Il contenuto e la forma del trattato fra Indocina e Tai di Leo Rea

Il contenuto e la forma del trattato fra Indocina e Tai Il contenuto e la forma del trattato fra Indocina e Tai La direzione politica giapponese tende ad avere le mani libere per l'eventualità di nuove complicazioni (Dal nostro inviato) Zona del Pacifico, 9 maggio. Il Ministro degli Esieri Matsuo-l ka ha fatto scorrere il pennello' bagnato sul blocchetto nero del-' l'inchiostro, poi ha apposto coni accurata lentezza il proprio nome] al trattato di pace fra Tai ed 7n-l docina. I delegati tailandesi ci francesi avevano firmato prima,' rapidamente, con le stilografiche. In una sola lingua // trattato è redatto in una sola lingua, la giapponese, ed il testo di esso è il solo originale: se ne faranno poi delle traduzioni accessorie in francese ed in tai. Non è senza significato questa esclusività di lìngua in un trattato concernente due Potenze comprese nella sfera di connine prosperità est-asiatica nella quale il Giappone intende stabilire un ordine nuovo. Il trattato di pace è basato sul protocollo siglato Vii di marzo: esso include però alcune modificazioni o ■aggiunte di importanza. Fra le aggiunte vi è un articolo che prevede che qualunque divergenza abbia a sorgere in futuro sulla interpretazione od esecuzione del trattato, la divergenza dovrà essere sottoposta alla mediazione nipponica. Quanto alle modificazioni di veramente importanti ve ne è una. Si ricorderà che nel protocollo del marzo era previsto che le due isole di Khong e Khone, sorgenti nel fiume Mekong il quale delimita la nuova frontiera, passassero sotto la sovranità tailandese ma avessero amministrazione mista tailandese ed indocinese. Il trattato firmato stasera prevede che la prima delle due isole. Khong, resti sotto la sovranità ed amministrazione francese, la seconda, Khone, passi sotto la sovranità ed amministrazione del Tai. Il governo di Bangkok pagherà a quello di Hanoi sei milioni di piastre a compenso degli impianti esistenti nel territorio ceduto, terùtorio ciic ammonta a. circa sessanta mila chilometri quadrati. Al trattato sono allegati tre protocolli: il primo, regolante la evacuazione e la consegna del territorio ceduto; il sceòdo, concernente la- composizione e il lavoro della commissione per la delimitazione dei confini; ti terzo, assicura la esecuzione delle condizioni stipulate per le zone da demilitarizzare. Un impegno significativo Da ultimo va ricordato che il trattato contiene da parte giapponese la garanzia che i termini della pace saranno fatti seguire, da parte indocinese e tailandese, dall'impegno a non concludere con terze potenze accordi che importino una collaborazione — politica militare od economica — diretta contro il Giappone. Non abbiamo bisogno di dire quanta importanza abbia questo impegno preso dall'Indocina e dalla Tailandia verso il Giappone. Lo abbiamo già detto, quando, all'epoca della siglatura del protocollo, vi informammo dell'esistenza dell'impegno che alloia aveva la farina di scambio di lettere e che da oggi fa parte, integrale dello strumento definitivo di pace. Vale la pena piuttosto di considerare quello che il trattato con tiene di nuovo o di diverso in confronto al protocollo del marzo. Ci sono i sci milioni di piastre da pa gare all'Indocina, una somma che si può ritenere equa tanto per il valore degli impianti nel territorio da cedere, quanto sotto l'aspetto della potenzialità finanziaria del Tai. Più importante è il giudizio per così dire salomonico circa le due isole sorgenti nel Me kong: la sovranità tailandese e |l'amministrazione mista presentavano una soluzione che, non impoita da qimli considerazioni fesse stata dettata, aveva in sè i germi di conflitti giurisdizionali che avrebbero potuto rapidamente volgersi in conflitto di altro genere. Se e vero die dall'attuale attribuzione di una isola, all'uno e dell'altra all'altro la Francia h-a tratto un vantaggio, è altresì vero che la. nuovo decisione circa le due isole assicura il mantenimento della pace lungo la nuova frontiera in modo molto meno incerto di quan lo lo assicurasse la decisione del marzo, laonde si dove ritenere che dalla soluzione definitiva ne trac vantaggio non soltanto la Francia, ma anche, e forse più, il Giappone in quanto il mantenimento della pace ìlei paesi dell'Asia orientale è sempre importante per il governo di Tokio ed è importantissimo in questi momenti. Nuovi orientamenti In altre parole, si ha la impressione che il Gàimasciò abbia acce\ditto alla richiesta indocinese non {soltanto prò bono pacls, ma an' che prò ccleritate pacis ili quella che è la sfera riconosciutagli dagli alleati come quella alla quale esso ha il compito di stabilire un ordine nuovo. Le cose del Pacifico sogliono muoversi con una rapidità, o nel nostro linguaggio, lentezza, relativa alla mentalità orientale: però esse possono complicarsi con rapidità assoluta perchè non possono non seguire il « tempo » delle cose di Europa e di America. Quindi il Giappone ha bisogno di avere le mani libere per far fronte a complicazioni non più prevedibili ma ormai visibili ad occhio nudo e mìope. Con questo ordine di idee in testa bisogna leggere ed interpreI fare un articolò pubblicato oggi ■dal Japan Times Advertìser, gior■ naie di lingua inglese -ma che si I dice talvolta rifletta abbastanza I bene le vedute degli ambienti nip' ponici. L'articolo, in sostanza, soIsfiewe che bisognerebbe ridurre in : intensità le ostilità contro la Cina di Ciung Kai Scek e fare sforzi 1 per creare condizioni pacifiche i tali da sviluppare i commerci. Il |<7Ìornale dopo aver affermato che la superiorità dell'esercito nipponico durante tutta la campagna è un fatto inconfutabile, si pone la domanda se convenga piegare interamente un « mastodonte » come la Cina o se piuttosto convenga, ristabilire la pace in tutta la Cina, dar modo- ad ossa di svilupparsi e di associarla nello sforzo di stabilire la sfera di comune prosperità in Asia orientale. L'articolo si dimostra favorevole alla seconda parte del dilemma e sostiene la propria tesi con argomenti di vario genere, fra i quali che lo sforzo per soggiogare completamente il governo di Ciung King sarebbe superiore ai risultati. Bisogna anzitutto notare che quando il giornale citato suggerisce una riduzione della intensità delle ostilità contro la Cina, chiede qualche cosa che l'esercito nipponico ha messo già da tempo in pratica: è da tempo infatti che il Comando nipponico in Cina conduce azioni che hanno carattere molto più di spedizione punitiva che di spedizione militare, ed è da tempo che il Comando nipponico in Cina è a conoscenza delle lotte intestine fra generali cinesi, che sa che Ciang Kai Scek ha domito mobilitare due eserciti per accerchiare la nuova quarta armata e la- ottava di marcia. Abbiamo fatto questa annotazione non pei- polemizzare col Yapan Times Advertiser, ma perchè ci risulta che i colleglli americani, nella fretta di spiegare l'origine dell'articolo di oggi, hanno detto che lo scritto rappresenta non Ir. vedute dell'esercito ma quelle degli «clementi moderati n: il solito gioco tendente a far vedere chein Giappone esistono gruppi che la dicono bianca, altri gruppi che la dicono nera. I colleglli nipponici coi quali abbiamo discusso l'articolo e l'interpretazione americana e ai quali abbiamo prospettato la nostra — cioè che il Giappone vuole liquidare l'incidente cinese per avere le mani intera mente libere — ci hanno detto «Anche noi la pensiamo così». Leo Rea

Persone citate: Ciang Kai Scek