La crisi provocata dalla Jugoslavia e l'atteggiamento dei Paesi balcanici

La crisi provocata dalla Jugoslavia e l'atteggiamento dei Paesi balcanici La crisi provocata dalla Jugoslavia e l'atteggiamento dei Paesi balcanici Mentre da parte ufficiale jugoslava manca qualsiasi dichiarazione, crescono e si accentuano sempre più le chiassate anti-Asse A Berlino si attende con calma vigilante lo sviluppo della situazione Le responsabilità di Belgrado Berlino, 1 aprile. Sulla situazione in Jugoslavia l'atteggiamento della stampa tedesca autorizza anche oggi l'impressione che l'attenzione con cui stira con cui si è accresciuto il senso di serietà e di evidente aggravamento con cui la situazione è considerata. Il notiziario dei grandi giornali cresce di proporzioni e accentua sempre più e circoscrive il proprio campo visivo sulla crescente tendenza anti-tedesca come anti-italiana e in genere anti-Asse delle manifestazioni e degli eccessi che caratterizzano la crisi del paese improvvisamente caduto in subbuglio. Da parte ufficiale manca ancora tuttavia qualsiasi dichiarazione; e nei circoli autorizzati ancora ci si limita soltanto a far rilevare il grande interesse che si annette allo sviluppo degli eventi e la fredda calma con cui essi vengono seguiti e osservati. Appare chiaro zialcebifaBeri toDdimvengono seguiti gli avvenimenti si iresia ulteriormente accresciuta nel-1 dele ultime 24 ore nella stessa mi-'Palealsi qucogrsimRsipozistanziCnrembcche per quanto questa fredda cai- rma costituisca obiettivamente una!co>rova della ferma e costante atti-j dUdine della politica nazionalso- |mgBgclfsnscialista di non lasciarsi trascinare e provocare da agitazioni di gruppi irresponsabili e incontrollabili di qualsiasi parte essi siano, essa è d'altra parte anche un segno della vigilante decisione della direzione del Reich di non lasciare in nessun caso e in un momento specialmente in cui la Germania è impegnata in una lotta per la vita e per la morte, compromettere il proprio prestigio. D'altra parte si osserva a Berlino come non vi sia dubbio su un fatto, e cioè che un chiarimento della situazione non può intervenire da parte tedesca, ma esso deve venire soltanto da Belgrado; e su questo punto l'impressione pubblica tedesca è indubbiamente che] il Governo iugoslavo non abbia,aLpreso finora le misure che sareb bero state e sarebbero necessarie per controbattere la piega antitedesca presa dagli avvenimenti, piega che ha condotto al ritiro dei sfltscittadini del Reich da Belgrado co-, cme da tutto il resto del paese, a | ecaiiì Governo del Reich ri è visto | CDocndLSSSU^&ra^l^^v^i^SlPtecostretto. E' infatti questo delle crescenti manifestazioni anti-tedesche e del trattamento cui sono sottoposti non soltanto i cittadini del Reich ma le popolazioni di minoranza tedesche viventi in territorio Jugoslavo — il numero dei cifra di 600 mila — uno degli elementi principali e dal punto di vista del sentimento pubblico senza dubbio il principale, che contri¬ buisce al giudizio tedesco di evidente aggravamento della si tuazione quale si può rilevare da tutti i rapporti di stampa. Chiarimenti mancati E chi pensi, alla luce anche delle esperienze della vigilia di tutta la presente crisi europea, quale fondamentale e intransigente importanza la politica nazionalsocialista soglia annettere a queste questioni le quali formano uno dei ngcgddcndG".nlogmotivi e dei cardini essenziali del-;la sua stessa natura cosi ideale come sentimentale è in grado di giudicare del peso che un simile elemento potrebbe avere negli sviluppi c nelle ripercussioni della crisi presente. Episodi come quelli che le cronache oggi riferiscono per esempio di villaggi tedeschi incendiati, di membri della minoranza germanica maltrattati — a uno fra gli altri sarebbe stato impresso sili viso a fuoco il segno della croce uncinata —, di capi delle minoranze stesse arrestati e quando non arrestati chiamati sotto le armi al fine premeditato di lasciare le minoranze prive di ogni direzione, appaiono sintomatici. D'altro canto davanti a questi fatti non si'rileva dalle cronache dei giornali il segno di un qualsiasi atto o di una qualsiasi misura del Governo jugoslavo per distanziarsi da un indirizzo il quale di per sè è atto a coinvolgere le necessarie responsabilità dirigenti e capaci perciò di impegnare la questione dei reciproci rapporti. Dell'aggravamento odierno della situazione è del resto un segno evidente il fatto della partenza del Ministro tedesco in Jugoslavia, von Heeren, che ha lasciato Belgrado per fare ritorno a Berlino dopo che già ieri un analogo provvedimento era stato preso per quanto riguarda l'inviato . jugoslavo a Berlino. Rimangono naturalmente i due rispettivi in¬ naturalmente i cai" mtd'affari. Non è naturalmente questodelie ripercussioni sull' elemento tedesco vivente in Jugoslavia l'aspetto della crisi capace di reazioni e di risentimenti importanti nell'opinione tedesca; vi è naturalmente l'altro principale ed es-senziale anche esso, quello delle •■relazioni di politica estera fra i due Paesi. Per questo riguardo non risulta dai rapporti di stampa tedeschi che dichiarazioni esplicite di prese di posizione impegnative siano state finora pronunziate dal nuovo governo jugoslavo, tali non potendo essere considerate — come a Berlino si è subito fin dai primo momento rilevato — le dichiarazioni personali di singoli uomini politici; ed è evidente il peso che non può a meno di esercitare sullo stato dei rapporti reciproci la discordanza fra l'esistenza di un atto internazionale, sulla cui legittimità r.on si può elevare dubbio, e la nuova situa- zione pubblica; sulla quale per altro non mancano di gettare luce anche i provvedimenti di mobilitazione in corso oltre ad altri gcpvfatti, come l'odierna presenza a I fBelgrado del ministro degli este-1 nassptri britannico Eden, accompagna to dal capo di stato maggiore DUI, che costituisce il particolare di maggior rilievo dell'ultimo momento di questi quadri di stampa., _ Un altro importante particola-1 sre di essi è per altro anche quello lu dell'atteggiamento degli altri | mPaesi sud-orientali amici ed al-! leati della Germania di fronte I callo sviluppo degli avvenimenti : tsi constata in proposito come gquesti Paesi neghino qualsiasi gcomprensione alla politica di Bel-1 Ggrado; ed è intuitivo come essi siano in questo momento in intimo contatto col Governo del Reich per l'esame accurato della situazione complessiva da tale politica creata. Secondo le notizie poi anche oggi risultanti alla stampa tedesca continuerebbero ancora a sussistere differenziazioni sensibili fra la situazione in Croazia e lo sviluppo degli avvenimenti nel resto del territorio de! regno. La popolazione croata come la sua direzione politica sembrano mantenere di fronte alla crisi una grande calma e misti- ; d ra, che basta a differenziarne la s!condotta, ed eccessi ed incidenti sj di sorta non sono finora da la- j |mentarsi nel suo territorio. Se-i aguite ve..'ono specialmente a Berlino tutte le varie notizie ri- guardanti la conciona del capo|croato Macek, mentre ancora nulla di autorizzato e di degno di fede risulta e si apprende sull'esito degli sforzi del nuovo governo di Belgrado per averlo nella sua compagine. vllbiblfMdeacnGiuseppe Piazza