Gli sforzi pacificatori del Führer

Gli sforzi pacificatori del Führer Gli sforzi pacificatori del Führer \",a conYenzlone n'o a"tre ànnTeM cercaste « La Jugoslavia era stata indotta nel 1919 a sottoscrivere una convenzione sulla protezione Praticamente, però, si tolse al gruppo etnico tedesco anche la possibilità di richiamare almeno l'attenzione pubblica sulla triste situazione delle minoranze con una protesta a Ginevra. Già il solo richiamarsi all'accordo di protezione delle minoranze valeva quale « provocazione Per impedire al gruppo etnico l'esercizio del proprio diritto contrattuale di petizione a Ginevra, si minacciò di prigione fi- all'e- stero protezione ed aiuto. « Dopo la rivoluzione nazionalsocialista in Germania, le pres- sioni sul gruppo etnico germani co nella Jugoslavia, vennero, se possibile, ancora intensificate. Verso la fine di novembre del 1933, il consolato tedesco di Zagabria dovette riferire una nuova ondata di persecuzioni contro il germanesimo nella Stiria meridionale. <.Ad onta della situazione estremamente insoddisfacente della j politica interna ed estera, il FU jhrer, dopo l'avvento del nazional socialismo, aveva tentato di porIre su nuove basì i rapporti con !questo Stato. Si credette di scor|gere il punto di avvicinamento !più opportuno nel campo econo mico concludendo, il i» maggio 11934, un trattato commerciale ui j larghe vedute nel quale erano previsti prezzi di preferenza per |i prodotti agricoli jugoslavi. La 1 Germania diede aiuto decisivo pei i togliere di mezzo la crisi agraria ! perdurante nella Jugoslavia da Ianni e creò la possibilità di risana re il ceto rurale jugoslavo che si trovava davanti alla rovina. Co- mincia così uno sviluppo che fa della Germania l'acquirente di più della metà di tutti ì prodotti e il più importante sbocco commerciale della Jugoslavia. La Jugoslavia ottenne in Germania per lo smercio dei suoi prodotti agricoli prezzi remunerativi ed un gran mercato scevro da crisi; oltre a ciò trovò in Germania la buona .volontà di collaborare allo sfrut.tamento dei suoi tesori naturali !m un modo che, contrariamente jall'uso fin qui invalso d investire i capitali esteri, tiene conto comiPleto dei giusti interessi del o !Stato iugoslavo. Senza posa la ;Germania ha lavorato al consoli; ldamento della collaborazione cosi jiniziata nelle questioni economi!che, approfondendo anche nel campo culturale i rapporti pura mente umani tra ì due popoli, nel- l'intento di lanciare così un ponte al disopra di vecchie ostilità e contrasti per creare le basi c'i una vera e durevole amicizia. Nel campo delle arti, delle scienze, degli studi e dello sport, si stabilisce un attivo scambio. La ferma volontà di creare un avvicinamento migliore è la molla che muove questo tentativo. | « Si era cosi creata la base sulla (quale si potevano sviluppare i rapiporti politici. Le reiterate visite del Maresciallo del Reich Goering j a Belgrado, negli anni 1934-35, tor j mano il punto di partenza di una coerente politica di intesa. Nel ]giugno 1937 il FUhrer mandò a !Belgrado il barone Von Neurath. lLo scambio di telegrammi tra il !Fuhrer ed il Presidente dei mini | stri jugoslavo Stojadinovic, nella | occasione di quella prima visita di un ministro degli esteri germanico i nella capitale jugoslava, scambio |di telegrammi che rispecchiava il !desiderio delle due parti di impri mere un maggiore incremento alla ! collaborazione reciproca dei due Stati, dimostrò che anche in al!cune sfere jugoslave si apprezza vano gli scopi dello Stato germa; nico mirante alla pace in Europa, i u . ,, ] [a POlltlCa di StO adinOVIC ai r . ,„„o ' . ,. I « Nel gennaio 1938 Stojadinovic, -;dietro invito del FUhrer, venne a -! Berlino. Negli esaurienti colloquia,che ebbero luogo in quella occa-o sione il FUhrer espose i suoi pen- -ìsieri su un consolidamento ed unao!pacificazione dei Balcani, parten- ! do dal presupposto della collabora- e 'zione di uno Stato jugoslavo fortea!ed amico. Da parte sua Stojadino-! vie, accolse queste dichiarazioni r a e , l e i , a e e . l m i e con approvazióne e soddisfazione. a Mai e in nessuna circostanza — egli dichiarò — la Jugoslavia entrerà a fare parte di una qualsiasi combinazione antitedesca:,.. In que sta maniera si era raggiunta una ulteriore tappa sulla via della po- litica di intesa tedesca e senzatrattati formali si era creata una atmosfera che faceva sperare una ulteriore collaborazione tra i due Stati nell'interesse della pace europea. <- Questi rapporti di amicizia non subirono nessun cambiamento neanche quando due mesi dopo la Germania e la Jugoslavia, in seguito alla unione dell'Austria al Reich divennero vicini immediati. Stojadinovic imparti immediatamente istruzioni a tutte le competenti autorità per iniziare una regolare collaborazione con le autorità di confine tedesche nello spirito dell'amicizia tedesco-jugoslava ed efficacemente furono date ripetute assicurazioni che in avvenire non si sarebbe seguita con la nuova potente vicina che una politica di amicizia. D'altra parte era stato ripetutamente dichiarato al gover- no jugoslavo, da parte competente tedesca, che la politica tedesca non aveva mete di oltrepassare l'Austria e che il confine jugoslavo restava intangibile. « Il FUhrer, nel suo discorso tenuto a Graz il 3 aprile 1938, rileva che la Jugoslavia e l'Ungheria, di fronte alla riunione dell'Austria, avevano assunto lo stesso contegno dell'Italia. Eravamo felici di possedere qui dei confini che non avevano bisogno di essere protetti militarmente. Dopo queste dichiarazioni tranquillizzanti sulla situazione del confine tedesco-jugoslavo, rimaneva alla Jugoslavia, quale cura principale, la questione insoluta dei confini con gli Stati a spese dei quali si era ingrandita nel 1919, in prima linea di fronte all'Ungheria. All'epoca della visita del ministro Stojadinovic a Berlino, nel gennaio del 1938, era stata toccata tale questione ed il FUh rer si era dichiarato pronto ad assumere la mediazione per giunge re ad un accordo nel contrasto un garo-serbo. Con la collaborazione tedesca fu ottenuta, infatti, gradatamente, una distensione tra la Jugoslavia e l'Ungheria, che nel 1940 condusse finalmente alla con clusione di un patto di amicizia. « Anche i rapporti della Jugoslavia con l'Italia e la Bulgaria miglioravano sensibilmente nell'epoca dell'intesa tedesco-jugoslava, cosicché il governo di Belgrado potè registrare positivi e considerevoli successi della sua politica. Nel contempo si era ottenuto un notevole progresso sulla via della pacificazione della regione del sudest, perseguita dalla Germania e dall'Italia. « Nel febbraio del 1939 Stoja dinovic fu rovesciato. Le dichiara zioni sulla politica estera fatte in occasione del cambiamento di go verno ebbero un'intonazione assolutamente amichevole verso la Germania e fecero sperare una con tinuazione immutata della politica di amicizia. Mancò da allora una forte personalità in grado di proseguire efficacemente detta politica anche di fronte a tutte le correnti divergenti della costellazione politica interna. Tuttavia non intervennero cambiamenti nei rapporti ufficiali e la Germania potè continuare nei suoi sforzi per approfondire ulteriormente, e con la massima energia, .' suoi rapporti con la Jugoslavia. Le sobillazioni alleate « Un segno visibile dei buoni rapporti tra la Germania e la Jugoslavia fu la visita ufficiale del Principe Reggente Paolo a Berlino nel giugno del 1939. I discorsi tenuti in quell'occasione, tanto dal FUhrer quanto dal Principe Paolo, espresselo la cordiale amicizia tra le due nazioni. Dalle discussioni di Berlino risultò, come linea comune, la volontà incrollabile di proseguire nel cammino iniziato, la cui giustezza era stata dimostrata dai successi già ottenuti. Il FUhrer, riepilogò le mete di una tale politica nelle seguenti parole ". Nella vostra presenza, Altezza Reale, vediamo una lieta occasione per uno scambio aperto ed amichevole di idee, che, ne sono certo, non potrà essere che di beneficio per i nostri due popoli e Stati. Io ne sono tanto più convinto in quanto che ben fondati rapporti di fiducia tra Germania e Jugoslavia (essendo i due Stati diventati per questi avvenimenti storici, vicini con condizioni comuni stabilite per sempre) non soltanto garantiscono una pace duratura tra due Popoli e Stati, ma possono costituire inoltre, un elemento di pacificazione per il nostro conti- rintmovn„psinmbsaGpst1ptcctafPtdpslr|zia germano-jugoslav iperturbatori e gli sforzi per riat tirare la Jugoslavia nel loro camipo assunsero maggior sviluppo .quando, con la caduta di Stojadi iiovic, si rallentò !a ferma con 1 ecpslnlndfgnvptlaRmctdpgsolnrpggpcsamttdnente agitato. E questa pace e la|meta di tutti coloro che intendono cooperare ad un'opera effettiva-!mentp hnatnil-Hvn i I dotta della politica jugoslava interna ed estera. Le vecchie sfere militari serbe, propense all'occidente, poterono riacquistare una forte influenza nella politica tendente all' accerchiamento della Germania, praticato dagli alleati, dalla primavera del 1939 in poi. Sotto la direzione dell'Inghilterra si contò quindi fin da principio, -come risultava dagli atti dello | stato maggiore trovati in Francia, sulla Jugoslavia quale caposaldo cospicuo del fronte sud. Fin dal luglio 1939 venne dato ordine di preparare un corpo di spedizione nel Levante e, subito dopo lo scoppio della guerra, incominciarono i preparativi per trasportare al momento opportuno a Salonicco, tale corpo di*spedizione agli ordini del| generale Weygand, al fine di crea-|re colà un centro di cristallizza- zione per il fronte balcanico pro-lgettato installando a Belgrado uni ufficiale dello slitto maggiore dellgenerale Gnmelin. |« Nello stesso tempo il governo ijugoslavo, mentre si studia di con-1 servare all'estero l'apparenza di,neutralità, si mette in segreto a;disposizionc degli alleati per ap-|poggiarne. al possibile, lo sforzo militare. Tutti i traspolli di mate-| ; ziriale bellico destinati agli alleati suin Polonia, vengono fatti passare; citrasporti invece partenti dalla Ger-: _mania o destinati alla Germania oo che, comunque, potrebbero ser- vire ad interessi tedeschi, vengo- no trattenuti, ritardati e inviati • 9„..«_„ j_ _ ' fj j„,,_ „„_0„„„ coperfino in porti dove possono_es: vret»i^^«^Y,%oììl'=rfrtottn; Ctelegrammi dell addetto ■anelse. un attivo scam-Psere utilizzati dagli alleati. E si inizia oltre a ciò, come fanno co noscere i militare francese, un attivo scam- ; bio di notizie tra gli alleati e le ™sfere militari jugoslave, mentre ™anche le notizie sulla situazione in SGei-mania e inoltrate dalle sfere Spolitiche jugoslave, mostrano chia-.. ? T,?"1? °r « liEOTSdSSS"?. zrsi allontani sempre più fermamen te dalla neutralità. Il Patto tripartito coagd'Quando nella primavera del ed1940 i piani balcanici degli alleati ppassano in primo piano, aumen- mtano gli sforzi per assicurarsi la gcollaborazione della Jugoslavia,; che osserva ancora per il momen- nto la sua neutralità esteriore. Il 16 suaprile il ministro plenipotenziario ! mfrancese a Belgrado, d'accordo col : chPrincipe Reggente, ha un incon- letro col ministro della guerra Na- adic, nel quale si discute il modo di Sipoter riprendere i colloqui dello ustato maggiore. Tenuto conto del- rl'importanza speciale dell'arma ae- nrea, si prevede ora in prima lìnea cun esame dei campi di aviazione e, tper mantenere il segreto, si fissa, ccile gli ufficiali partecipanti vesta- tno in abito civile. Contemporanea- tmente, il ministro della guerra ju- rgoslavo è d'accordo che un uffi- aciale che godeva della speciale fi- lducia del Comando militare dove- tva venire inviato, quale ufficiale sdi collegamento, presso il Capo del ccorpo di spedizione in terra allea- mta, generale Weygand. Cosi che la edecisione della Jugoslavia era pre- Psa ed era stato compiuto il tra- tpasso del Regno nel campo degli calleati. Soltanto l'abbandono della timpresa di Salonicco ed il rapido ed improvviso crollo della Francia, sche seguì immediatamente, non tpermisero l'attuazione della deci-, itsione in parola. p« Ancora l'il giugno organi po- glitici e militari jugoslavi assicura- èno il ministro di Francia che se zle sorti della Francia fossero tor- vnate favorevoli, la Jugoslavia era gdecisa a schierarsi subito al suo pfianco. Questi fatti erano noti al legoverno del Reich, allorquando, gnell'autunno del 1940 passò ad in- svitare gli Stati del sud-est euro- peo ad aderire al Patto Tripartì- sto. Esso non si limitò a chiedere vl'adesione delle Potenze favorevoli laal nuovo ordinamento, Ungheria, dRomania, Slovacchia e Bulgaria, nma l'offrì anche alla Jugoslavia,, eche, fino allora, si teneva appar- stata. Poiché soltanto la riunione'cdi tutti gli Stati del sud-est euro- dpeo in un patto poteva offrire la bgaranzia per la realizzazione dei esuoi alti fini presenti e futuri, non aostante le pressioni esercitate dal- tla Gran Brettagna consistenti in vnote e passi diplomatici a caratte- mmpbtmcvre minaccioso e nell'influire sull'opinione pubblica senza indietreggiare davanti ad alcuna menzogna, il governo jugoslavo dell'epoca aveva lungamente esitato a compiere il passo decisivo. La decisione del governo jugo- slavo di firmare il protocollo di aadesione del 25 marzo a Vienna, dmalgrado le pressioni inglesi è stata sensibilmente facilitata dal fat- ilnto che la Germania era pronta a ptenere conto dei particolari desi- gderi derivanti dalla posizione geo grafica della Jugoslavia, assicu rando il rispetto, in qualsiasi mo mento della sovranità e della inte |grltà territoriale dello Stato e ri nunziando espressamente, a prio- "!,.: „i nassae-irio ed al trasporto di c i ' passaggio ea ai Lraspuriu ui zI truppe, come pure a qualsiasi aiu- tnsperanza di poter ottener vanta gi territoriali dall'atteso tracollo dello Stato greco. Dietro particolare desiderio del governo jugoslavo gli venne data assicurazione che, nel quadro del nuovo ordina¬ ztgvpz' — * i » a t £dmento delVEuropa, Ja ^Jugoslavia pnavrebbe ottenuto uno sbocco sul fl l'Egeo, comprendente la sovranità mjugos ava sulla citta e sul porto ndi Salonicco. bL'opera del Secret Service S« La speranza di giungere con tla conclusione del trattato ad un dchiarimento dell'atteggiamento ju- tgoslavo e conseguentemente ad muna pacificazione dei Balcani, non pdoveva realizzarsi. La politica del tgoverno jugoslavo che si era deci- laso a venire a Vienna, era, forse Dsotto l'influenza dei circoli milita- lli estremisti che guadagnavano lsempre più terreno, fino all'ultimo dtentennante e discorde. Pochi gior- e| ni prima, aveva — cedendo ai sug- t|gerimenti britannici — espulso in n Grecia e consegnato in mano in- slglese l'ex Presidente del Consiglio fi Stojadinovic esponente della poli- lltica d'intesa germanico jugoslava, n |La deleteria propaganda britanni- g ica aveva ora i suor pieni effetti, s1 « Poco prima della firma del t,protocollo di Vienna il governo r;britannico aveva fatto consegnare a|a Belgrado una nota nella quale d >=i diceva di aver preso conosren- v|za, con rammarico, della decisio- ne jugoslava di firmare l'accordo, Immediatamente dopo la firma il Segretario di Stato britannico per le Indie, Amery, dirigeva, in un discorso trasmesso alla radio in lingua serba, un eloquente appello di resistenza alla Jugoslavia, La firma del Patto tripartito doveva essere considerata come un tradimento, ma non era ancora troppo tardi per la Jugoslavia per ritrovare la giusta via. Anche la ufficiosa agenzia '< Reuter » accompagna la firma del Patto con un impellente monito circa le dubbie conseguenze derivanti dalla adesione al Patto tripartito. Simili giudizi di stampa britannica vennero divulgati dalla radio britannica in lingua serba. Contemporaneamente a queste divulgazioni si svolgeva l'attività del Servizio Segreto britannico a Belgrado. Fu cosi che, subito dopo il ritorno dei plenipotenziari da Vienna, un ragazzo immaturo, in forma contraria alla costituzione, venne portato al potere quale Re da un gruppo di militari guerrafondai. Nello stesso tempo i Reggenti furono costretti a dimetter-1 si dalla carica rj Reggente dovette abbandonare precipitosamente n Paege ed u Presidente del con-l Pdsf conto'dei ìoròBerrori' e"sf erano i perciò dimessi. sigilo ed il ministro degli esteri! vennero arrestati. In un proclama! « He dichiarò che i membri dell Consiglio di Reggenza si erano re¬ <* Con queste parole si pronunciava già la condanna della politica di collaborazione e di pacificazione tra' le Potenze dell'Asse e la Jugoslavia. Se i sentimenti del nuovo dominatore della Jugo- sIavia avessero bisogno di prova eSsa sarebbe apportata da una pUbbiiCazione dena Reuter:, Questa agenzia britannica citò una lettera del Re, pervenuta a Londra ad uno dei suoi amici più fidati, poco prima degli avvenimenti, nella quale era detto: - Attendo soltanto il giorno in cui la Jugoslavia si deciderà contro i na- zisti, affinchè possa finalmente assumere il comando del mio esercito, _ , .. , oODraVVOntO della CTtGCd militare T1 „ ,„ . ... <a" ^f™* "» ^SS&JSPì 9™"^!^"*rnn°" hT'?»?™ commentare il colpo di stato avvenuto a Belgradolcon la maggiore compiacenza. Come primo fu Churchill stesso che. poche ore do, _„„i„;_,„_t„ j„_u ..,.,,„„; P° ° syolg mento degli avvali- ; ™L"ti d> Belgrado proclamo da™ntt aduna riunione del partito SESSTS^»^. ?!• aS23»2E? SWi'SSK ffW™01 FSSfc . sarebbe „C0DDÌata una rivoluzton?«si dirigerebbe ri e per tutto il Paese. A Belgra- gerebbe contro l'adesione della Jugoslavia al Patto tripartito. Il nuovo governo jugoslavo riceverebbe? dall'Impero britannico ogni aiuto ed ogni possibile appoggio. L'im pero britannico ed i suoi alleati si metterebbero al fianco della Jugoslavia. « L'atteggiamento che il governo jugoslavo ed il popolo serbo assunsero dal 27 marzo verso la Germania e tutti i tedeschi dimostra che i commentatori stranieri, con le loro interpretazioni delle cose, avevano ragione e che i loro deSideri ed i loro moniti trovavano un suolo fecondo. La prima misu ra del governo fu la proclamazio ne della mobilitazione generale, il che è una manifestazione eviden te dello spirito aggressivo della ofcdpURlglc cricca militare serba che ora sii trova al governo. I rappresentan- ti del medesimo malaugurato spi- rito che nel 1914 diede la spinta ! allo scoppio della guerra monuia- le si trovano nuovamente al po-j tere a Belgrado. La nuova Jugo- j slavia si è assunta la parte provo-I catrice della vecchia Serbia. Co me il cambiamento in Jugoslavia era chiaramente diretto contro il Patto tripartito, anche la mobili tazione generale poteva venire compresa come una sfida alle Po tenze dell'Asse, II presidente dei ministri jugo slavo, generale Simovic. lo ha fat to capire chiaramente al ministro italiano a Belgrado. Fino a qual punto il generale Simovic si fosse già sentito nel campo avversario è reso evidente da una conversa zione telefonica qui risaputa, av venuta tra lui e l'ambasciatore ju goslavo a Washinghton che aveva per oggetto forniture di materia le bellico degli Stati Uniti alla Ju goslavia, in base alla legge di as sistenza inglese, <: Che la politica de! governo in sediatosi col colpo di stato trova va eco in certe classi della popo lazione è reso evidente dalla serie di aggressioni e di eccessi che han no fatto seguito al colpo di stato e che, fino ad oggi, si sono inten sificate. Durante il ritorno dalla cerimonia religiosa in occasione dell'avvento al trono del Re. l'Airi basciatore gei-manico si trovava esposto a manifestazioni ostili e ad invettive. In relazione con ai tri eccessi verificatisi nelle strade, venne ferito l'aiutante dell'addetto militare germanico. L'ufficio germanico delle comunicazioni venne preso d'assalto dalla folla, i mobili vennero devastati ed un ritratto del FUhrer e due bandiere germaniche strappate. Anche nelle campagne in diversi villaggi avvennero incidenti durante i quali allogeni tedeschi subirono gravi danni. In relazione coi casi citati il Ministro plenipotenziario germa nico fu costretto a protestare presso il ministro degli esteri ju goslavo. "•-"[ ritirarsi soitanto dietro cessl. e s?llan,t.0 dietio zoppicanti dichiarazioni di ramma- Scatenamento del terrore « Le autorità jugoslave dovettero ammettere tutte queste manifestazioni, maltrattamenti ed ec- vzioni antitedesche, ma anche contro i rurali di appartenenza etnica germanica del Banato e della Slovenia si diresse la rabbia della popolazione jugoslava. Già il 29 marzo giunsero a Temesvar i primi £d\J CL X vlllvPVul 1 Milli profuf?hi dal Banato che narrare no indicibili brutalità. Assassini e fl maitrattamenti si svolsero perfi- no sotto gU occhi dei so|dati ser. bj e ie proprietà germaniche ven- S?neitto v^«e»Via: to dai serbi il villaggio rurale te desco di Cerminaz. Sui contadini tedeschi che aiutavano lo spegni mento e volevano salvare le loro proprietà si spara proditoriamen te. La casa del capi regionale dei la lega culturale svevo tedesca nel Drau banato, venne attaccata dal la moltitudine. In numerose loca lità i tedeschi vennero minacciati di morte. Il grido di un secondo eccidio di Bromberg si è già leva to. I gruppi etnici tedeschi del Ba nato e della Slovenia cercano di sottrarsi a questo inferno con la fuga. In vista degli eccessi a cui le autorità jugoslave non vollero e non possono mettere termine, il governo germanico si è visto co- stretto ad invitare gli appartenen ti al Reich ad abbandonare il ter ritorio jugoslavo per- non esporsi ad ulteriori pericoli. Su chi rica de la responsabilità di questi gra vi sviluppi? E' evidente», • (Stefani). Gli sforzi pacificatori del Führer Gli sforzi pacificatori del Führer \",a conYenzlone n'o a"tre ànnTeM cercaste « La Jugoslavia era stata indotta nel 1919 a sottoscrivere una convenzione sulla protezione Praticamente, però, si tolse al gruppo etnico tedesco anche la possibilità di richiamare almeno l'attenzione pubblica sulla triste situazione delle minoranze con una protesta a Ginevra. Già il solo richiamarsi all'accordo di protezione delle minoranze valeva quale « provocazione Per impedire al gruppo etnico l'esercizio del proprio diritto contrattuale di petizione a Ginevra, si minacciò di prigione fi- all'e- stero protezione ed aiuto. « Dopo la rivoluzione nazionalsocialista in Germania, le pres- sioni sul gruppo etnico germani co nella Jugoslavia, vennero, se possibile, ancora intensificate. Verso la fine di novembre del 1933, il consolato tedesco di Zagabria dovette riferire una nuova ondata di persecuzioni contro il germanesimo nella Stiria meridionale. <.Ad onta della situazione estremamente insoddisfacente della j politica interna ed estera, il FU jhrer, dopo l'avvento del nazional socialismo, aveva tentato di porIre su nuove basì i rapporti con !questo Stato. Si credette di scor|gere il punto di avvicinamento !più opportuno nel campo econo mico concludendo, il i» maggio 11934, un trattato commerciale ui j larghe vedute nel quale erano previsti prezzi di preferenza per |i prodotti agricoli jugoslavi. La 1 Germania diede aiuto decisivo pei i togliere di mezzo la crisi agraria ! perdurante nella Jugoslavia da Ianni e creò la possibilità di risana re il ceto rurale jugoslavo che si trovava davanti alla rovina. Co- mincia così uno sviluppo che fa della Germania l'acquirente di più della metà di tutti ì prodotti e il più importante sbocco commerciale della Jugoslavia. La Jugoslavia ottenne in Germania per lo smercio dei suoi prodotti agricoli prezzi remunerativi ed un gran mercato scevro da crisi; oltre a ciò trovò in Germania la buona .volontà di collaborare allo sfrut.tamento dei suoi tesori naturali !m un modo che, contrariamente jall'uso fin qui invalso d investire i capitali esteri, tiene conto comiPleto dei giusti interessi del o !Stato iugoslavo. Senza posa la ;Germania ha lavorato al consoli; ldamento della collaborazione cosi jiniziata nelle questioni economi!che, approfondendo anche nel campo culturale i rapporti pura mente umani tra ì due popoli, nel- l'intento di lanciare così un ponte al disopra di vecchie ostilità e contrasti per creare le basi c'i una vera e durevole amicizia. Nel campo delle arti, delle scienze, degli studi e dello sport, si stabilisce un attivo scambio. La ferma volontà di creare un avvicinamento migliore è la molla che muove questo tentativo. | « Si era cosi creata la base sulla (quale si potevano sviluppare i rapiporti politici. Le reiterate visite del Maresciallo del Reich Goering j a Belgrado, negli anni 1934-35, tor j mano il punto di partenza di una coerente politica di intesa. Nel ]giugno 1937 il FUhrer mandò a !Belgrado il barone Von Neurath. lLo scambio di telegrammi tra il !Fuhrer ed il Presidente dei mini | stri jugoslavo Stojadinovic, nella | occasione di quella prima visita di un ministro degli esteri germanico i nella capitale jugoslava, scambio |di telegrammi che rispecchiava il !desiderio delle due parti di impri mere un maggiore incremento alla ! collaborazione reciproca dei due Stati, dimostrò che anche in al!cune sfere jugoslave si apprezza vano gli scopi dello Stato germa; nico mirante alla pace in Europa, i u . ,, ] [a POlltlCa di StO adinOVIC ai r . ,„„o ' . ,. I « Nel gennaio 1938 Stojadinovic, -;dietro invito del FUhrer, venne a -! Berlino. Negli esaurienti colloquia,che ebbero luogo in quella occa-o sione il FUhrer espose i suoi pen- -ìsieri su un consolidamento ed unao!pacificazione dei Balcani, parten- ! do dal presupposto della collabora- e 'zione di uno Stato jugoslavo fortea!ed amico. Da parte sua Stojadino-! vie, accolse queste dichiarazioni r a e , l e i , a e e . l m i e con approvazióne e soddisfazione. a Mai e in nessuna circostanza — egli dichiarò — la Jugoslavia entrerà a fare parte di una qualsiasi combinazione antitedesca:,.. In que sta maniera si era raggiunta una ulteriore tappa sulla via della po- litica di intesa tedesca e senzatrattati formali si era creata una atmosfera che faceva sperare una ulteriore collaborazione tra i due Stati nell'interesse della pace europea. <- Questi rapporti di amicizia non subirono nessun cambiamento neanche quando due mesi dopo la Germania e la Jugoslavia, in seguito alla unione dell'Austria al Reich divennero vicini immediati. Stojadinovic imparti immediatamente istruzioni a tutte le competenti autorità per iniziare una regolare collaborazione con le autorità di confine tedesche nello spirito dell'amicizia tedesco-jugoslava ed efficacemente furono date ripetute assicurazioni che in avvenire non si sarebbe seguita con la nuova potente vicina che una politica di amicizia. D'altra parte era stato ripetutamente dichiarato al gover- no jugoslavo, da parte competente tedesca, che la politica tedesca non aveva mete di oltrepassare l'Austria e che il confine jugoslavo restava intangibile. « Il FUhrer, nel suo discorso tenuto a Graz il 3 aprile 1938, rileva che la Jugoslavia e l'Ungheria, di fronte alla riunione dell'Austria, avevano assunto lo stesso contegno dell'Italia. Eravamo felici di possedere qui dei confini che non avevano bisogno di essere protetti militarmente. Dopo queste dichiarazioni tranquillizzanti sulla situazione del confine tedesco-jugoslavo, rimaneva alla Jugoslavia, quale cura principale, la questione insoluta dei confini con gli Stati a spese dei quali si era ingrandita nel 1919, in prima linea di fronte all'Ungheria. All'epoca della visita del ministro Stojadinovic a Berlino, nel gennaio del 1938, era stata toccata tale questione ed il FUh rer si era dichiarato pronto ad assumere la mediazione per giunge re ad un accordo nel contrasto un garo-serbo. Con la collaborazione tedesca fu ottenuta, infatti, gradatamente, una distensione tra la Jugoslavia e l'Ungheria, che nel 1940 condusse finalmente alla con clusione di un patto di amicizia. « Anche i rapporti della Jugoslavia con l'Italia e la Bulgaria miglioravano sensibilmente nell'epoca dell'intesa tedesco-jugoslava, cosicché il governo di Belgrado potè registrare positivi e considerevoli successi della sua politica. Nel contempo si era ottenuto un notevole progresso sulla via della pacificazione della regione del sudest, perseguita dalla Germania e dall'Italia. « Nel febbraio del 1939 Stoja dinovic fu rovesciato. Le dichiara zioni sulla politica estera fatte in occasione del cambiamento di go verno ebbero un'intonazione assolutamente amichevole verso la Germania e fecero sperare una con tinuazione immutata della politica di amicizia. Mancò da allora una forte personalità in grado di proseguire efficacemente detta politica anche di fronte a tutte le correnti divergenti della costellazione politica interna. Tuttavia non intervennero cambiamenti nei rapporti ufficiali e la Germania potè continuare nei suoi sforzi per approfondire ulteriormente, e con la massima energia, .' suoi rapporti con la Jugoslavia. Le sobillazioni alleate « Un segno visibile dei buoni rapporti tra la Germania e la Jugoslavia fu la visita ufficiale del Principe Reggente Paolo a Berlino nel giugno del 1939. I discorsi tenuti in quell'occasione, tanto dal FUhrer quanto dal Principe Paolo, espresselo la cordiale amicizia tra le due nazioni. Dalle discussioni di Berlino risultò, come linea comune, la volontà incrollabile di proseguire nel cammino iniziato, la cui giustezza era stata dimostrata dai successi già ottenuti. Il FUhrer, riepilogò le mete di una tale politica nelle seguenti parole ". Nella vostra presenza, Altezza Reale, vediamo una lieta occasione per uno scambio aperto ed amichevole di idee, che, ne sono certo, non potrà essere che di beneficio per i nostri due popoli e Stati. Io ne sono tanto più convinto in quanto che ben fondati rapporti di fiducia tra Germania e Jugoslavia (essendo i due Stati diventati per questi avvenimenti storici, vicini con condizioni comuni stabilite per sempre) non soltanto garantiscono una pace duratura tra due Popoli e Stati, ma possono costituire inoltre, un elemento di pacificazione per il nostro conti- rintmovn„psinmbsaGpst1ptcctafPtdpslr|zia germano-jugoslav iperturbatori e gli sforzi per riat tirare la Jugoslavia nel loro camipo assunsero maggior sviluppo .quando, con la caduta di Stojadi iiovic, si rallentò !a ferma con 1 ecpslnlndfgnvptlaRmctdpgsolnrpggpcsamttdnente agitato. E questa pace e la|meta di tutti coloro che intendono cooperare ad un'opera effettiva-!mentp hnatnil-Hvn i I dotta della politica jugoslava interna ed estera. Le vecchie sfere militari serbe, propense all'occidente, poterono riacquistare una forte influenza nella politica tendente all' accerchiamento della Germania, praticato dagli alleati, dalla primavera del 1939 in poi. Sotto la direzione dell'Inghilterra si contò quindi fin da principio, -come risultava dagli atti dello | stato maggiore trovati in Francia, sulla Jugoslavia quale caposaldo cospicuo del fronte sud. Fin dal luglio 1939 venne dato ordine di preparare un corpo di spedizione nel Levante e, subito dopo lo scoppio della guerra, incominciarono i preparativi per trasportare al momento opportuno a Salonicco, tale corpo di*spedizione agli ordini del| generale Weygand, al fine di crea-|re colà un centro di cristallizza- zione per il fronte balcanico pro-lgettato installando a Belgrado uni ufficiale dello slitto maggiore dellgenerale Gnmelin. |« Nello stesso tempo il governo ijugoslavo, mentre si studia di con-1 servare all'estero l'apparenza di,neutralità, si mette in segreto a;disposizionc degli alleati per ap-|poggiarne. al possibile, lo sforzo militare. Tutti i traspolli di mate-| ; ziriale bellico destinati agli alleati suin Polonia, vengono fatti passare; citrasporti invece partenti dalla Ger-: _mania o destinati alla Germania oo che, comunque, potrebbero ser- vire ad interessi tedeschi, vengo- no trattenuti, ritardati e inviati • 9„..«_„ j_ _ ' fj j„,,_ „„_0„„„ coperfino in porti dove possono_es: vret»i^^«^Y,%oììl'=rfrtottn; Ctelegrammi dell addetto ■anelse. un attivo scam-Psere utilizzati dagli alleati. E si inizia oltre a ciò, come fanno co noscere i militare francese, un attivo scam- ; bio di notizie tra gli alleati e le ™sfere militari jugoslave, mentre ™anche le notizie sulla situazione in SGei-mania e inoltrate dalle sfere Spolitiche jugoslave, mostrano chia-.. ? T,?"1? °r « liEOTSdSSS"?. zrsi allontani sempre più fermamen te dalla neutralità. Il Patto tripartito coagd'Quando nella primavera del ed1940 i piani balcanici degli alleati ppassano in primo piano, aumen- mtano gli sforzi per assicurarsi la gcollaborazione della Jugoslavia,; che osserva ancora per il momen- nto la sua neutralità esteriore. Il 16 suaprile il ministro plenipotenziario ! mfrancese a Belgrado, d'accordo col : chPrincipe Reggente, ha un incon- letro col ministro della guerra Na- adic, nel quale si discute il modo di Sipoter riprendere i colloqui dello ustato maggiore. Tenuto conto del- rl'importanza speciale dell'arma ae- nrea, si prevede ora in prima lìnea cun esame dei campi di aviazione e, tper mantenere il segreto, si fissa, ccile gli ufficiali partecipanti vesta- tno in abito civile. Contemporanea- tmente, il ministro della guerra ju- rgoslavo è d'accordo che un uffi- aciale che godeva della speciale fi- lducia del Comando militare dove- tva venire inviato, quale ufficiale sdi collegamento, presso il Capo del ccorpo di spedizione in terra allea- mta, generale Weygand. Cosi che la edecisione della Jugoslavia era pre- Psa ed era stato compiuto il tra- tpasso del Regno nel campo degli calleati. Soltanto l'abbandono della timpresa di Salonicco ed il rapido ed improvviso crollo della Francia, sche seguì immediatamente, non tpermisero l'attuazione della deci-, itsione in parola. p« Ancora l'il giugno organi po- glitici e militari jugoslavi assicura- èno il ministro di Francia che se zle sorti della Francia fossero tor- vnate favorevoli, la Jugoslavia era gdecisa a schierarsi subito al suo pfianco. Questi fatti erano noti al legoverno del Reich, allorquando, gnell'autunno del 1940 passò ad in- svitare gli Stati del sud-est euro- peo ad aderire al Patto Tripartì- sto. Esso non si limitò a chiedere vl'adesione delle Potenze favorevoli laal nuovo ordinamento, Ungheria, dRomania, Slovacchia e Bulgaria, nma l'offrì anche alla Jugoslavia,, eche, fino allora, si teneva appar- stata. Poiché soltanto la riunione'cdi tutti gli Stati del sud-est euro- dpeo in un patto poteva offrire la bgaranzia per la realizzazione dei esuoi alti fini presenti e futuri, non aostante le pressioni esercitate dal- tla Gran Brettagna consistenti in vnote e passi diplomatici a caratte- mmpbtmcvre minaccioso e nell'influire sull'opinione pubblica senza indietreggiare davanti ad alcuna menzogna, il governo jugoslavo dell'epoca aveva lungamente esitato a compiere il passo decisivo. La decisione del governo jugo- slavo di firmare il protocollo di aadesione del 25 marzo a Vienna, dmalgrado le pressioni inglesi è stata sensibilmente facilitata dal fat- ilnto che la Germania era pronta a ptenere conto dei particolari desi- gderi derivanti dalla posizione geo grafica della Jugoslavia, assicu rando il rispetto, in qualsiasi mo mento della sovranità e della inte |grltà territoriale dello Stato e ri nunziando espressamente, a prio- "!,.: „i nassae-irio ed al trasporto di c i ' passaggio ea ai Lraspuriu ui zI truppe, come pure a qualsiasi aiu- tnsperanza di poter ottener vanta gi territoriali dall'atteso tracollo dello Stato greco. Dietro particolare desiderio del governo jugoslavo gli venne data assicurazione che, nel quadro del nuovo ordina¬ ztgvpz' — * i » a t £dmento delVEuropa, Ja ^Jugoslavia pnavrebbe ottenuto uno sbocco sul fl l'Egeo, comprendente la sovranità mjugos ava sulla citta e sul porto ndi Salonicco. bL'opera del Secret Service S« La speranza di giungere con tla conclusione del trattato ad un dchiarimento dell'atteggiamento ju- tgoslavo e conseguentemente ad muna pacificazione dei Balcani, non pdoveva realizzarsi. La politica del tgoverno jugoslavo che si era deci- laso a venire a Vienna, era, forse Dsotto l'influenza dei circoli milita- lli estremisti che guadagnavano lsempre più terreno, fino all'ultimo dtentennante e discorde. Pochi gior- e| ni prima, aveva — cedendo ai sug- t|gerimenti britannici — espulso in n Grecia e consegnato in mano in- slglese l'ex Presidente del Consiglio fi Stojadinovic esponente della poli- lltica d'intesa germanico jugoslava, n |La deleteria propaganda britanni- g ica aveva ora i suor pieni effetti, s1 « Poco prima della firma del t,protocollo di Vienna il governo r;britannico aveva fatto consegnare a|a Belgrado una nota nella quale d >=i diceva di aver preso conosren- v|za, con rammarico, della decisio- ne jugoslava di firmare l'accordo, Immediatamente dopo la firma il Segretario di Stato britannico per le Indie, Amery, dirigeva, in un discorso trasmesso alla radio in lingua serba, un eloquente appello di resistenza alla Jugoslavia, La firma del Patto tripartito doveva essere considerata come un tradimento, ma non era ancora troppo tardi per la Jugoslavia per ritrovare la giusta via. Anche la ufficiosa agenzia '< Reuter » accompagna la firma del Patto con un impellente monito circa le dubbie conseguenze derivanti dalla adesione al Patto tripartito. Simili giudizi di stampa britannica vennero divulgati dalla radio britannica in lingua serba. Contemporaneamente a queste divulgazioni si svolgeva l'attività del Servizio Segreto britannico a Belgrado. Fu cosi che, subito dopo il ritorno dei plenipotenziari da Vienna, un ragazzo immaturo, in forma contraria alla costituzione, venne portato al potere quale Re da un gruppo di militari guerrafondai. Nello stesso tempo i Reggenti furono costretti a dimetter-1 si dalla carica rj Reggente dovette abbandonare precipitosamente n Paege ed u Presidente del con-l Pdsf conto'dei ìoròBerrori' e"sf erano i perciò dimessi. sigilo ed il ministro degli esteri! vennero arrestati. In un proclama! « He dichiarò che i membri dell Consiglio di Reggenza si erano re¬ <* Con queste parole si pronunciava già la condanna della politica di collaborazione e di pacificazione tra' le Potenze dell'Asse e la Jugoslavia. Se i sentimenti del nuovo dominatore della Jugo- sIavia avessero bisogno di prova eSsa sarebbe apportata da una pUbbiiCazione dena Reuter:, Questa agenzia britannica citò una lettera del Re, pervenuta a Londra ad uno dei suoi amici più fidati, poco prima degli avvenimenti, nella quale era detto: - Attendo soltanto il giorno in cui la Jugoslavia si deciderà contro i na- zisti, affinchè possa finalmente assumere il comando del mio esercito, _ , .. , oODraVVOntO della CTtGCd militare T1 „ ,„ . ... <a" ^f™* "» ^SS&JSPì 9™"^!^"*rnn°" hT'?»?™ commentare il colpo di stato avvenuto a Belgradolcon la maggiore compiacenza. Come primo fu Churchill stesso che. poche ore do, _„„i„;_,„_t„ j„_u ..,.,,„„; P° ° syolg mento degli avvali- ; ™L"ti d> Belgrado proclamo da™ntt aduna riunione del partito SESSTS^»^. ?!• aS23»2E? SWi'SSK ffW™01 FSSfc . sarebbe „C0DDÌata una rivoluzton?«si dirigerebbe ri e per tutto il Paese. A Belgra- gerebbe contro l'adesione della Jugoslavia al Patto tripartito. Il nuovo governo jugoslavo riceverebbe? dall'Impero britannico ogni aiuto ed ogni possibile appoggio. L'im pero britannico ed i suoi alleati si metterebbero al fianco della Jugoslavia. « L'atteggiamento che il governo jugoslavo ed il popolo serbo assunsero dal 27 marzo verso la Germania e tutti i tedeschi dimostra che i commentatori stranieri, con le loro interpretazioni delle cose, avevano ragione e che i loro deSideri ed i loro moniti trovavano un suolo fecondo. La prima misu ra del governo fu la proclamazio ne della mobilitazione generale, il che è una manifestazione eviden te dello spirito aggressivo della ofcdpURlglc cricca militare serba che ora sii trova al governo. I rappresentan- ti del medesimo malaugurato spi- rito che nel 1914 diede la spinta ! allo scoppio della guerra monuia- le si trovano nuovamente al po-j tere a Belgrado. La nuova Jugo- j slavia si è assunta la parte provo-I catrice della vecchia Serbia. Co me il cambiamento in Jugoslavia era chiaramente diretto contro il Patto tripartito, anche la mobili tazione generale poteva venire compresa come una sfida alle Po tenze dell'Asse, II presidente dei ministri jugo slavo, generale Simovic. lo ha fat to capire chiaramente al ministro italiano a Belgrado. Fino a qual punto il generale Simovic si fosse già sentito nel campo avversario è reso evidente da una conversa zione telefonica qui risaputa, av venuta tra lui e l'ambasciatore ju goslavo a Washinghton che aveva per oggetto forniture di materia le bellico degli Stati Uniti alla Ju goslavia, in base alla legge di as sistenza inglese, <: Che la politica de! governo in sediatosi col colpo di stato trova va eco in certe classi della popo lazione è reso evidente dalla serie di aggressioni e di eccessi che han no fatto seguito al colpo di stato e che, fino ad oggi, si sono inten sificate. Durante il ritorno dalla cerimonia religiosa in occasione dell'avvento al trono del Re. l'Airi basciatore gei-manico si trovava esposto a manifestazioni ostili e ad invettive. In relazione con ai tri eccessi verificatisi nelle strade, venne ferito l'aiutante dell'addetto militare germanico. L'ufficio germanico delle comunicazioni venne preso d'assalto dalla folla, i mobili vennero devastati ed un ritratto del FUhrer e due bandiere germaniche strappate. Anche nelle campagne in diversi villaggi avvennero incidenti durante i quali allogeni tedeschi subirono gravi danni. In relazione coi casi citati il Ministro plenipotenziario germa nico fu costretto a protestare presso il ministro degli esteri ju goslavo. "•-"[ ritirarsi soitanto dietro cessl. e s?llan,t.0 dietio zoppicanti dichiarazioni di ramma- Scatenamento del terrore « Le autorità jugoslave dovettero ammettere tutte queste manifestazioni, maltrattamenti ed ec- vzioni antitedesche, ma anche contro i rurali di appartenenza etnica germanica del Banato e della Slovenia si diresse la rabbia della popolazione jugoslava. Già il 29 marzo giunsero a Temesvar i primi £d\J CL X vlllvPVul 1 Milli profuf?hi dal Banato che narrare no indicibili brutalità. Assassini e fl maitrattamenti si svolsero perfi- no sotto gU occhi dei so|dati ser. bj e ie proprietà germaniche ven- S?neitto v^«e»Via: to dai serbi il villaggio rurale te desco di Cerminaz. Sui contadini tedeschi che aiutavano lo spegni mento e volevano salvare le loro proprietà si spara proditoriamen te. La casa del capi regionale dei la lega culturale svevo tedesca nel Drau banato, venne attaccata dal la moltitudine. In numerose loca lità i tedeschi vennero minacciati di morte. Il grido di un secondo eccidio di Bromberg si è già leva to. I gruppi etnici tedeschi del Ba nato e della Slovenia cercano di sottrarsi a questo inferno con la fuga. In vista degli eccessi a cui le autorità jugoslave non vollero e non possono mettere termine, il governo germanico si è visto co- stretto ad invitare gli appartenen ti al Reich ad abbandonare il ter ritorio jugoslavo per- non esporsi ad ulteriori pericoli. Su chi rica de la responsabilità di questi gra vi sviluppi? E' evidente», • (Stefani).

Persone citate: Amery, Bromberg, Churchill, Ianni, Milli, Principe Paolo, Secret, Von Neurath