Perchè l'altra volta non perdettero

Perchè l'altra volta non perdettero Perchè l'altra volta non perdettero Se la passata guerra non fu perduta dagli Inglesi, spiega lo storico, fu per l'intervento del1 Italia. Nel Marzo del '18, sul fronte delle Fiandre, era stata a un punto d'essere giocata fra loro e i Tedeschi la carta definitiva. Campioni di eorsa nelle Olimpiadi di sei anni prima, i guerrieri dell'elmo a tondino (f|iiale presunzione! L'elmo di Don Chisciotte...) avevano battuto lo stesso loro record nella fuga dal campo di battaglia al mare. Ma venne il Giugno, venne il Piave — la vera risoluzione della grande guerra — e gli Inglesi furono salvi, insieme al loro mondo d'alleati. Così dice lo storico. E però aggiunge che il miracolo fu troppo dimenticato, e troppo presto, da chi ne aveva beneficato. Il wisky, fra gli altri danni, fa sminuire la me moria. Quanto al filosofo, credente u no, pensa che a salvare allora l'Inghilterra sia stato in ogni caso l'aiuto del Signore. Vero che, sino all'ultimo, l'Onnipo tente era rimasto in dubbio Poiché non è vero ch'egli si ponga sempre dalla parte dei grossi battaglioni, come sogghignava il signor di Voltaire. A San Quintino i battaglioni britannici erano almeno il doppio dei tedeschi, e non pertanto furono sbaragliati. Se Dio finalmente si de eise a soccorrere gli Inglesi, fu certo per delle preghiere più accette di quelle che oggi va recitandogli lord Halifax: troppo ostinato peccatore perchè il cielo ancora l'ascolti. Ricordammo qui una volta come il caso, il cato soltanto, aiutasse il generale French a ricongiungersi con l'alleata armata francese, e a salvarsi con lei. Si disse allora che un branco di paperi avesse consentito all'inetto di ritrovare la via giusta. Strane indulgenze del Signore, e stranissime vie della misericordia sua I In verità Lord Jesus era stato troppo benigno. Le oche che un tempo avevano salvato Roma, non meritavano di salvare Albione allo stesso modo. Grazia di Dio, o intervento dell'Italia, o man forte di cinque continenti, fatto sta che neppure la disfatta, anzi la mina dell'ultima primavera di guerra riuscì a levar di mezzo gli. elmetti di Mambrino, JNIons, San Quintino, l'Aisne e la Somme li avevano pure duramente ammaccati ! Lloyd George, nelle sue Memorie, confessa di essersi parecchie volte « segnato con la sinistra ». S'usa cosi nel suo paese di Galles, come fra i mugicchi, nei casi di disperazione. E però lo stesso Premier attribuisce la resistenza del suo popolo, pure fra tante procelle, all'avvento tempestivo di « uomini nuovi», lui compreso naturalmente, al potere; avvento che non ha molte probabilità di ripetersi adesso, dato che l'uomo nuovo indicato come successore di Churchill sarebbe per l'appunto Lloyd George, con venticinque anni in più sulla groppa, Con l'aggravio d'un quarto di secolo, e non avendo più di fronte un Bethmanu-IIolwcgg ma un Eibbentrop, — è dubbio che l'antico salvatore ritrovi all'Inghilterra il mondo d'alleati che allora le fece scudo: ma è certo che la novità degli uomini fu nel '18 una delle prime, se non la prima causa del salvataggio, com'è oggi il motivo per cui prevalgono le Potenze dell'Asse. L'impassibile Goethe, almanaccando sui destini della sua patria tra Jena e Waterloo, vedeva nella stessa rinnovazione di energie il segreto d'ogni vittoria. A Waterloo, Napoleone aveva già battuto Wellington. Ma poi venne Bliicker a battere Napo leone. C'era sempre, nell'alternativa delle sorti, la supremazia di un valore incognito, di una forza vergine, di un uomo nuovo. Le elezioni del 1906 avevano effettivamente portato a West minster i little Bnglanders. La nuova Inghilterra, era questa piccola Inghilterra. Andarono al baciamano del Re senza tuba • nè marsina: e il diversivo parve addirittura rivoluzione ; la scorrettezza, temerità. Le elezioni — altra sorpresa, altro scandalo, altro boom! — s'erano fatte con dischi di grammofono e filmi a sorpresa, secondo i sistemi americani della propaganda per i! Free Trade. John Bum», un meccanico figlie di lavandaia che aveva capitanato un giorno il più grande sciopero di Londra, era l'evangelista del notili orilo. Suo luogotenente era un carbonaio allevato cogli orfanelli. Llovd George pareva l'uomo de! destino. L'avvocatuccio gallese che qualche anno prima, opponendosi al più forte dei tre Chamberlain, aveva contrastato la guerra d'Africa sino a parteggiare cogli anarchici, e a fug girsene da Manchester, travestito da poliziotto, per non finire linciato dai conformisti, non faceva misteri delle sue tendenze estremiste. Un Misterman era arrivato al Parlamento per rap presentarvi « il Ministero degli slum* » — cioè le orrèndissime catapecchie di cui l'imperiale metropoli ai onora — vestito degli cspdqsvdtcsGst e i stessi cenci che aveva indossato, volontario, fra gli straccioni, per impararne il gergo ed i bisogni. Si ascoltavano Sliaw e Chesterton, anche più sovversivi di lui. a preferenza di Kipling e di Wells. Bolle o brutte, insomma, novità erano nell'aria. Un Capitano Hardy, il quale proponeva di conciliare popolo e trono, lasciava presagire Mosley. L'orchidea di Chamberlain non era più di moda; il sangue dei Boeri tornava in gola anche agli imperialisti più sitibondi; al Transwaal era ridata, virtualmente, una libertà; la questione indiana e l'irlandese erano considerate con una remissione sincera. L'intervento dell'Italia, un poco più tardi, a favore dell'Impero, doveva trovare, soprattutto in questo rigurgito primaverile la sua giustificazione ideale. Si doveva, si poteva credere agli Hardy, ai Campbell, a degli umanitari così teneri, a dei liberali così espansivi. Non per nulla Botha, l'inesorabile, era già passato agli Inglesi; non per nulla Gandhi, appena all'inizio della sua riscossa, appariva già dubitoso. 11 poeta Tagore, col suo viaggio in Inghilterra, e lord Haitiane, col suo viaggio in Germania, erano parsi arrivare e partire (piali pellegrini di pace Nè le commozioni del vecchio pceraffe britannico per le povere Duine russe erano sembrate tilt te menzognere. C'era quasi Uh socialismo di stato, nei progetti della maggioranza parlamenta re: pe'nsioni, assicurazioni, borse di lavoro, leggi sulle case operaie, rigenerazioni di citta c\tdi campagne; e, finalmente, lajcripulitura di quegli slvms, la redenzione di quella spaventosa miseria londinese il cui rappresentante s'era presentato in Par lamento, teatrale ma veridico, con le brache rotte. Ma, soprat- iiV"tutto la leggo agraria e la rifor ma tributaria avevano fatto impressione. Era l'ora dei Kalian. e i veti della Camera Alta non contavano nulla. Si poteva credere, scrive un testimone, d'essere tornati ai tempi della Grande Rimostranza. tsmdssctsudcpmMrcnnCtcvsNon si potrebbe affermare con certezza elle i fantasmi degli antenati si dessero tanta pena pei l'oW Englaùd, per la mirri/ finglaml, una volta che i vivi pronipoti, occupati a vuotar bottiglie o a palpar puledri nelle aiuole di Richmond, se ne davano così poca. Ma è certo elio i baronetti dal naso infiammato, i despoti di quell'antico mondo stupido e crudele si ubriacavano un po' troppo, per sentirsi abbastanza sicuri. C'era del fatalismo, a guardar bene, anche nella vantata impassibilità del peerage. Non per nulla i dischi di quei tali comizi grammofonici parlavano ai contadini, fia due ritornelli impertinenti, di suffragio e di esproprio, sotto gli spalti dei manieri shakesperiani. Non per nulla si videro dei vescovi arringare le folle operaie in Trafalgar Square. I baronetti bevevano fino, i proletari bevevano grosso: ma fra tanto fermento di vino e d'eloquenza pareva davvero che qualche cosa di inatteso fosse per sorgere, in meglio o in peggio, anche nell paese più immobile della terra. L'Inghilterra, s'è poi visto, non era capace d'una rivoluzio ne, e neppure d'una rivolta. Il medioevo, fra tante aspirazioni di modernità, vi si mostrò ancora il più torte. Bugiarde riuscirono le promesse all'Irlanda; vani i soccorsi all'India, affranta e inebetita. Lloyd George fu ricondotto al Parlamento, e il reverendo Campbell in Presbiterio, domato l'uno con una carica ministeriale, l'altro con una prebenda vescovile. Lord Lansdowne, intanto, congiurava con Delcassé, e il Ite coronato coi banchieri. La etesssa sovrana, s'incontrava a Tallinn con lo zar, e Chamberlain si rimetteva l'orchidea dispotica all'occhiellopulite le mani, ormai, di quei tanto sangue boero. LW»/ Kit giani/ tornava ad impettirsi, più intransigente che mai, nel suo orgoglio, nella sua cupidigia,! nel suo pregiudizio, nella sua ferocia. I baronetti, deposta la bottiglia, riafferravano pel manico, la frusta, come al tempo delle piantagioni. La tracotanza britannica si riproponeva ili domare il mondo come aveva do mate la Giamaica. E quel sui! imperialismo senza più genio ni diritto eh" l'Hobson aveva già denunziato come il peggiore degli assurdi storici, dopo un istante di resipiscenza primave rile, aveva ripreso il suo tragico corso. Il lupo era troppo vecchio per dimesticarsi. Anzi l'effera tezza originaria rinasceva, rincrudita, con la senilità. Ma intanto qualche uomo nuovo era passato, qualche nuova parola tcdètbshtCdfsbtfgciniappdafscdlcnodsgs'era sentita- e fu ouell 'illusoria \scia Bellina, e iu ipien iuuauiiii| ma provvidente ventata di gio , vinezza a salvare l'Impero tra i>\1914 e il 1919. La grazia di Dio c'era stata, ma come avverti mento. Per nostra giusta fortu na, e per sua grandissima disgrazia. l'Inghilterra non si trovò nè allora ne poi in condizione di capirlo. Marco Ramperti