Le reazioni romene agli eventi internazionali
Le reazioni romene agli eventi internazionali Le reazioni romene agli eventi internazionali L'inflessibile opera di Antonescu per l'epurazione nazionale I milioni della Lupescu Bucarest, 31 marzo. Circoli politici e giornalistici di Bucarest continuano a interessarsi degli avvenimenti jugoslavi, quantunque l'attenzione si rivolga ora soprattutto alla visita ufficiale del ministro degli affari esteri del Giappone signor Matsuoka a Roma. Inutile dire che a questo fatto, il quale viene a consacrare definitivamente la linea di solidarietà che si è stabilita fra Berlino, Roma e Tokio, si attribuisce qui la massima importanza. Di quanto avviene a Belgrado la stampa romena non sembra preoccuparsi eccessivamente. Essa sottolinea l'atteggiamento del signor Macek il quale non ha nascosto la sua disapprovazione per il colpo di stato dei militari serbi e si sa — commentano questi giornali — che quando si dice Macek si dice tutta la Croazia. Mentre tutto ciò avviene — pongono in rilievo i circoli politici di Bucarest — la Romania, ad opera del suo Conducator, prosegue con ritmo accelerato il s^io cammino verso l'integrale con pimento del suo programma di Stato nazionale. L'opinione pubblica ha appreso con il più vivo compiacimento che il generale Antonescu ha firmato — come già annunziatovi ieri — il decreta per la confisca di tutti i beni di.5 Elena Lupescu, l'amante dc^'ex-re Carol II, colei che sulla vita pubblica del paese pesò per un decennio creando ministri e dignitari o facendoli cadere in disgrazia a seconda degli umori e dei caprìcci dei suoi adulatori. Come si ricorderà la Lupescu, una ebrea moldava, fu una snecln HI Knt<j«. romena, e, con lei in auge, la Romania, sotto il regno di Carol n, era divenuta una specie di terra promessa per i giudei di tutta europa come ai tempi della biblica Ester il regno dei Persi. I beni della Lupescu vengono dunque confiscati puramente e semplicemente senza diritto ad alcun riconoscimento. A spiegare ciò basta la semplice lettura dell'inventario dei beni immobili posseduti dalla Lupescu in Romania, beni il cui valore ascende a oltre 50 milioni di lei. Se si pensa poi che la Lupescu, in origine, non era che la moglie divorziata di un modestissimo ufficiale, ci si renderà conto di quanto sia costata all'erario questa donna che in un solo decennio aveva potuto accumulare quanto oggi le vien tolto, a cui si devono aggiungere i milioni in sonante valuta straniera depositati all'estero e i gioielli di cui possedeva una ricchissima collezione. In uno dei quartieri niù eleganti della capitale, circondato dal giardini, questa Ester romena aveva- tra l'altro fatto costruire una marmorea villa cleopa*resca, reggia vera e propria, sebbene di gusto spiccatamente orientale e palestiniano. Il Conducator ha definito quello della confisca dei beni della grande cortigiana un atto di riparazione e la prova della ritrovata fierezza romena. L. Aranciani aslotrfiFlglaGssdtstIldmlelenmPcndtpdcPetlgtfSspcDpgpsasrrghDMasda«rillutes Le reazioni romene agli eventi internazionali Le reazioni romene agli eventi internazionali L'inflessibile opera di Antonescu per l'epurazione nazionale I milioni della Lupescu Bucarest, 31 marzo. Circoli politici e giornalistici di Bucarest continuano a interessarsi degli avvenimenti jugoslavi, quantunque l'attenzione si rivolga ora soprattutto alla visita ufficiale del ministro degli affari esteri del Giappone signor Matsuoka a Roma. Inutile dire che a questo fatto, il quale viene a consacrare definitivamente la linea di solidarietà che si è stabilita fra Berlino, Roma e Tokio, si attribuisce qui la massima importanza. Di quanto avviene a Belgrado la stampa romena non sembra preoccuparsi eccessivamente. Essa sottolinea l'atteggiamento del signor Macek il quale non ha nascosto la sua disapprovazione per il colpo di stato dei militari serbi e si sa — commentano questi giornali — che quando si dice Macek si dice tutta la Croazia. Mentre tutto ciò avviene — pongono in rilievo i circoli politici di Bucarest — la Romania, ad opera del suo Conducator, prosegue con ritmo accelerato il s^io cammino verso l'integrale con pimento del suo programma di Stato nazionale. L'opinione pubblica ha appreso con il più vivo compiacimento che il generale Antonescu ha firmato — come già annunziatovi ieri — il decreta per la confisca di tutti i beni di.5 Elena Lupescu, l'amante dc^'ex-re Carol II, colei che sulla vita pubblica del paese pesò per un decennio creando ministri e dignitari o facendoli cadere in disgrazia a seconda degli umori e dei caprìcci dei suoi adulatori. Come si ricorderà la Lupescu, una ebrea moldava, fu una snecln HI Knt<j«. romena, e, con lei in auge, la Romania, sotto il regno di Carol n, era divenuta una specie di terra promessa per i giudei di tutta europa come ai tempi della biblica Ester il regno dei Persi. I beni della Lupescu vengono dunque confiscati puramente e semplicemente senza diritto ad alcun riconoscimento. A spiegare ciò basta la semplice lettura dell'inventario dei beni immobili posseduti dalla Lupescu in Romania, beni il cui valore ascende a oltre 50 milioni di lei. Se si pensa poi che la Lupescu, in origine, non era che la moglie divorziata di un modestissimo ufficiale, ci si renderà conto di quanto sia costata all'erario questa donna che in un solo decennio aveva potuto accumulare quanto oggi le vien tolto, a cui si devono aggiungere i milioni in sonante valuta straniera depositati all'estero e i gioielli di cui possedeva una ricchissima collezione. In uno dei quartieri niù eleganti della capitale, circondato dal giardini, questa Ester romena aveva- tra l'altro fatto costruire una marmorea villa cleopa*resca, reggia vera e propria, sebbene di gusto spiccatamente orientale e palestiniano. Il Conducator ha definito quello della confisca dei beni della grande cortigiana un atto di riparazione e la prova della ritrovata fierezza romena. L. Aranciani aslotrfiFlglaGssdtstIldmlelenmPcndtpdcPetlgtfSspcDpgpsasrrghDMasda«rillutes
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