4.000 tedeschi lasciano la Serbia

4.000 tedeschi lasciano la Serbia Gli avvenimenti in Jugoslavia 4.000 tedeschi lasciano la Serbia Il Reich ordina la sospensione del traffico sul Danubio lungo il tratto iugoslavo - Negozi di tedeschi devastati Molto riserbo in Ungheria |ctae qualche preoccupazione I—* * I dBudapest, 29 marzo. pLa situazione interna della Ju- dgoslavia incomincia a destare le dpreoccupazioni del gabinetto di;. cosidetta «unità nazionale? mes- j 1 so insieme dai militari, si osservai qui. E si aggiunge: con là situa- zione interna ingarbugliata, an- pro a o i i o a e e l P'" J&^JL** e£*, aP" dpare la situazione estera. Ieri se- cSn^H-n^^^rfa^ISff0^ gì- l-<^b2El£»iS „nH=t„ «n! s2,, le cose sarebbero andate alla gdlaIrtfiaatZrstpmscngtvdddgnscodmeno peggio e cioè che alla fine tutto si sarebbe ridotto ad una manifestazione di stretta neutralità da parte dei nuovi governanti belgradesi e ciò ad onta delle chiare — e fin troppo — manifestazioni dei sokolisti- e di altri elementi delle vecchie correnti serbe. Le notizie odierne invece, aumentano le preoccupazioni dell'Ungheria che con la Jugoslavia confina e che con talune delle sopraccennate correnti non può certo sperare di veder interpretato alla lettera quel recente Patto di amicizia che il defunto Csacky e Zinzar Markovic hanno firmato a Belgrado. Il ritorno alla vecchia maniera può far ritornare a galla tutto il frusto bizantinismo pan-serbo che provocò ravi malintesi i quali si sono trascinati per lunghi anni. Tutto ciò per quel che riguarda Budapest. Per il resto, con la stessa prudenza di ieri e di ieri l'altro si registrano gli avvenimenti o meglio gli episodi di cronaca che valgono a caratterizzare la situazione. La stampa serale reca sotto ampi titoli la notizia che cittadini tedeschi e italiani residenti in Jugoslavia si tengono pronti a partire. Si aggiunge — "è un di- | tspaccio questo del Poster Lloyd che alcuni tedeschi hanno dovuto rifugiarsi nella sede della loro rappresentanza diplomatica. Comunque, la stampa mantiene una linea di prudenza e talvolta di ottimismo. I commenti dei giornali II Pestcr Lloyd nel suo editoriale intitolato: « La pace nei Balcani », scrive che gli Slati dell'Europa sud-orientale devono la massima gratitudine all'Italia e alla Germania che con il loro prestigio e la loro potenza hanno saputo mantenere e consolidare la pace minacciata dalle manovre di altre Potenze. Questo è e rimarrà un grande successo della politica dell'Asse contro i piani inglesi di estendere la guerra. Chi ha seguito la politica inglese dal luglio dell'anno scorso ad oggi ha dovuto accorgersi degli sforzi della diplomazia inglese per seminare l'inquietudine in questa parte d'Europa, per distruggere l'ordine economico e per mettere l'uno contro l'altro i vari paesi di questo settore. Nessuno può dunque meravigliarsi se gli avvenimenti di Jugoslavia siano stati interpretati in Gran Bretagna dal punto di vista degli interessi inglesi. • Il Pcsler Lloyd si chiede: « Quale è l'atteggiamento della Jugoslavia di fronte a queste manovre? La dichiarazione del Presidente del Consiglio jugoslavo Simovic lascia ritenere che il nuovo governo desideri mantenere la pace, n ministro croato Macek dal canto suo ha affermato che la Jugoslavia non è minacciata da alcun paese. La stessa presenza del ministro di Jugoslavia a Berlino al ricevimento offerto da Von Ribbentrop in onore di Matsuoka prova che la Jugoslavia sente di essere partecipe al sistema del Tripartito, tuttavia deplorevoli so no le dimostrazioni e i tumulti av venuti nelle strade di Belgrado e tult'altro che in armonia con le dichiarazioni degli ambienti competenti jugoslavi. E' giustificato supporre che dietro questi tentativi ci siano ancora influenze straniere al servizio di una politica che semina inquietudini e vuole estendere il conflitto. Ora — conclude l'articolista — c'è da chiedersi donde la Gran Bretagna si arroghi il diritto di assicurare alla Jugoslavia il suo aiuto e di parlare di minaccifi e di aggressione». Secondo il Mayyarvag la situazione in Jugoslavia comincia a chiarirsi. Non è affatto indifferente infatti, per la Jugoslavia sapere come Berlino consideri i cambiamenti avvenuti, in quanto, eccetto che dalla parte della Grecia, la Jugoslavia si trova tutta circondata dall'Asse e dai paesi aderenti all'Asse, mentre l'Inghilterra e l'America sono molto lontane. Il Pest Yusag. sottolineando la esplicita dichiarazione del nuovo governo di restare in pace e in rapporto di amicizia con i vicini, constata nel suo editoriale come dallo stesso Simovic e dal nuovo Ministro degli esteri è stato in una forma ufficialissima dichiarato che nella politica estera jugoslava non è intervenuto alcun cambiamento e che la Jugoslavia desidera mantenere anche in avvenire i suoi impegni basati sulla adesione al Tripartito. « Ma come dopo tutte queste manifestazioni ufficiali suona sciocca e impudente la voce del signor Churchill — esclama il giornale — il quale ha creduto necessario di sfruttare la crisi jugoslava per tessere un alto elogio della sua presente attività esagerando fino al punto di dire, nientemeno, che gli eventi di ieri sarebbero diretti contro le Potenze dell'Asse. Le dichiarazioni ufficiali da parte jugoslava costituiscono, invece, la netta risposta al desiderio che Churchill sogna, poiché queste dichiarazioni sono una riafi'ermazione della volontà pacifica della vicina meridionale dell'Ungheria ». Secondo il corrispondente da Zurigo dello stesso giornale, il Principe Paolo con la famiglia vorrebbe trattenersi per il mo| mento ad Atene. Le notizie sulla tMdscthemcnutzlnlzpgmltsz |cttt«r^ ambienti competenti di Belgrado I— aggiunge la corrispondenza — I dichiarano che il nuovo Governo prima di prendere una nuova po dizione vuole attendere il risultato di trattative diplomatiche», ;. , ... . . ci. j 1 tedeschi lasciano la Serbia i - „iHmp nntiyie non vanno di u£™ ^J^^0^ pari passo riornali. La Transcontincnt Press dirama l'informazione che l'èva cuazione dei cittadini tedeschi ri- guarda per ora solo il territorio serbo. Anche i corrispondenti dei giol.naU tedeschi, fatta eccezione dei tre corrispondenti di Agenzie, lascicranno la capitale jugoslava. I cittadini germanici che lascìeranno la Serbia sono circa quattromila. A Maribor, verso il confine della Marca Orientale, sono avvenuti seri incidenti: negòzi, appartenenti a persone di origine tedesca, sono stati devastati. A Zagabria la gente accorre a ritirare i depositi dalle banche che stamane hanno riaperto gli sportelli. L'atteggiamento che ormai si precisa ostile, di Macek e dell'elemento croato contro la cricca che si è insediata al potere, può recare molte sorprese. Da parte tedesca è stata ordinata la soppressione della navigazione sul Danubio lungo il tratto jugoslavo. I battelli che si trovano in questo tratto del fiume, devono fare ritorno subito. Le agenzie ricevono da Belgrado che Simovic ha conferito con diversi membri dello Stato Maggiore e quindi ha avuto luogo un nuovo consiglio di gabinetto. Si sta elaborando la dichiarazione che probabilmente già questa sera o domani verrà pubblicata. Da Zagabria si riceve qui che di ora in ora la questione croata ò o o n a d- | torna a diventare sempre più at d a . a o o e e n i o tuale. La manovra di includere Macek nel gabinetto senza chiedergli il benestare, e ciò a puro scopo di lasciar credere che ogni corrente era d'accordo con gli autori del colpo di Stato prodottosi, ha destato in tutta la Croazia esasperazione. Si teme che la mezza autonomìa concessa ai croati dopo tanti anni di sanguinose e dure lotte, possa venire di un tratto ritirata dal potere centrale. Già a Zagabria si fa sapere che 1 croati esigono il mantenimento ed un progressivo perfezionamento della loro autonomia, la pace ai confini e la più stretta neutralità. Si vuole inoltre il prolungamento del periodo di reggenza per altri cinque anni. D'altra parte non si mostra di gradire un governo centrale in cui gli elementi massonici hanno il controllo effettivo di tutto lo Stato. Con decreto odierno è stato vietaco il sorvolo, da parte di aerei stranieri, del territorio jugoslavo. 11 traffico sulle aviolinee internazionali è stato quindi soppresso.

Persone citate: Churchill, Markovic, Matsuoka, Pest, Principe Paolo, Von Ribbentrop