La fermezza del Giappone verso le sue mete di Leo Rea

La fermezza del Giappone verso le sue mete La fermezza del Giappone verso le sue mete . iLa storiella di un possibile viaggio di Matsuoka a Washington • Dopo il suon■ mr , i . ii i i l< r> • l'i • • ritorno doli Europa egli non ha ancora ricevuto I ambasciatore degli Stati Uniti (Dal nostro inviato) Zona del Pacifico, 28 aprile. La situazione diplomatica e quella militare di tutta la zona del Pacifico presenta ancora quel ca-ratterc di provvisorietà che ave- jwrao già notato e scanalato su-bito dopo la conclusione del patto Ljj neutralità nippo-sovietico: prov- | ^orietà, abbiamo detto, non in- : certezza, che questa none mai est- \stita in quantità apprezzabile elianto meno può esistere ora quan- ido le vittorie degli eserciti del¬ I l'Asse o l a - persino alla conclusione che il I Mediterraneo hanno ■ avuto rapidi e profondi riflessi in jtutte le terre che hanno dirette ragioni di vita e di lotta su questo oceano. Diplomazia di guerra Qualche osservatore è giunto e l'Oriente possa seguirlo immediar e tornente, constatazione che può - ^ ,„,„,„ lchc rnsil di vcro in\- i * _ ""' * ritorno acce, -'"b'>e ora, soprattutto dopo Ve- sempio di rapidità col quale il -, Giappone e la Russia hanno con¬ tempo » impresso alle cese d'En- ropa sia troppo rapido perchè eluso il loro patto di neutralità. D'altra parte è certo che mentre le posizioni principali delle forze nei Pacifico sono conclusivamente,definite, ci sono delle situazioni [secondarie che sono suscettibili di cambiamenti sostanziali: per e- sempio, la situazione delle Indie Olandesi: non v'è dubbio che le ba- toste subite dall'Inghilterra ridurr a é notevolmente le resistenze [- opposte da Batavia allo stabili- .- mento di un ordine nuovo in Asinlo orientale: lo stesso si può dire del- . ?„ Cina di Ciang Kai Scck; ed è -j„tt0 facilmente accertabile 'che le i rf situazioni teste menzionate ^'--/'» PCS° ^^coW'sulla strada della espansione nip- .ipanica verso sud. Queste situazioni inducono a pensare che la fase diplomatica inoli sia esaurita ancora: si tratte jrd, come dicono i giapponesi, di \una diplomazia di carattere emi nentemente positivo tantoché qual'cimo parla di «offensiva diploma fico » intendendo dire diplomazia idi amrra piuttostochc guerra di diplomazia. Nnn vi c dubbio clic durante. \questa apparente sosta qualcuno cercherà di inscenare qualche maiioi'ifi intesa a rimediare alla per aita di eredito subita recentemente in casa e fuori. Vogliamo parlare degli Stati Uniti, giacché oggi si è notata una ripresa della campagna giornalistica mirante a far credere nella possibilità di un viaggio di Matsuoka a Washington. Un informatore collega nipponi- HccpVii acni p«,ò \con, co col quale abbiamo scambiato note in proposito, ha, osservato tornente che questa campagna contare ben poco di fronte alla siderazione di un piccolo fatto passalo inosservato ai più: il fatto cioè, che l'ambasciatore Grew non è staio ancora ricevuto da Matsuoka dopo il ritorno di questi: ora l'ambasciatore degli Stati Uniti a Tokio è anche decano del Cor- dplvssshntv„scslsMesqM po diplomatico accreditato presso ,la Corte imperiale e pare notevole [il fatto che il Ministro degli Esteri non abbia trovato tempo per rice verlo, sia pure nella sua qualità di decano, per la visita che questi consuetudinariamente rende al Mi nistro degli Esteri tornato in sede. [Del resto se questa piccola anno- .fazione protocollare non bastusse, lei sono le dichiarazioni fatte l'al tra giorno da Matsuoka al ricevi mento svoltosi in suo onore, di chiarasioni che dovrebbero aver Mto perdere definitivamente le W^e speranze d^em che ma- novrano per ristabilire agli occhi delle varie Ciung King, Batavia e titnptdnapcccvLnlsqlh iimiiiii .iiiiiiiiiiiihiiiiiiiiiiimiiiiiii inei il credito perduto — quello, r torse nifi conta — ner notere forse più conto - pei poto Ha che convincere la gente di casa che c|possibile dare all'Inghilterra quel- Vaiuto clic Churchill ha chiesto dieri disperatamente senza correre il rischio di avere la guerra siti! j\i | j I: due oceani. La situazione in Australia Non occorre d're che l'opinione pubblica nipponica — e tanto più le forze organizzate dietro al governo — sono perfettamente conscie del gioco e delle manovre disperate degli avversari: tutta la stampa nipponica nei giorni scorsi ha fatto prendere ai lettori buona nota dell'enorme successo ottenu- to dal discorso di Lindberg, delle voci di accusa provenienti dall'Au-\ „,„',,„ ' ,„„' „,„„„„ ,„„,,,■„„„,.„! strallo e dalla stessa Inghilterra contro Churchill traendone dimo-1strazione e conclusione che tutta l'ossatura dell'impero britannico sci icchiolasaltai colpi ricevuti nel Mediterranco ed altrove. ;Quanto alla situazione in Au-|efZ,ii„ ^„,.„„/o v, „j»i,„„ -o„*i stialia dinante le ultime venti-,quattro ore, le radio di Sidney e|Melbourne hanno continuamente trasmesso notizie, dichiarazioni, ! interviste per dimostrare che l'agitazione dell'opinione pubblica è null'altro che una invenzione della propaganda germanica! Nonostante questa bugia, lo stesso ministro delle informazioni australiano, senatore Foli, Ha dovuto promettere alla radio che. « il paese sarà completamente messo al corrente circa il numero di truppe australiane, circa il loro equipaggiamento e circa le intese occorse fra il go- verno di Canberra c quello di,Londra a proposito della spediate- ne militare in Grecia attraverso la discussione parlamentare che sarà tenuta fra pochi giorni», e.;questa promessa dimostra che\l'agitazione popolare esiste. Leo Rea

Persone citate: Batavia, Churchill, Ciang, Lindberg, Matsuoka