DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Bilanci e relazioni Incremento di « Cinecittà » - Cifre e tutele Sì pubblicano i bilanci e le relazioni per l'esercizio 191,0 degli studi di «Cinecittà », il massimo no-stro organismo di produzione. Vn\ritmo crescente. Nel 1938, SG film;nel 1931), 51 film; nel 191,0, 55. 1corto-metragqi da 7 sono saliti ae poi ancora a 25. I doppiati, 16, e poi ancora a 25 invece, da 51, scendono a 00. e poiancora a 21,: e questa diminuzione è in stretto e diretto rapporto congli incrementi delle prime due ^ci. Le giornate lavorative, nei,liultimi due anni 1939 e 191,0 sonorispettivamente solite da 33.379 a37.893 per gli impiegati; e da 277.215 a 28>,.855 per gli operai. Sempre in questi due anni l'utili»- saziane dei mezzi tecnici è salita dali' «3,6% all' 85,09% per i teatri,dal 11,8% al 76,4% per i mezzi dùripresa sonora, dal 51% al 56,8%per quelli di ripresa ottica; e le%nic m »„n„,,,„„in „„v*,w,„.»sale di montaggio, particolare molto significativo, dal 95,9% al tt9%. Infine il consumo complessivo dell'energia elettrica, che è il vero ossigeno di un organismo cinematografico, sale da Kwo 1.270.000 per il 1939 a Kwo 1.335.560 per l'anno successivo. Sono cifre che non necessitano dì alcun commenta. In un periodo d> emergenza come l'attuale, la attività del nostro massimo organismo produttivo ha avuto un costante, progressivo aumento; e poiché Cinecittà è soprattutto un complesso di studi posti a disposizione dei varii produttori, questi ultimi progiessi si inquailiano in un ritmo crescente che s'inizia] con it 1935: i complessivi importi, infatti, del cosiddetto « (attui . . datf completando una non breve scnf. dl perfezionamenti tecnici 1W{'.1.1 ,mPm>lt\-t basterà citare, fra rato » segnano, per il re 6.960.ÓOO; per il 13.310.000; per il 11.326.100; per il 26.26i.400; per il 3H.S5Ji.300; per il re re re re re 39.130.000. E contemporaneamente, pure in crescendo, si è an- 1935, 1936, 1937 1938 1939 191,0 '1 P"' re^U il nuovo teatro « mi nl^twre," oUre,.a.V'^lo deytruc- chin fotografici; l'ampliamento , , , ,. . <lel teatro N 10; la fusione dei remtrtl}>er ll rfoPP!«to eo» m'cllidel complesso emefomeo, arricchitosi d% "n iaP"rto appositamente dedicato a PO***,** effetti fonici; la cJeazwne del nuovo teatro N. 11; ^ nuove apparecchiature sonore Portatili; nuovi mezzi al reparto montaggio; nuovi impianti di ri ffsct ottica, fra i quali un ratten™0™: "uol:l.contributi al parco u"nPadc'>. «Mirato i? servìzio ,drwo; riordinati l ufficio-stampa, * reParto fotografico, quello dell'arredamento e di tappezz tappezzeria; iniziata l'arboiizzazione delle aree, disponibili; potenziato il Dopolavoro aziendale. * * Questi i termini della rapida « panoramica ». La relazione tecnica ha però ancora un capitolo che deve essere segnalato, e si intitola « Tutela degli stabilimenti ». Premesso che gli studi sono il solo organismo, per così dire, plastico del fenomeno cinematografico, in quanto basati su consistenze reali e permanenti, le considerazioni che ne derivano sono indubbiamente di carattere tecnico-economico, ma su di uno sfondo che non sarebbe esagerato definire di natura politico-cinematografica. Gli studi, oggi esistenti in Italia sono: Cinecittà (Roma) con 11 teatri, per un'approssimativa capacità annua di produzione di 75 film; Pisorno (Tin-enìa) con 3 teatri, per 18 film; Safa (Roma) con 1 teatro, per 6 film; Scalerà (Roma) con 3 teatri, per 20 film; Fert (Torino) con 2 teatri, per 8 film; Far- nesina (Roma) con 2 teatri, per Sifilm; Centro Sperimentale (Ro-ma; con 1 teatro, per 6 film. Si fia perciò in Italia una efficiente attrezzatura di almeno 2S teatri di posa, capaci di una normaleDa « La corona di posa, capaci produzione di circa 150 film al- l'anno. Tale complesso è quindilargamente sufficiente per le piùottimistiche previsioni, anche nei confronti di un ampio futuro. Già questi impianti oggi esistenti so-no suddivisi fra organismi diver-buitt non certo secondo un piano organico e prestabilito. Anche in Pnesi più importanti del nostro co-me quantità di produzione, non e- scinsi gli Stati Uniti, un numeroassai maggiore di teatri di posaè adunato in raggruppamenti il cui numero è proporzionalmente minore. Di qui la necessità (ti ini-pedire un'eventuale artificiosa in- flazione di nuovi stabilimenti, e ciò non soltanto negli interessi di Cinecittà che è l'organismo mag-gioie, ma per la tutela di tutti glistudi oggi amministrativamenteefficienti, e di tutti i lavoratori che ne dipendono. (Sono 1300 le fa-miglie dei lavoratori diretti di Ci-necittà; e molte altre migliaia ui- cono di una attività che ne dipcn-de di riflesso: i più diveisi forni-tori, archiletti. arredatori, satinò-grafì, orchestrali, case di sviluppoe stampa, fabbricanti di pellicola.auto• j, musicisti, costumisti, e chi più ne ha più ne metta, che è quusiimpossibile schierare quanti per itcinema o del cinema vivono). Inoltre il consentire la creazio- ne di nuovi studi esigerebbe come conseguenze la rarefazione e ladispersione dei quadri tecnici, giàìnon ampìì, e in taluni casi arfrfi-ìrittura insufficienti; e la prodii- imone che nei nuovi studi dovrcb-\be per foiza di cose essere in par- te improvvisata, non potrebbe cor- rispondere al tenore che invece e sempre più se ne desidera: per ov- vìe ragioni artistiche, culturali, di ferro» di Blasetti. prestigio, eccetera. ' m # ' Un ultimo capitolo della reta- zione è dedicato ai costi. Premi s- so che dica una metà del costo di'„n film è assorbito dalla voce sta-\bilimenti, in questo h0% una far- Sl!l- propiie forniture (pellicola, luppo e stampa, costruzioni^, sul- , le quali i margini sono esclusi o- ridotti al minimo. Nella parabolao]degli aumenti di costo la voce stu- 'di può così ritenersi aumentata all massimo dell'80%; mentii: per al-e tre voci gli aumenti hanno rttg--] giunto il 200 e anche il 300',',. Il - coiihatto-tipo non ha infatti su- e bile variazioni dalle sin oiiginii ( 1933-3^ l ; tutti, gli aumenti sala- -lriali di Cinecittà non hanno avutoi'una loro rivalsa sui produttori; la e] gestione si limita a ricavare ie inargini necessari per il noi mate -\ammortamento; c le cosiddette-]crisi stagionali determinano squi-- libri efie potrebbero riveliusi itan- -l itosi anche per il più solido o/j/u- -inismo. La produzione giunge in- -]fatti ai suoi massimi durante uo' mesi estivi, per poi contraisi fino.[alla sparizione totale, nei mesi in-i vernali. Ciò è a detrimento di iiquell'auspicata organicità, guanti-ti fatica e qualitativa, di mezzi e di \impiego, che costituisce la base - fondamentale di ogni industria; e e Imi ritmo d'afflussi più o meno coa'stante. in gran parte preordinatoà'e preordinabile, ne sarebbe invece-j'a garanzia migliore, -l m. g. Gisela Uhlcn, in «Ohm Kruger». ì Camilla Horn, della Tobis. Da « La corona di ferro» di Blasetti.

Persone citate: Blasetti, Camilla Horn, Fert, Kruger

Luoghi citati: Italia, Roma, Stati Uniti, Torino