L'esercito serbo senza via di uscita

L'esercito serbo senza via di uscita L'esercito serbo senza via di uscita 0 nella Bosnia Erzegovina o sulla Sava esso sarà costretto alla battaglia decisiva e sarà la fine - Al sud intanto, tra Monastir e Florina, gli inglesi si decidono a battersi o aspettano di imbarcarsi sulle 53 navi ancorate al Pireo? (Dai. nostro inviato) Sofia, 12 aprile. La proclamaz>onc della Croazia indipendente e l'ingresso delle truppe ungheresi nelle terre abitale dai magiari segnano il crollo dello Stato dei serbi dei croati e'.bdegli sloveni che in ventidue «unii di esistenza non seppe o non potei sdimostrarsi Stato unitario vera- cmdpstotamente capace di riunire sotto i. nome Jugoslavia minoranze e stirpi animate da forze spirituali centrifughe. Alia demolizione e alla contemporanea ricostruzione che avviene nelle province settentrionali già jugoslave non può non succedere altrettanto rapidamente analogo fenomeno nelle province meridionali le quali, per effetto delle operazioni militari, sono state le prime ad essere avulse dal tronco dell'organismo creato a Vcrsaglìa dagli stessi artefici della non meno assurda e non più longeva Cecoslovacchia. L'errore dei serbi La Jngar 'itvia, che muore senso| avete scritto una pagina di storia militare degna di seguire quelle della Serbia sa-itie nell'ultima guerra, aveva comunque capito che non lutti i guadagni di Versagliu avrebbero potuto essere conservati e tacitamente si era rassegnata all'idea di restituzioni all'Ungheria e alla Bulgaria; che ciò malgrado 8%»a si sia lasciata sfuggire l'occasione offertale a Vienna di salvare la propria integrità statale e di estendersi verso sud mediante l'annessione di Salonicco è incomprensibile. Ma noi vogliamo interessarci di etSamIscdlmqvnvasunQuctnnbmqNvnon di stona retrospettiva bensì 1 , „ j ,, - ,1 «della cronaca delle giornale che vi-\ . , - , ^, • ariamo. Gli malesi, che vi Grecia dricordano i loro predecessori su Dardanelli nella guerra mondiale.,. stanno già per imbarcarsi — co-1 ùine farebbe-supporre la presenza rPireo di 53 navi — o hanno «ki|,Fi nn serio l'intenzione di tentare una nuova difesa sulla linea Voto - lago di Ostrovo - Olimpo ? Se gli dèi dell'Olimpo li aiutano, greci e inglesi tentino pure ma essendo i tedeschi sulla strada di Florina l'ala sinistra di questa linea non è in buona posizione. Delle truppe greche bisogna dire — e lo riconoscono gli stessi tedeschi — che hanno salvato l'onore delle armi assai meglio delle serbe; i combattimenti sono stati sanguinosi tenaci e duri come in Albania dove il terreno presenta, per giunta, difficoltà incomparabilmente maggiori. Un soldato tedesco ferito, arrivato ieri a Sofia col primo treno ospedale — salutato alla stazione da gran folla accorsa con fiori e con doni — ha raccontato a/CUtro che la notte precedente l'attacco lui e i suoi compagni nella stretta di Rupel dovettero stare per quindici ore immersi ncll'ucqutt fino al collo data la piena dello Struma provocata dalle forti piogge. 1 carri d'assalto tuttavia riuscirono poi ad attraversare il fiume facilmente. Prima di infrangersi — aggiunge il ferito — Za resistenza greca è stata tenacissima. In Macedonia, a est di Kociane, contro i serbi che tenevano l'altra sponda della Bregalniza, il comando tedesco mandò reparti di motociclisti che aprirono il fuoco con mitragliatrici mentre il genio riparava il ponte distrutto; in meno di mezz'ora la riparazione fu fatta e in meno di un'ora l'intera zona tu spazzata di tutti i serbi. Nel settore tenuto dal //fi" reggimento jugoslavo della riserva, quando bulgari e macedoni che erano circa 500, cominciarono ad arrendersi, i serbi li mitragliarono uccidendone quasi la metà. veDdlnsteptemgdsaslnEpisodì Racconta lo Zora che fra i superstiti una madre bulgara ha ritrovato il figlio dal quale era divisa da venti anni. A Dragomun, all'antica frontiera settentrionale bulgaro-jugoslava, uno dei primi a cadere nelle mani delle truppe tedesche fu il comandante della guardia confinaria serba, un capitano che assieme all'aiutante — prigioniero anche lui — ancora alla vigilia delle ostilità si era vantato di voler guazzare in sangue bulgaro fino alle ginocchia. Il feroce capitano si era formato senza dubbiou-a ben diversa idea della piega che le cose avrebbero dovuto prendere, ma nell'ingannarsi non fu solo; la rapida sua cattura conferma la dichiarazione fatta al Dnevnik, da un prigioniero macedone che, sebbene l'attesa al confine durasse già da alcuni giorni, proprio per domenica l'attacco nessuno se lo aspettava; all'alba di domenica si scatenò invece il fuoco di artiglieria di una precisione incredibile e Je opere difensive delle posizioni jugoslave crollarono una dopo l'altra. A qualche minuto di distanza il fragore del bombardamento fu accresciuto dal rombo degli aeroplani; il cielo, era disseminato di aeceZZi d'acciaio. « Presi da paura mortale e da pànico mai provato prima — ha proseguito il prigioniero —• molti si diedero alla fuga come pazzi Ma i serbi, che tra noi erano inmaggioranzaj ci costrinsero a fer- bili colonne tedesche, «All'avvicinarsi dei carri d'as saffo, noi bulgari, che eravamo circo km centinaio, deponemmo le marci. Il capitano serbo stava gri-\cdando «non si indietreggia di un] Spasso», allorché fu colpito alleluspalle ila un bulgaro rimasto ignoto. Il rado fuoco dei fucili non tardò l'avanzata delle Mermina- mi e facemmo sventoline degli ,-itcci bianchi, lo mi rallegro di essere prigioniero perchè così potrò rivedere mia sorella che sta a Sofia; ma ho paura che i serbi ammazzino laggiù mia moglie e i miei figli ». II terrore degli « Stuka » Un altro prigioniero, un vero serbo, ha confessato non essersi creduto alla possibilità che i tedeschi arrivassero fino alle lori, linee, alle posizioni scelte dal Comando jugoslavo; avvenne invece quello che non si era previsto, e verso mezzogiorno si apprese che] non si riusciva a fermare gli avversari. « Dalle 5 i tedeschi ci furono addosso — racconta il serbo — e su di noi gli Stuka scatenarono un fracasso d'inferno. Di lontano spuntavano i carri d'ascólto. uqttfdcepetzelaI mnQnando gli Stuka si abbassavano', gululando, avevamo l'impressione che dovessero conficcarsi nella terra. Di colpo fummo in un caos nel quale si confondevano le detonazioni, le grida di dolore, il rombo degli aeroplani. Volevo fuggiti ma eravamo circondati e dovetti quindi arrendermi con gli altri Nella mia vita non ho mai provato spavento maggiore. » cgd.ibrod, importante tocalilù\UlanI sv\èS1 ,. , «' frontiera, 1 serbi avevano fatto \ ,' , _ j- ,„ , a tempo a distruggere mediante hi ,. '., , . , dinamite caserme, stazione, ferro- ,. , sveltezza hanno però dat 1 dbnùmàn 'ili abitanti bulgari di Znii-I.' r . d'- in end„ SuUe facciate del t.'|, J , —L i, a o l o o via, binari, deposili e ponti. Di non pe i tedeschi arrivavano, le parole cDeutsches Haus: «Casti d'un te\gdesco». \Un curioso caso si è verificato le cuse, mentre i serbi partivano ^ snissima al confine. Due funzionari serbi delle imposte si sono presentati alle autorità locali con denari e documenti e le hanno pregate di prendere in consegna il tutto, dato che in Serbia autorità non ne esistono più. E' d'altronde confermato che quasi ovunque, per seguire le truppe in ritirata, i sindaci e gli impiegati delle amministrazioni pubbliche serbe hanno abbandonato i loro posti, col risultato che i disordini e i saccheggi si accrescono; del saccheggio vivono in primo luogo i reparti isolati di truppe che spogliando i contadini, dichiarati,, di volersi vendicare del governo. « Una tappa della guerra è finita — scrive Krapceff nello Zora — e ne incomincia un'altra; terminato l'accerchiamento dell'esercito da tutte le parti, Albania compresa, siamo all'ultimo utto della tragedia del popolo serbo in armi. Smodatezza e avidità della classe intellettuale hartno portato il popolo serbo a questo punto. L'ultimo atto si svolgerà se non di nuovo a Kossovo, sul campo dei Merli in Dalmazia: l'unica via di ritirata sarebbe l'Adriatico, ma le misure prese dal nemico e la mancanza di navi per il trasporto — osserva Krapceff — la rendono difficilmente utilizzabile ». sfaQsja[E adesso, al Mediterraneo lutatilo le I ruppe tedesche sminisnlla costa dell'Egeo, da Salonicco'., e i e a — a o e o n l , o a l e el al a o. a a ti i a Dede Ai/aé, ed è un fatto im-[portantissimo per gli ulteriori svi-\\gtterra, essendo ormai ^queste truppe vicine all'Egitto e luppi delle operazioni contro l'In- glnlterra e quindi per lesilo stcs-\so della alla Palestina. Per giunta, il Dndecanneso è italiano, Tobruk. ugualmente vicina ad Alessandria e a Suez, minacciata. Mai prima d'oggi l'Egitto fu attaccato ad un tempo e per terra e per mare. Finita la guerra balcanica, si incomincia la guerra per il Mediterraneo. Nello Slovo.iZ col. Ganceff, premesso'' che la sconfitta serba in quattro giorni è un raro episodio della storia della guerra, riversa tutta la responsabilità dell'avventura sulla Gran Bretagna che ha portato così da sci a otto il numero delle sue vittime. La Gran Bretagna voleva guadagnare tempo, ma il trasferimento delle truppe dall'Africa nei Balcani ha indebolito il fronte della Cirenaica ed il risultato è stato catastrofico su entrambi i fronti. « Per l'Inghilterra — afferma il col. Ganceff — non esiste più speranza di mutamenti. Sei Divisioni militari a est del Vttrdar sono prigioniere; le altre devono cercarsi una via verso il sud per salvare quanto ancora può essere salvato. Del tutto disperata è la situazione delle truppe inglesi sbarcate nella Grecia meridionale: siccome la difesa dell'Egitto è più importante della difesa del Pireo, queste truppe luscieranno il Peloponneso ancor prima dell'arrivo dei tedeschi. Mentre però i greci non hanno an nlcora manina di alimentare delle r-'illusioni, per l'esercito serbo non 'è via di uscita; con la presa difeSalonicco e di Nisch, le due ar-\auiate alleate vengono a distati \ulna, oppure, a simigliane» di\quanto fecero i polacchi, a Kntnoìrecento chilometri Vana dall'al-ìtra, mentre l'esercito tedesco noni a che accrescere questa distanziti di continuo. Ai serbi non rimatici Nche ritirarsi nella Bosnia Brzego-Ì e schierarsi sulla Sava per la bat-\politica, il Presidente Loi/of'eloff ìdesaltata la liberazione della Tra-' aglia decisiva » Alla Camera, dopo l'approva inne della legge per l'amnistìa\ eia e della Macedonia ed onoratili a memoria dei soldati tedeschi! enduti per questa causa, ha detto,iascoltato in piedi dai deputati "- Ora il Parlamento bulgaro salii-- — hit concluso Logofetoff fra o-zi1 applausi e qli evviva — e possili-] ta i Capi dei popoli tedesco c ita-, Zinna e li ringrazia a nome del Parlamento e del popolo bulgaro, Noi siamo dunque rimasti fedeli alla polìtica del nostro Sovrano mo assicurare il popolo tedesco e | dlofonica di Skoplje (Usknb), neZ-J'" Macedonia occupata, avvengono ' - I.,1 popolo italiano che m noi avran- no sempre fedeli e sinceri amici «.Le emissioni della stazione ra-jda ieri in lingua bulgara, Italo Zinuarelli

Persone citate: Dede, Haus, Italo Zinuarelli, Loi, Rupel, Slovo, Zinna