Il Ministro del Commercio americano esclude un intervento diretto

Il Ministro del Commercio americano esclude un intervento diretto Il Ministro del Commercio americano esclude un intervento diretto Washington, 29 aprile. Il Ministro del Commercio, Jesse Jones, parlando alla Camera di commercio degli Stati Uniti ha preveduto che il debito pub blico interno degli Stati Uniti sa lira a 90 miliardi di dollari in conseguenza dell'esecuzione dei programmi di riarmo interno e di aiuti all'Inghilterra. Egli ha poi cosi continuato: «Noi non vogliamo entrare in guerra nè ora ne tra un anno nè tra 10 anni, ma dobbiamo aiuta.re le democrazie per la nostra stessa sicurezza. Per quest'ultigzntcctmglma dobbiamo creare e conserva re un esercito e una flotta di tale, potenza ria eliminare a priori a qualsiasi Potenza il desiderio di attaccarci. Solo ora cominciamo ad avere una pallida idea del costo di tutto ciò. idea molto pallida perchè la spesa definitiva risulterà superiore assai a quella alla quale oggi generalmente si pensa ». Ha concluso dicendo elio i ceti economici della Nazione dovranno contribuire con gravi 'sacrifici alla realizzazione dei I programmi suindicati, La Camera dei rappresentanti : ha respinto eoli 171 voti contro ! 117 il progetto di legge del mini stro della guerra con il quale si proponeva a titolo di prova di (procedere all'oscuramento della [capitale federale. Varii oratori |generale dèlia disfatta delia Nor-ijvegia, della diserzione franco-bel-hanno definito la ridicola proposta come un tentativo per provocare negli Stati Uniti una isterica psicosi di guerra. Il deputato repubblicano Fish ha proposto ironicamente fra un fuoco di fila di scherzose interruzioni di munire il Presidente, i membri del Congresso e i giudici federali di elmetto e maschera antigas. Hearst in un articolo pubblicato dai giornali del suo gruppo scrive che è assurdo pensare che i ìossa ottenere ouella itenzionato ed efficace parlatore, è] |un vecchio gentiluomo che non ha ; lia statura di Pitt, Disraeli o di Lloyd George e non è nè stratega, ! l'Inghilterra possa ottenere quella, vittoria che Churchill asserisce a-\vere per scopo, se non vi è riusci- ! ta quando aveva alleati che sono|ora scomparsi dalla lotta; aggiun- ge che Churchill, benché bene in- j nèllipìÓmaf fco". La s~cónfittà~deìlà I | sua diplomazia è provata dal pat-1 Ito russo-giapponese, e quanto alla ! (strategia, egli continua a ripetere|ili disastri'df Gallipoli. L'Inghilter-1 ; ra non ha altri alleati all'infuori |, degli Stati Uniti. Deve l'America 'i affidare le sue fortune al direttore ||ga e del disastro greco-jugoslavo? | cita quindi le critiche dei giornali inglesi circa la condotta del governo e l'irrequietezza dell'Australia. Dice che sarebbe meglio per l'America non tuffarsi nell'uragano del disastro. La signora Me. Cormick sul New York Times, in un patetico articolo intitolato: «Vedendo Hitler ascendere l'Acropoli » dipinge il nero quadro degli ultimi avvenimenti per l'Inghilterra e l'America. La signora nella sua elucubrazione non dimentica però l'Italia ; insistendo sull'abusató motivo di !una sua pretesa subordinazione al la Germania e si consola con la gratuita affermazione che la re ì^ente ritirata britannica in Grecia è stata « un trionfo di strategia ». j

Persone citate: Churchill, Disraeli, Fish, Hearst, Hitler, Jesse Jones, Lloyd George, Pitt