Pressione ricattatoria americana sulla Francia e ferma resistenza del Governo di Pétain di Giuseppe Piazza

Pressione ricattatoria americana sulla Francia e ferma resistenza del Governo di Pétain Pressione ricattatoria americana sulla Francia e ferma resistenza del Governo di Pétain Roosevelt invia al popolo francese un messaggio sobillatore eordina il sequestro di tredici navi tra le quali il "Normandie,, Berlino, 16 maggio, ileIl messaggio di Roosevelt al po-|mpolo francése, in cui in nome | dnientemeno che di una retta intcr-, èprefazione della politica di armi-! pstizio — della quale è ben strano 1 rvedere un paladino proprio da [èparte anglo-sassone — si preten- gde di diffidare un popolo di Euro-; inpa contro i pericoli di una sana e j alegittima coscienza di solidarietà ; scontinentale, fornisce ancora una,uvolta la prova la volontà di inge-jnbèsdrenza del Presidente americano nelle cose europee; ma nello stesso tempo costituisce un eloquente anticipo delle amarissime delusioni che alla coalizione anglo-sassone non mancherà di procurare la sua pervicace illusione di far dettare leggi a un continente, che per troppi segni dimostra di potersi e di volersi deliberatamente organizzare senza l'Inghilterra e contro l'Inghilterra. Malafede americana Di queste amare delusioni, che romperanno e rompono già l'alto sonno nelle teste degli inglesi, sognanti ancora ad occhi aperti i bei tempi della loro tramontata potenza europea, si ha l'altro segno nella reazione tempestosa che ha accolto il signor Eden alla Camera dei Comuni alla prima notizia della politica di collaborazione europea annunciata dal maresciallo Pétain, seguito dei contatti avuti in Germania col Ftthrer e con il ministro von Ribbentrop dall'ammiraglio Darlan. Anche in questo caso il più e il meglio delle speranze britanniche si era concentrato sull'azione americana, la quale, rinnovando i fasti della pressione diplomatica dell'ultimo momento su Belgrado per distoglierlo dall'aderire al Patto Tripartito, ha anche questa volta mobilitato tutte le risorse diplomatiche del suo rappresentante a Vichy, ammiraglio Leahy, col solo risultato per altro di sentirsi confermare direttamente dal vecchio Maresciallo quel che già precedentemente l'ambasciatore De Brinon aveva in maniera non cquivoca fatto intendere alla stampa, americana a Parigi: che cioè la Francia si rifiuta di costituirsi in Europa sfera di influenza di una potenza extra-europea, sctmmttscavrqesnznhlssmtdcaLdQuesta è la semplice verità; ed I è una verità troppo palmare, e che può troppo chiaramente e immediatamente essere intesa da ogni sana coscienza popolare, perchè la speculazione del signor Roosevelt di separare anche questa volta la retta coscienza del popolo francese da quella dei suoi bene intenzionati dirigenti, possa avere successo. Questi tentativi americani si basano sempre — si osserva a Berlino — sulla balzana idea di una Germania carceriera, la quale sarebbe isolata in mezzo ad una Europa, che attenderebbe, insieme con lo stesso «civilizzato popolo tedesco» nient'altro che la liberazione dalla tirannia nazionalsocialista, promessale or ora dal vice-presidente americano Wallace. Nessuna cosa più di questa grezza, assurda e ridicola rappresentazione di una Europa ridotta a un ergastolo guardato a vista dal carceriere germanico è capace di mostrare in tutta la sua paradossale realtà la primitività, più ancora che la malafede, dell'America. In Germania vi si oppone in primo luogo la rappresentazione legittima di un popolo fino ad un certo punto « civilizzato » di conoscenza del signor Wallace, il quale andrebbe a sua volta liberato dalla schiavitù giudaico plutocratica che non gli consente di esprimere e far valere la sua volontà di pace. Questa volontà di pace che fece solenne oggetto di un patto di fedeltà popolare e costituzionale che ha portato alla conferma dei suoi alti poteri il capo stesso dello Stato, viene dalla detta cricca plutocratica giudaica giorno per giorno violentata, ricattata e programmaticamente forzata per trasformarla proprio nel suo opposto: nella volontà cioè di una guerra, la più assurda e la meno conciliabile con gli interessi del popolo tradito e tiranneggiato. In secondo luogo, in questa falsa e interessata rappresentazione di una Germania isolata dalla società dei popoli di cui per merito del suo lavoro e per valore delle sue armi è chiamata a determinare i desti ni, si oppone a Berlino la rappre sentazione di una Europa che sempre più visibilmente attorno a questa Germania fa corpo aumentando e accentuando i segni di una solidarietà continentale che dalla Manica all'Egeo, dal Danubio al l'Ebro, costituisce la apparizione che accompagna i successi dell'Asse assicurando l'avvento sicuro di un migliore domani per i popoli di Europa. L'Europa contro l'Inghilterra Contro la malafede e più semplicemente contro l'ignoranza e la primitività di queste concezioni americane a Berlino si fa osservare come anziché di una Germania isolata in mezzo ai popoli su cui esercita la sua volontà ordinatrice, è di un isolamento dell'Inghilterra che si deve parlare, iso-cssfsrRlamento il quale già autorizza a concludere ad una involuzione e atrofizzazione della potenza britannica. La realtà di questa guerra, preparata da una lunga crisi, la quale avrebbe ben permesso uno schieramento tempestivo così delle grandi come delle piccole potenze nell'Europa e nel mondo, dimostra una cosa sola: che il mondo, così delle grandi come delle piccole potenze, nella sua stragrande maggioranza, non ha voluto sposare la causa dell'Inghilterra, e si è rifiutato di identificare questa causa come quella deila umanità. All'Inghilterra non facevano difetto nè il prestigio, nè la forza necessaria per indurre il mondo a fare causa comune con lei, ne a questo scopo essa rispar-itmiò in nessun momento gli sforzi ddiplomatici necessari. Il risultato cè stato però che nessuna grande spotenza, nè europea, nè extra eu-j dropea, dalla Russia al Giappone, nè con lei, e per quanto riguarda ! cgli Stati Uniti le laboriose more; e in cui la propaganda bellicistica gamericana si dibatte e si incaglia! fstanno sempre li a dimostrare che i buna metà del popolo americano dnon è per l'Inghilterra. Degli Stati ! fbalcanici il meno che si può direi cè che, tranne due, tutti gli altri < rsi sono rifiutati di seguire le sorti ddella potenza britannica; e dei pae-, esi ancora neutrali del resto del continente, nè la Spagna, nè il Por-I togallo seguono l'Inghilterra, anzi, i mentre la Spagna e idealmente ini cmaniera decisa con l'Asse, dal Por- j Vtogallo ogni giorno di più aumen- gtano i segni di una crescente co-1 mscienza di difesa e di solidarietà | scontinentale che gli oscuri piani ìpaccarezzati dagli anglo-sassoni cvengono ancora maggiormente a Drilevare. |uL'ultimo di questi esempi, e.dquello che dovrebbe essere il più geloquente, di una crescente co-!Sscienza europea viene ravvisato j vnei confortevoli segni di matura-imzione che vengono ora segnalati pnelle manifestazioni francesi che ahanno seguito alle interviste del-'dl'ammiraglio Darlan in Germania; 1 rsul contenuto di queste interviste ì usi continua tuttavia a Berlino a j dmantenere il più assoluto riserbo'stanto più che la materia stessa cdelle conversazioni è dichiarata tcome ancora in corso e destinata da fare oggetto di ulteriori contat- n ti. La stampa tutta si astiene cosi] di conserva con gli ambienti uffi-S ciosi non solo da ogni presa di po-lsizione propria, ma anche .perfino dalla pura e semplice pubblicazio- ne cronistica delle manifestazioni così di Pétain, come di Roosevelt Ie di Eden al riguardo. Ciò non si-ignifìca naturalmente — come si fa rilevare ■— alcun disinteresse, i bensì soltanto vuole sottolineare ili desiderio di lasciare all'opinione!francese libero corso di affermarsi contro i tentativi di influenza e di! ricatto chc direttamente la riguar-1 dano come membro della famigliai europea, iCollaborazione in cammino L/importanza del contatto f ranco-tedesco tuttavia, e la favore- V0)e atmosfera in cui esso si svol- ge SOno stati rilevati da un com- ;mento dell'organo ufficioso tede-i sco cne sj pubblica a Parigi, la i paris'er Zcitung, in cui, riferen- ciosj ancora ai colloqui avuti dalDarlan in Germania si parla di!una «ulteriore tappa sulla via:della fiduciosa collaborazione dal'[governo francese coperta con Schiara decisione». Il giornale! valorizza la tappa raggiunta co-1 me «un impulso per una decisa! promozione dello spirito di fiducia ;al fine di un fecondo inserimento!della Francia nell'Europa futu-ra », e conclude preconizzando : una continuazione dei contatti e |delle fruttuose conversazioni, verso possibili accordi, sempre che il compartecipe francese faccia tutto quel che sta in lui per consolidare realmente su solide basi la nuova politica. Da rilevare infine come per la prima volta dall'armistizio in qua ì giornali francesi vengano ripor- tati a Berlino come espressione importante e significativa di pub- blica opinione; e da queste cita- zioni viene concordemente rileva- ta l'importanza dei contatti fran- co-tedeschi e sottolineato il rifiuto della nuova Francia di costituirsi strumento e campo di influenza in Europa di potenza extra europea e anti europea. Come importante viene anche rilevato il fatto che tali voci di stampa francesi, che' si pronunciano per un inserimento della Francia nella nuova co- scienza solidale del continente europeo, espressamente comprendono in quest'opera di rinnovamento spirituale e politico anche " Nord Africa, che viene designa 10 come la continuazione e il com-1 plemento naturale del continente stesso, ciò che corrisponde, come è noto, alla concezione determi-nante ael Patto tripartito che la umtà spaziale euro-africana ha "0?.1/? co™ bas? della realtà geo- politica, del nostro emisfero. Tari- J? Piuf condannevole ne risulta 1.attentato costituito dalla nuova pressione ricattatoria della diplo- mazia. americana, la quale ha rin- nova.t01 fa«ti dei Bulhtt incendia- '! °'^ur°PaPercVi „ra.ncla "1 «•eynaua fece gettito a suo Lem- P° del prezioso patrimonio di pa- ce e di collasorazione^europea che si era assicurata nella dichiara-,zione del dicembre 1938. La Fran- eia eh Petain dice di avere ormai troppo di quella esperienza e di,quell errore. Giuseppe Piazza ,i

Persone citate: De Brinon, Leahy, Petain, Roosevelt, Roosevelt Ie