Beghe tra ebrei

Beghe tra ebrei Beghe tra ebrei Bernstein contro Maurois Parigi, 28 maggio. Appena giunto sul suolo americano, dopo essere fuggito da Parigi al tempo della disfatta, il disertore Henry Bernstein ha fondato un movimento del quale si è autoeletto capo inamovibile ma che ha incontrato scarsissimo favore persino fra 1 suoi compagni di razza e di religione. Visto che la montagna non andava verso di lui, è andato lui verso la montagna; e per cominciare ha preso a partito un altro ebreo, il romanziere André Maurois, indirizzandogli pubblicamente questa, lettera: « Mio caro amico, il vostro si lenzio e la vostra astensione di nanzi alla lotta che noi abbiamo Iniziata per ristabilire le possibi lità di una rinascita democratica hanno vivamente colpito gli emigrati di ogni Paese che si sono riuniti attorno al mio nome e al mio programma. Voi sembrate testimoniare al maresciallo Pétain una considerazione che è fuori luogo In un momento come l'attuale. Voi dimenticate che siete ebreo, che noi siamo ebrei, e che mai si è presentata un'occasione più bella per dimostrarlo. Voi l'avevate già dimenticato cambiando il nome di Herzog per quello di Maurois. Voi lo dimenticate ancora optando per la Francia del maresciallo mentre la nostra scelta è fatta: ed è quella della democrazia e della libertà che gli ebrei, ai quali abbiamo la fierezza di appartenere, intendono difendere. La vostra abdicazione in un slmile momento può sembrare una diserzione. Io credo che il mio dovere, in qualità di capo del movimento organizzato dagli emigrati, è di spingervi a scegliere. O con me o col maresciallo. Noi attendiamo la vostra risposta e vi giudicheremo per quello che essa sarà». André Maurois gli ha risposto: « Mio caro amico, i vostri accessi di megalomania inquietano da parecchi anni i migliori amici che avete. Io non sono affatto sorpreso di esserne a mia volta la vittima. Nè la solidarietà etni ca nè la solidarietà nazionale mi hanno Intimato in nessun momen to di riconoscervi come capo. Voi non ne avevate nè le qualità nò ì mezzi quando la Francia era in guerra. Io non credo che essi vi siano improvvisamente venuti da quando la Francia è vinta. Voi mi rimproverate il nome che porto in letteratura. Mi è permesso di ricordarvi che io l'ho adot tato durante la guerra del '14 quando, mobilitato, scrivevo- «I silenzi del colonnello Bramble »? Il regolamento mi proibiva di firmare col mio nome e io adottai lo pseudonimo di Maurois che mi è rimasto come scrittore. Quanto al mio dovere, l'esitazione sarebbe stata lecita. Ho difatti la sensazione netta che la Francia del maresciallo non è la nostra. Ma la Francia che voi concepite è ancor meno la mia. E poiché voi mi obbligate a scegliere io scelgo: sono per la Francia del maresciallo!^

Persone citate: André, André Maurois, Bernstein, Bramble, Henry Bernstein, Herzog, Maurois

Luoghi citati: Francia, Parigi