Le meraviglie della " chemiurgia,, di Amerigo Ruggiero

Le meraviglie della " chemiurgia,, Le meraviglie della " chemiurgia,, Spinti dalla crisi dell'agricoltura i chimici americani hanno escogitato nuovi proce dimenti che permettono di utilizzare molti prodotti della terra a fini industriali e e o e o a , a a » o NEW YORK, aprile. Uno dei capitoli più interessanti dell'economia americana è quello della trasformazione dei prodotti agricoli non utilizzabili al loro stato naturale in sostanze chimiche necessarie sia alle industrie già stabilite che ad una quantità d'industrie nuove i cui risultati, nel breve tempo in cui sono apparse, fanno intravedere sviluppi di portata colossale. La produzione dei generi agricoli, per quanto sia stata soggetta a limitazioni allo scopo di sostenere i prezzi, ha sempre superato di gran lunga la domanda. Con la chiusura dei mercati mondiali e la saturazione del mercato interno, l'eccesso dei prò- dotti è diventato da un decennio a questa parte, uno dei più gravi problemi economici che l'America deve affrontare. In conseguenza è venuta prendendo forma l'idea di creare una riserva illimitata di prodotti la cui trasformazione ed utilizzazione rimanga al sicuro dalie vicende stagionali e da quelle dell'offerta e della domanda. La speranza per l'utilizzazione di tale riserva è fondata sulla « chemiurgia » una parola coniata dal chimico William Hale circa cinque anni addietro e che significa la scienza dell'utilizzazione dei prodotti agricoli nell'industria. Intendiamoci, non che questo sia un ramo di attività completamente nuovo e sconosciuto finora: quelle dei tessili, del tabacco e delle bevande alcooliche sono grandi industrie già da gran tempo, come 10 era una volta quella delle tinture vegetali, per esempio, l'indaco. Ma il movimento « chemiurgico * è diretto soprattutto a espandere gli antichi usi dei prodotti agricoli nell'industria ed a crearne dei nuo.vi. Vernici dal granturco Le industrie delle vernici da venti anni in qua hanno assorbito una certa parte dell'eccesso di produzione di granturco. Fu sviluppata la cultura di un bacillo, 11 « clostridium acetobutylicum » che produce la fermentazione del granturco da cui si ottengono no ;tevoli quantità di alcool butilico !« quale assieme ai suoi derivati forma i più importanti gruppi di solventi usati nelle industrie delle vernici. Per la verniciatura di un automobile di tipo medio occorre la quantità di solvente che si ricava da circa 75 litri di granturco. La fermentazione di questo cereale produce inoltre acetone ed alcoli etilici che trovano largo uso nelle industrie. Ma il processo fermentativo originato dal « clostridium * invece di sviluppare in massima parte biossido di carbonio, come quasi tutte le altre fermentazioni, emette idrogeno e biossido di carbonio in parti ugua li. Questi due gas assoggettati ad un trattamento appropriato prò- ducono sinteticamente il cosiddetto alcool di legno che viene usato su vasta scala in molte industrie. Può esser anche convertito facilmente in formaldeide uno dei principali costituenti della sostanza plastica chiamata « bakelite » il cui uso è andato e si va continuamente diffondendo per la fabbricazione di una quantità di oggetti d'utilità pratica, di strumenti e congegni d'ogni genere. Le utilizzazioni del granturco che abbiamo citate non assorbono, però, finora che il 9 per cento della pro¬ duzione. Si è pensato, allora, di utilizzare altre parti della stessa pianta come i gambi e le foglie e non limitarsi esclusivamente ai semi, ma i tentativi sono riusciti solamente in parte. Una buona jpromessa la si vede n.;l tatto che]i fusti contengono notevoli quan tità di cellulosa t alfa* dalia quale si può ricavare il « rayon >. Lo si è fatto in proporzioni limitate e in via sperimentale ni£ finora i rsatentativi non sono sbocciati in una sgrande industria sia perchè non ls'è trovato ancora un metodo sod-l p e à o i a a l disfacente per purificare la cellulosa, sia a causa del costo del trasporto della materia prima agli stabilimenti che debbono lavorarla,. Si prevede che, col tempo, queste difficoltà saranno superate. Un altro campo dove la «. chemurgia » ha tracciato vie nuove è quello della produzione della carta. Si consumano in America circa 16 milioni di tonnellate di carta all'anno e le materie prime occorrenti alla sua fabbricazione sono costituite dalla cellulosa e da una sostanza fibrosa chiamata lignina che si trovano in tutti gli alberi e in tutte le piante. La massima parte di questi materiali sono - i forniti dalle foreste di legno dol- o i a è i ce della parte settentrionale degli Stati Uniti e del Canada ed in minore quantità dalla Scandinavia. Ma il rifornimento delle foreste indigene è continuato a diminui- ire notevolmente a causa dei si j stemi distruttivi usati per cui si o ; abbattono le piante senza pen- sare alla loro riproduzione. Nel Canada si verifica la stessa cosa. Alcuni anni addietro varii pionieri dell'idea chemurgica pensarono ai utilizzare le terre del Sud e l'idea attecchì tanto bene che attualmente la risoluzione del problema della carta in questo paese I è riposta nei pini delle regioni meridionali. Fino a pochi anni fai i fabbricanti di carta si ostinava- no a credere che i pini del Sudifossero così ricchi di resina da !non poter essere usati per la produzione del loro articolo. Ma si trattava di un giudizio non ponderato e soprattutto non verificato da esperimenti. La tecnica è progredita al punto che mentre venti anni addietro la resistente carta da imballaggio non si poteva fabbricare con il materiale dei pini del Sud, adesso il 60 per cento di essa è fornito da quelle piante. Sono circa dieci anni che un chimico industriale il dott. C. Herty, si propose di venir in aiuto dei « farmers » del Sud ed alleviare le loro tristi condizioni. In breve tempo egli produsse dai pini di quelle regioni ottima carta da libri e da giornali. L'industria ha cominciato ad affermarsi e sorgono numerosi stabilimenti per la fabbricazione della carta da giornali dai pini, ciò che si prevede sarà un importante fattore nella rinascita di vaste zone rovinate dalla crisi agricola. Il segreto del successo del dott. Herty consiste nell'usare pini giovanissimi che vengono tagliati prima che acquistino un alto contenuto resinoso. A questo scopo si richiede la collaborazione dell'agricoltore. Gli alberi possono esser piantati e crescere rigogliosamente in terre abbandonate e isterilite. Per circa tre anni il suolo può essere usato per rac- colti annuali di vario genere, in tanto che si attende la crescita mpzsdei pini che in dieci o dodici an ni sono pronti per esser tagliati. I « farmers » del Sud si sono procurati così un nuovo cespite d'entrata di cui avevano estrema necessità. Aerei « plastici » In questi ultimi mesi si è fatto un gran parlare di aeroplani che | in un prossimo futuro dovrebbero esser fabbricati con sostanze plastiche. Questa maniera di presentare le cose contribuisce alla formazione d'idee false su di una ndustria che tende ad affermarsi e svilupparsi nei limiti che le sono concessi. Finora i risultati più promettenti sono stati otte- nuti nella manifatturazione meccanica di larghe lamine di legno plastico incollate assieme con la resina plastica resistente all'acqua chiamata « bakelite ». Questo processo promette di portare alla produzione rapida, poco co- stosa e in grandi proporzioni del-1 la fusoliera e delle ali dell'aero plano e forse della carrozzeriai dell'automobile. Benché il legno plastico sembra che sia per ora il materiale più adatto per questa industria, si prevede che 1 I loro grande diffusione in Amen- prodotti di qualsiasi pianta fibrosa' diventeranno il fondamento di simili costruzioni, ciò che porterà all'utilizzazione di grandi quantità di materie agricole che non possono essere altrimenti smaltite. La soia e le automobili Sarebbe assai lungo parlare di tutte le sostanze che sono state ricavate in questi ultimi tempi da prodotti agricoli considerati di scarso rendimento economico e delle straordinarie applicazioni che hanno trovato nelle industrie. Ma prima di conchiudere faremo un cenno dei semi di soia c della ca sia per uso integrale che per i loro derivati. In I Cina la soia :vien chiamata « l'onorevole pie- ' colo fagiolo» e per migliaia d'an-jni è stata usata colà come nutrì-!mento di milioni di persone. Ne- gli Stati Uniti, dove è stata in- rodotta solo recentemente gl agricoltori l'hanno coltivata qua e là e solo a malincuore destinata ad alimentare i bovini. Lenta mente si è andata introducendo neU'aliméntazione umana, ma la i sua espansione è avvenuta nel campo della chimica industriale igli automobili di Ford ne sono !una dimostrazione ambulante. semi sono spremuti per produrre un olio che serve a tenere assieme le forme di sabbia nelle fonderie. Una porzione del residuo viene trattato per ricavarne un solvente per le vernici. Un'altra parte del residuo è composto in gran parte di proteina, assai simile alla caseina del latte, e di fibra, sostanze che vengono trasformate in resina plastica di ottima qualità con la quale si fabbricano una quantità di oggetti, come bottoni, maniglie, interruttori elettrici, coperture di recipienti, intelaiature di finestre e infiniti altri. In ogni automobile di Ford ci sono parecchi chilogrammi di sola. Nel 1938 i laboratori! di quella compagnia riuscirono ad ottenere dalla soia fibre tessili sintetiche la cui qualità è stata recentemente assai migliorata. Nelle industrie dei colori, della carta, delle lacche e vernici, tessili e plastiche per non parlare del suo uso nell'alimentazione umana e degli animali « l'onorevole piccolo fagiolo * sembra destinato a un grande avvenire. Amerigo Ruggiero

Persone citate: William Hale

Luoghi citati: America, Canada, Cina, New York, Stati Uniti