Atmosfera di rivolta in Croazia
Atmosfera di rivolta in Croazia Atmosfera di rivolta in Croazia Diserzioni e ammutinamenti fra le truppe ■ Macek accusato di tradimen-l to ■ Il governo jugoslavo si trasferisce in una località a nord di Nisch Budapest, 8 aprile. Secondo informazioni da fonte attendibile il governo serbo insieme con gli alti comandi si è trasferito in una località della media Morava a nord di Nisch, tra Jagodin e Alexinaz. Le notizie che provengono dalla Croazia parlano sempre più chiaramente del profondo malcontento della popolazione e della crescente opposizione delle masse croate contro Macek. opposizione che, come già è stato comunicato, si concreta in frequenti manifestazioni di piazza che la polizia serba, con stento, riesce a reprimere. Il lato più interessante della situazione è costituito dal fatto che mentre finora Macelt, come continuatore dell'opera di Stefano Radic. assassinato da deputati serbi alla Scupcina di Belgrado il 21 giugno 1929, era amato e seguito dalla popolazione agricola di tutta la Croazia, ora, invece, è detestato e perfino odiato per avere, come letteralmente dicono certi manifestini clandestini distribuiti nelle campagne croate, tradito la causa della Croazia e la memoria di Radic, e per aver venduto il paese agli sciovinisti serbi. La stessa sicurezza personale di Macek è in pericolo, e certo la sua posizione in questo momento, è delle più precarie, perchè egli si è alienato il cuore del suo popolo e non si è certo conquistato la fiducia dei serbi, i quali sanno che egli ha fatto la nota dichiarazione ed ha accettato di entrare nel governo di Simovic, sotto l'influenza delle minacce e delle intimidazioni e non già per sincero convincimento, perchè Macek non può. certamente dimenticare che, proprio per colpa dei serbi, egli passò lunghi mesi di tormentosa prigionia e subì a Belgrado un gravissimo processo intentatogli dalla dittatura di Zivkovic nel 1930. Nei circoli croati di Budapest sì esprime la convinzione che per ora l'inquietudine in Croazia è ancora soffocata dalle autorità militari serbe, padrone della si tuazione, ma che movimenti di liberazione del paese non potran no più essere contenuti il giorno in cui l'esercito serbo comincerà a subire i primi rovesci. Allora non solo la Croazia ma anche le popolazioni della Serbia meridionale e del Montenegro coglieranno l'occasione per liberarsi dall'odiato giogo serbo e faranno causa comune con gli eserciti vittoriosi dell'Asse. Insomma, in questi ambienti croati, si crede che la fine della Jugoslavia sarà segnata da una contemporanea disastrosa sconfitta militare e dalla rivoluzione dei vari popoli oggi costretti a vivere sotto la tirannia serba. Intanto i giovani chiamati a prestare servizio militare evadono con ogni mezzo a loro disposizione e si nascondono nelle montagne e spesso vengono a conflitto con i gendarmi. D'altra parte i croati che già si trovavano in servizio e che sono stati inviati a combattere nella Serbia del sud costituisco no un elemento disgregatore as sai grave che costringe le autorità militari alle più severe repres sioni. Si sono già verificati casi di ammutinamento. Lo stato d'animo popolare dopo le prime azioni dell'aviazione ita liana e tedesca è profondamente mutato di modo che, se si tolgono i soliti elementi bellicisti che fanno capo all'esercito e alle società nazionaliste panserbe, per il resto si nota un senso di terrore per il peggio che tutti paventano. (Stefani) uJdcddGcserctgpscftlè
Persone citate: Radic, Stefano Radic, Zivkovic
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