Adriatico ed Egeo

Adriatico ed Egeo Adriatico ed Egeo L'enorme importanza marittima dei successi conseguili e delle operazioni in corso La riconquista dell'intera costa dalmata, e dell'esteso arcipelago clie la fronteggia, completamente effettuata dal nostro esercito e da reparti della Marina e della Milizia ancor prima elle le forze armate jugoslave deponessero le armi, corona il sogno unitario italiano, riportando, dopo oltre vent'anni dalla evacuazione impostaci negl'infausti trattati di pace, nel seno della Patria le antiche storiche province adriatiche di San Marco. Oltre l'aspetto sentimentale e politico, però, la rioccupazione della Dalmazia riveste grande importanza anche sotto il punto di vista militare e strategico. La Marina jugoslava, nata c sviluppatasi con funzione esclusivamente antitaliana, ha cessato di esistere; 1 numerosi ottimi porti della costa orientale adriatica, come le ben protette linee di arroccamento marittimo attraverso gli innumerevoli canali interinsulari. non sono più a disposizione di un potenziale alleato navale della Jugoslavia contro l'Italia; è cessata ' ogni possibilità di minaccia dal mare e dall'aria sulle nostre ricche e operose città dell'Adriatico e della bassa pianura padana. Ove si pensi al cruento decorso della guerra passata su questo mare che ebbe a guadagnarsi prò- prio allora l'aggettivo di amaris- simo; al tormentato periodo di ar-imistizio ed alle dolorose rinunzie ' imposteci dal tradimento degli alleati della passata guerra in questa regione fra le più care ai cuori eli tutti gl'italiani; agii studi ed alle previdenze che il problema adriatico ci impose nel dopo guer- • ra e sino a ieri sia nel campo politico che in quello militare; quan- •' do si pensi alle ingenti forze impegnate così a lungo per la protezione dei nostri interessi ed il controllo di probabili iniziative avversarie, tutta l'importanza del risultato ottenuto in questa primavera, con la fulminea e sorprendente azione offensiva delle nostre forze armate, appare nel suo giusto ed imponente valore. Un grande capitolo della storia nazionale, il cui inizio risale a Daniele Manin ed alla repubblica veneta del 1848, è definitivamente chiuso; un altro, di importanza e irospettive ben più vaste si apre Ji fronte alle nuove generazioni italiane. La soluzione totalitaria del problema adriatico sanziona la posizione di principale potenza mediterranea che l'Italia era andata mano a mano sempre più chiaramente assumendo negli ultimi anni, e pone le basi per il vigoroso sviluppo della nostra influenza su tulle le rive di questo mare. * * Con lungimirante visione strategica, la liberazione dell'Albania dal giogo democrat.co aveva preceduto Ut due anni quella della Dalmazia; premessa indispensabile di questa attraverso il controllo navale ed aereo del Canale di Otranto, a mezzo del quale è stato impedito praticamente qualsiasi tentativo diretto dell'Inghilterra per soccorrere l'ultima vittima drl suo intrigo politico. E' infatti sintomatico che mentre numerose truppe ed ingenti quantità di materiali bellici inglesi affluivano giornalmente nei porti della Grecia per sostenere il pericolante fronte meridionale, nessun tentativo e stato compiuto dalle potenze plutocratiche per portare un aiuto, magari soltanto inorale, al governo che con avventata imprudenza aveva lanciato nella guerra il non solido Stato jugoslavo. La potentissima flotta britannica, che nella propaganda anglo-sassone domina incontrastata il Mediterraneo, non ha creduto eli assumersi il grave onere di portare dei convogli in Adriatico; non ha neanche tentato di forzarne l'accesso con le forze di superficie pei ostacolare le nostre operazioni costiere e sulle isolo dalmate, limitandosi a mandare, meno a quanto 6 stato af¬ fermato dalle agenzie anglo-sas- j soni, qualche sommergibile a Gravosa, dei quali, peraltro, non si è più sentito parlare sino ad ora. Ancora una volta, la buona guardia delle nostre navi sul mala continua vigilanza dell'unico passo obbligato da cui il nemico poteva tentare l'offesa, ha rappresentato il presupposto fondamentale, anche se poco appariscente, del successo dell'intera grandiosa operazione, dando in silenzioso fervore un preziosissimo contributo alla rapida riconquista ed al sicuro presidio delle terre e delle isole dalmate. Il possesso delle duo rive adriatiche contribuirà certamente nel corso stesso della guerra ad accelerare ed incrementare gli scambi fra la penisola italiana e' quella balcanica, rafforzando sensibilmente la nostra posizione autarchica; la maggior sicurezza della navigazione libererà una aliquota di forze navali per altri compiti, la disponibilità di un esteso e sicuro spazio marino sul lato orientale allargherà certamente il respiro economico ed il vigore espansivo del nostro commercio; mentre la possibilità di usare altre importanti basi navrli ed aeree costiere apre prospettive assai interessanti per l'ulteriore sviluppo d Ile operazioni in corso sul mare. * * Nel settore Egeo, la battaglia è cominciata con l'occupuziune di Salonicco e della Tracia e prosegue con il ritmo incalzante a cui f Condottieri dell'Asse ci hanno or-' mai abituati, lasciando prevedere a breve scadenza importanti e decisivi sviluppi. Attualmente le operazioni tendono ad accentuarsi nel settore continentale, con la travolgente offensiva italiana in Epiro e con ! l'azione tedesca verso la Tessa- fflia. : ' I ripetuti attacchi aerei su Pi-; ieo, Salamina e gli altri porti, as-'qìo.U„ .1. V .'i„-« mi isieme alla crescente pressione del- 1? forze navali italiane ed aero- " soznautiche dell'Asse contro i convo FM britannici mostrano peio che!l'offensiva ajssuri.iera.ban preito UI suo logico sviluppo anche nelle zo ne marine dell'Egeo. Il progresso delle operazioni : terrestri, infatti, porterà inevitaburnente al reimbarco ed alla ritirata attraverso il mare delle trup- ' pe inglesi e dei loro alleati, dando luogo a quella nuova Dunkerque od Andelsnes che i critici militari anglo-sassoni già paventano, e che si svolgerà in condizioni assai più diffìcili delle precedenti, sia per la ristrettezza del teatro marittimo operativo che per la vigilante ed ardita presenza della flotta italiana che si è già fatta vedere e sentire nell'Egeo. A questo finale grandioso ed inevitabile, non potrà poi non seguire come corollario l'occupazione delle isole greche dell'arcipelago, per lo meno di quelle più importanti sotto l'aspetto strategico, e l'investimento c la neutralizzazione di Candia, baluardo fondamentale ed indispensabile del predominio marittimo britannico nel Mediterraneo orientale. E' quindi da prevedere a breve scadenza il vasto sviluppo di una nuova operazione a carattere misto, a cui parteciperanno forze dell'esercito della marina e dell'aviazione dell'Asse, dando ancora una volta prova, dopo l'occupazione della Norvegia e della Dalmazia, di quale organizzazione e capacità cooperativa esse siano capaci, in l|n teatro operativo che consente m maniera così caratteristica il ioro impiego coordinato, * * L'inevitabile esito della battaglia dell'Egeo sarà nei riguardi della economia bellica in atto altrettanto importante, e forse ancor più, della occupazione della Dalmazia. Non bisogna dimenticare, innanzi tutto, che è principalmente attraverso il predominio di queste acque che gli inglesi sono riusciti ad imporre al governo greco di schierarsi al loro fianco. Gli armatori dell'arcipelago hanno sempre avuto voce grossa nel governo greco, e la capacità di mantenerli strettamente sotto il proprio con¬ iIi5Iìnclie navale, ha dato sempre buon \sgioco all'Inghilteira in ogni orien tamento ellenico. Ma ancor più granile è la funzione dell'Egeo nei riguardi della Turc'iia. La importanza principale di questa potenza nell'equilibrio europeo è certamente rappresentSta dal possesso dei Dardanelli, sia per il loro valóre economico .che per quello militare; essi sono però, d'altra parte, anche il punto debole della Turchia per la loro vulnerabilità. trollo non solo economico, ma an FhamzavvtbtnFdDalle acque egee, il potere ma-jdrittimo inglese ha sempre avuto Isuna forte capacità fascinatriee sul |ngoverno turco, mantenendo sospesa su di esso una minaccia più o meno aperta contro i Darilanelli. La cacciata degli inglesi dall'Egeo non potrà non avere una influenza assai benefica sull'orientamento del positivo governo di Ankara. In definitiva, quindi, la vittoria dell'Egeo rappresenterà il inevitabile nell'ambizioso piano churchilliano di creare quel famoso fronte offensivo orientale al quale egli ha sempre aspirato destinandovi tutte le energie imperiali. Anzi, per essere più precisi, il fronte stesso, spostato ampiamente verso levante, resterà in piedi, ma con caratteristiche diametralmente opposte a quelle ambiziosamente sognate a Londra. Eliminati infatti gli Stati vassalli costretti a combattere per l'Inghilterra, la lotta si sposterà sui confini del middle cast empire » britannico, la cui capacità di resistenza appare molto dubbia di fronte alla potenza d'urto delle colonne motorizzate dell'Asse. Soprattutto, allontanate dall'Egeo, le forze navali inglesi non avranno più alcun punto di presa su cui far leva nel settore orientale del continente europeo; privato crei suo fondamentale mezzo di azione, tutto l'appaiato bellico britannico ne) medio lcrolloì„)o„„ [ oriente ^quindi fatalmente desti collettività; seguito dal segretario elei Fascio avv. Lorenzini che ha riassunto l'attività delle varie or- ganizzazioni e ^e.piataraen»e di ^1^ ^ovanih. Quindi il oons. nazionale De Cicco, direttore gene- ^ defilj itaHani alrestelr« ehf. esied(iva !a manifestazione, ac- canto al R. Ministro d'T's'ia i nato a chiudersi in una posizione difensiva tanto sterile quanto inutile. Guardando al problema sotto l'aspetto opposto, e cioè dall'interesse delle potenze dell'Asse, l'Egeo rappresenta una posizione altrettanto importante. Innanzi tutto per la funzione politica identica ed opposta che esso è destinato ad esercitare sul medio oriente contro la influenza britannica. Direttamente, poi, il controllo dell'Egeo metterà al nostro servizio un'altra capitale via di comunicazione marittima, attraverso la quale sarà possibile risolvere molti ed importanti problemi di rifornimento diretto di materie prime dai ricchi mercati del Mar Nero e del Caucaso. Infine, dalle basi militari dell'Egeo, ed esse sono importantissime sia per le forze aeree che per il naviglio leggero e subacqueo, potenziate da quelle cirenaiche riconquistate in questi giorni, potrà svilupparsi quell'azione offensiva verso Oriente che costituirà l'atto finale nella battaglia del Mediterraneo Orientale. Le promesse della primavera sono in via di piena realizzazione anche sul mare. E. C La celebrazione del ventennale del Fascio di Lugano Lugano, 21 aprile. Il Fascio di Lugano ha celebrato la gloria dei suoi venti anni di fondazione e l'onore di essere stato l'antesignano di tutti i fasci all'estero. Duemila camerati gremivano la Casa d'Italia Il R. Console generale Della Croce ha aperto il raduno esaltando l'animo fascistissimo della RaHtrialisspRlltleradtdphdcqg—vdfèrlgsdi nnvnvi !Berna Attilio Tamaro ha parlatoli Ideila aUuale situazione cdefpsonitaglslndaonrvct Adriatico ed Egeo Adriatico ed Egeo L'enorme importanza marittima dei successi conseguili e delle operazioni in corso La riconquista dell'intera costa dalmata, e dell'esteso arcipelago clie la fronteggia, completamente effettuata dal nostro esercito e da reparti della Marina e della Milizia ancor prima elle le forze armate jugoslave deponessero le armi, corona il sogno unitario italiano, riportando, dopo oltre vent'anni dalla evacuazione impostaci negl'infausti trattati di pace, nel seno della Patria le antiche storiche province adriatiche di San Marco. Oltre l'aspetto sentimentale e politico, però, la rioccupazione della Dalmazia riveste grande importanza anche sotto il punto di vista militare e strategico. La Marina jugoslava, nata c sviluppatasi con funzione esclusivamente antitaliana, ha cessato di esistere; 1 numerosi ottimi porti della costa orientale adriatica, come le ben protette linee di arroccamento marittimo attraverso gli innumerevoli canali interinsulari. non sono più a disposizione di un potenziale alleato navale della Jugoslavia contro l'Italia; è cessata ' ogni possibilità di minaccia dal mare e dall'aria sulle nostre ricche e operose città dell'Adriatico e della bassa pianura padana. Ove si pensi al cruento decorso della guerra passata su questo mare che ebbe a guadagnarsi prò- prio allora l'aggettivo di amaris- simo; al tormentato periodo di ar-imistizio ed alle dolorose rinunzie ' imposteci dal tradimento degli alleati della passata guerra in questa regione fra le più care ai cuori eli tutti gl'italiani; agii studi ed alle previdenze che il problema adriatico ci impose nel dopo guer- • ra e sino a ieri sia nel campo politico che in quello militare; quan- •' do si pensi alle ingenti forze impegnate così a lungo per la protezione dei nostri interessi ed il controllo di probabili iniziative avversarie, tutta l'importanza del risultato ottenuto in questa primavera, con la fulminea e sorprendente azione offensiva delle nostre forze armate, appare nel suo giusto ed imponente valore. Un grande capitolo della storia nazionale, il cui inizio risale a Daniele Manin ed alla repubblica veneta del 1848, è definitivamente chiuso; un altro, di importanza e irospettive ben più vaste si apre Ji fronte alle nuove generazioni italiane. La soluzione totalitaria del problema adriatico sanziona la posizione di principale potenza mediterranea che l'Italia era andata mano a mano sempre più chiaramente assumendo negli ultimi anni, e pone le basi per il vigoroso sviluppo della nostra influenza su tulle le rive di questo mare. * * Con lungimirante visione strategica, la liberazione dell'Albania dal giogo democrat.co aveva preceduto Ut due anni quella della Dalmazia; premessa indispensabile di questa attraverso il controllo navale ed aereo del Canale di Otranto, a mezzo del quale è stato impedito praticamente qualsiasi tentativo diretto dell'Inghilterra per soccorrere l'ultima vittima drl suo intrigo politico. E' infatti sintomatico che mentre numerose truppe ed ingenti quantità di materiali bellici inglesi affluivano giornalmente nei porti della Grecia per sostenere il pericolante fronte meridionale, nessun tentativo e stato compiuto dalle potenze plutocratiche per portare un aiuto, magari soltanto inorale, al governo che con avventata imprudenza aveva lanciato nella guerra il non solido Stato jugoslavo. La potentissima flotta britannica, che nella propaganda anglo-sassone domina incontrastata il Mediterraneo, non ha creduto eli assumersi il grave onere di portare dei convogli in Adriatico; non ha neanche tentato di forzarne l'accesso con le forze di superficie pei ostacolare le nostre operazioni costiere e sulle isolo dalmate, limitandosi a mandare, meno a quanto 6 stato af¬ fermato dalle agenzie anglo-sas- j soni, qualche sommergibile a Gravosa, dei quali, peraltro, non si è più sentito parlare sino ad ora. Ancora una volta, la buona guardia delle nostre navi sul mala continua vigilanza dell'unico passo obbligato da cui il nemico poteva tentare l'offesa, ha rappresentato il presupposto fondamentale, anche se poco appariscente, del successo dell'intera grandiosa operazione, dando in silenzioso fervore un preziosissimo contributo alla rapida riconquista ed al sicuro presidio delle terre e delle isole dalmate. Il possesso delle duo rive adriatiche contribuirà certamente nel corso stesso della guerra ad accelerare ed incrementare gli scambi fra la penisola italiana e' quella balcanica, rafforzando sensibilmente la nostra posizione autarchica; la maggior sicurezza della navigazione libererà una aliquota di forze navali per altri compiti, la disponibilità di un esteso e sicuro spazio marino sul lato orientale allargherà certamente il respiro economico ed il vigore espansivo del nostro commercio; mentre la possibilità di usare altre importanti basi navrli ed aeree costiere apre prospettive assai interessanti per l'ulteriore sviluppo d Ile operazioni in corso sul mare. * * Nel settore Egeo, la battaglia è cominciata con l'occupuziune di Salonicco e della Tracia e prosegue con il ritmo incalzante a cui f Condottieri dell'Asse ci hanno or-' mai abituati, lasciando prevedere a breve scadenza importanti e decisivi sviluppi. Attualmente le operazioni tendono ad accentuarsi nel settore continentale, con la travolgente offensiva italiana in Epiro e con ! l'azione tedesca verso la Tessa- fflia. : ' I ripetuti attacchi aerei su Pi-; ieo, Salamina e gli altri porti, as-'qìo.U„ .1. V .'i„-« mi isieme alla crescente pressione del- 1? forze navali italiane ed aero- " soznautiche dell'Asse contro i convo FM britannici mostrano peio che!l'offensiva ajssuri.iera.ban preito UI suo logico sviluppo anche nelle zo ne marine dell'Egeo. Il progresso delle operazioni : terrestri, infatti, porterà inevitaburnente al reimbarco ed alla ritirata attraverso il mare delle trup- ' pe inglesi e dei loro alleati, dando luogo a quella nuova Dunkerque od Andelsnes che i critici militari anglo-sassoni già paventano, e che si svolgerà in condizioni assai più diffìcili delle precedenti, sia per la ristrettezza del teatro marittimo operativo che per la vigilante ed ardita presenza della flotta italiana che si è già fatta vedere e sentire nell'Egeo. A questo finale grandioso ed inevitabile, non potrà poi non seguire come corollario l'occupazione delle isole greche dell'arcipelago, per lo meno di quelle più importanti sotto l'aspetto strategico, e l'investimento c la neutralizzazione di Candia, baluardo fondamentale ed indispensabile del predominio marittimo britannico nel Mediterraneo orientale. E' quindi da prevedere a breve scadenza il vasto sviluppo di una nuova operazione a carattere misto, a cui parteciperanno forze dell'esercito della marina e dell'aviazione dell'Asse, dando ancora una volta prova, dopo l'occupazione della Norvegia e della Dalmazia, di quale organizzazione e capacità cooperativa esse siano capaci, in l|n teatro operativo che consente m maniera così caratteristica il ioro impiego coordinato, * * L'inevitabile esito della battaglia dell'Egeo sarà nei riguardi della economia bellica in atto altrettanto importante, e forse ancor più, della occupazione della Dalmazia. Non bisogna dimenticare, innanzi tutto, che è principalmente attraverso il predominio di queste acque che gli inglesi sono riusciti ad imporre al governo greco di schierarsi al loro fianco. Gli armatori dell'arcipelago hanno sempre avuto voce grossa nel governo greco, e la capacità di mantenerli strettamente sotto il proprio con¬ iIi5Iìnclie navale, ha dato sempre buon \sgioco all'Inghilteira in ogni orien tamento ellenico. Ma ancor più granile è la funzione dell'Egeo nei riguardi della Turc'iia. La importanza principale di questa potenza nell'equilibrio europeo è certamente rappresentSta dal possesso dei Dardanelli, sia per il loro valóre economico .che per quello militare; essi sono però, d'altra parte, anche il punto debole della Turchia per la loro vulnerabilità. trollo non solo economico, ma an FhamzavvtbtnFdDalle acque egee, il potere ma-jdrittimo inglese ha sempre avuto Isuna forte capacità fascinatriee sul |ngoverno turco, mantenendo sospesa su di esso una minaccia più o meno aperta contro i Darilanelli. La cacciata degli inglesi dall'Egeo non potrà non avere una influenza assai benefica sull'orientamento del positivo governo di Ankara. In definitiva, quindi, la vittoria dell'Egeo rappresenterà il inevitabile nell'ambizioso piano churchilliano di creare quel famoso fronte offensivo orientale al quale egli ha sempre aspirato destinandovi tutte le energie imperiali. Anzi, per essere più precisi, il fronte stesso, spostato ampiamente verso levante, resterà in piedi, ma con caratteristiche diametralmente opposte a quelle ambiziosamente sognate a Londra. Eliminati infatti gli Stati vassalli costretti a combattere per l'Inghilterra, la lotta si sposterà sui confini del middle cast empire » britannico, la cui capacità di resistenza appare molto dubbia di fronte alla potenza d'urto delle colonne motorizzate dell'Asse. Soprattutto, allontanate dall'Egeo, le forze navali inglesi non avranno più alcun punto di presa su cui far leva nel settore orientale del continente europeo; privato crei suo fondamentale mezzo di azione, tutto l'appaiato bellico britannico ne) medio lcrolloì„)o„„ [ oriente ^quindi fatalmente desti collettività; seguito dal segretario elei Fascio avv. Lorenzini che ha riassunto l'attività delle varie or- ganizzazioni e ^e.piataraen»e di ^1^ ^ovanih. Quindi il oons. nazionale De Cicco, direttore gene- ^ defilj itaHani alrestelr« ehf. esied(iva !a manifestazione, ac- canto al R. Ministro d'T's'ia i nato a chiudersi in una posizione difensiva tanto sterile quanto inutile. Guardando al problema sotto l'aspetto opposto, e cioè dall'interesse delle potenze dell'Asse, l'Egeo rappresenta una posizione altrettanto importante. Innanzi tutto per la funzione politica identica ed opposta che esso è destinato ad esercitare sul medio oriente contro la influenza britannica. Direttamente, poi, il controllo dell'Egeo metterà al nostro servizio un'altra capitale via di comunicazione marittima, attraverso la quale sarà possibile risolvere molti ed importanti problemi di rifornimento diretto di materie prime dai ricchi mercati del Mar Nero e del Caucaso. Infine, dalle basi militari dell'Egeo, ed esse sono importantissime sia per le forze aeree che per il naviglio leggero e subacqueo, potenziate da quelle cirenaiche riconquistate in questi giorni, potrà svilupparsi quell'azione offensiva verso Oriente che costituirà l'atto finale nella battaglia del Mediterraneo Orientale. Le promesse della primavera sono in via di piena realizzazione anche sul mare. E. C La celebrazione del ventennale del Fascio di Lugano Lugano, 21 aprile. Il Fascio di Lugano ha celebrato la gloria dei suoi venti anni di fondazione e l'onore di essere stato l'antesignano di tutti i fasci all'estero. Duemila camerati gremivano la Casa d'Italia Il R. Console generale Della Croce ha aperto il raduno esaltando l'animo fascistissimo della RaHtrialisspRlltleradtdphdcqg—vdfèrlgsdi nnvnvi !Berna Attilio Tamaro ha parlatoli Ideila aUuale situazione cdefpsonitaglslndaonrvct

Persone citate: Adriatico, Attilio Tamaro, Daniele Manin, De Cicco, Della Croce, Lorenzini, Lugano Lugano, Salamina