DISSAPORI E DISACCORDI tra le Americhe del Nord e del Sud di Amerigo Ruggiero

DISSAPORI E DISACCORDI tra le Americhe del Nord e del Sud DISSAPORI E DISACCORDI tra le Americhe del Nord e del Sud Ripercussioni politiche di problemi economici ^—— ——— I NEW YORK, maggio. Sembra che gli uomini politici americani non siano capaci d'imparare mai nulla. Soprattutto in fatto di relazioni internazionali essi ripetono costantemente gli]stessi errori che hanno il risultato I*s „„,,;..„ „_ i_»„n„ : di acuire frizioni, arrecare intolle rabili offese alle altre nazioni e mettere il loro paese in cattiva luce all'estero. E tutto questo per nulla. Sembra che alle volte siano presi dalla smania di urtare la suscettibilità altrui solo per la soddisfazione che ottengono dallo sfogo delle avversioni represse. Anni addietro si acquistarono la inimicizia irreconciliabile del Giappone per essersi procurati il gusto di proibire del tutto l'immigrazione nipponica come « immigrazione gialla > quando questa era ridotta già a poche decine di persone in seguito al « gentleman's agreement » tra Giappone e Stati Uniti. Ma ai politicanti di Washington l'accordo in parola non bastava: vollero l'offesa deliberata all'unico scopo di dimostrare a se stessi ch'erano assoluti padroni in casa propria. Nessuna preoccupazione delle conseguenze. La stessa tattica è stata adottata ora a proposito dell'importazioni di carni dall'Argentina. E' una faccenda che si trascina da tempo. Mesi addietro i fanatici dell'assoluto isolamento economico degli Stati Uniti sollevarono un putiferio perchè il governo aveva acquistato per l'esercito una certa quantità di carne in iscatola proveniente dall'Argentina. I soliti demagoghi cercarono di aizzare il pubblico presentendo detti acquisti come poco meno di un tradimento verso il proprio paese e un grave, imperdonabile danno arrecato agli allevatori americani. Invano rAmministrazione cercò di far intendere la ragione agli energùmeni dichiarando che la quantità insignificante di carne acquietata, non poteva arrecare alcun pregiudizio all'economia nazionale, nè diminuire sensibilmente i guadagni degli allevatori indigeni e che, inoltre, essa era di qualità assai superiore a quella disponibile nel mercato americano. Ma gli scalmanati non vollero sentir nulla e la quistione fu portata dinanzi al Congresso. L'Amministrazione è da anni tutta dedita ad una politica di riconciliazione e di riavvicinamento con le repubbliche dell'America Latina, che per il passato non hanno avute troppo da lodarsi della condotta del Colosso del Nord a loro riguardo e nutrono profondi rancori per quanto ben dissimulati sotto una spessa vernice di cortesia ufficiale e diplomatica. Avrebbe ardentemente desiderato perciò che il Congresso avesse deciso in favore dell'importazione della carne argentina. Ma questo corpo legislativo, con l'irresponsabilità e la leggerenza con cui frequentemente si comporta in faccende che riguardano l'estero, non ha esitato a scompigliare le fila della trama politica che il governo faticosamente ordisce ed ha votato perchè siano bandite dagli Stati Uniti la carne e la lana provenienti dal Piata. E ciò non ostante sia oramai di ragione pubblica il fatto che la carne in iscatola non venga confezionata in quantità sufficiente in questo paese e 11 prodotto argentino possa essere acquistato ad un prezzo assai più basso non ostante le alte tariffe. Anche in materia di lana grezza gli Stati Uniti hanno bisogno di procurarsene all'estero. Cosi per volere del Congresso i contribuenti debbono esser gravati delle maggiori spese occorrenti al l'acquisto di merce indigena. Ma la conseguenza più seria non è tanto economica quanto politica: l'Argentina in seguito al rabbuffo ricevuto non si sentirà incoraggiata a cooperare economicamente e politicamente con l'America del Nord, come il governo e il popolo qui ardentemente desidererebbero. La cosiddetta politica di « buon vicinato > ha ricevuto un grave colpo dall'azione del Congresso, un colpo che ne ritarderà indefinitamente lo svolgersi normale secondo gl'intendimento degli Stati Uniti. La stampa di ogni colore riconosce che per quanto parecchio sia stato fatto all'intento di migliorare le relazioni tra gli Stati Uniti e i suoi vicini dell'America Centrale e Meridionale, esse rimangono ancora tutt'altro che soddisfacenti. Quando il Dipartimento di Stato iniziò i negoziati per lo stabilimento di basi navali ed aeree in quelle repubbliche circa tre mesi fa, la Colombia che pur viene ritenuta come una delle più favorevoli agli Stati Uniti diede una risposta evasiva e fino al momento in cui scriviamo sta ancora considerando la proposta. In quanto all'Argentina, il governo di quel paese non ha fatto ancora sapere come la pensa riguardo alla richiesta di Washington di una base navale nel fiume Piata. Il Paraguay, che teme disordini e rivolte a causa di quistioni interne, attende che tali conflitti abbiano avuto una conclusione qualsiasi prima di prendere una decisione finale. Il Brasile che, secondo viene qui generalmente ammesso, inclina fortemente per sentimenti e simpatie verso i paesi totalitari, rifiutò nettamente due settimane addietro, di appoggiare o di seguire l'azione degli Stati Uniti riguardo al sequestro delle navi dei paesi esteri e specialmente di quelli dell'Asse, stazionanti nei porti americani. L'unico risultato favorevole alla loro politica che gli Stati Uniti siano riusciti a ottenere è la risoluzione approvata qualche settimana addietro dalle Commissioni Consulenti Economiche e Finanziarie Inter-Americane, con la quale si riconosce il diritto delle 21 repubbliche iberoamericane d'impadronirsi delle navi straniere rimaste inutilizzate nei porti dell' Emisfero Occidentale. La risoluzione non pone alcun obbligo diretto su quei paesi, ma qui , ., la considerano come un buon pas- so verso l'unificazione delle diret- tive politiche dell'intero continen- te. Per quanto le azioni future del- le repubbliche sud-americane mù'che seguire risoluzioni più j teoriche, subiranno l'influsso" deèliTvveiii- ' iimiuMu uegu aweni-; Enmamenti, come giorno per giorno si svolgono. I corrispondenti dei grandi giornali americani dalla repubblica dell'Ecuador, per esempio, non hanno mancato di segnalare come sarebbe difficile farsi un'idea esatta dell'impressione creata in quel paese e in altri limitrofi dalle notizie quasi contemporanee del ritiro delle truppe inglesi dalla Grecia, dal discorso di Lindbergh e dall'attività continuamente crescente degli « isolazionisti » negli Stati Uniti. Cosa in tanto più significante in quanto l'Ecuador è contata come una delle quattro nazioni sud-americane ostili ai paesi totalitari. Amerigo Ruggiero

Persone citate: Lindbergh