Il Consiglio dei Ministri alla Reggia presieduto dal Re e presente Ciano

Il Consiglio dei Ministri alla Reggia presieduto dal Re e presente Ciano Il Consiglio dei Ministri alla Reggia presieduto dal Re e presente Ciano (Dal nostro inviato) Tirana, 10 maggio. L'aeroplano del Re arriva sul cielo di Tirana che sono le 11 del mattino. Due squadriglie da caccia lo scortano. Scorta d'onore; scorta di guerra. Uria squadriglia da caccia gli è mossa incontro. Il tempo è grigio e piove minuto e fitto. Sul campo di aviazione sono convenuti a ricevere l'augusto nostro Sovrano il conte Ciano, il generale Cavaliere il luogotenente Jacomoni, le eccellenze Verlaci e Toci, il generale d'aviazione Ranza, l'ammiraglio Sportiello, 1 comandanti dell'XI e IX Armata Pirzio Biroli e Geloso, il comandante della Milizia fascista albanese Palladio. Il luogotenente generale Jacomoni è con il presidente del Consiglio superiore fascista corporativo Toci, i ministri del gabinetto albanese, il senatore Markagioni, il ministro Parini. Sono pure presenti i Consoli di Germania, di Romania e di Bulgaria, il tenente colonnello di stato maggiore Speth in rappresentanza della missione militare germanica. Inoltre sono presenti sul campo tutte le autorità e gerarchie. E' la prima volta che la Maestà del Re arriva in Albania e vi giunge che la campagna di guerra sul fronte greco e su quello jugoslavo è appena conclusa. Il Re arriva in un Regno, secondo la espressione di un illustre personaggio, « quasi triplicato » in confronto a quello di cui accettava la corona due anni fa. Per questo quando l'apparecchio che reca Vittorio Emanuele III e il suo seguito, sovrasta il cielo del campo di aviazione, si abbassa, tocca terra e avanza nella fanghiglia, con il bel gagliardetto reale azzurro che palpita al vento delle eliche, la commozione che il cronista intuisce, tutt'intorno, in quella virile assemblea, è di una natura particolare. Ora il grande « S. 82 » guidato a terra dalle bandiere da segnalazione bianche e rosse di un sottufficiale dell'aeronautica, è arrivato al punto giusto, stabilito dal cerimoniale. Il rito dell'ospitalità L'apparecchio si arresta, i motori si placano e la porticina laterale viene aperta. Ma ecco già apparire sul primo gradino della scaletta di metallo la Maestà del Re; Egli è in alta uniforme di Primo Maresciallo dell' Impero con il collare dell'Annunziata e le insegne dell'Ordine della Besa, la più alla onorificenza albanese. Si fanno a riceverlo il conte Ciano in uniforme di campagna di tenente colonnello di aviazione, il generale Cavallero, Capo di Stato Maggiore generale e capo delle Forze Armate di Albania. Subito dopo il luogotenente generale, accompagnato dal Presidente del Consiglio Verlaci e dal presidente del Consiglio superiore fascista corporativo Toci offre al Sovrano, in un piatto di argento, il pane e il sale dell'ospitalità albanese. I gruppi delle personalità, dei diplomatici, dei Ministri, degli ufficiali sono ancora compatti. Ed ecco che il Re muove verso i suocollaboratori e i suoi soldati per passare in rivista la compagnia d'onore. E' la bandiera del 49" Reggimento fanteria della Divisione « Parma » che è stata designata a rendere l'onore al ReSono 'soldati della « Parma », marinai, aviatori che formano la compagnia d'onore di formazioneIl Re passa davanti ai soldati, amarinai e agli avieri sul presentatami e saluta, saluta con un piccolo gesto scattante della mano inguantata. II Re è passato, raggiunge la sua grande macchina grigia scoperta, e prende posto. Al suo fianco siede il presidente del consiglio Verlaci, e il corteo delle macchine si avvia oltre i cancelli decampo di aviazione lungo la strada 28 Novembre, la piazza Scanderbeg, la strada di Elbassanverso il palazzo reale, solitario sulle colline che dominano Ti rana. L'incontro con il popolo L'incontro tra il Sovrano e ipopolo schipetaro avviene cosi. Eun incontro semplice, cordialecommosso e contenuto. La simpatia, l'affetto e la riverenza del popolo albanese verso Vittorio Emanuele era di vecchia data. Questnon è che un riconoscersi. Ipopolo albanese ha offerto in questa guerra un collaudo definitivper quel che riguarda il suo attaccamento alla Corona, all'Italia e al Regime. Sono qui gli irredenti del Cossovo, della Ciamuria, ardenti o o o a e fierìssimi nei loro costumi festivi. Sono testimonianza di tutte promesse mantenute. Nel maggio del 1940, alla vigilia, si può dire, dell'entrata in guerra dell'Italia, il Ministro degli Esteri italiano assicurava la. popolazione del confine scutarino che l'Albania sarebbe stata restituita, sotto l'egida dell'Italia, ai suoi confini nazionali. E ora la guerra che ha fatto più grande l'Albania è finita. Durante questa guerra, 800 mila albanesi vissero a contatto di gomiti con forse mezzo milione di italiani. Il cronista non sa se lodare di più l'ospitalità dei nativi o la buona educazione degli ospiti. In piazza Scanderbeg una statua della vittoria è stata inalzatala tempo di primato. Sta all'om- !bra della vecchia moschea di Soleiman Pascià, bianca come il latte cagliato. Piove sulle bandiere, piove sui pennoni, piove sugli archi e piove sulla città. Sotto la pioggia. Tirana prende i colori di un delicato pastello, colori tenui, rosa salmone e verde pisello. E' questo il volto che abbiamo conosciuto a Tirana durante la guerra. Ma a Ivoler essere schietti un poco di Isole non avrebbe guastato. INon appena il corteo imbocca fa via Principe Umberto, tutta la jfolla esplode in un applauso fragoroso ed in grida di evviva, mentre i reparti militari presentano le armi. L'indirizzo del Podestà Il corteo sfila lentamente, come per cogliere questo appassionato saluto che il popolo schipetaro indirizza al proprio Sovrano, che per la prima volta prende contatto con lui, All'ingresso della città il corteo sosta e il podestà legge al Re e Imperatore il seguente indirizzo: « Sire1. « Sono orgoglioso di rivolgervi il primo saluto, a nome della capitale del Vostro Regno di Albania. « Il popolo di Tirana Vi dirà fra poco, con la sua voce affettuosa e vibrante, la gioia di vedere il glorioso Re sulla terra albanese. « Vi abbiamo tanto atteso, Maestà. « Questo vostro popolo di Alba- nia non ha mai dubitato, fin dagli antichi tempi, che la felicità sa- rebbe giunta soltanto dall'unione con l'Italia, setto la corona dellaVostra augusta Casa. « Due anni appena sono trascor-si dal giorno auspicato della con- segna a Vostra Maestà della co-rona di Scanderbeg e, attraversovicende e prove insieme vissute, irti/e popoli si sono più. affratellati.più alto e il numero dei cittadinialbancsi e italiani che vivono uni-fi e concordi, è un esempio di fra-ternità e di fecondo lavoro. «E così è in tutta Albania, eco.sl sarà per sempre, nel tempo. « Siate benvenuto, Maestà, nella« voatra Tirana ». Il Sovrano ascolta con viva at-tenzione, dando segni di compia- cimento, e alla fine rivolge al po-desta parole di ringraziamento. Lentamente il corteo riprende asfilare, e il Sovrano risponde al-l'ardente saluto del popolo. Ora la città vera e t , „ . prtlY epassata. Il Re passa davanti a unospedale da campo: i feriti chehanno potuto, sono fuori a salutarlo. La strada di Elbassan sale decisamente. La villa reale è sulla destra con i suoi recinti di archetti bianchi. E' una costruzione squadrata che si afferma con qualche pesantezza su bellissimi giardini all'Italiana. Si può dire che venga inaugurata oggi. Sono i soldati della guardia reale albanese, che i romani hanno preso a ben volere, di servizio a! palazzo, con le loro pittoresche e smaglianti uniformi. A ricevere la Maestà del Re e Imperatore sul limitare della villa è il luogotenente generale Jacomoni nella uniforme grigioverde del suo rango e della Sua carica. Sono presenti alcuni alti funzionari della Luogotenenza. Il Re visita ora rapidamente ipalazzo accompagnato dal Mini stro Conte Ciano. L'opera archi-tettonica è del professor Bosio recentemente scomparso. Si esiterebbe a definire lo stile, che è moderno, funzionale e insieme neoclassico. Mobili, tappeti, arazzi, stucchi, decorazioni, tutte è nuovo, ad eccezione di qualche preziosa antichità. Il piano di rappresentanza comprende, oltre un atrio di grandproporzioni, anticamere, studiouffici, libreria all'ala sinistraNella sala dei concerti, nell'ala destra, il Re riceveva nel pome lo al luto sprimere sterico il riggio il generale di armata Cavaliere e l'ammiraglio Sportiello comandante militare marittimo di Albania, il generale di squadra aerea Ranza comandante dell'Aeronautica di Albania, e il generale Palladio comandante della Milizia di Albania con i rispettivi Stati Maggiori. Il Re stava in piedi davanti a una poltrona di velluto cremisi. Il saluto di Verlaci Immediatamente dopo, in una attigua sala, il Sovrano augusto presiedeva un Consiglio dei Ministri, cui assistevano: il Conte Ciano e il luogotenente Jacomoni. Il Presidente del Consiglio dei Ministri eccellenza Verlaci ha. letSovrano un indirizzo di sae di omaggio. Eccone il testo: « Maestà,. '< II Governo reale «etite di essere profondamento felice per l'alto onore che yli viene fatto, nella solenne circostanza di oggi, con l'essersi compiaciuta la Maestà Vostra di presiedere il Consiglio dei Ministri. «Permettetemi, Maestà, di encll'odierno momento riconoscente omaggio del Governo che ho l'onore di pre- siedere e dell'intero popolo di Al battio che sfa vivendo momenti indimenticabili di giubilo e felicità, perchè la presenza tanto desiderata del suo Sovrano venuto in terra albanese giunge come annunzio di sempre maggior benessere e come una consacrazione definitiva delle aspirazioni nazionali. « Maestà, in questa guerra di liberazione che le forze dell'Asse Stanno oggi combattendo per as s'eurarc al mondo la pace e la giustizia, l'Albania, unita nell'in- te'Jrìt-à del suoi ideali ispirati duilv Piic sacre tradizioni della Besa e dell'onore, sotto la luminosa guida del suo Sovrano e della gloriosa Dinastia di Savoia, è convinta che, con lo slancio costruttivo che l'anima, compirà con successo la sua missione storica, e raggiungerà tutte le mète fissate dalla giustizia, nella comunità del vittorioso Impero di Roma. Dopo la lettura dell'indirizzo, che il Sovrano ha sottolineato con segni di compiacimento, il presidente Verlaci presenta uno scheIma dl decreto per la concessione ;di amnistia e indulto per reati previsti dalle leggi penali comu'™ e clai bandi del Comando Supe jriore delle Forze Armate di Alba- inia- L'eccellenza Verlaci fa prece der<! !o schema dalla seguente 1 proposta; ] «Sire, con il presente schema di decreto si propone alla degna\™?™ dl Xostra Maes,ta un atto di giubilante sì raccoglie per la pri ma volta in terra d'Albania intor no a Voi, amatissimo nostro So ' vrano, con il presagio dei più alti Idestini della Patria», I *iLa concessione dell'amnistia è ^nt?n"iaH nV Llmitl, compatibili icon i reati che non rivestono ca- ratiere di gravità, desunti dalla misura delle pene comminate dal j le leggi, mentre l'articolo 5 prejvede l'esclusione dal beneficio per determinati delitti che hanno spic- ncata natura di pericolosità socia1 !e- L'indulto è invece esteso a tut utclmdrrnpbcsUsgcdi pi bggttlilpcdSI te le condanne inflitte o da inflig gere a persone che non siano reci- ;dive o sottoposte a misure di pub- blica sicurezza. Speciali norme rejgolano l'amnistia per la violazione delle leggi finanziarie ». Si è quindi proceduto, dopo la lettura del messaggio, alla concessione di alcune amnistie e indulti da parte della Maestà del Re e subito dopo sono stati sottoposti alcuni decreti alla firma Sovrana. Il Consiglio dei Ministri aveva appena avuto termine che alla Maestà del Re d'Italia e di Albania venivano presentate nell'ordine le seguenti deputazioni e autorità: i consiglieri permanenti presso i Ministeri, e quindi senatori, deputazioni del Consiglio superiore fascista corporativo, i ministri di Stato, i capi delle comunità religiose, il direttorio centrale del Partito fascista albanese, deputazioni della Corte di Cassazione, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti, il prefetto, il podestà, rappresentanze del- -1 l'Istituto di studi albanesi, degli istituti di credito e della Camera di commercio. Il pranzo ufficiale Al pranzo ufficiale che seguiva alle ore 20 partecipavano cinquanta invitati. Mi sembra inutile chiarire che oltre alle eccellenze Ciano, Cavallero e Jacomoni si trovavano presenti, nella sala da pranzo dalle ampie vetrate, le personalità più importanti della politica, delle o è e è e i , . a - Forze Armate, dell'amministrazione e del corpo consolare di Albania. Il ricevimento che doveva riunire ottocento invitati che hanno diviso l'onore di essere ammessi alla presenza del Re Imperatore ha avuto inìzio alle ore 21. Erano ottocento persone di ogni ceto, qualità e condizione, ma tutte per un modo o per l'altro rappresentative. ,, Verso il palazzo reale, verso la collina dei castagni, verso la scalinata e le grandi vetrate abbiamo visto affluire signore in abito da sera, ufficiali in tenuta di guerra o in costume albanese, camerati in uniforme fascista, funzionari in uniforme di servizio, diplomatici in divisa o in cravatta bianca e abito a coda. Le più vecchie e antiche e nobili famiglie schipetare erano rappresentate. Uomini politici erano presenti, scrittori, artisti, professionisti e giudici. Arazzi spiccavano sulle pareti candide e illuminate dei lampadari. Il Re stavo in piedi a capo sco perto con la sua aria severa no bile e semplice. Il Conte Ciano e il luogotenente gli presentavano gli invitati. Cosi ha avuto termine la prima, giornata del Re Imperatore in terra di Albania. G. G. Napolitano