La "saracinesca" degli aerei contro i greci in ritirata
La "saracinesca" degli aerei contro i greci in ritirata La "saracinesca" degli aerei contro i greci in ritirata " Picchiatelli „ richiamati in volo, mentre stavano per sganciare L'Arma Azzurra ha volato sul- drona assoluta del cielo epirota. Gli ultimi a lasciare questo cielo furono gli Alcioni di quello stormo di Tartarughe e di Lumache, che all'alba del 28 ottobre 1940 si erano spinti per primi su Tatoj, aerodromo di Atene, sorvolando cosi in tutta la sua lungh"zza la Grecia. Vennero richiamati che erano in volo, che ciare l'esercito greco sino alla fine, pa " e e l e i a I o o i a a a l l a , i è a o e (da uno dei nostri inviati) i t„„ .,„ mDa unnostroaerodromo, aprile.^pvez2g. che già stavano per sgan-ia. Rientrarono che, quasi, era.notte a carico intatto. E mentre' gli uomini di manovra scaricavano le bombe e le riponevano nel le riservette, il colonnello Tadè mi diceva: « Serviranno per gli ex padroni dei greci! ». Il volo interrotto era il terzo della giornata perchè ieri la nostra Arma Azzurra lavorò ancora molto duro. Quel che fecero in questi ultimi giorni lo si può sintetizzare con questa battuta espressiva di un giovane pilota: « Davanti al nemico in ritirata noi aviatori abbiamo calato dal cielo come una specie di saracinesca, una saracinesca di ferro e di fuoco ». E dietro questa saracinesca restò imbottigliato il grosso dell'esercito greco. Quanti uomini, precisamente? Per il momento non è facile dirlo. Può darsi che una parte degli uomini, soprattutto quelli abituati alla montagna e con i muli sia riuscita a scivolare via insinuandosi tra le valli, scavalcando creste, guadando i fiumi, ma la maggior parte del materiale delle 22 e più divisioni ternarie allineate contro di noi, un buon 70 per cento degli automezzi e l'80 per cento dei cannoni e delle armi pesanti, tutti i depositi di viveri e i magazzini di vestiario e le munizioni, sono rimasti bloccati dietro questa sarà-jeinesca per merito soprattutto del- l'aviazione. |Nella settimana pasquale, quella che va dal 6 al 13 aprile, l'Ar- ma Azzurra venne adibita in campo tattico con criterio eminentemente difensivo. Come ricorderete, in quel giorno i greci, illusi dell'aiuto jugoslavo, attaccarono il nostro schieramento in tre punti vitali: a Pogradec all'estrema ala sinistra della Nona Armata per aprirsi una via verso la zona dei laghi e unirsi con le truppe serbeche premevano nel settore orien- tale; allo Spadarit per minacciare Berat e Devoli e da qui scendere a Tirana; sul Trcbescines e nelle vallate del Desnize per prendere con aggiramento Valona. L'Arma Azzurra compi un lavoro oscuro cdifficile, reso ancora più difficile dane pessime condizioni atmosferiche. Il 14 aprile il conato offensivo greco era soffocato. Le nostre truppe occupavano Corcia minac nando cosi di prendere alle spalle l'intero schieramento nemico. Il 15 si notarono qua e là i primi segni della ritirata; subito l'Arma Azzurra si adattava al nuovo compito, che era quello di cambiare la ritirata in rotta o, comunque, di ostacolarla e ritardarla al massimo. Caccia, Picchiatelli e gli stessi ricognitori vennero lanciati per quei mitragliamenti e spezzonamenti che seminarono le strade, le fiancate delle strade e i campi di carcasse di automezzi, di carogne di animali e di cadaveri di uomini. I bombardieri in quota vennero impiegati lungo la strada da Tepeleni a Perati, sulle mulattiere adducenti a questa strada e soprattutto al di là del confine greco-albanese, precisamente nella regione del Kalibaki e in quella del Kalamas per danneggiarne e sconvolgerne le posizioni permanenti e impedire cosi all'esercito greco — che fino al 18 aprile si ritirava ancora in buon ordine — di attestarvisi a difesa. L'intervento dell' aviazione fu cosi efficace che circa tre Divisioni — quelle in linea sullo Spa- a aIitaii — dovettero marcare il pas' o]so e si attardarono talmente che - le nostre truppe da una parte eb- , n o e e d - bero il tempo di ragiungere Premeti lungo la Tepeleni-Perati, e dall'altra Erseke, sulla Corcia-Perati, bloccando in tal modo le tre divisioni nemiche. Frattando anche il fronte costiero da Tepeleni, a Porto Palermo, franava. Qui il giorno 19 aprile la ritirata si cambiava in rotta sotto la spinta dei nostri che, superata Argirocastro, riconquistato Porto Edda, non tardarono a raggiungere il confine e per tutto il Ì9 e nei giorni successivi il con- i tatto tra le nostre truppe e 11 ne- mico fu cosi vivo, gli spostamen- ^ cosi fulminei e tante furono le puntate nel grosso delle forze avversarie che l'aviazione dovette essere usata con estrema precauzione. Nè l'attività dell'aviazione si è limitata a questo. Il 20, il 21 e il 22 aprile pattuglie di Alcioni si spinsero sui porti ionici di Arta, Prevesa e Missolungi a li danneggiarono e distrussero con i primi gruppi di fuggiaschi, vi affonda- . rono tre navi su cui erano riusciti ia pren(jere imbarco alcuni reparti .in un ultim0 tentativo di salvezza, ' a i , r ù o i I Bollettini, ogni giorno; hanno messo in rilievo quanto sia stata dura e aspra la nostra avanzata. La resistenza dei greci fu in realtà accanita. Questa resistenza fu dai più attribuita a reparti sacrificatisi per permettere al grosso dell'esercito greco di attestarsi sul Kalibaki e formare qui l'ala sinistra del grande schieramento anglo-greco: Olimpo-Pindo-Epjto. In un primo tempo questa era senza dubbio l'intenzione del comando nemico; ma i greci continuarono a resistere anche dopo che i tedeschi, aggirato l'Olimpo e superata Servio, erano giunti sulla pianura tessala di Larìssa. II 21 e 22 i greci, a cavaliere della frontiera greco-albanese, si battevano ancora con furore, il furore della belva che si sa presa nella rete fataie, entro una saracinesca di ferro e di fuoco, quella che, scesa dal cielo, la inchiodò davanti al Kalibaki e diede tempo ai germanici di scendere a Metzovo e a Gianina e prenderli definitivamente alle spalle. Paolo Zappa
Persone citate: Berat, Paolo Zappa, Perati
Luoghi citati: Atene, Grecia, Palermo, Porto Edda, Tirana
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