Nella battaglia del Mediterraneo Orientale l'inghilterra difende le sue estreme posizioni di potenza

Nella battaglia del Mediterraneo Orientale l'inghilterra difende le sue estreme posizioni di potenza Nella battaglia del Mediterraneo Orientale l'inghilterra difende le sue estreme posizioni di potenza E' questa la lotta che si svolge ora dalla Libia ai Bài-icani - Intanto la battaglia dell'Atlantico continua serrata, inesorabile - E a Londra si levano gravi voci di allarme | Berlino, 9 aprile. H Fuhrer, riassumendo giorni or sono per sómmi capi nel buo proclama al popolo tedesco le tappe dell'inane sforzo britannico di scalzare nella potenza militare tedesca le basi della consistenza e della coesione dell'intero continente, ha messo in correlazione l'ultimo tentativo di conficcarvi la leva sovvertitrice sul fianco sinistro, cioè in Jugoslavia, col primo della primavera scorsa, di piantarvela sul fianco destro in Norvegia. E' oggi un anno preciso dal fallimento di quel tentativo, segnato dall' intervento tempestivo delle armi tedesche nel paese dei fiord, e la stampa del Reich può oggi escitstateAfin catesafrsel'istdetaWÌ„neneml'Inghilterra, oggi come allora, ; staimmutabilmente impegnata nella;in incessante opera di sollevare e di]untravolgere gli altri popoli del con-1 al tinente per la propria causa e perite le proprie sorti che essa identifi- ! prnotare come l'anniversario trovi'brca con la causa e con le sorti dell'umanità, ma soprattutto di man darli avanti come carne da cannone a sacrificarsi per essa. Da Andata a Salonicco mstzi vovomia gedastinOra, come allora, scrivono i giornali del Reich i quali commentano l'avvenimento come il primo segnate della riscossa europea ipobandita dalla Germania, le forze armate del Reich sono giunte ap- Ipena in tempo, all'ultimo momen-1 to, per impedire che la brutale azione britannica lungamente e atinsidiosamente preparata dalla jcosotterranea azione diplomatica distmine sotto i piedi dei popoli, nel]iizconsapevole tradimento dei loro il'icattivi governanti, avesse il so- [coprawento. In Norvegia un anno!sefa essa giunse letteralmente pò-:gche ore prima che, dopo la famo- itisa posa di mine del signor Chur- ]mchill, il corpo di spedizione britan-:renico mettesse piede tra i fiordi; itee in Jugoslavia e in Grecia l'o-1pdierna preservatrice mai-eia delle Itecolonne germaniche ha passato il |COconfine quando già da giorni un corpo di spedizione britannico aveva messo piede nei territori dei due paesi, e già qui del resto da settimane e mesi le loro basi materiali e morali eran fatte mancipie dell'inframmettenza e dell'invadenza del nemico d'Europa; ma sempre perfettamente e largamente in tempo per poter percorrere larghissimi tratti di territorio ed essere oggi — per parlare di una sola colonna — già oltre il Vardar in vista del confine aiDanese, cosi da tagliare già in due l'intero teatro della guerra, senza incontrare ancora alcuna traccia dell'invasore il quale preferisce evidentemente di tenersi in vicinanza dei porti donde prendere, riuscendoci, il largo come già altre volte nelle Andalsnes e Dunkerque del passato. Nell'un caso e nell'altro, nel caso cioè della Norvegia di un an no fa, come in quello presenti della Jugoslavia e della Grecia, la cpgdcttgzmsprnctzpctlndBocondotta dei rispettivi governi ba- i,ranieri, mercatanti e traditori della neutralità dei propri paesiIaall'infeudamento britannico, e sta-, te ?0SLtfo?, ™Jfk ?e„nLe„(o™" [pdBtrata dall'autentica e minuta documentazione diplomatica pubblicata dal Governo del Reich, e questa dimostrazione coinvolge a tal punto la consapevolezza e perciò la corresponsabilità delle rispettive pubbliche opinioni dirigenti, da aver tolto e da togliere alle due resistenze armate contro la marcia vindice e restauratrice dei tedeschi ogni diritto di appellarsi al sacro privilegio di difen- rnrbutMlrdere la propria indipendenza che £era già stata fatta^oggetto.dimer- !cato eidi consegna al nemico non soltanto dei rispettivi paesi, ma del continente stesso come unitaria espressione. Quest'idea unitaria, come espressione di un'innegabile e finora misconosciuta solidarietà di interessi continentali, marcia oggi come insegna davanti alle colonne dell'Asse, nel nuovo settore balcanico della guerra; ed è questa idea che, salvata un anno da, in Norvegia dall esiziale Per> co»o di un investimento dal nord,1 è oggi un'altra volta definitivamente assicurata dalla nuova marcia dell'Asse verso le immancabili Dunkerque sud-orientali. La molteplicità dei tronti \La propaganda britannica si]consola tuttavia vaneggiando di iduplici o di triplici fronti che do- !vrebbero paralizzare la potenza militare della grande Germania, Nei circoli tedeschi si fa in prò- posito osservare come di doppio o di triplice fronte si possa par- lare soltanto quando un paese sia costretto a lottare contro due o più potenze le quali lo costrin-gano a disperdere le proprie for-ze in modo da limitarne la distri-D'azione così da opporre a una al-meno di esse un nerbo di forze inferiore al bisogno. Una tale mol- teolicità di fronti la Germania eb-Wa sperimentare più volte duran-te la o-uerra mondiale; ora però la cosa e ben diversa; e a meno che gl'inglesi, in questo loro falso miraggio aritmetico addizionatore Ji fronti di contro alla Germania non intendano riferirsi alla Libia, dove nessun altro fronte è ormai ravvisabile se non quello in sgombero e in fuga dell'aspirante « visconte di Bengasi », si contesta a Berlino che un doppio fronte nel senso effettivo e classico della parola possa essere ravvisato nel nuovo teatro di guerra balcanico il quale, per il vantaggio delle linee interne con cui la Germania può adoperare la pienezza esuberante della pronria efficienza militare, non obbliga le forze tedesche ad alcuna dispersione o limitazione su alcun punto. E' piuttosto invece tipicamente Inghilterra che è oggi obbliga-ta dalla forza delle cose e dall'an- gustia della sua situazione a que- sta limitazione e dispersione di forze che autorizza soltanto per essa a parlare appunto di dupli- cità o triplicità di fronte. Gli spo- stamenti di truppe a cui l'Inghil- terra è stata obbligata dal Nord Africa e dall'Egitto per nutrire in parte il suo nuovo fronte bal-canteo testimoniano effettivamen- te della classica esistenza per es-sa di una duplicità o triplicità difronti che effettivamente si fasentire in maniera essenziale nel-l'insieme delle sue operazioni strategiche; e il crollo a 'brandelli dello scenario napoleonico.di cai- ta dell'anfiteatro cirenaico di Wavell ne è stata la riimostrario- Ì„ VSlJ&Lv~Il ^^iìt1^^ ne immediata, non distanziata nemmeno di ventiquattro ore. Il generale Wavell è stato nominato comandante delle truppe ma la stampa tedesca osservacome mai !in maniera un paese in _ al mondo la dimostrazione patente della propria debolezza e della propria crisi di forze come di co- britanniche in Balcania; Dta0SddeSteUdr cosi iGuerra abbia fornito lgueria aDma romito mandi e di movimenti. Esso è co stretto i' mostrare separati i pezzi forti della sua cantina, ma ogni :volta è sempre lo stesso vino che ivolta e sempre io stesso vino une muta recipiente. E per montare |ia sua nuova gloria balcanica il jgen. Wavell è costretto a sfrondare foglia per foglia con le sue stesse mani e a seminarli nelle infide onde mediterranee i suoi ipoveri allori cirenaici I'fitlantim P il MpriitPrranRfl 1 MlIdllllbU B II mBUIIBlIdlieu Intanto, mentre l'ininterrotta attività dell'aviazione tedesca jcontro l'impero britannico dimostra vani anche i calcoli di para]iizzare l'arma aerea del Reich con il'insorgenza di un nuovo fronte [continentale nei Ealcani, il pro!segUire e l'accentuarsi giorno per :giorno della battaglia dell'Atla.i itico comprova certamente, '.ns:e ]me con la suddetta attività ae:rea, l'esistenza di un altro fron ite, che è indubbiamente il princl1pale della guerra: ma è un fron- Ite — si osserva a Berlino — per |COsi dire unilaterale, un fronte i a a e e n a, a i e e i a cioè che pesa al per parte dell'Inghilterra e ne ta- glia le vie di comunicazione e ne distrugge a poco a poco tutti ì centri di difesa, presentando inoltre per l'isola tutte le minacce e tutte le possibilità, così da impegnarne e incatenarne tutte le forze ili resistenza e di vigilanza; ma non è vera invece — si osserva — la reciproca, dappoiché per la Germania esso è un fronteÉS^S iSompletamente assicurato da terra e non implicante in alcuna maniera una minaccia britannica; è cioè per le forze tedesche un fronte al cento per cento attivo, senza alcun contrappeso o residuo di passività. In vista di questo fronte, che continua sempre ad essere il fronte principale della guerra, per l'opinione tedesca non offuscato nemmeno dall'attuale splendoredella nuova marcia tedesca in Balcania, e che fiacca di ora in ora e di momento in momento la- i,.esisten7a del]a potenza britanniri t non h£ fatt0 altr0 cnesiIazzardare l'estremo tentativo-, „0 di spostare tutta intera la " [propria possibilità di resistenza edi offensiva nel suo settore impe-e a rie o e ln- riale centrale, che si riassume nenodo sti adate strategico mediterraneo, contrapponendo cosi alla battaglia dell'Atlantico quella che un giornale tedesco estensivamente chiama oggi la * battaglia deMediterraneo orientale », termine lato nel quale si può comprendere tutto l'imponente complesso doperazioni che vanno dall'insorere improvviso del nuovo frone £ balcanico alle oscillazioni teir- !u,he ,ibiche iu j{, fino alle pe n riferiche scorribande motorizzatea tt j Somalia e lungo leaeidi goo è nuovissime strade scolpite con michelangiolesco scalpello creatore nella pietra delle ambe etiopiche dalle braccia dell'operaio soldato d'Italia. Tutto questo impressionante —ma forse sollanto illusorio — complesso di operazioni il qualha formato oggetto del prolungano t soggiorno di quel fatale liqui> datnrt della potenza britannica d,1 ava nche è il signor Eden, ha evidentemente da parte inglese un doppio scopo e aspetto, uno scopo ed aspetto cioè offensivo e uno difensivo, ma per meglio dire h \t^'&g£^F8& si]ora c sempre, cosi qui come neldi i l'isola, scopi e aspetti soltanto- ! ormai definitivamente difensivza i l'Inghilterra cioè, mentre con la, provocazione di un nuovo frontò- balcanico si propone offcnsivaio I mente lo scopo di rimettere piedr- In continente, essa sa benissimia che con questo tentativo, con l o « battaglia del Mediterrano orionn-1 tale » cioè, essa altro non fa chor-1 difendere le sue estreme posiziori-! ni di potenza, e le difende nel loal-jro nodo centrale essenziale e dze | licato, dove finora risiedettero semol- ipre le chiavi di volta e di comieb-'nicazione di tutto l'Impero. Essan-Isa benissimo che cosi come la jDunkerque di Francia l'ha yihe mi Ji on domai mvi a nel panel Estremamente significativo aco pare al riguardo all'opinione tedlle sca, dal punto di vista della conia bemide litualmente e di fatto scacciatrìal continente, la Dunkerque ■Salonicco ne compi ometterebbirrimediabilmente le posizioni impero, che si riassumono ncentri strategici mediterranei afro-asiatici su cui tutta la supotenza fa fulcro. «Impero o Madrepatria» sapevolez'za stessa britannica questo fondamentale pericolo, grido di allarme levato or ora proposito dell'offensiva balcanida quello stesso Liddell Hart cgià al tempo dell'ubriacatura nnte poleonica della marcia desertiga-; di Wawell mise tanta acqui nan- vino britannico ammonendo i suue- connazionali contro la dispersio di di forze che si commetteva. Lper ^tesso grido ora il critico milita nv ! britannico leva, un'altra volta am j monendo il comando britannico ; contro il pericolo di compromis i sione totale che esso commetti delle sorti di tutta l'impresa afri cana britannica non so tanto, nia'iy della difesa stessa dell'isola. . j ; Quanto più — scrivo drastica- LWnte infatti a un di presso il cri-1Srhe eV^Urnmmó'npin10ttC|nvitico militare britannico, e il suo'P.collega Vernon Bartlett gli fa og-1 j gi eco di consenso - si "sbarcano I truppe in Balcania, tanto più silS dà V Hitler la possibilità d dun- J ! kerchizzarle; quante più forze in-\# 1 <*lesi si addentrano nrll'Fwn fan d I toniù cresce Ber n r?ern^§ la aos Ic."..P."* ±, „PJfiriI/l,mLcoi.l.^P0?:lifmprele africane dtìf'Inehilterra'eIsoiisIoTa Trf==.TÌ « Àia ff™ m.-! M! l'In c*y^ìm^r^U1^cfeS^™1pgniK a uni sempre K-j Lita1éSdÌspersVneUdi Sue"PtongéllaB-1cleteehte è ™sì vit^mente neLes in gio cne le e cosi vitalmente neces-\A: mula « Bengasi o burro », non iora più nemmeno quella ieri timi sario Dei-la difesa e la vitaPellai dmadrepatria. InIcone tastone, l'ai-dternativa che Lidoteli Hartpone rocrei davanti ai a uni connazionali naccordo ^ >"« i"" ireuuircuu ijuciia km liimi-i | damante tentata dalla propaganda mjdeljsignor Duff Cooper di Àfrica "o Balcani»; essa é puramente e^ umiliti 11■ ■ 1111 ■ ■ t■ i ■ ■ r■ 11111 ■ 11 11111■ 1111111111111f S«eii.%*tu^ semplicemente quella di: «impero o madrepatria ». Per quanto riguarda il resto e l'insieme della situazione balcanica, grande eco hanno trovato a Berlino le dichiarazioni del presidente dei ministri bulgari Filov. per la posizione che prende di fronte alle violenze commesse sul .territorio bulgaro dalle forze aeiree così britanniche come jugosla e; tici tra Inghilterra e Ungheria, e il linguaggio oggi parlato anche da tutta la stampa romena, se ne | conclude a Berlino a un accentuarsi di situazioni e di rapporti che rappresentano tanti elementi: sempre più confluenti a quella pie Clna'co"lìabo7^^ vista dal Patto Tripartito. inNon ha mancato infine naturai-; g'iyj^ t\oth* ^^^^a^^^xT^ci^^n^^i^^^^^^^^l^ j T^cc^to ^£%^Ì L^sta Tonia conclusione di im C-1SLtrfVnSnaggressione aich" diniente di esscre seguito a Berli- jr|no, anche nei confronti della nuo- tva crisi balcanica, l'atteggiamen-uno'Pa*'° aggressione 1?e£r*?°n?»s"5.° 8taI;e co . P^SS^^M^^ ! lilSasi°"U^?^, ^w«to JLSJfSS? ,2»inff 1^ 4SS^L-\#u?%,, °S£j2Ì5SÌ2l J^Pf6!^ Sdl V0C1 internazionalmente corseia Iche hanno Preteso di mettere ciò nlin rapporto col prolungamento di;neIsogg1»»»» del ministro giapponese!q! Ma&uoka a Mosca, l'ufficiosa a-In1p^^È- a- 5: n°ta come di"par- Itaj LC?&tfiSl^ h1che 1 raPPorti Politici fra Gterma-I d inia e Russia sono talmente chiari.! d\A. mni kim «omnr» una rìiratt* i da implicare sempre una direttaldiscussione in tin;ti i problemi inte-; ressantl ! due Pa?sl- Merita'infi-i ne menzione, cosi conclude l'A- Wimt i ntj j: Qr,prinli nrpso di nnsi moi£° dl sPeclal1 piese di posi |1 """"' i^ Giuseppe Piazza '11f 11o11m 11111tiiil11ti11[i■ il1111 MiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiti,

Persone citate: Duff Cooper, Giuseppe Piazza, Hitler, Liddell Hart, Lidoteli Hartpone, Vernon Bartlett