SUL PRATICELLO
SUL PRATICELLO SUL PRATICELLO I cipressi, che tristezza! Ma quando sono piccoli, no. Bello vedere in un praticello di fresco verde, tra cipressetti giovani, giocar bambine vestite di chiaro, accanto allp mamme che cuciono e parlano. Cipressetti bambini che ancora non eanno d'essere simbolo di morte, e giocano col sole e coi vento, facendo inchinetti a destra e a sinistra. « Madama Pollarola, quanti polli hai nel pollaio? ». S'inchinano le bambine, s'inchinano i cipressetti, le mamme dicono sorridendo: a Che pazienza che ci vuole ! » e cuciono e gli aglietti brillano. Anche i becchini furono bambini, ebbero grembiulini colorati, fecero bolle di sapone, e non sapevano che avrebbero scavato fosse. Guardavano, anzi, in alto di sera, e contavano le stelle: (i Una, due. tre... ». ••>• Madama Pollarola. quanti polli hai nel pollaio'.' ». S'inchinano le bambine, s'inchinano i cipressetti, ma arriva, vestita di celeste e coi bottoni d'oro, la guardia. «Via! Via le inanime e le bambine ! ». Frrr ! Tutte via. 11 praticèllo di fresco verde rimane deserto. 1 cipressetti non giocano più. Guardano attenti, con le cimette. Chi verrà? II cielo è azzurretto. 11 sole, che altrove illumina citta., uomini navi, qui sene solo a far brillare un aghetto, fra l'erba, dimenticato da una inanima. La guardia, ma che guardia era .', è sparila. li' un luogo, il praticello coi cipressetti bambini, di questa terra, o no ? ('he silenzio! Chi viene? Una madre e una figlia. Anzi, una figlia e una madre. La figlia ha ottantanni, la madre venti. J'uò essere? Toccano l'erba con le vesti, ma i fili non si muovono. Scende dal cielo, ma è un cielo finto o vero ?, un paggetto biondo attaccato a un filo di ferro, col giustacuore metà rosso metà turchino. Scende, s'inchina, fa la FMFiLLiverpool" mPR ESENT AZIONE La figlia ha ottantanni, la madre venti. Può essere? Sì. La figlia nacque, la madre di ventanni mori. Ora. vecchissima, è morta anche la figlia, e si incontra con la giovane madre nel praticello di fresco verde tra cipressetti giovani che giocano con le cunette. Delfo questo, il paggetto, tiralo dal filo, torna su; e comincia il DIALOGO Madre: Su, su, un passettino. 1111 passettino ancora. Oh brava la figliuoletta che fa i primi passetti e viene incontro alla mamma ! Firma: Sono gli ultimi passetti. Ecco, non so più camminare. Fammi sedere qui, su questo sat-so. mamma. Madre: Ma qui sente freddo la mia figliuola ! Figlia: Ho il cappottino .nero, mamma, e la cuflìetta nera che mi riparano. Le calze nere e le scarpette nere. Sai che ho perduto l'ultimo domino ? Ma tu che fai ! Corri verso la pozza d'acqua e ti specchi ? Madre: Come sono bella, figlia mia, come sono bella! Figlia: Serietà, madre mia, serietà. Ecco che adesso corre dietro alle farfalle. Sei proprio come t'ho sempre immaginata: davanti alla specchiera ad acconciarti, coi pensieri d'una bambina. Come sono contenta d'avere, vècchia vèc chia, una madre così giovane Vai al ballo, mamma ì Come sei l'iella con le rose sul petto ' Madre: Vieni qui, figliuolina, sull'orlo della pozza a specchiarti con me. Figlia: Non posso muovermi. Madre : Chiameremo il dottore. Com'è sciupala la mia bambina, pallida! Ti prendo in braccio. Pesa poco la mia bambina Vestita di nero. Perchè vesti tu di nero? Un grcmbiuliiio rosso, le gambette nude, un fiocchetto celeste sulla testa, cosi voglio vedere la mia bambina ! Figlia: Mamma, ho otlant'an ni, non sta bene. Madre: Tu sei sempre la mia figliuolina. Come ti lasciai, che muovevi i primi passi, così tcdspesrcctimvvtmcnlcn1mcsarBtagpsdcAdsi,1nì?,re *{ Ved°- .Ecc,0,10 11 -~e«" \ ballino, lo avevi nella tasca! E anche il fiocchetto celeste! Figlia: Sapevo, mamma, chim'aspettavi, e ieri sera, morendo, volevo vestirmi col grem binii 110 e il fiocchetto, per ricomparirti davanti vestita come un tempo. Ma che avrebbero detto le mie vicine, tutte della mia olà, serie serie, vestite di nero? Avrebbero gridato allo scandalo. Una vecchia co! grembiulino! Perciò me lo misi in tasca, e le vicine, che mi stettero intorno tutta la notte, non se ne accorsero. Madiic. : Togliti la veste nera. Viglia: Mi vergogno. Mappe- Ti vergogni davanti alla mamma? Ora si che stai bene. E il fiocchetto? Non dimentichiamo il fiocchetto. Com'è graziosa la mia bambina ! Io adesso vado al ballo. Tu aspel (ami sul prato e gioca con le margheritine. ' Ma non acet. ^ starti alla pozza, potresti cadervi. Che gambette magre ha la mia bambina! ila con l'aria buona della campagna si n'inciterà. 1 cipressetti giocano, sinchinano a destra e a sinistra..Figlia: lo invecchiavo, inveechiavo, m'incurvavo coinè lmie amiche, perdevo i riunii < i capelli, ma non ine n'iiupor tava: sapevo, zitta zitta, d'avere una mamma giovane, miamamma bambina, e ogni lautosorridevo, e I,. niiu"amiche« Perchè?» mi domandavano in,.;,i;r,c„ i> . 1 • • i-, 1 villose «Perche sorridi?», lozita, c di nascosto, anche inchiesa, in, fregavo le u;aiu«Sono In figlia d una bambinasmio lafighs duna bambina!»<■■ il prete diceva Messa e 10 pei.I-""lasavo: «Che l'arò quando rive dici la inanima ì Le andrò incontro con le braccia apertetraballando?» e il chierichetto suonava allegramente il campanello per dire «La Messa è Finita » ma il mio cuore era piùallegro. Vai al ballo, mamma Ci vai con le scarpe d'argentoMADHK: Non t'accostare alla pozza. Non metterti in bocca lemargheritine. FiRl.tA: t.'i vai con le scarpe d'argento? Ahi. ahi! Mamma, msono punla! M'esce il sangue O Mi sono punta con un aghetto eli'era qui I ra l'erba ' Miniti:: Quanta pazienza ri vuole con i figliuoli! Povero dilino della bambina mia che s'è lineato ! Qui ci vuole un po' di garza, dov'è la garza ; Pazienza, stasera non andrò al ballo. Dov'è la ^garza .' E con la lìgliuolinn in braccio " "■" '" »«"""""• "; C9ce flal i"';l1 lf-rl1" 111 L'crua (ll-»ar7'a' e! Riappare la guardia vestita d l niello ! ». E mainine e bambine intonano •he don celeste coi bulloni doro. « Avanti avanti, inumili-e liain bine a cucire e a gridare -11! pia i 1 c'Presse,'tl giovani dola"° ,,e etniette: « Madama Po larola, nuanti polli hai nel pollaio? y.ilK.,,i,):um ,,, bambine. LhiMno i cipressetti, sul prali ce)|0 „lm veste itera distesa „„„ ,p mani(.,u, spalancate, con le b,..1I.(.ia a)„,r(r. Che tristezza pei' Ir mamnie p ,lc bambine quando la vedranno ! «Una veste nera! Hi chi è.' Pa-re una persona morta». Ma la'guardia vestita di cele- Iste, in punta di piedi, la por- Ita via. vr - i .-, Madama Pollarola. ! quanti polli hai nel pollaio? ». | ,1 cielo è azzurretto. Ki una mamma, cercando Ira l'erba: « Dov'è il mio aghclIn il mio aghetto? ». ,,D0V 1 Mosca 111111111111M111 iiMiiiiiiiiiiiiniiiiiMiiiiiiiniiiiii SUL PRATICELLO SUL PRATICELLO I cipressi, che tristezza! Ma quando sono piccoli, no. Bello vedere in un praticello di fresco verde, tra cipressetti giovani, giocar bambine vestite di chiaro, accanto allp mamme che cuciono e parlano. Cipressetti bambini che ancora non eanno d'essere simbolo di morte, e giocano col sole e coi vento, facendo inchinetti a destra e a sinistra. « Madama Pollarola, quanti polli hai nel pollaio? ». S'inchinano le bambine, s'inchinano i cipressetti, le mamme dicono sorridendo: a Che pazienza che ci vuole ! » e cuciono e gli aglietti brillano. Anche i becchini furono bambini, ebbero grembiulini colorati, fecero bolle di sapone, e non sapevano che avrebbero scavato fosse. Guardavano, anzi, in alto di sera, e contavano le stelle: (i Una, due. tre... ». ••>• Madama Pollarola. quanti polli hai nel pollaio'.' ». S'inchinano le bambine, s'inchinano i cipressetti, ma arriva, vestita di celeste e coi bottoni d'oro, la guardia. «Via! Via le inanime e le bambine ! ». Frrr ! Tutte via. 11 praticèllo di fresco verde rimane deserto. 1 cipressetti non giocano più. Guardano attenti, con le cimette. Chi verrà? II cielo è azzurretto. 11 sole, che altrove illumina citta., uomini navi, qui sene solo a far brillare un aghetto, fra l'erba, dimenticato da una inanima. La guardia, ma che guardia era .', è sparila. li' un luogo, il praticello coi cipressetti bambini, di questa terra, o no ? ('he silenzio! Chi viene? Una madre e una figlia. Anzi, una figlia e una madre. La figlia ha ottantanni, la madre venti. J'uò essere? Toccano l'erba con le vesti, ma i fili non si muovono. Scende dal cielo, ma è un cielo finto o vero ?, un paggetto biondo attaccato a un filo di ferro, col giustacuore metà rosso metà turchino. Scende, s'inchina, fa la FMFiLLiverpool" mPR ESENT AZIONE La figlia ha ottantanni, la madre venti. Può essere? Sì. La figlia nacque, la madre di ventanni mori. Ora. vecchissima, è morta anche la figlia, e si incontra con la giovane madre nel praticello di fresco verde tra cipressetti giovani che giocano con le cunette. Delfo questo, il paggetto, tiralo dal filo, torna su; e comincia il DIALOGO Madre: Su, su, un passettino. 1111 passettino ancora. Oh brava la figliuoletta che fa i primi passetti e viene incontro alla mamma ! Firma: Sono gli ultimi passetti. Ecco, non so più camminare. Fammi sedere qui, su questo sat-so. mamma. Madre: Ma qui sente freddo la mia figliuola ! Figlia: Ho il cappottino .nero, mamma, e la cuflìetta nera che mi riparano. Le calze nere e le scarpette nere. Sai che ho perduto l'ultimo domino ? Ma tu che fai ! Corri verso la pozza d'acqua e ti specchi ? Madre: Come sono bella, figlia mia, come sono bella! Figlia: Serietà, madre mia, serietà. Ecco che adesso corre dietro alle farfalle. Sei proprio come t'ho sempre immaginata: davanti alla specchiera ad acconciarti, coi pensieri d'una bambina. Come sono contenta d'avere, vècchia vèc chia, una madre così giovane Vai al ballo, mamma ì Come sei l'iella con le rose sul petto ' Madre: Vieni qui, figliuolina, sull'orlo della pozza a specchiarti con me. Figlia: Non posso muovermi. Madre : Chiameremo il dottore. Com'è sciupala la mia bambina, pallida! Ti prendo in braccio. Pesa poco la mia bambina Vestita di nero. Perchè vesti tu di nero? Un grcmbiuliiio rosso, le gambette nude, un fiocchetto celeste sulla testa, cosi voglio vedere la mia bambina ! Figlia: Mamma, ho otlant'an ni, non sta bene. Madre: Tu sei sempre la mia figliuolina. Come ti lasciai, che muovevi i primi passi, così tcdspesrcctimvvtmcnlcn1mcsarBtagpsdcAdsi,1nì?,re *{ Ved°- .Ecc,0,10 11 -~e«" \ ballino, lo avevi nella tasca! E anche il fiocchetto celeste! Figlia: Sapevo, mamma, chim'aspettavi, e ieri sera, morendo, volevo vestirmi col grem binii 110 e il fiocchetto, per ricomparirti davanti vestita come un tempo. Ma che avrebbero detto le mie vicine, tutte della mia olà, serie serie, vestite di nero? Avrebbero gridato allo scandalo. Una vecchia co! grembiulino! Perciò me lo misi in tasca, e le vicine, che mi stettero intorno tutta la notte, non se ne accorsero. Madiic. : Togliti la veste nera. Viglia: Mi vergogno. Mappe- Ti vergogni davanti alla mamma? Ora si che stai bene. E il fiocchetto? Non dimentichiamo il fiocchetto. Com'è graziosa la mia bambina ! Io adesso vado al ballo. Tu aspel (ami sul prato e gioca con le margheritine. ' Ma non acet. ^ starti alla pozza, potresti cadervi. Che gambette magre ha la mia bambina! ila con l'aria buona della campagna si n'inciterà. 1 cipressetti giocano, sinchinano a destra e a sinistra..Figlia: lo invecchiavo, inveechiavo, m'incurvavo coinè lmie amiche, perdevo i riunii < i capelli, ma non ine n'iiupor tava: sapevo, zitta zitta, d'avere una mamma giovane, miamamma bambina, e ogni lautosorridevo, e I,. niiu"amiche« Perchè?» mi domandavano in,.;,i;r,c„ i> . 1 • • i-, 1 villose «Perche sorridi?», lozita, c di nascosto, anche inchiesa, in, fregavo le u;aiu«Sono In figlia d una bambinasmio lafighs duna bambina!»<■■ il prete diceva Messa e 10 pei.I-""lasavo: «Che l'arò quando rive dici la inanima ì Le andrò incontro con le braccia apertetraballando?» e il chierichetto suonava allegramente il campanello per dire «La Messa è Finita » ma il mio cuore era piùallegro. Vai al ballo, mamma Ci vai con le scarpe d'argentoMADHK: Non t'accostare alla pozza. Non metterti in bocca lemargheritine. FiRl.tA: t.'i vai con le scarpe d'argento? Ahi. ahi! Mamma, msono punla! M'esce il sangue O Mi sono punta con un aghetto eli'era qui I ra l'erba ' Miniti:: Quanta pazienza ri vuole con i figliuoli! Povero dilino della bambina mia che s'è lineato ! Qui ci vuole un po' di garza, dov'è la garza ; Pazienza, stasera non andrò al ballo. Dov'è la ^garza .' E con la lìgliuolinn in braccio " "■" '" »«"""""• "; C9ce flal i"';l1 lf-rl1" 111 L'crua (ll-»ar7'a' e! Riappare la guardia vestita d l niello ! ». E mainine e bambine intonano •he don celeste coi bulloni doro. « Avanti avanti, inumili-e liain bine a cucire e a gridare -11! pia i 1 c'Presse,'tl giovani dola"° ,,e etniette: « Madama Po larola, nuanti polli hai nel pollaio? y.ilK.,,i,):um ,,, bambine. LhiMno i cipressetti, sul prali ce)|0 „lm veste itera distesa „„„ ,p mani(.,u, spalancate, con le b,..1I.(.ia a)„,r(r. Che tristezza pei' Ir mamnie p ,lc bambine quando la vedranno ! «Una veste nera! Hi chi è.' Pa-re una persona morta». Ma la'guardia vestita di cele- Iste, in punta di piedi, la por- Ita via. vr - i .-, Madama Pollarola. ! quanti polli hai nel pollaio? ». | ,1 cielo è azzurretto. Ki una mamma, cercando Ira l'erba: « Dov'è il mio aghclIn il mio aghetto? ». ,,D0V 1 Mosca 111111111111M111 iiMiiiiiiiiiiiiniiiiiMiiiiiiiniiiiii
Persone citate: Madama Pollarola
Luoghi citati: Mosca
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