La battaglia di annientamento si è Viziata sul fronte greco

La battaglia di annientamento si è Viziata sul fronte greco La battaglia di annientamento si è Viziata sul fronte greco idAttardatosi in una disperata resistenza contro le nostre Armate, ] tutto lo schieramento ellenico è agganciato senza via di scampo I (Dal nostro inviato) x, 21 aprile. La grande battaglia di annientamento dell'esercito green sul nastro fronte è cominciata. L orgoglio ha perduto il nemico. Omini '■non si trntta più di cacciarlo dal suolo albanese, ma di tenerlo ben stretto nella tenaglia. S'inizia. In bnttanlia di. Ponte Peniti. E or- vvWrqasvgmai troppo tardi per i greci pei\il suolo dell'Eliade','Iriguadagnare in massa. Mentre scriviamo le nostre avanguardie hanno agganciato saldamente il nemico. Le nostre artiglierie, portate, avanti a qualunque costo, mordono la preso. Ieri è stata la giornata di più intensa attività della nostra Aviazione dall'inizio di questa campagna. L'Aviazione segue la fuga, avversaria, la martella, la scompagina, la precede: sono i ponti e le strade attraverso i quali l'avversario cerca fuggire, che vengono fatti saltare dottanti a lui. I greci hanno perditempo La battaglia è tutta punteggiata dagli scoppi e dalle demolizioni. Quelle delle bombe dell'Aviazione nostra, che distruggono le strade davanti ai greci. Sono le esplosioni sorde- della dinamite, con cui i greci distruggono alle loro spalle passerelle di ferro, tratti di massicciata, opere d'arte, passaggi obbligati, punti di traffico, cercando di ritardare la nostra avanzata. Ancora ieri una breve distanza era fra i due Eserciti, pochi chilometri separano la ritirata dei greci dalVavanzata deqli Italiani. Le nostre avanguardie hanno proceduto a piedi o in motocicletta, facendosi largo fra le, macerie, lasciando diètro di loro ogni impedimento di autocarri di artiglierie pesanti e perfino di viveri. Fabato le nostre truppe sono state rifornite dagli acrei. Ora quella distanza appare bruciata. E' stato nella notte. All'alba di ieri la distanza fra noi ed i greci era minima. Ormai è il contatto. Dobbiamo dire che la prima parte della ritirata greca, quella compiuta davanti al settore della IX Armata nella zona di Pogradec e Cordano, fino a Erseke, si è svolta con ordine. ■ ■ I greci hanno perduto un tempo prezioso nella distruzione sistematica dei materiali che non potevano trasportare, nell'incendio dei carburanti, nella distruzione dei magazzini. Hanno perduto ' tempo. Niente volevano lasciare dietro di loro. Le artiglierie furono mandate indietro. Gli autocarri dell'intendenza furono mandati indietro, le fanterie e le artiglierie d'accompagnamento chiudevano la marcia e cercavano di rallentare le nostre posizioni, sfruttando tutti gli oppiali del terreno. Mentre cosi facevano, fronteggiavano disperatamente i nostri attacchi sistematici al centro dello spiegamento, tutti intorno a Oliatura. A prezzo di sacrifici sanguinosi hanno cercato di ritardare fino all'ultimo lo sfondamento del sistema fortificato davanti a Tepeleni e cioè della stretta dì Clisura e delle montagne all'intorno. Trebiscini, Gotico', Scandeli, Valle della Vojussa, Valle Zacorias, era questo il bastione principale dello schieramento offensivo ellenico, di quello schieramento da cui i greci fino agli ultimi giorni guardarono con ambizione smisurata verso le pianure di Berat, Vaiolila e Durazzo. Quale era II plano nemico Così facendo, i greci continuarono ad esercitare la loro pressione costante, condannati fino alia fine a reggere, il peso di una impresa più gronde di loro: una pressione durissima, mn in cui non era possibile scorgere il segno di una più vasta manovra. Evidentemente s'illusero fino all'ultimo di poter imporre la loro tattica di guerra: di arrestare sistematicamente, di concederci solo il previsto, di disputare quota dietro quota, di obbligati fino al ripiegamento e durante il ripiegamento ad una condotta di guerra logorante, dispendiosa e senza possibilità di manovra. II piano greco era forse di costituire ttn allineamento su una linea predisposta. quale poteva essere quella dì Janina - Corda • Knlibaki - Kalamas. Ma ad un certo punto lo sfondamento operaio di forza dagli Italiani sul fianco sinistro greco, e cioè sul fronte della nòstra XI Armata, mandò tutto all'aria. Nello stesso tempo la nostra colonna di Erseke raggiungeva Leskoviku; dalla Valle Vojussa gli Italiani incom bevano su Beràti dall'ovest, dalla Valle Zagorìas giungevano al Ponte di Polìciani, dalla Valle del Brino oltrepassavano Argirocastro e puntavano anche, qui su Berati. Tutto lo schieramento italiano si metteva in movimento ordinato e battagliero. Le Divisioni, che avevano tenuto le linee per tanti mesi, si organizzavano in colonne, venivano avanti. Venivano avanti da un confine all'altro dell' Albania. Venivano avanti su Delvlnaki, espugnando Himara, Ponte Palermo. Cerchiamo orn di non perdete il senso di questa battaglia. Ogni battnglia che si fraziona in migliaia di episodi isolati, in centinaia di comhattimenti, ha un senso. Il senso della battaglia in corso è il seguente: il Comando greco si è illùso di poter ripiegare ordinatamente sul fronte, italiano, ti seconda dell'andamento della battaglia che impegnava greci e inglesi contro i tedeschi. Questo è stato l'errore. Caduta Salonicco, i greci avrebbero dovuto iniziare il ripiegamento anche sul fronte italiano, iniziarlo subito, senza perdete tempo e senza pei mettere agli Italiani di preparare imo schieramento offensivo. Invece i greci sono rimasti fino al limite, inchiodati sul nostro fronte. Fino all'ultimo hanno mantenuto il fiore del loro esercito — almeno quattordici divisioni di fanteria, e due di etizones. in tutto quarantotto reggimenti ■— a fronteggiare, gli Italiani. Sul fronte bulgnro schierarono tutto quello che potettero racimolare. La 6», 7», 12", li' divisione, la divisione di Salonicco, le due divisioni di Làrissa, una divisione celere e una divistone corazzata. Confidarono non solo di potere mantenere lo schieramento sul fronte italiano, ma con l'aiuto degli inglesi di potere fronteggiare i tedeschi s::l fronte bulgaro. Gli inglesi ava ano al principio di marzo una divisione a Salonicco, una divisione ad Atene uni divisione a Làrissa, una divisione motorizzata a Candid. Alla fccfPgsilsrLA vigilia del colpo ili testa iugoslavo sbaj careno tutto quello clic Wavell credette di potere sottrarre ni fronte egiziano, almeno quattro divisioni. Alcuni calcoli arrivarono a stimai e che gli inglesi avessero ammassato complessivamente dieci o dodici divisioni. Tanto meglio. E' questione di giorni, e tutte queste cifre venati- »nj»r>"'»'>- Al momento attuale ? Chiaro che esse non hanno più Importanza. Non si tratta di ri- spettare un segreto militare: starno allo finn. È oi/iiì rosa è nella fornace, e brucia al banco. Errori e sorprese Per il momento si tratta di esaminare le cause che hanno portato alia rovina l'esercito greco. Appare sempre manifesto che lesercito greco non ha modificato nei primi giorni lo schieramento sul fronte italiano se, nonostante la terribile, minaccia tedesca, mantenne intatte le sue forze contro di noi. Questo atteggiamento doveva essere suggerito da un piano stabilito in precedenza. Il piano l'abbiamo più volte esposto. Congiungersi nella regione dei laghi, attraverso lo schieramento italiano, e ai suoi danni, passando cioè nelle retrovie della IX Armata, fra Dibra e El Bassan, alle forze jugoslave del Vardar e del Ccssovo. Questo il piano, impedito in principio dalla salda resistenza dei nostri, a Gari Topit, sul punto più delicato della IX Armata, quando i Tedeschi e gli Italiani operarono la loro saldatura delle Armate dell'Asse, operanti nei Balcani. A questo punto i greci si sentirono minacciati sul fianco dagli Italiani, che avanzavano fra il lago di Orrida e'quello di Presba; sul rovescio del loro spiegamento, verso i Tedeschi. Decisero la ritirata oltre Corda. Mn furono prevenuti dnl Comando italiano. Cominciarono a preparare la ritirata davanti a Tepeleni: l'evacuazione sistematica del massiccio fortificato di Clisura. Ancora una volta si trovarono dinanzi all'imprevisto. Cli Italiani sfondarono dall'XI Ai mata, passarono l'ala sinistra del loro schieramento e quasi contemporaneamente sfrecciarono sulla rosta, oltie Porto Palermo. Oramai le due ali dello sellici amento italiano si stringevano con la velocità massima consentila dal terreno, dalle interruzioni e ria una marcia che si viene compiendo a piedi, sul grosso dell'esercito greco in rifilata. I Tedeschi dilagavano riall'altra paite rirl ronfine. Tuttavia i greci compivano l'ultimo errore. Si illusero rii poter ritardare il nostro inseguimento. la nostra marcia, a loro piacimento. Intanto però i nostri avanzavano. Come avanzavano i nostri, t necessario dire. I nostri soldati a piedi, senza soste, serrano sotto. Le colonne rii autocarri e artiglierie pesanti aspettano che i ponti, le. passerelle, i passaggi e le strade vengano riattati. Ma la fanteria avanza a. piedi, a qualunque costo, rubando le ore. al sonno e al riposo, eihanriasi quando può di tiineii secchi. Avanza notte e giorno, di battaglia in battaglia, di combattimento in combatti- mento. Avanzano le Fanterie, gli Alpini, i Bersaglieri, le. Camicie Nere e le Artiglierie, ria montagna. Uomini e muli avanzano. Dietro di loro, il Genio costruisce strade, ripara ponti, riallaccia le rive, gel ta le passerelle e gli aùtorneiti tu- it5 uu-a<>ri trite e un [•hluihc««i serrano sotto. Là dove i muli non possono avanzare, gli uomini la- sciano dietro salmerie e batteiir di accompaqnamento, ed avanza- no, ormai ad un solo chilometro dai greci. Con tutte le armi fra i cassoni delle artiglierie, i carri, le salmerie, gli autocarri, i greci si am-mucchiano senza più spazio per te manovre. Stornane all'alba i no- stri erano ad un chilometro, nei pressi di Ponte di Perati. E, sul ponte rii Perati c'era la nostra, a- " viaziane. E i greci cercavano di riattare il ponte di Perati. guastato dalla nostra aviazione. È la nostra aviazione di nuovo colpiva il ponte. G. G. Napolitano La battaglia di annientamento si è Viziata sul fronte greco La battaglia di annientamento si è Viziata sul fronte greco idAttardatosi in una disperata resistenza contro le nostre Armate, ] tutto lo schieramento ellenico è agganciato senza via di scampo I (Dal nostro inviato) x, 21 aprile. La grande battaglia di annientamento dell'esercito green sul nastro fronte è cominciata. L orgoglio ha perduto il nemico. Omini '■non si trntta più di cacciarlo dal suolo albanese, ma di tenerlo ben stretto nella tenaglia. S'inizia. In bnttanlia di. Ponte Peniti. E or- vvWrqasvgmai troppo tardi per i greci pei\il suolo dell'Eliade','Iriguadagnare in massa. Mentre scriviamo le nostre avanguardie hanno agganciato saldamente il nemico. Le nostre artiglierie, portate, avanti a qualunque costo, mordono la preso. Ieri è stata la giornata di più intensa attività della nostra Aviazione dall'inizio di questa campagna. L'Aviazione segue la fuga, avversaria, la martella, la scompagina, la precede: sono i ponti e le strade attraverso i quali l'avversario cerca fuggire, che vengono fatti saltare dottanti a lui. I greci hanno perditempo La battaglia è tutta punteggiata dagli scoppi e dalle demolizioni. Quelle delle bombe dell'Aviazione nostra, che distruggono le strade davanti ai greci. Sono le esplosioni sorde- della dinamite, con cui i greci distruggono alle loro spalle passerelle di ferro, tratti di massicciata, opere d'arte, passaggi obbligati, punti di traffico, cercando di ritardare la nostra avanzata. Ancora ieri una breve distanza era fra i due Eserciti, pochi chilometri separano la ritirata dei greci dalVavanzata deqli Italiani. Le nostre avanguardie hanno proceduto a piedi o in motocicletta, facendosi largo fra le, macerie, lasciando diètro di loro ogni impedimento di autocarri di artiglierie pesanti e perfino di viveri. Fabato le nostre truppe sono state rifornite dagli acrei. Ora quella distanza appare bruciata. E' stato nella notte. All'alba di ieri la distanza fra noi ed i greci era minima. Ormai è il contatto. Dobbiamo dire che la prima parte della ritirata greca, quella compiuta davanti al settore della IX Armata nella zona di Pogradec e Cordano, fino a Erseke, si è svolta con ordine. ■ ■ I greci hanno perduto un tempo prezioso nella distruzione sistematica dei materiali che non potevano trasportare, nell'incendio dei carburanti, nella distruzione dei magazzini. Hanno perduto ' tempo. Niente volevano lasciare dietro di loro. Le artiglierie furono mandate indietro. Gli autocarri dell'intendenza furono mandati indietro, le fanterie e le artiglierie d'accompagnamento chiudevano la marcia e cercavano di rallentare le nostre posizioni, sfruttando tutti gli oppiali del terreno. Mentre cosi facevano, fronteggiavano disperatamente i nostri attacchi sistematici al centro dello spiegamento, tutti intorno a Oliatura. A prezzo di sacrifici sanguinosi hanno cercato di ritardare fino all'ultimo lo sfondamento del sistema fortificato davanti a Tepeleni e cioè della stretta dì Clisura e delle montagne all'intorno. Trebiscini, Gotico', Scandeli, Valle della Vojussa, Valle Zacorias, era questo il bastione principale dello schieramento offensivo ellenico, di quello schieramento da cui i greci fino agli ultimi giorni guardarono con ambizione smisurata verso le pianure di Berat, Vaiolila e Durazzo. Quale era II plano nemico Così facendo, i greci continuarono ad esercitare la loro pressione costante, condannati fino alia fine a reggere, il peso di una impresa più gronde di loro: una pressione durissima, mn in cui non era possibile scorgere il segno di una più vasta manovra. Evidentemente s'illusero fino all'ultimo di poter imporre la loro tattica di guerra: di arrestare sistematicamente, di concederci solo il previsto, di disputare quota dietro quota, di obbligati fino al ripiegamento e durante il ripiegamento ad una condotta di guerra logorante, dispendiosa e senza possibilità di manovra. II piano greco era forse di costituire ttn allineamento su una linea predisposta. quale poteva essere quella dì Janina - Corda • Knlibaki - Kalamas. Ma ad un certo punto lo sfondamento operaio di forza dagli Italiani sul fianco sinistro greco, e cioè sul fronte della nòstra XI Armata, mandò tutto all'aria. Nello stesso tempo la nostra colonna di Erseke raggiungeva Leskoviku; dalla Valle Vojussa gli Italiani incom bevano su Beràti dall'ovest, dalla Valle Zagorìas giungevano al Ponte di Polìciani, dalla Valle del Brino oltrepassavano Argirocastro e puntavano anche, qui su Berati. Tutto lo schieramento italiano si metteva in movimento ordinato e battagliero. Le Divisioni, che avevano tenuto le linee per tanti mesi, si organizzavano in colonne, venivano avanti. Venivano avanti da un confine all'altro dell' Albania. Venivano avanti su Delvlnaki, espugnando Himara, Ponte Palermo. Cerchiamo orn di non perdete il senso di questa battaglia. Ogni battnglia che si fraziona in migliaia di episodi isolati, in centinaia di comhattimenti, ha un senso. Il senso della battaglia in corso è il seguente: il Comando greco si è illùso di poter ripiegare ordinatamente sul fronte, italiano, ti seconda dell'andamento della battaglia che impegnava greci e inglesi contro i tedeschi. Questo è stato l'errore. Caduta Salonicco, i greci avrebbero dovuto iniziare il ripiegamento anche sul fronte italiano, iniziarlo subito, senza perdete tempo e senza pei mettere agli Italiani di preparare imo schieramento offensivo. Invece i greci sono rimasti fino al limite, inchiodati sul nostro fronte. Fino all'ultimo hanno mantenuto il fiore del loro esercito — almeno quattordici divisioni di fanteria, e due di etizones. in tutto quarantotto reggimenti ■— a fronteggiare, gli Italiani. Sul fronte bulgnro schierarono tutto quello che potettero racimolare. La 6», 7», 12", li' divisione, la divisione di Salonicco, le due divisioni di Làrissa, una divisione celere e una divistone corazzata. Confidarono non solo di potere mantenere lo schieramento sul fronte italiano, ma con l'aiuto degli inglesi di potere fronteggiare i tedeschi s::l fronte bulgaro. Gli inglesi ava ano al principio di marzo una divisione a Salonicco, una divisione ad Atene uni divisione a Làrissa, una divisione motorizzata a Candid. Alla fccfPgsilsrLA vigilia del colpo ili testa iugoslavo sbaj careno tutto quello clic Wavell credette di potere sottrarre ni fronte egiziano, almeno quattro divisioni. Alcuni calcoli arrivarono a stimai e che gli inglesi avessero ammassato complessivamente dieci o dodici divisioni. Tanto meglio. E' questione di giorni, e tutte queste cifre venati- »nj»r>"'»'>- Al momento attuale ? Chiaro che esse non hanno più Importanza. Non si tratta di ri- spettare un segreto militare: starno allo finn. È oi/iiì rosa è nella fornace, e brucia al banco. Errori e sorprese Per il momento si tratta di esaminare le cause che hanno portato alia rovina l'esercito greco. Appare sempre manifesto che lesercito greco non ha modificato nei primi giorni lo schieramento sul fronte italiano se, nonostante la terribile, minaccia tedesca, mantenne intatte le sue forze contro di noi. Questo atteggiamento doveva essere suggerito da un piano stabilito in precedenza. Il piano l'abbiamo più volte esposto. Congiungersi nella regione dei laghi, attraverso lo schieramento italiano, e ai suoi danni, passando cioè nelle retrovie della IX Armata, fra Dibra e El Bassan, alle forze jugoslave del Vardar e del Ccssovo. Questo il piano, impedito in principio dalla salda resistenza dei nostri, a Gari Topit, sul punto più delicato della IX Armata, quando i Tedeschi e gli Italiani operarono la loro saldatura delle Armate dell'Asse, operanti nei Balcani. A questo punto i greci si sentirono minacciati sul fianco dagli Italiani, che avanzavano fra il lago di Orrida e'quello di Presba; sul rovescio del loro spiegamento, verso i Tedeschi. Decisero la ritirata oltre Corda. Mn furono prevenuti dnl Comando italiano. Cominciarono a preparare la ritirata davanti a Tepeleni: l'evacuazione sistematica del massiccio fortificato di Clisura. Ancora una volta si trovarono dinanzi all'imprevisto. Cli Italiani sfondarono dall'XI Ai mata, passarono l'ala sinistra del loro schieramento e quasi contemporaneamente sfrecciarono sulla rosta, oltie Porto Palermo. Oramai le due ali dello sellici amento italiano si stringevano con la velocità massima consentila dal terreno, dalle interruzioni e ria una marcia che si viene compiendo a piedi, sul grosso dell'esercito greco in rifilata. I Tedeschi dilagavano riall'altra paite rirl ronfine. Tuttavia i greci compivano l'ultimo errore. Si illusero rii poter ritardare il nostro inseguimento. la nostra marcia, a loro piacimento. Intanto però i nostri avanzavano. Come avanzavano i nostri, t necessario dire. I nostri soldati a piedi, senza soste, serrano sotto. Le colonne rii autocarri e artiglierie pesanti aspettano che i ponti, le. passerelle, i passaggi e le strade vengano riattati. Ma la fanteria avanza a. piedi, a qualunque costo, rubando le ore. al sonno e al riposo, eihanriasi quando può di tiineii secchi. Avanza notte e giorno, di battaglia in battaglia, di combattimento in combatti- mento. Avanzano le Fanterie, gli Alpini, i Bersaglieri, le. Camicie Nere e le Artiglierie, ria montagna. Uomini e muli avanzano. Dietro di loro, il Genio costruisce strade, ripara ponti, riallaccia le rive, gel ta le passerelle e gli aùtorneiti tu- it5 uu-a<>ri trite e un [•hluihc««i serrano sotto. Là dove i muli non possono avanzare, gli uomini la- sciano dietro salmerie e batteiir di accompaqnamento, ed avanza- no, ormai ad un solo chilometro dai greci. Con tutte le armi fra i cassoni delle artiglierie, i carri, le salmerie, gli autocarri, i greci si am-mucchiano senza più spazio per te manovre. Stornane all'alba i no- stri erano ad un chilometro, nei pressi di Ponte di Perati. E, sul ponte rii Perati c'era la nostra, a- " viaziane. E i greci cercavano di riattare il ponte di Perati. guastato dalla nostra aviazione. È la nostra aviazione di nuovo colpiva il ponte. G. G. Napolitano

Persone citate: Berat, Berati, Cordano, Dibra, El Bassan, Gari Topit, Napolitano, Perati

Luoghi citati: Albania, Atene, Durazzo, Palermo, Salonicco