IL TRAMPOLINO VERSO CRETA di Guido Tonella

IL TRAMPOLINO VERSO CRETA IL TRAMPOLINO VERSO CRETA Terminata la battaglia del Peloponneso, i soldati del Maresciallo List si godono al sole un meritato riposo - Ma sembra che sarà un riposo breve '"1" B grilletto; tre o quattro pailìottole schizzatiti per terra. I pri I glonieri, in procinto di guadagna1 re la via, balzano irJiiet.ro e scom ' p(1io„o nella macchia. L'ordine ^™ nf campo. | Queste'gruppo di australiani e i"1 neozelandesi è stato fatto pn, gioniero intorno al porto di Ka\lamata nel corso dell'ultima gran|rfe retala. Sono questi i più irrel quictì tra qnanti prigionieri sono stati catturati nel corso della campagna di Grecia. E lo si com- ! 1salvare, ed a sentir loro ci sareb- bero riusciti se gli inglesi di Cre ta avessero avuto il coraggio di andare loro incontro (ino alle coste del Peloponneso. La sera precedente la cattura, ,aaserragi%tti ÌM una oMma po8Ì. . i \ j, ~ , , sio"? " sud-est <dl Kulamata, si !sr"'"'0"° Miniare la resa da una [pìccola colonna celere tedesca. (Dal nostro inviato) Corinto, 8 maggio. Il milite della S. S. Mann che montava la guardia davanti al concentramento di Kolombotti, aovest, di Corinto, già lo avevo visto altrove. Quel suo viso di impenetrabile metallo, che sembrava formasse un pezzo solo col casco di acciaio, mi era rimasto in mente dalla campagna di Polonia 0 da quella di Francia. — A Kulno o nelle Fiandre ? — | gli chiesi. — Dove più vi aggrada: sono I stato dappertutto... Poi si fece più cortese, e mi j accontò la soddisfazione di rico- j nascere che la tuia pretesa di\ averlo visto a Saint Omar, nei pressi di Calati, poteva corrispon- | dere alla verità. Farlo parlare di' più però non si poteva. Mi sentivo ballare dinanzi agli occhi unoscritto come quello che dice di | non parlare al manovratore, ed\ avevo la lingua impastoiata come se fossi in procinto di commette.-' re un'infrazione nel voler conti-] m/are il discorso. Da prigionieri a vincitori Lo S. S. Mann aveva anche lui qualcosa, di delicato da manovrare: sotto braccio teneva un fucile mitragliatore, dito pronto sul grilletto. Era chiaro che non mi ascoltava affatto e che tutta la sua attenzione era concentrata verso quell' improvviso addensarsi di [prigionieri britannici all'estremi- 1 tà del campo, in prossimità del j punto dove passava sulla strada, a cavallo di un ciuco, un contadino greco con un carico di cardi. Fosse avidità di assicurarsi la scarsa merce in vendita, fosse desiderio di tentare la fuga, certo è che alcuni prigionieri già stavano scavalcando il reticolato per spingersi fin sulla strada. Il dito pre¬ prende: fino all'ultimo hanno avuto il convincimento di potersi Grazie però alla loro schiacciante superiorità numerica e alla, loro potenza di bocche da fuoco, fu un gioco invertire, te partì e fare prigionieri i tedeschi. Freddamente, l'ufficiale che comandava la colonna tedesca fece sapere ai britannici che. non dovevano farsi illusioni, perchè al mattino sarebbero arrivati dei rinforzi e la posizione ilei concentramento nemico sarebbe divenuta insostenibile. «Noi invece — raccontava un sottufficiale australiano — eravamo sicuri che sarebbe andata bene perchè fin dal pomeriggio avevamo fatto sapere a Creta, ove ci trovavamo. Ci era stato risposto di tener duro perchè nella notte un cacciatorpediniere sarebbe venuto a imbarcarci. Ma la notte passò senza che nessuna nave ci segnalasse il suo arrivo. Insistemmo con la radio nell'S.O.S., lanciammo razzi su razzi per indicare la nostra, esatta posizione ma inutilmente. L'alba ci sorprese con gli occhi fissi sullo specchio del mare in questa spasmodica attesa. Tutto era ealmo all'ingiro nel retroterra e ancorasi sarebbe potuto tentare, senza alcun pericolo, di accostare la riva. Ma all'orizzonte non si vide nessuna nave. Era mattina, inoltrata quando arrivarono i grossi carri armali tedeschi. Abbiamo provato a resistere, abbiamo ancora avuto delle perdite, ma era proprio tutto finito ». Coi lanciafiamme Che la resistenza degli ultimi contingenti britannici nel Peloponneso sia stata accanita, ce lo confermano i tedeschi: queste truppe australiane e neozelandesi — bellissimi solduti fisicamente, ben allenati, ben vestiti e forniti di un armamento perfetto — sono state, in complesso, le mi-, gliori dì tutti gli elementi britannici con cui i tedeschi si sono finora scontrati. Per questo le operazioni svolte nel Peloponneso, pur essendo di proporzioni relativamente ridotte, hanno richiesto almeno altrettanta genialità e audacia delle operazioni effettuate in precedenza sugli altri settori. I tedeschi erano pochi nel Peloponneso; per avere dei rinforzi o dei rifornimenti essi avevano a loro disposizione soltanto le due piccole valvole di Corinto e di Patrasso. Troncato il ponte di Corinto nel modo che giù sapete, un collegamento diretto via terra è venuto a mancare fin tanto che non si riuscì a stabilire una passerella all'estremità orientale del canale presso Kalamas. La consistenza numerica delle prime colonne tedesche arrivate nel Peloponneso era considerevolmente inferiore a quella del concentramento avversario. In più di un caso le colonne celeri tedesche si trovarono a dover operare nel Peloponneso assolutamente stuccate; anch'esse, come fecero gli australiani di Kulamata con Creta, hanno dovuto ricorrere alla radio per mantenere il collegamento. E fu con questo mezzo che gli elementi calati dal cielo per occupare la testa di pon\te nel canale di Corinto, segnaìlarono il loro felice arrivo a terra e diedero il via ai bombardieri ìnello stesso momento in cui pro{cedevano, coi lanciafiamme, al l'attacco del presidio che doveva difendere il canale. La spedizione del Peloponneso è stata rapida; | I j j \ | ' | \ ' ] stata, una guerra di proporzio ni ridotte ma estremamente interessante per le esperienze che ri si sono fatte: particolarmente nelle operazioni di tipo misto, ter- restri-marittime, proprio quelle che più impressionano gli ingle H mancato invio del cacciator pediniere promesso agli austrauani e ai neozelandesi rifugiatisi a Kalamata, dimostra come la sì pensi in proposito a Creta. Ora tutto è tranquillo nel. Peloponneso. Non più guerra nè guerriglia: se dei preparativi bellici sono in corso, essi hanno un tutt'altro carattere e si rivolgeranno in tutt'altra direzione. Batterie costiere e antiaeree 3ono in po- ìstazionc. E' però praticamente escluso che il nemico possa soUnare delle rivincite. Piuttosto de ^ preoccuparsi di difendere quel che gli è rimasto: Creta, verso ì!l1 "i'ale '« penisola del Pelopon\neso sì allunga come una mano \"l"lacc'osa- • Terminato il rastrellamento, nel Peloponneso si vive bene. La I t™»PP« « stende al sole, sulle rive \del nMre> a "lettere ordine nelle ìslte cose do'>° onesto lungo anda' re che rha portata dalle rive del Danubio fin sulle rive del Golfo di Corinto. E sotto al sole si ripara quello che si è rotto nel corso della guerra o nelle marce. Si spedisce una cartolina alla fidanzata con le rouine del teatro di Micene; l'Obergefreitcn P., maratoneta di buona fama di Berlino, può finalmente esaudire il suo desiderio di farsi fare una fotografia in piedi nello stadio di Olimpia... E' stata guerra vera questa campagna di Grecia; ma nello stesso tempo una campagna bene¬ detta per la salute del soldato te ; desco Iniziata nella stagione più propizia, durata un soffio, essa permette a tutti gli uomini dell'Armata di List di godere appieno di quei grandi beni del Cielo Icfte sono u,'luce, il sole, il mare, i Cacciatori alpini e carristi bat tono la loro divisa impolverata suiia costa pietrosa del golfo dì 'Corinto e si tuffano in quelle tur- chine onde del Mediterraneo cosi diverse dalle pallide acque del Nord. Presto riprenderanno a marciare. Guido Tonella

Persone citate: Corinto, List

Luoghi citati: Berlino, Francia, Grecia, Kulno, Polonia, Saint