Le prime ore del colpo di stato di Alfio Russo

Le prime ore del colpo di stato x*iai*xo: giorno «fi follia st 33elffi*atlo Le prime ore del colpo di stato Come venne comunicata a Pietro II la notizia della sua imminente incoronazione, mentre la plebaglia serba, ubriaca di rakia di slivovitza, e satura di propaganda inglese, si abbandonava senza ritegno agli eccessi più disgustosi \ TI nostro AI rio Rus?o. che è giurilo da Belgrado u Trieste giorni or sono, insieme a un gruppo d'i eonnu/ioniili costretti ;i cercare rifugio in Patria dalla piega degli avvenimenti, raccoglie qui, in un'ampia cronaca, i l'atti svoltisi nella capitale jugoslava in seguito al rovesciamento del governo di Zvetkovic. La mattina del 27 di marzo, il Principe Reggente Paolo, il Presidente del consiglio Zvetkovic e il Ministro degli esteri Markovic, furono arrestati e, semivestiti, condotti nel palazzo dello Stato Maggiore. Il giovane Re Pietro, sveglialo da un ufficiale, chiese atterrilo, se volessero ucciderlo. « No, — gli rispose l'ufficiale — vogliamo farvi Re n. Portato nel palazzo dello Stato Maggiore, il generale Simovic gli fece indossare l'uniforme di generale di aviazione, gli disse che era stato nominato Re per volontà dell'esercito e del popolo, e poi gli mise una penna in mano per fargli firmare un manifesto. Il Re cos'i proclamato, tornò poi nella sua bianca villa di Dedinje circondata da soldati che urlavano «Morte al Principe Paolo! », « Evviva Re Pietro! ». Il generale Kosic, governatore del Re, era stato intanto arrestaio; il comandante e i colonnelli dei reggimenti della Guardia reale erana stati consegnati nelle caserme con la guardia di picchetti ar■mati; i maggiori e i capitani assumevano il comando dei reggimenti. Nella città correva la voce che il Principe Paolo e i suoi Ministri fossero stati assassinati. Lo scoppio della congiura dusfcfossdtzctcpuiuttihnangcnSzlbnrzs,sTutto questo pareva un colpo di,fstato, ma prima di tutto era una m™"?"'.r(!: R*. *■*!? fJJ!e.nZ■"!_' Ucdsostenuti dalla massa degli ufficiali inferiori e particolarmente dal ■Corpo degli aviutori e da qualche gruppo politico, studiaiwno da qualche tempo il modo di rovesciare la Reggenza e instaurare la dittatura. Si era viso, proprio il giorno della partenza di Zvetkovic per Vienna, qualche ufficiale serbo alla Legazione d'Inghilterra; si era visto qualche uomo politico, spe. ciulmente i due Ministri che erano messi fuori dal Governo di Zvetkovic, i signori Budisavljevic e Cinbulovic, l'uno massone e l'altro mezzo ebreo, radunare gli amici di partito; Grol, capo del partito democratico, concionava nei caffè e nelle taverne contro il Patto tripartito; gli ebrei di Belgrado minacciavano di boicottare il Governo; nell'ombra si ordivano dunque la congiura ed il tradimento. Certi dzlla fedeltà dell'esercito oconsapevoli di aver raggiunto lo scopo, che era la pace del Paese con la giustizia e con la dignità, il Governo e il Principe Paolo non vollero adottare misure repressive- contro gli avversari e lasciarono che essi parlassero, criticassero, arringassero le folle. Arrestati il Principe Paolo, il Presidente del consiglio e il Ministro degli esteri, e minuccia'i di morte se avessero opposto resistenza, ti generale Simovic ordinò l'uscita delle truppe dalle caserme. Erano le 6 del mattino. Giovani ufficiali arringarono soldati dicendo che il Principe Pao'o aveva venduto il Paese allo straniero, che l'esercito e il popolo avrebbero fatto la guerra, che Re Pietro sarebbe salito al trono con poteri dittatoriali. I soldati acclamarono; qualche ufficiale dissenziente fu ridotto all'impotenza. Capi-popolo corsero la città per svegliare la gente. I soldati scesero nel e strade, ma non i reggimenti della Guardia ■ rimasti fedeli al Principe Paolo ' Mentre le compagnie sfilavano, la gente usciva dalle case e centinaia di persone distribuivano bandierine jugoslave ed il ritratto di Re Pietro impartendo la parola d'ordine: « Viva Re Pietro! Abbasso la Germania! ». Dalla Legazione d'Inghilterra certo Pepic, un jugoslavo addetto all'ufficio stampa britannico, distribuiva bandiere e alcune centinaia di bottiglie di rakja e di slivovitza, insieme a distintivi e a bandierine inglesi; l'addetto militare britannico, in grande uniforme, faceva la sua sortita per le strade della città. Verso le 7 le dimostrazioni' erano dirette contro i punti prestabiliti: Legazione d'Italia, legazione di Germania, ufficio turistico e libreria italiana, ufficio turistico e libreria germanica. Le due Legazioni non avevano alcuna protezione. L'assalto agli italiani Eccitata, ubriacata, la folla incominciò a gridare ferocemente contro i tedeschi e gli italiani lanciando insulti, parolacce e pietre, urlando allo sterminio. All'ufficio dell'E.N.I.T., spezzate le vetrine, la folla invase la sala. Qualche soldato sventrò a co.pi di baio netta le librerie; libri stupendi, tutta una serie illustrata dei grandi pittori italiani, le enciclopedie, tutto fu sliappato, distriti to e gettato per le strade alla folla selvaggia, che infine divelse le selci della strada per frantumare le ultime cose; all'ufficio tedesco la stessa strage, con l'aggiunta dell'incendio, dello sfregio della bandiera e di rivoltellate contro il ritratto del Fiihrer. Io stesso assistetti allo scempio del nostro ufficio turistico; ascoltai l'urlo del'a folla inferocita. La città avvampava d'odio. Donne scamiciate e giovanotti ubriachi, insultavano, urluvano, fatti folli da una lunga predicazione che ora dava i suoi effetti sotto il sole, in mezzo alle strade e alle piazze. Finalmente le truppe presidiarono gli uffici turistici e protessero le Legazioni. Ma il fermento continuava. Il capitano Maser, addetto militare aggiunto alla Legazioni: di Germania, scoperto gep'\ dalla folla mentre andava al suo ufficio, fu attaccato dui dimostranti, malmenato, gravemente ferito; sottratto a stento da qualche ufficiale serbo alla folla inferocita, fu trasportato in un ospedale. Il ministro di Svezia, Malmar. scambiato per tedesco, fu calpestato dai soldati, co.pilo coi calci dei fucili e con pietre; ammanettato, fu portato svenuto in Polizia. La sua automobile venne fracassata. L'italiano Ferigo, un nrtigiano, fu minacciato di morte coi coltelli puntati sotto la gola. Avanti e indietro per le vie principali, la folla continuava a urlare; qualche gruppo portava in trionfo una bandiera greca, una inglese, una americana, mentre sotto la Legazione d'Inghilterra altra folla villeggiava agli inglesi ebbri di un trionfo che hanno preparato a colpi di milioni, e sotto la Legazione di Grecia altre dimostrazioni mentre il ministro Rosettis annunciava ai giornalisti americani ed inglesi che in Italia, proprio in quel giorno, era avvenuto un... colpo di Stato. Insomma, la folla, impazzita, si sfrenava senza ritegno. Appaiono i comunisti ilf« improvvisamente il tono delle dimostrazioni mutava; dai sobborghi salivano i cortei dei comunisti inquadrati militarmente; operai in gran parte, e studenti, avanzavano a compagnie affiancate; senza gridare, con una compostez a impressionante. Le strade rima ,sero in poter loro, tutte le altre ,folle scomparvero intimorite. In mediatamente il generale Simovic Uecc affi'"™ altra truppa, ma la città rimase tuttavia in possesso dei comunisti. Una reazione inattesa avveniva e e l l i e . e , l I o I a a , o ! a , i e o e a e e a i e , o , e , i e e o a a o ; . i , i e , a o intanto in tutta la borghesia bel gradese che, indignata, gridava contro i portatori dei distintivi bri tannici. Una giornatu che doveva essere illuminata dal patriottismo più puro e più acceso, stava diven tando invece una giornata di prò pagando britannica protetta dulie baionette dell'esercito e stava an che diventando una giornata di propaganda comunista. Nel pomeriggio il Goveriio inco minciò a preoccuparsi. Proibì le dimostrazioni, fece arrestare molte centinaia di comunisti, vietò la vendita delle bevande alcooliche, cercò, insomma, di frenare la piaza che i suoi agenti avevano in cautamente scatenate. La Chiesa ortodossa veniva però a rinforzareil colpo di Stato. Sciovinista e fleru nemica de Cattolicesimo, la patriarchio approvava, per bocca del patriarca Zavrilo — uno strano tipo di prete che ha la faccia di un santo e i sentimenti di un brigante — la rivolta contro i poteri costituzionali, eccitava i fedeli a battersi, lanciava la crociata contro il nemico. Quale? Il generale Simovic, coadiuvato dai suoi ufficiali provvedeva intanto a riempire la lista dei Ministri. Mentre faceva arrestare tutti i croati, meno Macek che era a Za'\gabria, rinchiudendoli nel patuzzo dello Slato maggio, e che già ospitava il Principe Paolo, Zvetkovic e Markovic e cinque generali ostili al colpo di Stato, li metteva egualmente in lista alla quale poi aggiungeva ì capi di tutti i partiti di opposizione Jovanovic, un vecchio piofessore; Gioii, un ambizioso; Trifiinovic, radicalista serbo e, naturalmente, Budisavljevic e Ciubriolovic, i due ministri di Zvetkovic cantimi al Patto Tripartito; tirava fuori l'inutile Jeftic, quello della dittatura di Re Alessandro, nominava Gavritovic, mezzo bolscevico e mezzo francese; insomma, metteva insieme un campionario di democratici, di massoni, di ebrei bolscevizzanti e volendo poi dare lo zuccherino alla borghe sia pacifista, metteva nel Ministero il signor Nincic, un vecchio amico dell'Italia, che però dichiarava subito che era li soltanto per dovere di cittadino sapendo che non aveva nessuna autorità. Le riserve dei nuovi Ministri Tulio questo accadeva prima del mezzogiorno. Un amico serbo venne a cercarmi per dirmi che scrivessi al giornale come i benpensanti fossero e rimanessero amici della pace; ripudiavano i vandalismi, erano irritati contro gli inglesi che avevano ordito il complotto, che avevano ubriacato migliaia di persone alle quali avevano distribuito centinaia di botti di rakja e di slivovitza. Assai confuse durante la mattina, le notizie incominciavano ad essere più chiare nel pomeriggio. I nuovi Ministri furono portati in automobile allo Stato maggiore quasi come prigionieri; ma tutti meno un paio, dichiararono immediatamente che il colpo di Stato non avrebbe dovuto portare alla rottura della malcementata unità del Paese. Condizione prima era dunque che i croati, gli sloveni, i musulmani, gli albanesi, i macedo ni, insomma tutto il mosaico ju goslavo, restasse compatto, che non un pezzo solo si smovesse e saltasse via. Ma come indurre i croati a far parte del nuovo Go verno ? E i musulmani? Questi ultimi avevano dichiarato che se la Serbia avesse marciato contro la Germania essi avrebbero preso tutti i tappeti delle moschee perchè vi camminasse sopra il Fi'threr; i montenegrini richiamati alle armi già disertavano; i macedoni, invece, venivano in mas sa nelle caserme per richiedere le armi; gli albanesi davano segni di inquietudine. E tutto il popolo croato poi manifestava la disapprovazione del colpo di Stato re stando tranquillo e riaffermando il suo desiderio di pace con l'Italia e la Germania. Le notizie, dunque, arrivavano più chiare. La congiura era stata organizzata dagli ufficiali dell'aviazione capeggiati da un maggiore, Knegevic, fra i quali, moltissimi, in casa propria parlano inglese; costoro avevano scelto i compagni dell'esercito, tenenti, capitani, maggiori, avevano corrotto sottufficiali promettendo promozioni, avevano poi stampato per mezzo delle centrali della propaganda inglese, migliaia di manifesti che, in mattinata, lanciarono dagli aeroplani, lo stesso intesi, giorni prima, un gruppo di questi ufficiali dichiarare che al momento della firma del Patto Tripartito qualche cosa di grave sarebbe 'accaduto e che comunque gli ufficiali aviatori serbi sarebbero passati in Grecia. Cinque, infatti, vi passarono il 2i> marzo. Una decina di generali, gli «Dei» maggiori, erano gli istigatori della congiura, particolarmente due. il comandante della Divisione di Cettigne, generale Barjevic, ed il comandante della Divisione di Skoplie; c'era poi'un altro paio di generali che Zvetkovic aveva messo a riposo qualche giorno prima. L'ambiente borghese non era stato messo a parte della congiura, ma sarebbe stato chiamato a cose fatte. Così avvenne. Il tradimento dei generali Tutto il resto del popolo serbo, senza parlare naturalmente dei croati, degli sloveni e di tutte le minoranze, era all'oscuro e naturalmente contrarlo ad ogni mutamento di regime. Il colpo venne fatto dai militari sui quali, e forse nella grandissima maggioranza, il nuovo governo trova il suo sostegno. E' naturale che la piattaforma popolare è stata facilmente trovata. Come sapete, d- cdPtcpaqvt.lct0ncb1gsptgsoscAnZqpitcpblsgrvitièhq. i vlungo tempo gli agenti britannici'hanno lavorato moltissimo perj n" 1 Crevdturbare il popolo jugoslavo hanno risparmiato la diffamazione, la menzogna, la calunnia, non hanno risparmiato il denaro; così hanno creato stati d'animo artificiati che il passato regime Ita avuto il torto di tollerare. Quante volte noi stessi abbiamo segnalato queste manovre britanniche? E non più tardi di qualche giorno fa, poco prima della firma de' Patto Tripartito, segna aveva di .min tu Reggenza, li Governo di Zvetkovic era dunque debole e assai tollerante, ma nvrebbe poi potuto sospettare il tradimento dei generali? Sostenuto dall'ufficialità e dai riservisti richiamati recentememe ed essi stessi avvelenati dalla *»»»»«» appunto un compiono che fcborisdst,apropaganda britannica, aPpoggia-\djto da tutte le correnti auliche e\ nuove deìa anglofilia e della francofilia, il generale Simonie procedeva intanto a nominare i capi dei vari servizi. Ha scelto quasi sempre ufficiali dell'aviazione. Ma, caso curioso, metteva anche in qualche posto, noti affiliati dell'Inghilterra. Due nomine suscitavano particolarmente le preoccupazioni dei belgradesi, quelli dei fratelli Sokic, proprietari dei giornale Pravda, l'uno come capo di Gabinetto del presidente, stesso e l'altro come direttore dell'agenzia ufficiosa Avala. Di questi fratelli Sokic è piena la cronaca scandalistica di Belgrado. L'uno di essi, precisamente il nuovo capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio, fu. colto due anni or sono con le mani nel sacco della farina cekoslovacca e francese. Gli fu sequestrato cioè un assegno di una banca cekoslovacca di 650 mila dinari mandatogli da gentili amici praghesi. Egli poi ha offerto le colonne del Suo giornale ai francesi, ai romeni e ai ceki, a tutti quelli insommo che pagassero ed ha vissuto e vive splendidamente con tutta tu banda fraterna. I serbi dicono ironicamente che i fratelli Sokic. parliti in guerra in sei, tornarono in sette, arricchendo così la già numerosa famiglia. D'altro canto tutti gli amici dell'Italia c della Germania, giornalisti, scrittori, uomini politici, venivano arrestati. Pare che i sotterranei del palazzo della polizia siano pieni di oltie un migliaio di persone tenute in ostaggio. Fra costoro sono il direttore del Vreme, Danilo Gregcrivic, il redattole cd8sd capo Kostic, l'amministrai óre Todorovic, il redattore dc/i'Avala Peiic. Delatori e spie dell'Inghilterra hanno vomitato il loto ran- cole contro innocenti persone, col-]pevclì di intrattenere relazioni di,amicizia con italiani e tedeschi. L'astensione dei croati La giornata del 27 marzo è dunque passala in un carnevale di evviva e di abbasso, di grida di morte contro italiani c tedeschi, di e.lallazione degli inglesi e dei greci. La folla, dopo tutto, ha dimenticato che era serba e non inglese 0 gicca. Ma gli avvenimenti hanno avvertito la gente seiia, specialmente la borghesia, che la plebe non si scatena impunemente. 1 cortei comunisti hanno aperto gli occhi al generale Simovic c specialmente ai ministri civili. Ma in vciità la prima preoccupazione del nuovo Governo è stata quella che gli ha italo l'atteggiamento dei croati. L'unità jugoslava appariva pregiudicata una ora dopo il colpo di stato. I ministri croati, infatti, non hanno accettato di far parte del governo. Andies, Sciittcj, Torbar sono tenuti come prigionieri. Macek da Zagabria ha mandato Subascic quale ambasciatore. A quel che pare, il capo dei croati vuole che il nuovo Govcmo normalizzi anzitutto la situazione nominando un consiglio della Corona, dove i tre popoli, serbo, croato, sloveno abbiano la propria parte uguale; vuole che il governo riaffermi il rispetto integrale e senza riserve degli impegni di pace e di collaborazione assunti dalla Jugoslavia verso l'Italia e la Germania; vuole insomma che sia rinnegata la natura stessa del colpo di stato. Ma Simovic potrà mutare cosi improvvisamente le cose, egli che è prigioniero dei congiuiati che lo hanno messo al potere? Se tutto questo non avvenisse, se non av venissero cioè la normalizzazione ^ ,,i,„n3Ì0„e interna e a rico. noscj„ie)lto dei plltti firmatii la Croazia probabilmente pioclame-rebbe il suo distacco da Belgrado e la sua indipendenza. Per la Slovenia le cose non sono poi tanto diverse. Il partilo cattolico del de¬ fitnto mons. Koroseez non vorrà certo assumere l'obbligo di combattere una guerra che la chiesa ortodossa ha già fatto sua dichiarandola necessaria e santa: forse il pai tifo di Kramer, nazionalista stegno al governo centralista di Belgrado, ma con quante probabilità di successo? Nel Montenegro la situazione non è molto favorevole ai generali di Belgi odo. Migliaia di richiamali sono disertori, la popolazione nutre sentimenti che sono assai noti ai governanti belgradesi, la MacedonJa 6 ten„ta fenm soJtan. jugoslavo, potrà dare qualche sp-\\ to dalle baionette dei soldati serbi e dalle manette dei gendarmi. La situazione oppure così assai poco favorevole agli sciovinisti serbiassai meno di quanto potrebbe parere. Cinque milioni di croati diventeranno avversari decisi e implacabili di Belgrado, quando Belgrado perdesse la testa; S00 mila macedoni sono nemici dichiarati dei serbi; un milione e mezzo di sloveni sono tiitt'al più tiepidi amici; 800 mila albanesi non saranno certamente soldati del gerì. Simovic. senza parlai e delle minoranze tedesche, mezzo milione, e magiare, 700 mila. Badate che queste osservazioni non sono fatte da me, bensì da uomini politici serbi, che hanno tuttora il senso della responsabilità e della critica, e sono stati fatti la sera stessa del colpo di staio, prima ancora che le i eazioni de} mosaico jugoslavo fossero state conosciute. Triste alba di regno Queste reazioni voi già le cono- scete, almeno in parte. Il dottoreMacek ha dichiarato che uè lui, néi suoi amici, faranno parte del Mi-ve cioè sconfessare tutti coloroche gridano contro la Germania el'Italia, deve impedire qualsiasimanifestazione ostile ai tedeschi enuli italiani deve smobilitare taf aglt italiani, deve smonilitaie tilt- ta l'annata, accettare i patti /ir- moti senza alcuna riserva. I mus- salmoni di Scrajevo sono netta-\mente contrari alla, dittatura mi-[niale. Essi hanno sofferto liniga-ìmente il carcere, dinante l'altra\tini ut ura di Re Alessandro. \E questo giocane Re che avreb- be dovuto i ssere acclamalo da fitilo un popola se non altro per la simpatia che un giovane ispira ha avuto le maledizioni dulia matiaiorlparte degli uomini del suo retino il giorno slesso che egli salica sul trona perché è stato messo li ap- punlti per coprire una congiura etl nn tradimento. Alla cerimonia del suo giuramento hanno assistito so-lamente i Ministri serbi, t croutieremo in prigione, il mussulmanoKulovez si è astenuto, come lo sia-venti Kulant ric. Egli ù per ora soltanto il Re di Serbia, non il Re della grande Jugoslavia. Sei milioni di serbi, ammettendo lincile che siano animimi e. limi]paltu potranno tenere a freno no,ve milioni di croati, di sloveni, di mussulmani, di albanesi, di maredoni, di tedeschi, di magiari? Continuiamo il racconto. La se- ra del 27 passò calma; soltanto verso la notte una nuora mani- (estazione anti-germanica e unti- italiana imperversò per le vie. Maall'indomani i disordini placati aBelgrado ripresero in provincia. A. Belgrado verso mezzogiorno rministri d'Italia e di Germania che tornavano dada cerimonia del muramento del Re furono insulta-ti e fischiati: i ministri d!nghil-ferra e di Grecia applauditi eia- m<irosamente anche dalle truppeschierate in servizio d'ordine pub- bli'-o. La costernazione ha invaso glrambienti belgradesi più seri, alla noli:ia della dichiarazione di Ma-ce/c. Ln grande Jugoslavia corri in ciava a sfasciarsi prim'ancora che un fatto decisivo come una guerra fosse intervenuto. Le fatiche ventennali per concludere l'accordo serbo-croato dovevano essere gio-cute in un solo giorno, anzi, in una sola notte, come ad un tavolo da gioco? E l'autorità del paese doveva essere scardinata per intemperanza di un gruppo di generali ? Anche gli stessi ministri del governo di Simovic cominciarono a fare dichiarazioni pacifiste e ragionevoli; il colpo di Stato avreb- \be dovuto essere immediatamente' [incanalato in una via normale;]ìl'utto incostituzionale dell'eleva- \zione del minorenne Re Pietro do- \veva essere consideralo nullo, la\ mobilitazione che intanto avanza- l va a grandissimi passi sospesa. Ma1 come chiedere Int.lodò al genera-] le? Nincic — Ministro degli esté- lri — dichiarava pubblicamente di\ non avere autorità per discutere' col general» Simovic, ne': con glil altri generali. Jovanovic, Vice-] presidente del consiglio, diceva al trettanto, senza contare gli altri ' Ministri minori che non hanno an.toritti nemmeno negli stassi par-;titi dei quali sono capi, e \ , ,, , Le truppe alle trontiere Infatti, nessuno di costoro ha osato fare una pressione sul gene-*rate Simovic; se hanno detto qua!-,cosa a Ministri e ad informatori stranieri l'hanno detto dì propria inizialiva, hanno espresso pareri personali clic non hanno avuto eco fra i generali, i quali hanno già schieralo l'esercito alle frontiere come se la guerra fosse imminan- te. Due armate sono state scine- rate sul fronte bulgaro: quattro 'divisioni sul fronte albanese; altre \aul fronte ungherese e romeno. Piu |di i«n milione di serbi sono sotto le iarmi ; pochissimi croati, pochi slo- [veni, macedoni e mussulmani ai ora si « q,,ali ora si vogliono togliere te 'armi. \ Passata l'ubriacatura delle pri- me giornate Belgrado è stata inva-'sa dal pànico. Migliaia di serbi hanno fallo i bagagli e sono par ititi, senza contare le migliaia di ìcroati che hanno abbandonato la citta per rientrare in patria, al ,pan dei montenegrini e macedoni. \ I treni sono stati presi d'assalto. Invano la radio ha fatto appello alla calma. Almeno SO mila abitanti di Belgrado hanno preso la fuga in meno di due giorni. Documenti che provino la buona volontà del nuovo Governo jugoslavo non vi sono ancora e è per questo che la popolazione diserta la città. Le dichiarazioni che il generale Simovic ha fatte ai Ministri d'Italia e Germania e che sono state conosciute in città non hanno rassicurato per niente i belgradesi. Èssi scappano, non perchè i/II contegno della Germania e deil'Italia sia minaccioso, ma per che non hanno fiducia nella tor za del Governo, diciamo nella forza di tenere la testa a posto e di enita re complicazioni gravi. Han no poi paura che il Governo sca leni nuovamente In piazza per calcolo politico, cioè per dare la impressione d'Ila suo popolarità, La cosa più sicura e che l'ebrailsmo belgradese è il più fiero so] stenitore del Governo ed è ulleato della chièsa ortodossa. Sicché i capisaldi di Simovic sono Ire: esercito, chiesa e sinagoga, I preti ortodossi predicano l'odio e incitano alla guerra. Nella giornata di sabato, | marzo, l'ansiti del popolo bel gru-! dese ha raggiunto una tensione * spaventosa e l'esodo è coni innato , più intenso. Le case si sono i;«o-1 tale, le campagne rigurgitano di folla in cerca, di alloggio. I con-. ladini hanno trasportato il be- Paese è paralizzala, vita della Serbia, Croazia Slovenia \ Sanato Montenegro' \ sono colmi: nessuna \ zjone in onore del giovane Re e | avvenuta in quelle regioni. Sol slittine nelle montagne. I prezzi rincarano. I commerci sono Iran- cuti. Le ferrovie camminano Ieri- te e disordinale. Tutta la vita del diriamo la aiciamo "' vVoivndina. Macedonia "■anifesta- I avvenuta in quelle regioni. Sol-\ tanta i serbi, scarsissima mino- \ranza, hanno scorrazzato un po'\per ie vje, fra il silenzio della \ massa. La notte di sabato sono avvenuti altri arresti a centinaia, I tutti gli amici dell'Italia e deità « • > Germania mentre venivano scar- cerati noti agitatori anglofili che erano stati arrestali un paio di settimane or sono, perchè accii-tati di complotto contro lo Stato,al servizio dello straniero. . . La stessa giornata di sabato un giornalista tedesco, Berg, élscomparso e finora non si sa doweisia. I suoi camparmi temono sia!sfato ucciso. Non è vero che Zite- Ikovic sia stato rilasciato Al l7coi,ic sia. stato rilasciato. Al Principe Paolo e stata salvata la vita perchè il generale Simovic si,c fatto garante per lui. Il Princi-\ pe, come si sa, è stato spedito in Grecia sotto scorta di nomini arI moti. Alfio Russo