IL RAPPORTO DI CAVALLERO AL DUCEsulla conclusione della guerra contro la Grecia

IL RAPPORTO DI CAVALLERO AL DUCEsulla conclusione della guerra contro la Grecia IL RAPPORTO DI CAVALLERO AL DUCEsulla conclusione della guerra contro la Grecia L'esercito nemico era stato frantumato dalla nostra offensiva del marzo,! propugnata e diretta da Mussolini, tanto che l'improvviso intervento della Jugoslavia non consentì ai greci di forzare il fronte italiano j Al Duce è pervenuto dal Capo di Stato Maggiore Generale, Comandante Supcriore dello Forse Armate in Albania, la seguente lettera: « Duce, « in questo teatro di guerra ove si è per sei lunghi mesi tanto aspramente combattuto, v'è una breve zona che porta le traceie più profonde della lotta ivi sostenuta, sintesi palpitante dello sforzo e del valore italiano. Essa comprende la quota 731 e l'altura di Monastero. Terre no « carsico » « Voi, Duce, conoscete quei luoghi e foste diretto testimonio dell'eroico sacrificio dei nostri fanti che vi combatterono nel marzo decorso. Quella stretta dorsale, protcndentcsi sulla valle Desnizza per un paio di chilometri, presenta l'aspetto delle posizioni del Carso più aspramente contese, e come sul Carso, la battaglia vi infuriò con spaventoso accanimento; ogni palmo di terreno reca tracce multiple di colpi di artiglieria e di mortai, nostri e nemici; armi infrante o abbandonate, fucili stroncati, cannoncini avversari smontati dal nostro tiro, bombe a mano, caricatori vi sono sparsi ovunque; un grosso carro armato giace sventrato da una mina; molti sono i nostri caduti raccoltivi dopo l'ultima avanzata e pietosamente inumati sul posto dalle nostre squadre; le trincee nemiche che, prese e riprese, contrastavano il passo ai nostri assaltatori, sono state trovate piene di cadaveri. Nessun'altra posizione potrebbe, con pari efficacia, documentare, col suo presente aspetto .l'accanimento con cui fu condotta dai nostri soldati la vittoriosa offensiva del marzo, quella che, da Voi propugnata e diretta, portò così rudi colpi alla compagine dell'esercito greco da disgregarne la' consistenza e renderne impossibile ogni ulteriore conato. « 77 giorno 22 febbraio, quando ebbi l'onore di comunicarvi per telefono che la grande offensiva nemica, iniziata il giorno 13 contro Tcpeleni, era stroncata, Voi mi ordinaste di sollecitare la preparazione, già da Voi prevista, della controffensiva. <: Così allorché il 2 marzo Voi giungeste in Albania, non solo il capovolgimento della situazione a nostro vantaggio era realizzato, ma le grandi unità della riserva erano state riordinate e si stava ultimando lo schieramento delle msptaachdspdgiteppreretatrgmlelenl'cm3cbl'l'ntogpzcosiartiglierie di rinforzo affluite dal-! dl'Italia, cosicché la preparazione | dìgtodell'offensiva era quasi ultimata. Tepeleni-Berat « Di fronte a noi, il nemico, tuttora orientato, nonostante i rovesci, secondo il motto: « Tepoleni fld ogni costo », aveva predisposto un nuovo grande tentativo che ebbe inizio all'alba del 6 marzo nel settore di Tepeleni, e che era previsto dovesse poi estendersi, verso il giorno 15, al settore di Berat, per aggirare Tepeleni da nord. « Che il comando greco volesse compiere contro di noi uno sforzo eccezionale, è dimostrato dal fatto che, a questo fine, esso aveva portato nei settori Vojussa e Desnizza la 17.a Divisione già a riposo nel Corciano, più due Divisioni (Sesta e Settima) ed eie- zirepssnd«an'tiscmtracilp\somenti di una Divisione celere di nuova formazione, queste ultime tre prima destinate al fronte bulgaro, tuttociò in aggiunta alla grande densità di forza che si era già venuta ammassando nei detti settori. « Nei giorni 6, 7 e S, la pressione nemica contro le nostre po-ìa - ».-. _,ige1 ichI deI lalalsizioni a cavallo della Vojussa si esercitò con sforzi che apparvero disperati, senza ottenere alcun risultato. « Ma già il giorno 9, prima che l'attacco avversario si pronunziasse anche nel settore di Berat, noi scatenavamo quivi la nostra offensiva, alla quale, secondo i Vostri ordini, era stata destinata la massa delle forze e dei mezzi disponibili, e nel settore della Vojussa passavamo in pari tempo al deciso contrattacco. Questa nostra azione nel settore di Berat si proponeva di dare alle forze avversarie, colte in crisi di preparazione, un netto arresto, di romperne la fronte ed infliggere ad esse un colpo decisivo. Le perdite elleniche « Al nostro sforzo, il nemico oppose la più accanita delle resistenze; ma mentre gli fu preclusa la possibilità di alimentare più scstmqul'avSqumDgvl'euessfvvtaIXncteefroltre lo sforzo in vai Vojussa, esso'zlogorò nella disperata difesa le Idsue ultime divisioni efficienti; va-| ri reggimenti furono disciolti occontratti durante i combattimenti, cin un solo battaglione e le rispet-!ztive bandiere ritirate dietro il gfronte (alcuni prigionieri dichia-| srarono: « Le perdite sono sta,te i Sdavvero terribili, specie quelle [scausate dall'artiglieria e dall'a-j eviazione; un altro bombardamene pto come quello sofferto in questi| ultimi giorni e i soldati greci get- svteranno le armi». Un altro pri-,c gioniero aggiunse: Un terzo'1dell'esercito non esiste più por i r morti, foriti, congelati e di-| spersi»). ;t« Per vero, la misura dei risul-: ttati da noi conseguiti in questa!cazione, a prescindere dai pochiItchilometri che riuscimmo a gua-! dagnare nella profondità del di-1 tspositivo avversario, ci è data dalle perdite spaventose che ingiiggemmo al nemico e dalla letterale distruzione di ogni sua capacità di lotta; e ciò anche se la poderosa organizzazione del terreno, che esso era riuscito a crea-jre, gli aveva risparmiato il to-■ Ltale sfondamento del fronte (al- tri prigionieri denunciarono: <; 11 giorno del bombardamento — 0 marzo — le compagnie letteralmente decimate e il mora turono le talmente scosso che tanti di noi avevano fissa nella mente, l'idea di disertare»), ! «Sappiamo oggi con certezza!che furono semidistrutti i reggi-! menti di fanteria 2°, 5», 13", 19'.|33", 39", Euzones e 50". Ma oltre a!ciò altri segni manifesti dell'inde- j bolimento morale e materiale del-l'esercito nemico si ebbero dal- l'entrata in linea di classi anzia- ne anche non istruite; dall'inizia-,to arretramento di comandi e ma- gazzini; dall'insistenza con cui si1 prescrisse ai reparti di organiz-i zare a difesa ogni posizione; dal! constatato inizio di lavori clifen-! sivi dove prima non esistevano;! dal ritorno in linea dei reparti dopo periodi di riposo quasi insi-j gnificanti; e, infine, dal constatato continuo aumento delle diser-i zioni anche presso reggimenti di' recente entrati in linea. t«Mentre ciò avveniva dalla Iparte avversaria, no, ci eravamo ff,-, v. , . . T, !sulnto preparati, in base ai Fo-cstn ordini, per una seconda nsw-jne a carattere risolutivo, parten- fdo questa .volta dalla linea dei «Jl/rt/i». Nuove strade si erano'. aperte in quel settore impervio.'nuove artiglierie s'erano schiera- s'tiJ^T^ZR sclussimc per essere pronti a fine Nmarzo; quando ad un .ratto I e a- trarr, in guerra della/»ffOsta»»aJfci imponeva di sguarnire in parteIil fronte sud (250 chilometri) /ic/jprovvedere allo schieramento rei-; so il nuovo avversario (1,60 chilo- Pa gento I ■ . _ . . ,. |La UreCia in ginocchio ! s« Fu proprio in questo momento,cche i risultati della nostra azione|del marzo ebbero il loro pieno col-1 laudo. La mia preoccupazione, che jmallora Vi esternai, era che, *Ué&|^notevolmente il nostro schieramento contro i greci, sti sferrassero con tutti i loro c, .Nwói rntrmezzi un attacco combinato contquello delle forze jugoslave. Ic«Avevamo infatti notizia che ssgl'azione principale jugoslava do veva pronunciarsi nel settore di Scutari, e che sulla conquista di questa città i serbi contavano fermamente per poscia procedere su Durazzo e Tirana; e che, conseguentemente, l'esercito greco avrebbd dovuto agire da sud. Se l'esercito greco avesse conservato una minima capacità di offesa, esso non si sarebbe certo lasciata sfuggire una simile occasione. Invece, delincatasi l'azione jugoslava, noi non avemmo che una limitata azione greca sul fronte della IX Armata, condotta bensì accanitamente ma con forze msufficienti (una sola divisione) per poter conseguire lo scopo del tutto evidente di rompere il nostro fronte e porgere la mano alle for- ze jugoslave operanti da Dibra e da Struga. «Del resto si è saputo di poi che, verso la fine .di marzo, prima cioè che si pronunciasse lo sforzo germanico partente dalla Bul gatia, l'allora presidente del con siglio greco aveva espresso al suo Sovrano la convinzione che l'esercito era arrivato al limite estremo del logoramento e nulla più v'era da attendersi, « E' dunque in quella battagliaA svolta secondo le Vostre direttive] c sotto la Vostra guida, dal 9 ali 14 marzo, che l'esercita greco nt.'c rrt ricettirfo il colpo decisivo. 1 « A simbolo di quello sforzo vit-torioso compiuto dalle nostre truppe può essere assuntala zonache comprende la quota 731 e l'al-tura di Monastero. Colà lo spirito eroico dei nostri fanti rifulse in tutta la sua luce; colà rivivono, jcingere la zona" (che ha l'ampiez-L- di rm... mptv-, -,r.nn „-r%nn J °L o,,l.i=P" 11 attraverso i segni della fierissima lotta, tutte le gesta gloriose delle quali l'intero fronte, dal Tomoriallo Scindeli, fu testimone in queigiorni. « Già si è provveduto a far re-cingere la zona (che ha l'ampiez' in guisa che non subisca nè me-nomazioni nè alterazioni; non solo i nostri Caduti vi sono pietosa- mentc tumulati, ma hanno avutosepoltura anche i nemici rimasti sul terreno. , ! «Sulla vetta della quota ,31 !stcncle 0,"a 16 sue oracela un'alta ! cr°ce su basamento di pietra. Ma |rltcnS° che quell'area debba ri!cevere un:i P1U completa e durej ™le sistemazione e mi permetto * proporVi, Duce, che essa sia ™ohiarata zona sacra, e che su 1 essa cl°°ba sorgere il sacrario I,(lci n,oslri eroici Caduti nella guer- ! ra d Albania 1 i Gencralc Ugo Cavallcro. I Movimenti di nostre colonne motorizzate nella zona occupata della Grecia.

Persone citate: Berat, Dibra, Duce, Mussolini