARIO ROMANO Sorge la nuova stazione ROMA, giugno. fi. b.) Nessuno riuscirà mai a spiegarci perchè la stazione centrale di Roma continui a chiamarsi stazione di Termini. Questa parola Termini non indica una località vicina o lontana, cosi che il viaggiatore che per la prima voi-ta viene a Roma cerca Termini enon lo trova. Siccome alla stazione sono prossime le Terme di Diocle- ziuno si può supporre che Termininon sia altro che la derivazione di Terme usata dal popolo e quindipassata negli orari ferroviarli, al-loiThè-, regnando Pio IX, i primitreni cominciarono a correre suibinarii. Oppure ( e questa è la ver-sione più accettabile) essa si ri- ferisce alla villa del duca di Ter-mini, don Camillo Massimo, il qua- le al principio del secolo passato acquisto la villa che fu del cardi-na e di Montalto, poi Sisto V (una villa grande quanto una città ericca come un museo) da un certoStraderini, uomo ricchissimo ma~.__t„ in2ensiblle a»ff.glorie del passato, che per avidità di gua- dagno aveva fatto una strage di splendidi alberi centenari! e di belle opere d'arte. Vale la pena di notare l'assurdità di questa denominazione, errata o superala, ora che la stazio- ™ ^Termini non esiste pm e al 5V.°,„E 4™ „pcr sorgere quel a^.TLkJ?, ,P , la nera tettoiache aboliva la luce del giorno, ri-dotta la. facciata ad un semplice paravento, diroccati quasi tutti i muri laterali, somigliante insomma allo spettro di se stessa, non conserva che i binarii lungo i quali i treni si succedono in tutte le ore Gu uffici, spostati nei punti più ec- centrici, sono provvisorn e disa- dorni come quelli delle città fu- neslatc da un terremoto o da un bombardamento: uffici di fortuna,difficih a scoprire, raggiungibili con parecchi giri viziosi. In compenso sulla via Principe di Piemonte già si delinea un fian-co dell edificio in costruzione, enormc e solenne copie può esseretutto inquello di una cattedrale unto intravertino romano, cioè di quel co-ci pacato che e il colorejpurtroppo^ sempre piùloic caldo di Roma rai ca ro) con due ordini di grandi ai-te. Un altro fianco, quasi dellas e-sa lunghezza, cornsponderà suvia Marsala, mentre la facciata abbastanza arretrata in confronto . , a quella vecchia, sarà formata daun colonnato pure di travertino, binato e terminato da un attico. L'interno avrà per tettoia il cielo e sarà diviso dall'esterno da unavetrata, permettendo di vedere il movimento dei treni e dei viaggiatori, cioè dando uno degli aspetti caratteristici della vita di una metropoli a chiunque si fermi a guardare. Questo edificio centrale sarà lungo 232 metri e destinato ai viaggiatori in arrivo, mentre quelli in partenza entreranno da via Principe di Piemonte, dove troveranno un grande bacchi L'ala di via Marsala, invece, sarà divisa in tre zone: la prima, contigua a Piazza dei Cinquecento, . . .. , . ..- t buio, i ristoranti, le saie ai aspet-to, te rivendite ai giornali e ai ta-conterra gli uffici dì informazioni,il bagagliaio, 1 agenzia, la banca, la posta e il telegrafo; la secondala Sala Reale e Imperiale; la ter-zo. altri uffici. Inoltre in tre pianisotteiranei saranno disposti ufficie servizi, si accederà ali albergo diurno e in un altro piano sotter-raneo, in corrispondenza alla fac-ciata, alla chiesa. Tra le due ali correranno undici coppie di binarii fiancheggiati da marciapiedi lunghi 350 metri e larghi 9, coperti da pensiline ad ombrello e comunicanti fra loro mediante sottopassaggi. Tra le scale di accesso ai sottopassaggi si potrà sostare in un saletta fornita del bar. Due vaste piazze si apriranno, una per via Marsala, l'altra per via Principe di Piemonte: la prima, in corrispondenza della Sala Reale, comunicherà con la Città Universitaria e col Ministero dell'Aeronautica; l'altra metterà meglio in evidenza il grandioso ninfeo degli orti Liciniani definito erroneamente tempio di Minerva Medica, per la falsa credenza che qui fosse stata ritro vata'la'sTatua dl^lade^rrnéì Stti« S il !k.?fa^-SSSS ^^ffir^l-SS? ha un serpente nei capelli, simbolo della scienza di Esculapio. Anche gli avanzi deìle Mura Servia ne, rimasti finora nell'interno, fa ranno parte della piazza dei Cin queceiito. E' troppo presto per giudicare la nuova stazione, ma, limitando-si a ciò che di essa appare com-piuto, si può lodare la sua archi- lettura nobile e pratica insieme, tale cioè da rispondere alle esi- genze dell'arte e a quelle della funzionalità. Difatti, mentre essa rivela lo scopo cui gli edifici sono destinati, richiama alla merte le grandi composizioni romane, come i grandi porticati delle basiliche e dei fori. Se è vero che una stazione non deve somigliare ad un tempio, e sarà ugualmente utile se costruita con la massima semplicità, non è nien vero che siamo a Roma, ossia nella città più monumentale del mondo e che, in tal caso, si può fare unaeccezione alla regola, consideran- tio la stazione come il vestibolo dclla città, che ad essa deve into- nai si. Finora Roma ha avuto unastazione di una stupefacente ba-nalità ottocentesca, sottoposta a verniciature ed a mascherature ogni volta che si voleva accoglie-re degnamente un ospite illustre, come avvenne tre anni or sono in occasione della visita del Cancel- licre Hitler. La nuova stazione sopprime questo inconveniente: resta la questione della piazza deiCinquecento e delle due piazze lateiali Oupstp due vanno stu- d^ate pensando che sianoci^ a Ro- ma oìianto all'altra -cet- ma. guanto a" altra, se si eccet Ka^teTermT di' Diocleziano Tl„ da r^mniacersi- tronnó medFocre e nreffiosTNoveCM-meaiocie e pretenzioso in ove^en to vi sopravvive e vi sopravvi-vera chissà per quanto tempo.Per non accorgersi del resto, bi-sognerà perciò sfruttare più chesia possibile il meraviglioso sce-nano de le Terme non solo ripor-tiim'o alla luce il tracciato nel lato di Santa Maria degli Angeli e quello verso la stazione, ma escogitando soluzioni che ne mettano in valore la monumentalità. Nella recente Mostra dei progetti di urbanistica della Scuola Superiore di Architettura ha richiamato l'attenzione un progetto di sistemazione delle Terme, presentato da un gruppo di giovani architetti e consistente in un raccordo che potrebbe essere semicircolare o longitudinale fra il livello più basso delle Terme stesse e quello più alto della stazione. Varrà la pena di considerarlo attentamente, mentre, da parte sua, il professore Moretti, che procede con grande amore e con somma cautela al restauro dell'insigne monumento, provvederà come è sua intenzione, a demoliretalune di quelle costruzioni poste-riori che non meritano di soprav-jjivcre»

Persone citate: Camillo Massimo, Hitler, Imperiale, Montalto, Moretti, Pio Ix, Sisto V

Luoghi citati: Piemonte, Roma