Le coltivazioni nel mese di aprile

Le coltivazioni nel mese di aprile Campagna bieticola 1941 Le coltivazioni nel mese di aprile Se, con una saggezza tutta sua, un vecchio adagio tedesco ammonisce non doversi lodare il giorno prima che sia venuta sera, vi sono però contingenze in cui può sostenersi come il bel giorno possa di fatto giudicarsi dal mattino: cosi nel caso della coltura della barbabietola, la quale notoriamente attraversa il periodo più critico e più aspro della sua vita durante il decorso della sua primissima età. Tale perìodo, per quanto relativamente breve, può anzi suddividersi in due fasi tipicamente distinte: la prima intercorrente tra semina e germinazione, e la seconda tra il momento in cui la pianta è spuntata dal suolo con le sue delicatissime prime foglie cotiledonari e quello in cui gli individui abbiano potuto bastantemente irrobustirsi con la costituzione di 4 a 6 elementi fogliari. Se la stagione decorre relativamente mite e con piogge lievi e ricorrenti, la nascita ha luogo in tempo breve e in modo perfetto; ma non cosi accado se la semina è seguita da un periodo secco e ventoso o se una pioggia più o meno violenta determina un indurimento dello strato più superficiale del suolo, per cui l'esile germe rimane strozzato e soffocato. Non basta: anche se la germinazione abbia avuto luogo in modo regolare e soddisfacente, una turba di insetti (altiche, grilli, grillotalpe, elateridi, mosche minatrici) trovasi pronta in agguato ad aggredire le piccole piante in condizioni di assoluta inferiorità di fronte al nemico. E' qui appunto in cui si provano in pieno l'abilità e la perizia del bieticoltore: può invero senza meno affermarsi che l'arte e la capacità tecnica di un agricoltore possono misurarsi dal modo con cui questi procede alla ultima preparazione del suolo e alla semina e dal modo in cui egli sappia ad un tempo apprestare i mezzi di protezione e di difesa della pianta lungo il periodo della sua travagliata esistenza. Superata la crisi dell'infanzia, la barbabietola si avvia con rapido passo, e in condizioni di assoluto privilegio, per cui nessun'altra pianta può con essa competere, verso sicure mete. ■ Le norme che seguono possono dirsi il frutto di una lunga e severa esperienza. Tendere, in altri termini, a che la maggior possibile qualità delle sementi affidate alla terra dia origine a piantine vitali e vigorose e che il minor numero di individui successivamente scompaia, cosi che il diradamento od isolamento segua la volontà dell'operatore e non la capricciosa legge del caso, e l'investimento risulti il più regolare e uniforme, significa assicurarsi il più elevato rendimento unitario, e quindi il massimo zucchero per ettaro, obiettivo a cui deve più che mai oggi mirare ogni agricoltore nell'interesse primo e superiore del Paese. (2135