Un quadro e di fiducia di vittorie nell'avvenire

Un quadro e di fiducia di vittorie nell'avvenire IL DISCORSO DI BERLINO Un quadro e di fiducia di vittorie nell'avvenire Berlino, 5 maggio Sempre, ad ogni tappa importante e fondamentale della guerra., che abbia segnato una fase in qualche modo compiuta degli avvenimenti, il Fuhrer della Germania nazionalsocialista ha inteso il bisogno di prender la parola davanti alla rappresentanza naz onale. E' questo, per esempio, un bisogno che il democratico signor Churchill in questo memento r.on sente, e di cui evita in tuttti i modi, accuratamente, le occasioni, e non diciamo che non ne abbia le sue buone ragioni. Moderazione nella vittoria Il Fuhrer nazionalsocialista invóce non ha mai, in questo, mutato abitudine nè in pace, nè in «guerra. Sempre nei momenti culminanti della vita nazionale della nuova Germania, si è immancabilmente manifestata, attraverso la parola del Capo, direttamente rivolta ai rappresentanti del po- golo, appositamente convocati nel 3ichstag, quella sorta di intimo ricambio funzionale, questo effettivo rinsanguamento della responsabilità, così veramente ed organicamente escrcitata., In guerra, il Fuhrer ha due volte riconvocato il Reichstag a tal fine: una volta cioè il 16 ottobre dal 1939, all'indomani della cam p.'gna polacca, ed volta il 19 luglio dell'anno scorso, all'indomani dell'offensiva occidentale che portò al crollo ed alla eliminazione della Francia dalla lotta. In tutt'e due i casi, come ciascuno ricorda, egli, pronunciando da vittorioso l'invito di un ritorno alla ragione, consegnava allora al mondo intero la prova di un'alta coscienza morate e politica, e di un sentimento di dignità umana, congiunto al p.ù profondo senso delle sue re.' ~:onsabilità statali, di cui nulla cii più e di meglio si poteva dire £2 non che erano pari alla grandezza dell'ora e alla potenza del grande popolo a nome di cui parlava. Rare volte, come in tutt'e due quei memorabili momenti, un vincitore aveva parlato in tal modo da dimostrare al mondo, all'indomani di vittorie, le quali non contavano pari nella storia di tutte le guerre, un tale senso di generosità e di storica « moderazio caungiusenququtictenriaamtaciocodislutraziostiintfice tietapofogrcostdiinmin, couna seconda i e iinonnn conr. 1 . _doame mhamtadviltasè Gscnacl'ci—ahgne», il quale ala^^ingmn-fe^ajLrj?l0™„5i2?ìe-Ì.eU^iY^" drie stesse, confermando nell'opinione di tutto il mondo che colui che aveva vinto, aveva vinto non soltanto per la forza e capacità delle sue armi, ma più e meglio perchè era degne di vincere. E si rabbrividisce oggi pensando alle tremende responsabilità accumulate da allora sulle proprie spalle da coloro che quegli atti di grandezza storica misconobbero e lasciarono passare come vani e nulli. Il momento in cui oggi il Fuhrer per la terza volta in guerra ha ripreso la parola davanti al P.eichstag appositamente convo- dqpdc*ato si richiamava da sè, se non cIalptFslddve lo avesse richiamato il Fuhrer ì cstesso con le sue parole, per mille IPragioni ed aspetti, non soltanto esteriori, ma intrinseci ed essenziali, a quello della riconvocazione e della parola di Hitler di ora è un anno; e anche questa volta | tfldI qcome "àiiora * ^"Fuhrer "ha tratto I tmtranrsj poccasione di una nuova fondamentale fase compiuta dagli avnimenti. per tracciare, sulla base infinitamente allargata dagli avvenimenti e dai già decisivi successi riportati, un vasto e superbo panorama di quanto sinora dalle armi del popolo tedesco e | dei suoi alleati e "stato compiuto ìlper la sicura redenzione dell'Eu- ! cropa; e di questo panorama egli,nancora ha appunto preso le mosse ! idal ricordo di tutti i suoi prece- : fdenti sforzi e tentativi di un ap-^pollo alla ragione, il cui ostinato1 ce criminoso, quanto ormai defi- i anitivo, rifiuto da parte di una ca- lsta plutocratica, succube del giù- c<'aismo sovvertitore e sfruttatore d;l mondo, non ha fatto che accu-; mulare in eterno, sulle spalle di : essa, le più schiaccianti respon-1 snbilità della storia, alleggerendo di ogni peso quelle del popolo te- i desco, del suo Fuhrer, e dei suo: I alìeati. Il giudizio ùi Dio Un tale quadro fatto dal Fuhrer che è stato un quadro di vit- : I toria e di conseguente tranquilla e assoluta fiducia nell'avvenire, e che su questa via non poteva a . meno di riassumersi in una esal- , tazione ed apoteosi del soldato. . delle armi, del popolo tedesco, in- ; sieme che dei soldati, delle armi 1 e dei popoli alleati, ha potuto ef- fic°cemente appoggiarsi alla documentazione dei risultati raggiunti nell'anno di guerra decorso, dall'ultima parola del Fuhrer davanti al Reich. quando il definitivo abbattimento degli alleati continentali degli inglesi, e il loro | precipitoso reimbarco a Dunkerque profilò già in atto la definitiva cucciata della potenza britannica dall'Europa, rigettando per Sempre in faccia ai loro uomini di sta-to la prevaricatrice e presuntuosa affermazione che i confini della loro isola fossero un po' dovunque nella terraferma. Di quella maggiore efficace di- mosti-azione di allora — la quale era stata preceduta dalla disfatta dell'altro tentativo di porre le frontiere inglesi proprio sul fianco destro di difesa del grande Reich in quell'avamposto norvegese già preparato da tanta opera corruttrice britannica — tutta l'opera di un anno di guerra e di diplomazia, susseguitasi nel frattempo ed or ora chiusasi con la la vittoria balcanica non è stata che il completamento definitivo ed irrevocabile. Un anno di guerra e di diplomazia, segnato da successi fuori di dubbio senza pari nella storia internazionale di ogni tempo, ha aggiunto alla dimostrazione allora appena inizia-ta la prova provata ed irrefutabile della incapacità inglese a mantenersi e difendersi in qualsiasi punto del continente. La sua cacciata dunque costituisce ad un tempo la sua condanna e il giudizio di Dio; ed era questo il senso dei bilanci di stampa di questi giorni, nei quali era in qualche modo consegnato ed an- ticipato il presentimento e con- tenuto stesso delle odierne parole riassuntrici -lei •Fiihrcr. In questi limiti e in questa ampia e superba cornice di risul- tati già raggiunti e di sicuri fiduciosi propositi per l'avvenire che costituiscono ormai certezze, il discorso non è stato e non ha vouto essere altro che una specie di rapporto alla rappresentanza nazionale; e, come tale, non ha rivestito alcuna speciale portata o intento politieor nel "senso "speci- fico della parola, se per politica, e per la più alta di tutte le poli- tiene, non si debba intendere esal- tazione delle forze spirituali dei popoli, le quali sono le sole cheformano quella politica all'in- grande che è poi la Storia. L'eroico contributo italiano E' appunto questa esaltazione commossa e orgogliosa che ha co-stituito il contenuto essenziale del discorso del Ftihrer; ed essa ha investito in prima linea naturalmente i soldati e il popolo tedesco in tutti i suoi fronti sia esterno come interno e in tutti i suoi ceti e ranghi, da quelli alti del coman- . _ ... *- ..... 7do a quelli più umili del gregariamo, nonché in tutte le sue forme e funzioni cosi motrici come strumentali, anche queste ultime — ha notato il Fuhrer — non già materia ma spirito; ma non soltanto al soldato e al popolo tedesco con le sue armi col suo lavoro con la sua disciplina e con il suo spirito di sacrificio è andata l'alta lode del Fuhrer, bensì il suo incondizionato riconoscimento è andato anche agli alleati della Germania e sopraitutto — non è stata questa la parte del discorso che ha riscosso la mine re sottolineatura di applausi da parte della assemblea — all'alleato italiano di cui egli ha lealmente riaffermato l'importanza del contributo arrecato alla guerra, contributo che in un periodo di sfortuna dovuto — come ha detto — unicamente a inferiorità meccanica di mezzi, ha consistito in una lunga e sanguinosa resistenza che ha valida-feSS^S della causa dell'Asse fondamentodella futura Europa; e parte di questo riconoscimento che non potrà a meno di toccare il cuore di tutti gli italiani ha fatto an- Pres«& d°P°_JJ fallimentoche l'affermazione della indivisibi-Irta delle vicende di ogni fronteafricano dalla vittoria balcanica liberatrice d'Europa. I giornali nelle loro edizioni che preparano per domani rilevano tutti questi punti del discorso del Fuhrer insieme con la efficace disamina che egli ha fatto di tutta la campagna jugoslava e greca,disamina che riporta i commentidi stampa alla situazione quale ì completo dello sforzo balcanico IP6.* cu.' l'Inghilterra aveva mobili-| tato il più e il meglio delle sueforze spostando il campo della sualeva di influenza ne! continentedal fianco nord, nord-ovest, aI quello sud-est del fronte di difesa I tedesco. Si rileva come definitiva-mente ormai anche questo tenta-tivo che aveva indubbiamenteraccolto e concentrato le residueattuali capacità imperiali britan-niche non abbia strategicamenteraggiunto altro risultato che unosolo: quello di avvicinare anche dj più le posizioni strategiche del- | ìl'Asse ai propri obbiettivi; cosi ! come infatti — scrivono i gior,nali — la bravata provocatrice e ! inframmettente della cosi detta : frontiera britannica sul Reno al^ro non ebbe come conseguenza1 che di avvicinare l'attacco tedesco i al canale, cioè al corpo stesso del- l'isola ormai direttamente minac- ciata e investita, egualmente lae sobillazione della Grecia e la bra-; vata fedifraga della Jugoslaviai : non hanno fatto altro che avvici-1 nare le posizioni dell'Asse all'altro canale che a sua volta come quel- i lo della Manica rappresenta qual: I che cosa di vitale per la funzio- nalità dell'intera poienza imperiale britannica: il canale di Suez: Questo risultato — sj aggiunge — I va completato e illustrato dallconstatazione ultima della cronaca degli avvenimenti — che, sa potrebbe dire, riassume tutte le aitre in una specie di sublimata . espressione — che cioè un paes- , come l'Iraq trae oggi dalla su. . stessa piccolezza e debolezza l- ; forza necessaria e sufficiente pei 1 - *< ■ im 1 k111111^11111111111■ a1111111 1 111 sollevarsi contro il colosso britan nico dimostrando con ciò in qua le conto ormai nell'apprezzamento obbiettivo dei popoli già vassalli mei settore stesso in cui la guerra fatalmente si avvicina per deci dersi, versi il prestigio dell'antica padrona divenuta ormai un ele mento insopportabile di disordine Per il mondo intero, Giuseppe Piazza j l La catastrofe greca: una scena del rastrellamento dei prigionieri sul fronte italiano. Un quadro e di fiducia di vittorie nell'avvenire IL DISCORSO DI BERLINO Un quadro e di fiducia di vittorie nell'avvenire Berlino, 5 maggio Sempre, ad ogni tappa importante e fondamentale della guerra., che abbia segnato una fase in qualche modo compiuta degli avvenimenti, il Fuhrer della Germania nazionalsocialista ha inteso il bisogno di prender la parola davanti alla rappresentanza naz onale. E' questo, per esempio, un bisogno che il democratico signor Churchill in questo memento r.on sente, e di cui evita in tuttti i modi, accuratamente, le occasioni, e non diciamo che non ne abbia le sue buone ragioni. Moderazione nella vittoria Il Fuhrer nazionalsocialista invóce non ha mai, in questo, mutato abitudine nè in pace, nè in «guerra. Sempre nei momenti culminanti della vita nazionale della nuova Germania, si è immancabilmente manifestata, attraverso la parola del Capo, direttamente rivolta ai rappresentanti del po- golo, appositamente convocati nel 3ichstag, quella sorta di intimo ricambio funzionale, questo effettivo rinsanguamento della responsabilità, così veramente ed organicamente escrcitata., In guerra, il Fuhrer ha due volte riconvocato il Reichstag a tal fine: una volta cioè il 16 ottobre dal 1939, all'indomani della cam p.'gna polacca, ed volta il 19 luglio dell'anno scorso, all'indomani dell'offensiva occidentale che portò al crollo ed alla eliminazione della Francia dalla lotta. In tutt'e due i casi, come ciascuno ricorda, egli, pronunciando da vittorioso l'invito di un ritorno alla ragione, consegnava allora al mondo intero la prova di un'alta coscienza morate e politica, e di un sentimento di dignità umana, congiunto al p.ù profondo senso delle sue re.' ~:onsabilità statali, di cui nulla cii più e di meglio si poteva dire £2 non che erano pari alla grandezza dell'ora e alla potenza del grande popolo a nome di cui parlava. Rare volte, come in tutt'e due quei memorabili momenti, un vincitore aveva parlato in tal modo da dimostrare al mondo, all'indomani di vittorie, le quali non contavano pari nella storia di tutte le guerre, un tale senso di generosità e di storica « moderazio caungiusenququtictenriaamtaciocodislutraziostiintfice tietapofogrcostdiinmin, couna seconda i e iinonnn conr. 1 . _doame mhamtadviltasè Gscnacl'ci—ahgne», il quale ala^^ingmn-fe^ajLrj?l0™„5i2?ìe-Ì.eU^iY^" drie stesse, confermando nell'opinione di tutto il mondo che colui che aveva vinto, aveva vinto non soltanto per la forza e capacità delle sue armi, ma più e meglio perchè era degne di vincere. E si rabbrividisce oggi pensando alle tremende responsabilità accumulate da allora sulle proprie spalle da coloro che quegli atti di grandezza storica misconobbero e lasciarono passare come vani e nulli. Il momento in cui oggi il Fuhrer per la terza volta in guerra ha ripreso la parola davanti al P.eichstag appositamente convo- dqpdc*ato si richiamava da sè, se non cIalptFslddve lo avesse richiamato il Fuhrer ì cstesso con le sue parole, per mille IPragioni ed aspetti, non soltanto esteriori, ma intrinseci ed essenziali, a quello della riconvocazione e della parola di Hitler di ora è un anno; e anche questa volta | tfldI qcome "àiiora * ^"Fuhrer "ha tratto I tmtranrsj poccasione di una nuova fondamentale fase compiuta dagli avnimenti. per tracciare, sulla base infinitamente allargata dagli avvenimenti e dai già decisivi successi riportati, un vasto e superbo panorama di quanto sinora dalle armi del popolo tedesco e | dei suoi alleati e "stato compiuto ìlper la sicura redenzione dell'Eu- ! cropa; e di questo panorama egli,nancora ha appunto preso le mosse ! idal ricordo di tutti i suoi prece- : fdenti sforzi e tentativi di un ap-^pollo alla ragione, il cui ostinato1 ce criminoso, quanto ormai defi- i anitivo, rifiuto da parte di una ca- lsta plutocratica, succube del giù- c<'aismo sovvertitore e sfruttatore d;l mondo, non ha fatto che accu-; mulare in eterno, sulle spalle di : essa, le più schiaccianti respon-1 snbilità della storia, alleggerendo di ogni peso quelle del popolo te- i desco, del suo Fuhrer, e dei suo: I alìeati. Il giudizio ùi Dio Un tale quadro fatto dal Fuhrer che è stato un quadro di vit- : I toria e di conseguente tranquilla e assoluta fiducia nell'avvenire, e che su questa via non poteva a . meno di riassumersi in una esal- , tazione ed apoteosi del soldato. . delle armi, del popolo tedesco, in- ; sieme che dei soldati, delle armi 1 e dei popoli alleati, ha potuto ef- fic°cemente appoggiarsi alla documentazione dei risultati raggiunti nell'anno di guerra decorso, dall'ultima parola del Fuhrer davanti al Reich. quando il definitivo abbattimento degli alleati continentali degli inglesi, e il loro | precipitoso reimbarco a Dunkerque profilò già in atto la definitiva cucciata della potenza britannica dall'Europa, rigettando per Sempre in faccia ai loro uomini di sta-to la prevaricatrice e presuntuosa affermazione che i confini della loro isola fossero un po' dovunque nella terraferma. Di quella maggiore efficace di- mosti-azione di allora — la quale era stata preceduta dalla disfatta dell'altro tentativo di porre le frontiere inglesi proprio sul fianco destro di difesa del grande Reich in quell'avamposto norvegese già preparato da tanta opera corruttrice britannica — tutta l'opera di un anno di guerra e di diplomazia, susseguitasi nel frattempo ed or ora chiusasi con la la vittoria balcanica non è stata che il completamento definitivo ed irrevocabile. Un anno di guerra e di diplomazia, segnato da successi fuori di dubbio senza pari nella storia internazionale di ogni tempo, ha aggiunto alla dimostrazione allora appena inizia-ta la prova provata ed irrefutabile della incapacità inglese a mantenersi e difendersi in qualsiasi punto del continente. La sua cacciata dunque costituisce ad un tempo la sua condanna e il giudizio di Dio; ed era questo il senso dei bilanci di stampa di questi giorni, nei quali era in qualche modo consegnato ed an- ticipato il presentimento e con- tenuto stesso delle odierne parole riassuntrici -lei •Fiihrcr. In questi limiti e in questa ampia e superba cornice di risul- tati già raggiunti e di sicuri fiduciosi propositi per l'avvenire che costituiscono ormai certezze, il discorso non è stato e non ha vouto essere altro che una specie di rapporto alla rappresentanza nazionale; e, come tale, non ha rivestito alcuna speciale portata o intento politieor nel "senso "speci- fico della parola, se per politica, e per la più alta di tutte le poli- tiene, non si debba intendere esal- tazione delle forze spirituali dei popoli, le quali sono le sole cheformano quella politica all'in- grande che è poi la Storia. L'eroico contributo italiano E' appunto questa esaltazione commossa e orgogliosa che ha co-stituito il contenuto essenziale del discorso del Ftihrer; ed essa ha investito in prima linea naturalmente i soldati e il popolo tedesco in tutti i suoi fronti sia esterno come interno e in tutti i suoi ceti e ranghi, da quelli alti del coman- . _ ... *- ..... 7do a quelli più umili del gregariamo, nonché in tutte le sue forme e funzioni cosi motrici come strumentali, anche queste ultime — ha notato il Fuhrer — non già materia ma spirito; ma non soltanto al soldato e al popolo tedesco con le sue armi col suo lavoro con la sua disciplina e con il suo spirito di sacrificio è andata l'alta lode del Fuhrer, bensì il suo incondizionato riconoscimento è andato anche agli alleati della Germania e sopraitutto — non è stata questa la parte del discorso che ha riscosso la mine re sottolineatura di applausi da parte della assemblea — all'alleato italiano di cui egli ha lealmente riaffermato l'importanza del contributo arrecato alla guerra, contributo che in un periodo di sfortuna dovuto — come ha detto — unicamente a inferiorità meccanica di mezzi, ha consistito in una lunga e sanguinosa resistenza che ha valida-feSS^S della causa dell'Asse fondamentodella futura Europa; e parte di questo riconoscimento che non potrà a meno di toccare il cuore di tutti gli italiani ha fatto an- Pres«& d°P°_JJ fallimentoche l'affermazione della indivisibi-Irta delle vicende di ogni fronteafricano dalla vittoria balcanica liberatrice d'Europa. I giornali nelle loro edizioni che preparano per domani rilevano tutti questi punti del discorso del Fuhrer insieme con la efficace disamina che egli ha fatto di tutta la campagna jugoslava e greca,disamina che riporta i commentidi stampa alla situazione quale ì completo dello sforzo balcanico IP6.* cu.' l'Inghilterra aveva mobili-| tato il più e il meglio delle sueforze spostando il campo della sualeva di influenza ne! continentedal fianco nord, nord-ovest, aI quello sud-est del fronte di difesa I tedesco. Si rileva come definitiva-mente ormai anche questo tenta-tivo che aveva indubbiamenteraccolto e concentrato le residueattuali capacità imperiali britan-niche non abbia strategicamenteraggiunto altro risultato che unosolo: quello di avvicinare anche dj più le posizioni strategiche del- | ìl'Asse ai propri obbiettivi; cosi ! come infatti — scrivono i gior,nali — la bravata provocatrice e ! inframmettente della cosi detta : frontiera britannica sul Reno al^ro non ebbe come conseguenza1 che di avvicinare l'attacco tedesco i al canale, cioè al corpo stesso del- l'isola ormai direttamente minac- ciata e investita, egualmente lae sobillazione della Grecia e la bra-; vata fedifraga della Jugoslaviai : non hanno fatto altro che avvici-1 nare le posizioni dell'Asse all'altro canale che a sua volta come quel- i lo della Manica rappresenta qual: I che cosa di vitale per la funzio- nalità dell'intera poienza imperiale britannica: il canale di Suez: Questo risultato — sj aggiunge — I va completato e illustrato dallconstatazione ultima della cronaca degli avvenimenti — che, sa potrebbe dire, riassume tutte le aitre in una specie di sublimata . espressione — che cioè un paes- , come l'Iraq trae oggi dalla su. . stessa piccolezza e debolezza l- ; forza necessaria e sufficiente pei 1 - *< ■ im 1 k111111^11111111111■ a1111111 1 111 sollevarsi contro il colosso britan nico dimostrando con ciò in qua le conto ormai nell'apprezzamento obbiettivo dei popoli già vassalli mei settore stesso in cui la guerra fatalmente si avvicina per deci dersi, versi il prestigio dell'antica padrona divenuta ormai un ele mento insopportabile di disordine Per il mondo intero, Giuseppe Piazza j l La catastrofe greca: una scena del rastrellamento dei prigionieri sul fronte italiano.

Persone citate: Churchill, Giuseppe Piazza, Hitler