Teatri-Cine-Concerti

Teatri-Cine-Concerti Teatri-Cine-Concerti All'Osteria del cavallino risorto di Cenzato, all' « Alfieri » S Un giovanotto, orfano, di ritorno al paese dall'America, ove è cresciuto, vorrebbe venire a capo di una faccenda che lo angoscia. Per certe date che non combinano — sua nascita e morte del padre — gli è venuto il dubbio, anzi la inquietante certezza di non essere figlio di quel genitore che io stato civile gli attribuisce. Anziché tenersi segreto questo affanno, egli lo fa noto, che suo scopo è di ritrovare, possibilmente, l padre vero. E non senza ingenuità si fa passare per milionario; così, pensa, chi mi diede la vita sarà incoraggiato, allettato a farsi avanti. Ma anche imbroglioni e profittatori saranno incoraggiati. E tra gli altri un bel tipo, un capo ameno, l'oste del Cavallino, che nfatuato di poesia, e poco curante, ahimè, di cucina e cantina, e soprattutto dei conti di cassa, si è ridotto all'orlo del fallimento. Spaccone, spensierato, tutto fumo di parolone, di versi altrui e propri, Marco Gramola non è poi cosi nnocente poeta, da non lasciarsi attrarre a fare un colpo birbone. Riconoscere Pieretto come figlio vuol dire rimettersi in sesto, riavviare la fortuna; e Gramola con molto melodrammatica eloquenza dichiara prima alla moglie, poi a Pieretto, che si, è proprio cosi, a confortare — anche troppo — la povera madre del giovane, in certe ore di tristezza e abbandono, era stato proprio lui. Ma la stessa dea, ecco, è venuta ad altri; per piccolo sia un sito, si trova sempre più di un furbacchione, e Momolo Busia si fa avanti, egli pure, con quella stessa pretesa, d'essere il padre di Pieretto. Non basta; anche il signor Venanzio, il vecchio e caro signor Venanzio, salta su a ripetere il ritornello: il padre di Pieretto sono io. Intanto in tutto questo chiacchierìo, nel pettegolezzo, nello scandalo che ben presto dilagherà, quella che sta peggio è la memoria della defunta, della mamma del giovane. Al quale verrebbe fatto di domandare come mai si sia lasciato andare a così arrischiata impresa, per gettare un'ombra triste sulla sacra persona di chi lo mise al mondo. Ma la commedia è comica, le situazioni tirano al burlesco, sui toni sentimentali e sui casi di coscienza si sorvola amabilmente, con quella gaiezza alquanto irrazionale cn'è prepria di questo genere di commedie; e poi la conclusione finisce con lo schiarire tutto, e col riportare in una luce benisrna, indulgente e affettuosa i morti e i vivi. Non appena Pieretto rivela di essere povero, precipitosamente l'oste-poeta e Momolo Busia si ritirano dalla singolare gara; e solo rimane, padrone del campo, il vecchio Venanzio. Che sì porta in casa il giovanotto, lo vuol colmare, appunto perchè novero e bisognoso di aiuto, d'o<rni bene, e assicurargli la tranquillità e l'avvenire. Dunque questo, direte, è proprio il padre. Macché. Al terzo atto Pieretto se ne arriva sdearnatissimo; ha scoperto che quella discordanza di date era dovuta a un semplice errore, e, rivelandosi ormai falso e calunnioso ogni sospetto sulla madre sua. as- serisce che il vecchio Venanzio si I è comportato proprio malamente, >™^/_—nlS lchè Venanzio non merita quelle ,sfuriate. Venanzio ha avuto nella ";' - un solo, un purissimo amore: la madre di Pieretto. Non aven sigprogrd'icud'ie tersunachserallcosobacsoti scsanel'Ialccad'Igiuceticirlmamacocointeppoinvpreleto o diadismcucofutuchwgenuchogdimnstgEdqmgAdmaeluma e o - o , a a dola potuta sposare, le è rimasto sempre fedele, romanticamente, delicatamente fedele. Ed ora. da quel gran sentimentale ch'egli è, non gli era parso vero di prenderai come fillio suo, come caro figlio, il figlio della donna amata. Pieretto è commosso; Pieretto si getta nelle braccia di Venanzio. E Venanzio, a far più compinta la festa, rimette ordine alla dissestata situazione dell'oste Gramola, ne dà la figlia in moglie a Pieretto, e riapre l'osteria, che nel frattempo, tra cosi fitto piovere di debiti, di sequestri e di ,<ruai. s'era chiusa, con l'insegna del Cavallino risorto. Amena commedia, con quel tipo spassoso del Gramola, con gli altri tipetti chiacchieroni e cordiali, e auel divertimento dei piccoli intrieni, dei lieti equivoci, e del'a conciliazione e felicità finale. Rappresentata dalla Compagnia del Teatro Veneziano con brio e colore è piaciuta assai. Carlo Micheluzzi, attore sicuro, dai larghi effetti, dalla comicità aperta, deisa, è stato un Gramola lepidissimo; bravo, colorito nel comico e nel patetico, Leo Mtcheluzzi, e bravi il Rossetto, la Seglln, Amalia Micheluzzi, e i loro compagni. Ad ogni atto calorosi gli applausi, e rinnovati più volte. f. b. * Questa sera la commedia di Cenzato si replica in recita d'onore di Carlo Micheluzzi e di commiato della Compagnia del Teatro Veneziano. Domani sera l'Alfieri resterà chiuso per la prova generale della Settimana del dilettante che, come abbiamo annunciato, avrà inizio sabato. Parteciperanno allo spettacolo, olire agli elementi già indicati, un gruppo di dilettanti lirici e alcune indossatrici. L'orchestra sarà diretta dal maestro Alessandro Cardona. La prenotazione dei po s'.i è aperta presso il Salone a pianterreno de La Stampa, in v«a Roma. dnptmddrraStpgsmdtmRsiicSo(

Luoghi citati: America, Roma