Petrolio dell'Iraq e sbarchi inglesi

Petrolio dell'Iraq e sbarchi inglesi Petrolio dell'Iraq e sbarchi inglesi ! Non solo ragioni politiche e strategiche hanno indotto gli Inglesi a sbarcare truppe indiane nell'Iraq ma preoccupazioni di carattere economico. L'Iraq, che conta3,6 milioni di abitanti ed è bagnato da due iiumi importanti, il Tigre e l'Eufrate, era anticamente il paese più fruttifero della terra. Più tardi, il cotone, che coltiva nelle terre irrigate e le stoffe di « mussola » (il nome internazionale proviene da quello del Vilayet di Mossoul) hanno avuto fama mondiale. Gli inglesi nell'Iraq non si in teressano nè della fecondità dei- la terra nè del cotone e neppure delle tessiture di Mossoul (ormai completamente decadute) ma del petrolio. Non le trasparenti cotonate ma la nafta e la benzina è stata a Versailles oggetto di una sorda lotta nella quale — esclusa l'Italia •— si sono impegnati per alcuni mesi Lloyd George e Clemenceau. Prima del 1914 si estraeva già petrolio nel Vilayet di Mossoul, ma solo nel dopo guerra, gli inglesi — cui spettò il predominio politico e finanziario in quella zona — ne svilupparono in misura eccezionale la coltivazione (produzione massima annua sinora raggiunta: 4,3 milioni di tonnellate). Un potente oleodotto fu costruito attraverso i deserti dell'Iraq e della Palestina per portare il combustibile ad Haifa; una diramazione voluta dai francesi forniva la nafta anche al porto siriaco di Tripoli. Gli oleodotti di Haifa e di Tripoli dovevano alimentare, in caso di guerra, le flotte alleate nel nord Mediterraneo. Poi sopravvenne la sconfitta della Francia e gli inglesi tagliarono immediatamente l'oleodotto della Sirla. La produzione incominciò a diminuire, rimaneva tuttavìa lo sbocco principale: Haifa, grande centro di raffinamento e d'imbarco. L'aviazione italiana ha distrutto gli scorsi mesi con audaci bombardamenti diurni le raf- finerie di Haifa, ora il petrolio ò fatto affluire per essere raf- rinato, sul Golfo Persico od in Egitto. Ma i trasporti verso le isole Barheim, organizzati a mezzo della ferrovia di Bagdad, sono limitati e l'Egitto, come Haifa, è sotto la minaccia costante dell'aviazione nemica. La produzione del petrolio, data questa situazione, diminuisce di mese in mese, con profonde ripercussioni nell'economia del Paese. Ora. dopo la crisi che ha abbattuto a Bagdad un Governo al soldo dell'Inghilterra, Londra ha creduto necessario mandare dei soldati a difendere quei bacini petroliferi che costi- tuiscono la più importante rie- chezza del Paese e la fonte di maggior reddito per lo Stato. iii

Persone citate: Clemenceau, Lloyd George