Due artisti torinesi eroicamente caduti

Due artisti torinesi eroicamente caduti Due artisti torinesi eroicamente caduti Le mostre postume dei gloriosi combattenti saranno inaugurate con la Ì3' interprovinciale Lo scultore Giuseppe Canavotto wl il pittore Piero Bora, il primo capitano degli alpini, il secondo sottotenente di artiglieria, sono enti-ambi eroicamente caduti sul fronte greco. La notizia è stata appresa con fiero animo ed ha suscitato vivo cordoglio nella grande famiglia degli artisti torinesi alla quale i gloriosi Caduti appartenevano e che per onorarne la memoria, auspice il Sindacato B. A. ha voluto raccogliere le opere degli Indimenticabili artisti per ordì- nere due mostre personali da inserirsi nella 13" interprovinciale che verrà inaugurata il 3 maggio (prossimo al Valentino nella palaz Zina della Promotrice B. A. Lo scultore Canavotto aveva 46 anni, era allievo di Vannini e di Santiuno e la sua attività artistica aveva spesso interrotta per servire la Patria in armi. Alla'guerra mondiale dal 1915 al 1918 aveva partecipato quale tenente; volon tario in Libia nel 1935-36 aveva raggiunto il grado di capitano e come tale aveva poi combattuto valorosamente sul fronte occidentale nella battaglia delle Alpi e poscia aveva raggiunto l'Albania. In un aspro combattimento contro i greci alla testa dei suoi alpini, è caduto da eroe nel febbraio scorso. Molte delle sue opere sono note e. tutti i torinesi. Chi infatti, pas sando per il Giardino del Mastio della Cittadella non si è soffermato ad ammirare con compiaci mento il suggestivo busto di Cesare Battisti? In quel volto Canavotto ha cercato di imprimere tutta la caratteristica ed indomita fierezza del martire italiano. Pure di questo artista è il busto del fon datore del Fascio di Torino che il Gruppo rionale « Mario Gioda » ha offerto al Duce nella Sua ultima indimenticabile visita alla nostra città. Il busto si trova ora a Roma, a Villa Giulia, ma non per questo il Gruppo ne è rimasto privo, che il Canavotto offri ad esso una copia dell'opera. Particolarmente al ritratto si era dedicato questo noto scultore e fra le pregevolissime opere che ha lasciato ricordiamo il busto del Duca degli Abruzzi collocato nella Scuola al Principe intitolata in via Montevideo; quello del gen. Etna, l'indimenticabile «papà degli alpini»; l'altro del ten. col. Pettinati, medaglia d'oro, al III Alpini a. Pinerolo; e i busti ancora del generale Perrucchetti situato nella caserma del III Alpini e quelli del cap. Albarello e ten. Picco per il battaglione Exilles ad Ulzio. Anche in opere più complesse egli si era distinto: suo infatti è il bel monumento ai Caduti che vediamo nel cimitero della Regione Barca, il monumento ai Caduti in S. Ambrogio di Susa e quello a Camino Monferrato, nonché la targa in bronzo che ricorda gli eroi di Rochemolles. Un aristocratico gusto architettonico ha rivelato nell'altare dedicato ai Caduti e posto nella chiesa di S. Massimo, ed una delicata ricerca di armoniosità nel medaglione ricordante il caduto Origlia per la Casa del Fascio di Settimo. L'artista soldato che la sua vita ha cosi nobilmente chiusa, anche nelle sue opere ha esaltato il valore, l'eroismo del soldato Italiano, del combattente per la Rivoluzione imprimendo in esse quei sentimenti di cui traboccava il suo animo. Il pittore Piero Bora aveva 31 anni; era nato a Biella, ma i suoi studi li ha compiuti a Torino, all'* Albertina ». Fu vincitore del concorso ai Littoriali del Guf di Torino dell'anno XII con l'affresco « Opere assistenziali » che venne inviato a Roma e vinse anche il primo premio per l'arte pubblicitaria nei Littoriali del Guf dell'anno XIII. Fra le opere notevoli lasciate da questo giovane che con costanza e passione perseguiva un suo nobile ideale d'arte, ricordia mo il bel ritratto di Luigi Scara glio, presso il Gruppo omonimo, il quadro « I littoriali della gioventù » che trovasi presso la Federazione fascista di Vercelli; l'affresco deila cappella « Luzzi Cra verio » al nostro cimitero, ed altre opere che acquistarono privati. Egli si dedicava al manifesto che trattava con rara originalità, alla decorazione ambientale, ma il fine cui tendenva con passione era l'arte pura. Stava appunto preparando una sua mostra personale per la primavera (e saranno queste opere che compariranno alla sua Mostra postuma) quando fu richiamato alle armi. Parti con l'animo del volontario e fra i suoi soldati portò il suo entusiasmo trascinatore. Dopo diverse azioni in cui seppe far rifulgere la sua abilità e il suo valore, il 17 febbraio scorso, combattendo contro i greci, fu colpito da una granata e morì da eroe. Sepolto nel cimitero di Monastir Drayoti ove in ispirito segue la marcia vittoriosa dulie gloriose armi nostre. Il capitano Canavotto Il sottotenente Bora