La situazione

La situazione La situazione La campagna in Grecia è ormai definita; l'interesse militare si concentra non più nel considerare le possibilità di resistenza bensì nel valutare approssimativamente la percentuale delle truppe imperiali che riuscirà a mettersi in salvo. Le cifre degli affondamenti sono spaventose. Già si stanno avvicina-ido a quelle di Dunkerque ina sembra che gli effetti siano più micidiali e per la maggiore canfusione e per la qualità più scadente del naviglio e per la più lunga navigazione oltre che per l'incontrastata supremazia aerea delle squadre dell'Asse. Ma anche se alcune decine di migliaia di soldati avranno fortuna nella loro vergognosa fuga quanto tempo dovrà trascorrere prima che esse possano essere ricostituite in efficienti unità organiche di combattimento? * * Il sacrificio degli australiani e dei neozelandesi che, in mancanza di greci, polac¬ chi e degaullisti, sono stati usati come carne da cannone per proteggere gli... eletti da Dio, i puri britanni, suscita pro/onda reazione nei due lontani dominions. Molti cominciano a ricordarsi dell'ecatombe di Gallipoli di cui Churchill porta la massima responsabilità, così come dell'ecatombe sulla strada dall'Olimpo ad Atene. Il più sconvolto, ma anche il più colpevole, è il primo ministro australiano quel Menzies ch'era venuto in Africa e in Europa per raccogliere gli applausi per la conquista di Bardìa e di Bengasi, e infatti egli si pavoneggiò per le vie della capitale della nostra Cirenaica. Sono giornate di lutto per gli australiani ; ma ammaestrati dall'esperienza del 1915 dovevano pensarci in tempo, essi che sono un piccolo pugno in un mare di uomini dì razze diverse, essi che hanno una natalità col contagocce. E i tempi non si preannunciano buoni nemmeno per i superstiti; se a Sidney desiderano rivederli, farebbero bene a richiamare subito in patria il resto del corpo di spedizione, infischiandosene delle frasi mel¬ liflue migi. dei giornali del Ta- L'incontro di Roosevelt col premier canadese è stato più importante di qualsiasi supposizione: gli Stati Uniti potranno inviare truppe nel Canada, così come alle Bermude, a Terranova, a Trinidad. Londra ne era informata? Ma che cosa conta più Londra; in momenti di emergenza ognuno pensa ai casi suoi. Mentre gli inglesi sono cacciati dal Continente europeo e stanno per essere assediati nel Mediterraneo Orientale, la loro autorità è in liquefazione nell'emisfero occidentale: a quando la volta del Pacifico ? * * Le nostre riserve e le nostre diffidenze verso la politica di Roosevelt, che continua a insistere sulla scorta ai convogli almeno sino alla metà dell'Atlantico, non ci impediscono di notare con compiacimento le colossali manifestazioni contro l'intervento. Senza dubbio sono le vittorie dell'Asse che hanno permesso alle masse contrarie ai folli disegni rooseveltiani di scendere decisamente in piazza ad affrontare la marmaglia giudaica. Bisogna insistere. * * Si combatte di fronte a Dessiè: gli stessi nemici sono costretti ad un paragone, Cher?n, Basta questo nome perchè un'ondata di ammirazione attraversi i cuori non solo degli italiani ma di tutte le genti. Si combatte ai confini del Gimma e ciò mentre la propaganda inglese annuncia i preparativi per il ritorno di Tafari. Si conforti pure Eden dei suoi continui insuccessi con tale ignominiosa soddisfazione. L'Inghilterra ha già pagato a carissimo prezzo lo stupido orgoglio del suo affossatore; e il conto non è saldato perchè le truppe del Duca impediscono di trasportare altrove le divisioni scelte del gen. Cunningham. Ma il saldo definitivo sarà ancora più grave: sarà totale.

Persone citate: Churchill, Cunningham, Menzies, Roosevelt, Terranova, Trinidad