L'ITALIANITÀ DI NIZZA nella parola dell'Ecc. De Marsanich

L'ITALIANITÀ DI NIZZA nella parola dell'Ecc. De Marsanich SACRE NOSTRE RIVENDICAZIONI L'ITALIANITÀ DI NIZZA nella parola dell'Ecc. De Marsanich Il gagliardetto del Gruppo di Azione Nizzardo intitolato a Guido Pallotta nt i i i « < << ri< ir i .< i , ,,. «ri» fervido entusiasmo della rolla intervenuta alla patriottica manifestazione" Quando ieri sera il vegliardo garibaldino cav. Davide Felice ha fatto ingresso nel salone del Conservatorio, ove si era data, convegno una imponente folla per partecipare alla manifestazione per l'italianità di Nizza e la banda presidiaria ha. suonato il sempre giovanile e baldanzoso inno garibaldino, una immensa ovazione si è levata dalla folla che ha voluto così testimoniare la passione infiammata con cui ha sottolineato l'importanza di questa adunata destinata a testimoniare come profonde ed insopprimibili siano nell'animo del popolo la volontà e la certezza nelle rivendicazioni delle terre italiane ancora sotto il dominio francese ed in modo particolarissimo di Nizza italianissinia. Secondo le disposizioni del Segretario del Partito la Federazione dei Fasci ha organizzato per ieri sera, con la collaborazione dell'Istituto di Cultura Fascista, la manifestazione di propaganda per Nizza che ha coinciso con la rievocazione della. sconfitta francese nell'assedio di Roma del 1849. Oratore designato è stato l'Bcc, Augusto De Marsanich, Sottosegretario di Stato alle Comunicazioni, che con la sua calda, appassionata parola, ha suscitato vibranti e frementi ondate di entusiasmo nella imponente adunata di massa che gremiva la pur vasta sala. Memorabile serata Serata memorabile quella di ieri, tutta pervasa dei più alti sentimenti di amor patrio. La sala coinè si è detto era gremita; sul palcoscenico, tra i fasci littori, spiccava lo stemma di Nizza, la città che come attributo porta la nobile designazione di « fldelis » per le infinite prove appunto di fedeltà date alla gloriosa Casa Savoia che ne riconobbe i meriti con quella alta definizione. Un busto di Garibaldi, il glorioso figlio di Nizza e più tipico rappresentante della ardenza dell'anima italiana in tutti i tempi e del valore guerriero della nostra gente si notava sul paleoscenico ed era circondato da un gruppo di camicie rosse della Grecia e delle Argonne, che con la loro presenza costituivano la più chiara testimonianza della misconoscenza di quei popoli che pure tanto, nel corso della loro storia, hanno dovuto alle eroiche genti d'Italia. Attorno ancora erano i volontari di guerra e dall'altro lato si notavano il labaro dell'Associazione Famiglie Caduti e dei Mutilati e Feriti per la Causa, il labaro del GUF, i gagliardetti di tutti i Gruppi Rionali delle Associazioni combattentistiche e d'Arma. Fasci di tricolori decoravano la sala in cui la folla in fremente attesa cantava gli inni della Patria. Tutte le autorità cittadine erano presenti: il Prefetto, il Federale, il Podestà, il Preside della Provincia, Alti Comandanti militari dell'Esercito, dell'Aviazione e della Milizia, il Questore, il Rettore Magnifico, il Provveditore agii Studi, il Segretario del Sindacato dei giornalisti, il Direttore del nostro Giornale, nella sua qualità anche di appartenente al Direttorio nazionale di azione nizzarda, la Fiduciaria dei Fasci femminili, il comandante dei Volontari di Guerra, i comandanti le Associazioni d'armi, e molte altre personalità cittadine. Per i Gruppi di azione nizzarda erano presenti l'Ispettore nazionale Tomi bari e il maggiore Ferrerò comandante, il gruppo garibaldino di Torino. L''Istituto di Cultura Fascista, che ha collaborato con la Federazione dei Fasci per organizzare la manifestazione era rappresentato dai vice-presidenti e dagli altri dirigenti, essendo il Presidente prof. Àvenatì, componente il Direttorio Nazionale dei Comitati d'azione nizzarda, a Cuneo oratore designato per analoga adii nata. Sono pure intervenuti rappresentanti del Console gene rale di Germania e del Fiduciario per il Piemonte del Partito Nazionalsocialista impossibilitati a presenziare perche impegnati alla sede del Circolo Germanico per la celebrazione della festa nazionalsocialista di cui ricorreva ieri l'anniversario. Il Segretario Federale ha ordinato il saluto al Re ed al Duce a cui la folla ha risposto con una calorosissima ovazione che si è protratta a lungo nella invocazione al nome del Fondatore dell'Impero. Quindi l'Ecc. Augusto De Marsanich ha sciolto i nastri tricolori che legavano il gagliardetto del Gruppo di Azione nizzarda di Torino, gagliardetto intitolato al caro nome di Guido Pallotta, che dell'italianità di Nizza è stato ferissimo assertore e che gloriosamente cadde combattendo per il trionfo della causa di giustizia delle Potenze dell'Asse. Insopprimibili testimonianze Tra la.più viva attenzione l'Ecc. De Marsanich ha poi iniziato la sua fervida nobilissima improvvisazione affermando che mentre le ali della vittoria si sono riaperte sul nostro valoroso Esercito che eroicamente combatte a fianco delle valorose truppe tedesche (la folla è scattata in una poderosa ovazione alla Germania del Terzo Reich e ad Adolfo Hitler) è bello ed opportuno rievocare una data gloriosa del nostro primo Risorgimento e ricordare il problema dei nostri rapporti con la Francia per quanto concerne i territori italiani che ancora sono sottoposti al do minio francese. La sconfitta francese nell'assedio di Roma del 1849 è stata ricordata dall'Eco. De Marsanich con fredda obiettività di storico, da cui risaltava ancor più il valore delle truppe italiane, di quei sette od ottomila uomini che componevano lo sparuto ma entusiasta esercito della Repubblica romana che ha osato combattere contro le forze unite di Spagna dell'Austria della Francia e del Re di Napoli. Anche questo episodio del Risorgimento italiano doveva segnare, come sempre poi nel corso di tutta la nostra storia, un autentico tradimento della Francia, un gesto basso e ignobile che macchia l'onore militare di una Nazione. Le truppe del generale Oudinot che già erano state battute da Garibaldi e dai suoi prodi, non tengono fede all'armistizio firmato e due giorni prima dello scadere attaccano da più pvcpcdRcmncnhlrssttaopltzSvtndabnsampetgfsdRrCfbIfsaLntpvtrdcdats parti. Il sacrificio della giovane vita di Mameli e dei suoi prodi compagni non è però stato vano perchè dal sangue generoso ha ricevuto nuovo alimento la fiamma del Risorgimento italiano. Di quel Risorgimento italiano che i francesi affettavano di voler aiutare mentre invece, se pur auspicavano l'indipendenza italiana, sempre con ogni mezzo e non esitando neppure dinnanzi al tradimento, hanno osteggiato non volendo l'unità della nostra Patria. La storia degli anni seguenti è poi stata esposta dall'Ècc. De Marsanich con appassionata vibrante parola, con chiara interpretazione dei fatti. E' di quegli anni un altro tradimento frànoese nei riguardi dell'Italia; l'appoggio datò da Napoleone III pala liberazione del Lombardo Veneto si è dovuto pagare a caro prezzo. La cessione di Nizza e della Savoia è un atto storicamente non Sssvalido poiché i francesi stessi con\ta firma della pace di Vitlafrancainon hanno tenuto fede alla parola\data poiché il loro impegno era dil aiutare l'Italia finché tutto il Lom- bardo veneto fosse liberato. iContinuando, l'Ecc. De Morsa-fnich ha affermato che a Torino essenzialmente sì sente più viva la aperta piaga di Nizza sotto il dominio francese, poiché Nizza appunto è italiana geograficamente ed etnicamente e ne hanno dato testimonianze Plinio, Cesare Augusto, Dante, Petrarca e lo stesso francese Lamartìne. Nizza fu sempre italiana. Nel suo atto di dedizione ad Amedeo VII il Conte Rosso, Nizza ha voluto sottolineare i suoi sentimenti di fedeltà alla Casa Savoia che dal suo porto ha fatto partire le gloriose galere sabaude per la battaglia di Lepanto. In Nizza Emanuele Filiberto ha fatto esporre i 140 vessilli conquistati ai francesi nella battaglia di llllllOIIIIIIIIIIIIIOIIIOIIIIIiniMHOlOIIIIOIIOIOOIIIIO San Quintino. Anche se il plebiscito del « 60 » artatamente contraffatto ha potuto far credere che i nizzardi avessero optato per la Francia un mese dopo soltanto, ben 10 mila su 24 mila nizzardi dichiaravano di non rinunziare alla loro nazionalità italiana. Al termine del suo vigoroso discorso l'Ecc. De Marsanich ha affermalo che in questa guerra imperiale ed universale le rivendicazioni nei confronti della Francia costituiscono il lato nazionale della nostra lotta. Nizza, la Corsica e Tunisi sono terre italiane che torneranno italiane. Torino che ha dato alla Nazione la fiamma del Risorgimento è città, in cui l'italianità di Nizza vibra con anche maggiore prepotente passione. Concludendo, l'oratore ha invocato la vittoria nel nome dei morti e dei vivi, quella vittoria che già è stariguardi della ta conquistata ne, Francia piegata dalle forze del \l'Asse, quella vittoria che costituiisce il termine certo del nostro rfe-\st.ino. l Una calorosa manifestazione 'in sottolineato con vivissimi applausi ile parole dell'oratore. Quindi è e-fileggiato il saluto al Re e al Duce e la folla ha accompagnato col canto il suono degli inni della Patria. L'aspetto della sala durante la vibrante adunata.